Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Fiore di virtù
Lettura del testo

Un fiore di virtù da terra trapiantato nel paradiso (1887-1888)

12. Narrazione

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12.
Narrazione
[I-18]Addì 1 luglio 1881 essendo in Gravedona in qualità di coadiutore, quasi un cavaliere balzato dal destriero, un poco confuso, raumiliato e un poco anche indignato, udii del paroco Coppini che era morto in Pianello Lario e dell’ospizio di pie donne e di orfane da lui raccolte. Io non conosceva che in confuso quel sacerdote ma molto lo stimava. Mi balenò alla mente il pensiero non forse io l’avrei surrogato, e quel pensiero crebbe vivo vivo e in un momento mostrossi chiaro quasi una rivelazione che dicesse: « Poco a poco, ma di tu incomincierai l’opera tua ».
Intanto rimasi a Gravedona e poi addì 26 agosto ad Olmo di Chiavenna e di pel san Martino41 fui da monsignor Carsana chiamato e poi costretto a concorrere. Venni, vidi, non mi parve trovar chiara la voce di Dio per certi impedimenti che poi ‹del› tutto venivano da intendimenti umani altrui. Non voleva concorrere, ma fui costretto: non però mi decideva prender la istituz‹ion›e canonica perché cura d’anime non voleva, e piuttosto sarei ritornato donde partii, [I-19] alla Società D‹on› Bosco e persino, a Dio piacendo, all’America. Passarono mesi, ed io che dalla voce orale del vescovo era42 assegnato alla guida dell’ospizio, ne era tenuto lontano. Quando la nube dell’equivoco si squarciò ed io mi vi applicai adagio con qualche ardore. Per cinque anni visitava regolar‹mente› l’ospizio tenendo una conferenza alle maestre ed altra alla sera del festivo alle orfanelle, non più non meno per cinque anni, e intanto si pregava e si attendeva. Parve che il mio dire risollevasse quei cuori.
Suor Chiara ascoltava con brama viva, avrebbe voluto correre correre43 e cooperò non poco perché le sorelle si risolvessero ad atti generosi di confidenza in Dio, di abnegazione di sé.
- 151 -Si pregava spesso e di cuore, e questo conferì non poco al progresso di quel pio ricovero. Lo scrivente ne prese la direzione e allo ingresso della chiesa parochiale è l’iscrizione che encomia il fondator Coppini44.




p. 150
41
Riferimento all’11 novembre.


42
Originale: vescovo che era.


43
Originale: correre /ma/.


p. 151
44
Nell’originale seguono punti di sospensione. Il testo dell’iscrizione è riportato in Leonardo Mazzucchi, Il parroco Don Carlo Coppini (1827-1881), Como 1912, p. 175: « Viva nella gloria dei santi / il sac. Carlo Coppini / che per 19 anni pastore operoso / di questa parrocchia / eresse / un ospizio di orfanelle / e / spirava nel Signore / il primo luglio / mdcccxxci ».


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