Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Fiore di virtù
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Un fiore di virtù da terra trapiantato nel paradiso (1887-1888)

[APPENDICE, 1888-1890]

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[- 188 -]
[APPENDICE, 1888-1890]
[I-32] ...
Granz‹ella› Madd‹alena› nella vigilia ‹del› Patrocinio di san Gius‹epp›e140 sentì una trafitt‹ura› al cuore, uscì gemendo dolcem‹ent›e e si trasse al letto. Terminata la conf‹erenza› andai... dolevasi dei propri guai e dei guai della casa e di esser di disturbo alla casa... Addì 19 maggio sentita la tentaz‹ion›e di Mam‹bretti› di lasciar la casa, gemé e cadde per dolore tra le mie braccia e gemeva: « Povera Mambr‹etti›... spero non abbandonerà ».
[I-40] ...
Suor Marcellina nel Corpus Dom‹ini› 1890: « Vorrei proprio una grotta, non così, più romita! Io vorrei non aver più bisogno - 189 -di cibo... Lei me ne porta in saccoccia pane secco e acqua mi lasci andar a Gaggino a prendere Maria. Ell’è un angioletto, io un foletto io la scandalezzo ma non posso farne a meno. Andremo tutte due in una grotta. Ed entrate ‹a› veder i bigatti: eccomi al mio posto, e stringevasi al mio cuore... e poi buttai |...| , e poi... Lei ha fatto del bene oggi... io niente... Facciamo molte cose... serviranno denari ».

[I-52]Diceva suor Marcellina nel d’Ognissanti 1888: « Oggi due anni io aveva vestita suor Chiara per portarla a San Vitale per tempissimo a comunicarla. La mamma e più Lombardini impedirono. Suor Chiara pochi giorni avanti morire le disse a Lomb‹ardini›: Si ricorda ella quando mi impedì a suor Marcellina che mi comunicassi il dei Santi?... Or io mi comunico tutti i ».
E addì 6 nov‹embr›e diceva: « Mi son comunicata due volte al letto: causa leggera pleurite nol meritava: ho pianto ambedue volte. Oh s’io potessi dar quella Com‹union›e a suor Chiara! Ell’era ben altra... io voleva comunicarla andando a San Vit‹ale›, recando sulla lingua mia la santissima Particola e poi ritornandola sulla sua: non avrei fatto peccato certo. Lo dissi a suor Chiara: rispose né sì né no, ma sorrideva con immensa compiacenza. Oh se l’avessi fatto. Io non son degna manco di guardarla. Ell’era mortificata in tutto: andare, sedere, mangiare stando ella non davasi ‹ad› intendere ma io conosceva scorsi sovrat‹t›utto nella sua malattia. Che anima bella. Io do scandalo... non devo lasciarmi vedere... il sangue mi bolle quando devo star con signori il sangue mi sale... [I-53] sento immensa ripugnanza indi sento formiche entro la testa, se continuano ‹a› cantare io più non odo ».
« Fui presente alla conferenza stasera: perché discorrer di me (s’era detto risparmiarla perché cagionevole): non vengo più, sento gran dispiacere. Stasera si è fermato un poco, la ringrazio non parta prima di sabato e ritorni al più tardi lunedì: qui ha la chiesa piena di gente ha tante cose e sempre a fare ».
Addì 6 nov‹embr›e dopo la santa Messa: « Le ha dette secche ier sera questo momento mi consola tanto nel corpo e nell’anima. Avrei tante cose a dire e non trovo niente a dire. - 190 -In paradiso starò indietro un bel poco perché vi voglio troppo bene. Come posso non volergli bene a veder le tante belle opere che fa? ».
« La meditaz‹ion›e di stamatt‹ina› 9 nov‹embre›, Oraz‹ion›e di Gesù nell’Orto, mi ha ferito... Sentiva... ».

[I-59]Addì 24 nov‹embre› 1888 per la seconda volta dopo che andò all’ospedale s‹uor› M‹addalena› G‹ranzella› cadde in deliquio a principio del santo rosario, fu trasportata al letto. Dichiarò sentirsi pena interna gravissima, voler darsi vitt‹ima› e morire per le imperfezioni ‹della› casa nelle religiose, nelle orfane, in tutte. Oggi all’ospedale trovandosi con tanta gente sentir bisogno viviss‹imo› di trovarsi sola aver patito tanto e voler morire. Pel fratello, solo pregare per l’anima sua. Andar volont‹ieri› sul |coretto|... ritornar all’osped‹ale› sì, no, come si comanda. Essa essersi mossa a dire delle sue pene e scriverne ma non aver potuto: all’atto sentirsi trattenere. Martedì 27 nov‹embre› alla medit‹azione› della corona di spine Gr‹anzella› svenne e fu portata al letto e ritornò poi alla santa Comunione141.
Addì 25 suo‹r› Mar‹cellina› B‹osatta› soffriva tanto e diceva: « Vo’ nascondermi tutto il al solaio » e si pose ‹a› piangere dalle 10 alle 11 qui. Si credeva la più cattiva e indegna di tutte: voleva morire al mattino ‹del› 26 sereno e allegrezza, è passato... Fece qualche sgarbo con |suor Bongio|, dolor più vivo che ne sentiva: zelo per le imperfezioni  non le può tollerare.
1a sett‹iman›a |...| nov‹embre›. Sogno ‹di› Costanza142. Regina Maria stuolo 5 o 6 verginelle a Sant’Orsola a parete destra. La Verg‹ine› s’alza in piedi e guarda, 5 o 6 figlie alla destra e la Verg‹ine› è ivi. Parola che alcune si dieno a venerar di proposito la Madonna. Brama di C‹ostanza› in ciò. Tante anime nel mondo non avrebbero bisogno d’altro che d’un ritiro per darsi tutte a Dio143.
- 191 -[II-12] ...
Die 25 nov‹embris Tar‹abini›144 vidit in vis‹ione multitudinem145 virginum cum Maria, infra quas Clara et Ombellina candidae et opertae velamine virginali. Soror Maria Angela salutavit et fuit inter eas; at illae regress‹ae dixerunt: « Deformis es: attamen per preces sororum tuarum et per Hospitalem novum in quo tantum bonum operabuntur sorores tuae, per hoc ego tibi parcam ». Tar‹abini perterrita humiliavit caput suum et confusa est.
Poletti addì 3 dic‹embre 18›88 stando a conf‹erenza› emetteva sospironi e poi fuggì gridando come una ferita: temeva la si scacciasse o si mandasse servente.
















p. 188
140
L’appunto potrebbe riferirsi al 1889, anno in cui la festa del Patrocinio di san Giuseppe fu il 12 maggio, quindi più ravvicinata alla data che segue (19 maggio) rispetto al 1888, quando ricorse il 22 aprile. Suor Maddalena Granzella morì il 27 settembre 1889.


p. 190
141
Il periodo è scritto con grafia più piccola nella porzione di riga libera prima del capoverso successivo.


142
Probabilmente si tratta di suor Costanza Bongio (1859-1898).


143
Qui termina il primo fascicolo.


p. 191
144
Suor Mariangela Tarabini, defunta il 17 marzo 1889; poiché suor Ombellina Calvi, citata di seguito, morì il 30 novembre 1887, la data di questo appunto si riferisce all’anno 1888.


145Originale: multitudo.

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