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REGOLAMENTO PER L'ISTITUTO DI SERVE POVERE IN COMO II. REGOLAMENTO PER LE EDUCANDE AL SERVIZIO DOMESTICO NELL'ISTITUTO DELLE SERVE POVERE IN COMO Doveri verso il prossimo |
Devono le allieve ispirarsi ad una tenerissima carità verso il prossimo in generale.
In ispecie devono amare con affetto di figlie le proprie istitutrici, le quali alla loro volta hanno per esse un cuore materno.
Ma come l'affetto delle istitutrici è sovrattutto trasporto spirituale che non discende giammai a sensibilità, così il buon affetto delle figlie deve essere sovrannaturale \\\sì che, dovendo staccarsene per servire nelle famiglie, non rincresca poi loro l'allontanamento dallo ospizio e dalle maestre proprie.
Però ricordino loro le istitutrici ad ogni circostanza opportuna che elleno sono nell'ospizio per poco momento, che Dio le chiama al servizio domestico, che in quell'ufficio devono santificarsi, e le confortino con rassicurarle che di tempo in tempo ritorneranno allo istituto per una visita alle compagne e che le maestre verranno a ritrovarle al loro domicilio e incoraggiarle al servizio di Dio, allo acquisto del paradiso.
[6]Si deve ispirar loro una verace estimazione per le persone signorili che andranno a servire. Le amino di affetto tenero e sincero.
Un cuore benevolo di una servetta semplice e cordiale, oh quanto solleva e commuove il cuore dei ricchi! Ma si guardi l'allieva come da una tentazione dalla brama ansiosa che i signori padroni corrispondano a lei con pari dimostrazioni di affetto. Ciò sarebbe pretesa e pericolo.
Stiasi umile ed affettuosa la buona serva e preghi nel suo cuore per i suoi padroni e li serva con rispetto.
Parli poco e ponderi assai per non cadere in fallo.
Confidenza ai figli della famiglia non conviene prestarne punto, ché sarebbe d'ingiuria ai genitori.
Badino le buone figlie a non criticare, ma ad obbedire, e piuttosto che prendersi ammirazione dei costumi delle famiglie \\\agiate, pensino che elleno sono ben - 11 -fortunate di potere da umile stato imparare non poche cose utili da persone di studio e di intendimento saggio.
Rifletta l'allieva servente che la Provvidenza l'ha collocata ad un posto di umiltà, che è di merito alto al cospetto di Dio, e però attenda per non apprendere nulla che nel vitto o nel vestito o nel portamento sia superiore alla condizione di servente modesta. [7]Dev'essere fedelissima per non toccar checchessia in casa di roba, di cibarie, di denaro.
E dovendo accudire alle provvisioni, conservi il libretto dei conti così ben distinto che ad ogni momento possa render ragione fin dell'ultimo soldo speso.