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COSTITUZIONI DELL'ISTITUTO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA IN COMO (1899) Divisione quarta DEL CONSIGLIO DI DIREZIONE |
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II. DELLA SUORA ASSISTENTE DELLA CASA MADRE
229III. DELLA MAESTRA DELLE NOVIZIE
231VI. DELLA ELEZIONE DELLA SUPERIORA GENERALE
232VII. DELLA NOMINA DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO SUPERIORE
233234236237XI. FORMULARIO DELLA PROFESSIONE RELIGIOSA
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La congregazione dipende da un Consiglio di direzione, detto Consiglio superiore, il quale consta: della superiora generale, d'una suora assistente, d'una suora maestra delle novizie, d'una suora economa, di tre suore consigliere.
[13]La superiora generale deve essere professa da dieci anni ed avere almeno trent'anni di età. La superiora generale essa sola rappresenta legalmente la congregazione.
Può nominare delle suore visitatrici, quando ciò sia richiesto dal numero e dalla distanza delle case. In tal caso le suore visitatrici, nelle visite delle case e nella trattazione dei negozi a loro affidati, rappresentano la superiora generale18. Uffici, persone, beni mobili ed immobili, cose temporali e spirituali della congregazione dipendono totalmente da lei. Custodisce nel proprio archivio tutti gli istrumenti legali della congregazione, i documenti e le cifre di dote d'ogni consorella. Registra le obbligazioni e i doveri di giustizia.
Ha l'obbligo di tenere - 230 -un registro personale e intimo, come specchio dello stato fisico, morale, intellettuale di tutti i membri della casa, perché serva di norma nell'assegnamento delle cariche e degli uffici e di guida alla suora che sarà per succedere.
Una volta in ogni anno e in ogni casa fa leggere i decreti della Congregazione dei Vescovi e Regolari intorno agli ordini religiosi. Una volta alla settimana aduna in seduta le suore del Consiglio superiore. Due volte al mese le aduna in conferenza; tre volte nell'anno tiene conferenza generale a tutte le suore della casa madre. Dura in carica per anni sei e può essere rieletta.[14] La superiora in carica, suor Marcellina Bosatta19, come fondatrice, dura in carica a vita.
DELLA SUORA ASSISTENTE DELLA CASA MADRE
La suora assistente della casa madre deve essere professa da otto anni. Rappresenta la superiora generale. Sorveglia e dirige le suore proposte ai diversi uffici. Tiene registro di tutte le ascritte della casa e della congregazione. Regola i registri di contabilità in tutte le case, tutela beni mobili ed immobili e dirige la parte contenziosa.
In ogni giorno visita a parte a parte la casa. Ha cura delle ammalate. Riceve pagamenti ed offerte. Per le sue mani passano le lettere della casa. Paga le piccole spese. Riceve i conti dell'amministrazione tenuta dall'economa nella casa madre ed in ogni casa succursale20. Nella prima domenica d'ogni mese raccoglie a conferenza le suore professe, per informarle allo spirito della istituzione. Si tiene pronta a rendere conto alla superiora generale della propria gestione in qualsiasi momento.- 231 -
[15]La maestra delle novizie dev'essere professa almeno da cinque anni. Deve emergere per doti di pietà, di carità, di prudenza, onde trarre a sé per forza di virtù la mente e il cuore delle allieve. Essa convive continuamente colle sue novizie alla casa, alla chiesa, al passeggio, al dormitorio. Sotto la dipendenza della maestra delle novizie stanno la maestra di studio delle stesse e la maestra di lavoro21.
Cura che la maestra degli studi abbia attitudine per istruire le novizie nel corso degli studi elementari, per avviare le più provette per un diploma d'insegnamento, per istruirle nelle conoscenze elementari di economia domestica, del galateo, della igiene e della cura degli infermi, mediante manuali appositi.
Cura che la maestra dei lavori applichi le novizie nell'esercizio di cucito, di ricamo, di taglio, di merletto. Si escludono i lavori commerciali, quelli di arte costosa o di semplice ornamento. Si curano lavori di chiesa e di culto.
Con il consenso del Consiglio superiore si può incamminare, insieme alle novizie, anche qualche suora già professa per l'insegnamento di studio e di lavoro.
[16]La suora economa deve essere esperta nel maneggio delle cose esterne, oculata, semplice e prudente. Eseguisce le compere in tempo opportuno; provvede all'ingrosso i combustibili e i commestibili d'uso più comune. Ha cura dei depositi, dei fabbricati e provvede all'economia, non per arricchire la casa, ma per estendere il pane della Provvidenza ad un maggior numero di derelitte. Presenta mensilmente alla superiora generale il resoconto generale della casa madre ed anche delle casE - 232 -filiali, dalle quali si fa rimandare uno specchietto attivo e passivo almeno ogni due mesi.
UFFICIO DELLE CONSIGLIERE
L'ufficio delle consigliere è di tener dietro coll'occhio del corpo, della mente, della fede, all'andamento delle cose della congregazione e porgere utili consigli. Intervengono a tutte le deliberazioni d'importanza, come è nelle accettazioni di postulanti al noviziato, nella ammissione ai voti, nell'apertura di nuove case, nei contratti di beni immobili. I voti si[17] danno per scrutinio segreto. Se la maggioranza dei voti non fosse favorevole al voto della superiora, questa può protrarne con prudenza le deliberazioni. Le suore consigliere possono essere assunte in aiuto alla suora assistente, alla maestra delle novizie ed all'economa.
DELLA ELEZIONE DELLA SUPERIORA GENERALE
1. La superiora generale può essere eletta per scadenza dall'ufficio ovvero per morte dell'anteriore. Nel primo caso, la superiora generale due mesi prima della sua scadenza ne avvisa in seduta il Consiglio superiore. Porge avviso alle assistenti delle diverse case filiali ed alle suore che hanno diritto al voto e segna il giorno per la nomina della nuova superiora e intanto ordina pubbliche preghiere in tutte le case.
2. Ad eleggere la superiora concorrono le suore del Consiglio superiore, le assistenti delle diverse case con una consorella professa eletta dai membri di ogni casa. 3. Se alcuna non può intervenire, l'elezione si compie dalle altre.
4. La nuova superiora deve essere eletta un mese dopo la scadenza della superiora cessata.- 233 -
5. In questo frattempo la superiora dimissionaria governa colle semplici attribuzioni della suora assistente.
6. [18]L'elezione si fa così. Inginocchiate davanti al crocifisso, recitano il Veni Creator e le litanie della beata Vergine. Di poi la superiora che cessa espone il motivo dell'adunanza. Dopo ciò le consorelle professe e presenti scrivono in una scheda il nome di colei che giudicano degna nel Signore e lo depongono nell'urna.
7. S'eleggono fra tutte le presenti, in modo segreto, tre scrutatrici dei voti e due segretarie. Colei che otterrà maggioranza assoluta di voti, questa sarà la nuova superiora generale.
8. Se poi l'elezione venga per morte della superiora generale, allora la suora assistente porge notizia di questo transito alle suore assistenti di tutte le case, perché tosto si eseguiscano suffragi di Regola.
9. La suora assistente con le suore del Consiglio superiore determina il giorno della nuova elezione, che dev'essere non prima di due mesi e non dopo quattro mesi dalla morte della stessa superiora.
10. Avvenuta la nomina della superiora generale, la suora assistente ne porge notizia alla direzione delle singole case.
11. Con questo atto cessa nella suora assistente ogni autorità di superiora generale.
1. [19]Le suore del Consiglio superiore rimangono in carica per anni tre. Vengono poi elette in occasione del Capitolo generale che si tiene ogni tre anni, previo avviso di due mesi. Allora la superiora generale col Consiglio superiore, colle assistenti delle diverse case, accompagnate da una suora professa, eletta dai membri di ciascuna casa filiale, radunate in Capitolo, addivengono alla nomina delle diverse cariche, come si fa alla nomina della superiora generale.- 234 -
2. Con uno scrutinio si elegge la suora assistente, con un altro la suora maestra delle novizie e con un terzo scrutinio si nomina l'economa e con un quarto, assistite al solito da tre scrutatrici e da due segretarie, si nominano ad una volta sola le tre suore consigliere.
3. La superiora generale assegna gli uffici propri a ciascuna suora del Consiglio superiore.
4. La maestra delle novizie ha l'incarico di ammonire rispettosamente la superiora, quando questa venisse meno a qualche suo dovere.
Ammonisce la stessa circa le cose che crede bene nel Signore, per il miglior andamento della congregazione.
5. Se un membro del Consiglio superiore muore o cessa dal proprio ufficio prima che si compiano[20] i tre anni, la superiora generale confida l'ufficio vacante a quella delle suore che meglio giudica nel Signore. Questa poi dura in carica sino alla fine del triennio che fu incominciato dalla consorella deceduta.
Una casa filiale s'erige, previo il consenso dell'ordinario diocesano, dalla superiora generale col Consiglio superiore.
S'incomincia la casa con una suora assistente e con una o due compagne e la si viene sviluppando di poi, finché nella casa filiale si sia formato un Consiglio inferiore.
La suora assistente nella casa filiale è nominata dalla superiora generale e dal Consiglio superiore. Dura in carica per anni tre e può essere traslocata dall'una all'altra casa. Risponde dello stato morale, materiale, spirituale e scolastico della sua casa, sotto la dipendenza della superiora generale e del Consiglio superiore. Può modificare gli uffici delle suore dipendenti, la disciplina dell'orario, avvisandone il Consiglio superiore. Aduna in Capitolo le suore ogni mese e quando v'è bisogno per affari d'importanza. Due volte al mese tiene conferenze al Consiglio - 235 -inferiore e tre volte in ogni anno tiene pure conferenza a tutti i membri della famiglia, come nella casa madre.[21] Si riserva per sé a trattare le cose di maggiore importanza ed affida gli uffici minori alle suore dipendenti, perché li trattino con serietà e con energia.
Ogni casa filiale dev'essere visitata dalla superiora generale almeno una volta all'anno. La suora assistente risponde di ogni andamento morale, economico, sanitario, disposta ad ogni momento a rendere ragione di tutto al Consiglio superiore.
Intorno alle cose importanti di compera e di vendita, di costruzione e simili, interroga il Consiglio superiore. In altre cose di minore importanza interroga il Consiglio della casa filiale. Ogni anno l'assistente rende conto alla superiora generale dell'amministrazione morale e materiale della propria casa.
Evita le spese inutili o superflue e presenta un registro delle sue spese private. Descrive brevemente l'origine della casa, tien nota delle persone benemerite per raccomandarle a Dio e per porgere loro ossequio di gratitudine ad eventuali ricorrenze. Visita con frequenza i locali della casa22. È stabilito un parlatorio, non mai chiuso a chiave, dove la superiora, sia nella casa madre, sia nelle case filiali, ovvero altre suore, col permesso della superiora, occorrendo debbano conferire col sacerdote cappellano ovvero con persone esterne. In tal caso i colloqui sieno brevi ed improntati di gravità, di prudenza, di carità.
[22]Per la predicazione e confessione delle suore si osserverà quanto è stabilito dai sacri canoni e dalle Regole loro particolari. Nella confessione si raccomanda la brevità23.- 236 -
Il bisogno d'un Capitolo o d'una adunanza generale può essere necessario per correggere degli abusi, sempre è opportuno per infervorare alla pratica dello spirito della congregazione.
Le suore si radunano ordinariamente ogni tre anni. Vi prendono parte la superiora generale24, le suore visitatrici e le assistenti delle singole case filiali. La superiora generale può invitare anche le altre suore e persone estranee, che possono tornare di giovamento per una perizia loro speciale, ma queste non hanno che voto consultivo.
Sei mesi prima della convocazione, la superiora generale col Consiglio superiore elegge una suora regolatrice del futuro Capitolo; ne dà notizie alle singole assistenti delle case filiali, perché facciano poi pervenire per iscritto, non oltre due mesi innanzi, quei riflessi e quelle proposte che si giudicano di gloria al Signore e di utile alla congregazione. La suora regolatrice alla sua volta riferisce alla superiora generale e manda poi alle suore assistenti delle case filiali gli schemi delle materie a trattarsi. [23]Ciascuna consorella professa può mandare le sue proposte al Capitolo generale.
Un mese prima dell'apertura, si costituiscono le diverse commissioni e se ne porge avviso a quelle che furono elette a farne parte. Si aprono le sedute del Capitolo generale previo il canto del Veni Creator e dell'Ave maris Stella. Le deliberazioni si approvano a maggioranza di voti. Quando risultasse la parità di voti, la superiora generale può aggiungere un secondo voto, come giudicherà nel Signore. Prima poi di chiudere il Capitolo, si dà lettura di tutte le deliberazioni prese e si dà a ciascuna delle adunate libertà, perché faccia le osservazioni che giudicherà opportune. Tutte le adunate sottoscrivono l'atto delle deliberazioni prese. Si chiude il Capitolo generale col canto dell'Inno ambrosiano e colla benedizione - 237 -del Santissimo Sacramento. Sciolto il Capitolo, s'invia a ciascuna delle case una copia delle deliberazioni prese.
Come il corpo ha bisogno del cibo materiale, così l'anima ha bisogno del suo cibo spirituale. Convien pensare a Gesù Cristo e non alle proprie comodità.
Le suore di santa Maria della Provvidenza fanno ogni giorno almeno mezz'ora di meditazione, ascoltano[24] la santa Messa e fanno la santa Comunione secondo il consiglio del confessore.
Eseguiscono le pratiche dei Nove uffici del sacro Cuore25 e l'adorazione al Santissimo Sacramento con due visite in ogni giorno. Ogni giorno praticano l'esercizio della Via crucis e della terza parte del rosario della beata Vergine. Osservano il silenzio per due ore prima di mezzogiorno e due ore di poi. Digiunano ogni venerdì della settimana. In ogni mese fanno l'Esercizio della buona morte,26. Nella sera antecedente premettono una mezz'ora di meditazione sopra un novissimo.
Si esaminano specialmente sopra i difetti di egoismo individuale, delle mormorazioni, della negligenza ai propri doveri e sul dimenticarsi che si lavora per Iddio. S. Paolo scrive: «Vi scongiuro che camminiate in maniera conveniente alla vocazione cui siete chiamati, con tutta umiltà, mansuetudine e pazienza»27.- 238 -
Una volta al mese nei rendiconti aprono il cuore alle proprie superiore circa le sanità, le occupazioni, le pratiche religiose, i voti. Convien notare se vi hanno perturbazioni interne, se si conoscono disordini, onde porvi rimedio. Nei rendiconti, se si userà molta schiettezza, i superiori non sbaglieranno nell'assegnare gli uffici e le dipendenti saranno sempre sicure di compiere il loro dovere.
Nelle pratiche di pietà si raccomanda la lettura del Rodriguez28, dei libri di S. Alfonso, di S. Francesco[25] di Sales e simili, che con soavità eccitano l'anima al ben fare. Si raccomanda l'uso frequente delle giaculatorie, del segno di croce, dell'acqua benedetta, del saluto: «Sia lodato Gesù Cristo…Viva Gesù…ecc.» e valersi dei rosari e delle croci benedette.
Si tengono a mensa letture edificanti. Si premettono tridui e novene alle principali solennità del Signore e della Vergine. Si praticano speciali divozioni nei mesi dell'Immacolata di Lourdes, di S. Giuseppe, del santo Volto, del mese mariano, del mese del sacro Cuore, del mese del santo rosario e dei defunti.
Nei giorni domenicali s'aggiunge l'ufficio cantato della beata Vergine, la spiegazione del vangelo e del catechismo.
Si raccomandano le funzioni della Settimana Santa.
Una volta in ogni anno e per lo spazio almeno d'otto giorni si compiono gli spirituali Esercizi.
Per un'ora o di giorno o di notte, ciascuna consorella in ogni dì adora il Santissimo Sacramento; questo pio esercizio non si trascura da veruna, perché in esso si compendia la forza e il frutto della vita religiosa.
FORMULARIO DELLA PROFESSIONE RELIGIOSA
Le consorelle premettono almeno otto giorni di spirituali Esercizi, diretti specialmente a conoscere le obbligazioni della vita religiosa e la divina volontà in proposito.- 239 -
[26]Il Consiglio della casa e possibilmente tutte le consorelle si adunano nell'oratorio. Il sacerdote incaricato, vestito di cotta e stola, intuona il Veni Creator e le litanie della beata Vergine. Recita la coroncina del sacro Cuore29 e di poi interroga la novizia, che sta genuflessa in mezzo a due professe ed alla rappresentante della superiora generale.
Sacerdote «Che cosa domandate, o sorella?».
Novizia«Domando umilmente di professarmi nelle Regole delle Figlie di santa Maria della divina Provvidenza».
Sac.«Conoscete voi queste Regole e le avete già messe in pratica?».
Nov. «Confido di conoscerle e di averle praticate, per quanto la mia fragilità lo permise, nel corso del noviziato e spero eseguirle in avvenire con maggior esattezza e con crescente profitto dell'anima mia».
Sac. «Avete ben compreso che cosa voglia dire professare le Regole di santa Maria della divina Provvidenza?».
Nov. «Confido d'averlo compreso. Professando queste Regole, io prometto d'aspirare alla santificazione dell'anima mia, col rinunciare ai piaceri ed alla vanità del mondo, colla fuga di qualunque peccato avvertito e col vivere in perfetta castità, in umile obbedienza, in povertà di spirito. Conosco pure che devo rinunciare a tutte le vanità della vita per solo amore del nostro signore Gesù Cristo, cui intendo consacrare ogni mia parola, ogni opera ed ogni pensiero per tutta la vita».
Sac. [27]«Siete dunque disposta a rinunciare al mondo, alle sue promesse e professare con voto le Regole della - 240 -congregazione di santa Maria della divina Provvidenza?».
Nov. «Sono pronta col divino aiuto e di tutto cuore lo desidero e spero d'essere fedele alle mie promesse».
Sac. «Intendete dunque di emettere i voti religiosi?».
Nov. «Essendo mia ferma volontà di consacrarmi per sempre a Dio nella congregazione delle Figlie di santa Maria della divina Provvidenza, intendo obbligarmi ai voti religiosi semplici secondo le Regole delle Figlie di santa Maria della divina Provvidenza».
Sac. «Dio benedica questa vostra buona volontà e vi conceda la grazia di poterla mantenere fedelmente sino alla fine della vita, quando Gesù Cristo vi darà ampia ricompensa di quanto avete abbandonato e fatto per lui. Ora mettetevi alla divina presenza e proferite la formula dei voti di castità, di povertà e di obbedienza, secondo le Regole della congregazione delle Figlie di santa Maria della divina Provvidenza».
«Nel nome della santissima Trinità, Padre, Figliuolo e Spirito Santo.
Io N.N. mi metto alla vostra presenza, onnipotente sempiterno Iddio, e sebbene indegna del vostro[28] cospetto, tuttavia confido nella sola vostra bontà ed infinita misericordia e, dinanzi a voi ed alla beatissima vergine Maria immacolata, faccio voto di povertà, di castità e di obbedienza a Dio ed alla superiora generale della congregazione, secondo le Regole della società delle Figlie di santa Maria delle divina Provvidenza».
Tutte risponderanno: «Amen».
Sacerdote. «Dio vi aiuti ad essere fedele a questa solenne promessa, sino alla fine della vita. Ricordatevi spesso della grande mercede che promette il divin Salvatore a chi abbandona il mondo per seguir lui. Se poi qualche volta l'osservanza delle Regole vi tornasse di pena, allora ricordatevi delle parole - 241 -dell'apostolo S. Paolo che dice: Sono momentanei i patimenti della vita presente, ma sono eterni i godimenti della vita futura30; e colui il quale patisce con Gesù Cristo sopra la terra, con Gesù Cristo sarà un giorno coronato di gloria in cielo».
La novella consorella scriverà il suo nome nel registro sotto le indicazioni seguenti: «Io sottoscritta ho letto ed inteso le Regole della congregazione delle Figlie di santa Maria della divina Provvidenza e prometto di osservarle costantemente, secondo la formula dei voti da me ora pronunciati».