Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento interno F. s. M. P. - 1899
Lettura del testo

REGOLAMENTO INTERNO DELLA CASA DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA IN COMO (1899)

Parte prima DELLE SUPERIORE IN GENERALE

Articolo IX DEGLI UFFICI DELLA SUPERIORA IN GENERALE

«»

[- 260 -]

Articolo IX

DEGLI UFFICI DELLA SUPERIORA IN GENERALE

 

 Tali uffici riguardano

1) se stessa interiormente,- 261 -

2) se stessa esteriormente,

3) [24]di fronte alle ricoverate,

4) di fronte alle persone esterne.

1. Quanto a se stessa interiormente, consideri

a) che è puro e semplice strumento nelle mani di Dio;

b) che pur anche come semplice strumento può reputarsi strumento necessario od utile e però avere nell'ufficio proprio un pericolo di tentazioni di vanagloria;

c) conservi entro di sé il fervor di preghiera e dello spirito della presenza di Dio e non altrimenti giammai;

d) non permetta che le acque del proprio cuore si agitino per qualsiasi soffiar di venti;

e) rifletta che è nella barca col Salvator del mondo e non tema menomamente Tutto è grande ciò che si riferisce alla gloria dell'Altissimo.

f) tratti con egual rispetto dinanzi a Dio i negozi grandi come i negozi piccoli.

2. Quando la superiora debba esporsi esteriormente colle persone,

a) imiti la soavità dei Cuori benedetti di Gesù e di Maria;

b) si faccia tutta a tutti in Domino,

c) ma nel medesimo tempo curi di non dare troppa confidenza, onde ne perda la sua autorità, e tanto meno curi l'autorità tanto onde ne scapiti la confidenza e la semplicità;

d) non si commuova troppo, se le accada di mancare in persona propria con qualche fallo di carità, con qualche errore di prudenza;

e) né tanto meno si conturbi, se scorga che altri[25] manchi verso di lei di qualche tratto di carità, specie se involontario.

Molte cose son da perdonare alla ignoranza nostra ed alla ignoranza del povero nostro prossimo.

3. Quanto alle consorelle ed alle persone addette in generale alla casa, tratti

a) con la confidenza che è propria di consorelle e di serve del Signore;- 262 -

b) nondimeno per rispetto allo stato ed alla professione è bene che, trattando colle consorelle, abbondi col pronome di terza persona e che le consorelle parimente usino fra di loro uguale carità e convenienza di modi;

c) molto rispetto e carità di modi con le persone della casa, le quali in generale ripudiano dall'essere trattate come ricoverate e come mendiche, molto più se poco o molto concorrono ad un mensile di pensione;

d) discorrendo, faccia intendere che tanto le suore che le ricoverate dipendendo dalla provvidenza del Signore, che quanto si desidera e si impone per il trattamento economico e per la disciplina, tutto è per rendere benevola la divina Provvidenza e che da tutti si deve operare con questo retto intendimento e non altrimenti giammai;

e) sia persuasa e ne dia indizio ad ognuno che dal suo cuore sbandisce ogni affetto di simpatia, di predilezione o di parzialità e che dessa di tutte le sue consorelle si reputa la meno atta e la più bisognosa che da tutti si preghi per lei il Signore.

4. Quanto alle persone esterne, la superiora generale

a) [26]si faccia serva di tutte;

b) riceva tutti con sensi di fede e di carità;

c) sbrighi in brevi parole le visite e si mandi contento ognuno;

d) se è del caso, doni qualche memoria atta della casa;

e) non si lasci prendere dagli affetti di sorpresa, di timidità, di timore riverenziale, di paura qualsiasi, ovvero dallo spirito di dubbio, d'incertezza e simile, perché molto impediscono dal trattare le cose di onore a Dio e di salute delle anime e sono per lo più tentazioni del comune nemico d'ogni bene;

f) quando possa accontentare le domande, ne porga in cuor suo ringraziamento a Dio e sfugga qualsiasi affetto dell'umana riconoscenza.Quando debba dire no, condisca la negativa con tali buone ragioni e con modi così caritativi esponga il rincrescimento suo, onde i visitatori se ne partano meno malcontenti e come edificati;- 263 -

g) tenga nota delle persone benefattrici e che ad ogni modo possono direttamente od indirettamente giovare alla congregazione;

h) conservi con queste pur anche quelle relazioni epistolari che le circostanze suggeriscono.

 

Nota importante

La superiora generale è autorità massima nella congregazione ed essa deve farsi amare più che temere. A tale scopo ella deve pensare alle sue dipendenti, amarle come figlie in Gesù Cristo e pregare il Signore che le aggiunga sempre più di carità. Comanda[27] bene la superiora che molto ama della vera carità del Cuore di Gesù Cristo.

Di qui ne consegue:

a) la superiora ami sinceramente e sinceramente esponga il cuor suo alle consorelle;

b) non si assuma per quanto si può le parti rigorose di censore o di giudice;

c) quando ne sia proprio astretta, si curi di poterlo fare con tale autorità e bontà insieme, che niente ne scapiti, ma molto guadagni l'influenza sua;

d) cotesto ufficio affidi di preferenza alla suora assistente;

e) certi uffici di correzione, in cui più che altro hanno parte le immaginazioni di mente, gli affetti di nervosità, si affidino ad una suora provetta e prudente;

f) ad altra suora di prudenza e di esperienza si affidino parimente certi uffici delicati per la custodia e sorveglianza delle orfane o di ricoverate pericolose ovvero di persone ammalate.

In tali casi la suora riceve speciali istruzioni dalla prudenza della superiora generale ovvero dalla suora assistente.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma