Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento F. s. M. P. - 1911 - Manoscritto
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REGOLAMENTO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA (1911)

Capitolo X. INDIRIZZO GENERALE PER LE NOVIZIE

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Capitolo X.

INDIRIZZO GENERALE PER LE NOVIZIE

 

[70]Si danno qui tre regole: la prima, che confidino in Dio; la seconda, che diffidino di sé; la terza, che stiano ferme al momento della prova.

Bisogna imprimere in loro la confidenza in Dio.

Le semplici, avanti entrare, hanno vagliato la propria vocazione.

Hanno sentito in cuore la chiamata di Dio, hanno pregato e impegnato tempo e preghiera per assicurarsi della certezza di questa divina chiamata.

E non fidandosi di sé, hanno cercato consiglio da persona prudente.

Chi diede il consiglio, a sua volta ha voluto ben riflettere e pregare Dio e sentire tutte le circostanze di tale vocazione.

Finalmente l'uomo di Dio anche lui parlò in favore.

Voi siete entrate, avete anche compiuto già un buon tirocinio nel postulantato ed avete trovato in fondo al cuore certa ammirazione e conforto all'animo.

Or che dubitate? Non resta se non questo: abbandonarvi in Dio ad occhi chiusi e ad occhi chiusi abbandonarvi pure alla direzione delle vostre superiore e del nuovo confessore.

Che dubitate? Far vedere che vi fidate di Dio è dargli gloria. Come ne godete voi stesse, quando scorgete che le dipendenti vostre in voi confidano e vi obbediscono ad occhi chiusi! Benché non chiusi, ma aperti dovete tener gli occhi: chiusi per[71] confidare in Dio, aperti per intendere e ben scoprire quali siano i comandi del Signore, i desideri e le intenzioni a vostro riguardo.

 Lo stesso dite dei superiori: chiudere gli occhi completamente e non permettersi di criticare, di giudicare e tanto meno condannare le azioni dei superiori; ma nel medesimo tempo aprire gli occhi per apprendere gli uffici della casa, per imparare tutti i giorni il più e il meglio che vi sarà possibile.- 488 -

Sarebbe tentazione chiudervi in un silenzio inoperoso e rimanervi dentro al guscio di lumaca di una timidità inconsulta. Fuori, fuori, fuori... al lavoro... allo interessamento delle cose della casa... fuori al lavoro ed al combattimento, che la vita è breve e molte cose vi attendono avanti aver guadagnato il bel paradiso. Il buon momento per mettere le basi di una vita operosa e santa è il tempo del noviziato; è troppo breve anche questo al confronto degli alti destini che ne prepara per il tempo e per l'eternità.

Né solo le novizie devono camminare ad occhi chiusi davanti a Dio. Debbono pure camminare ad occhi chiusi davanti a se stesse... Che dubitate? Avete Dio che vi sorregge. Avete sentito la voce sua che vi ha chiamate al servizio suo santissimo; or potete dubitare che non sia per darvi le grazie necessarie a tanto?[72] Sentirete nel vostro animo queste voci: «Sono io degna? Non ho mai macchiato con peccato grave la mia innocenza battesimale? Piaccio io ora al cospetto di Dio? Ed i miei superiori saranno contenti di me?». E in sentir queste voci vi sembrerà di sentire la voce di Dio e di provare i rimorsi della coscienza. Ma questo non è voce di Dio, è voce dell'amor proprio e voi il sapete che all'amor proprio bisogna far guerra incessante.

Questa è voce del seduttore infernale, che crepita per conturbarvi e farvi parere la vita religiosa un peso poco meno che insopportabile. Direte: «Almeno i superiori mi parlassero con qualche frequenza... e potessi io loro far intendere l'animo mio... non si sa mai niente... non si capisce niente». Ma non è meglio che se ne intenda il Signore e voi che ve la intendiate con lui? Misero guadagno è cercare le soddisfazioni umane. I superiori, le consorelle, dal momento che nulla dicono, nulla avranno ad osservare in contrario alla vostra condotta.- 490 -

 Soggiungerete: «Chissà come va? Sarò poi vestita? Sarò professata? Ed in quale famiglia?». Anche questo è superfluo ed inutile. Che dubitate? Avvenisse persino che i superiori formassero sospetti e giudizi contrari e male interpretassero la vostra condotta,[73] ma a tempo e luogo il Signore vi farà giustizia e sarà tanto più ampia.

Voi avete letto di S. Giovanni della Croce che da suoi correligiosi fu giudicato perfino eretico e gli fecero sostenere sette mesi di prigionia; ma che importò mentre questo servì per glorificare Iddio e a lui, Giovanni, meritò che Gesù Cristo domandasse: «Giovanni, tu hai patito tanto per me; or che ti darò in premio?». Al che Giovanni rispose: «Patire sempre, Signore, ed essere sprezzato per te».

Questa è la dottrina sublime della perfezione religiosa.

Ma per giungere a tanto, che si richiede? Si richiede per almeno due anni la scuola e la pratica degli insegnamenti intimi di Gesù Cristo. Le novizie devono essere separate dalle consorelle professe; non devono occuparsi di cose di casa; devono ricordare il porro unum est necessarium28 e attendere alla preghiera, alla solitudine, al dolce conversare col Signore. Molte battaglie e molto aspre vi attendono: dovete confortarvi nella meditazione dei Novissimi, nella lezione continua degli esempi di Gesù Cristo benedetto. Beate voi se, come le colombelle che escono dalle acque, scotete le aline[74] sulle erbette circostanti e le fate rigogliose ognora più ! Dovete- 492 - tuffare la mente e il cuore nella preghiera vocale, nella meditazione, perché possiate poi intorno irrorare i cuori di soave compunzione e confortarli coll'esempio di carità santa.

Immaginatevi il Signore che dica a voi come al profeta: «Ricevi questo libro e mangialo e digeriscilo»29.

 Il libro della vita e della passione e dei Vangeli di Gesù Cristo bisogna che li mangiate colla mente, che li digeriate nel cuore, che ne facciate pasto per molte ore del ; allora farete sangue buono di coraggio, allora respirerete aere puro di rara contemplazione, allora perfino metterete fuori le ali di aquila per volare più sublimi.

Il Signore per esperimentarvi e per orientarvi vi farà intendere queste voci.

«Che facesti coll'abbandonare il mondo e conoscenti e genitori e quelle pratiche devotissime di conferenze alle Figlie di Maria? Che soave esempio spandevi allora... e nel tuo cuore quali e quante soavi soddisfazioni! E che calore allora in camminare alle opere! E tu qui sola, ché nessuna delle sorelle guarda... e tu qui a far poco o niente. E tu qui di impaccio e di dispendio per[75] la congregazione già sì povera». A questo non badate. Sono suggestioni del demonio o sono prove che vi manda Iddio. Allora se proprio ve ne risentite, pregate che vi sia dato qualche occupazione per taluna ora del almeno, perché nel lavoro voi possiate avere un conforto.

Ovvero, e questo è discorso più duro, vi potrà sembrare che Dio sia stanco di voi, che voi male corrispondete a tante grazie...

, che ormai siete un tizzone degno di andare solo nello inferno e simili...

e prenderete alta paura del confessore, più vivo sbigottimento per la santa Comunione.

Figlie benedette, allora bisogna rafforzarsi nella fede, confortarsi nella speranza e immergersi nel fervore di carità.

Non l'avete altra volta ponderato che tutta questa è industria del Signore per eccitarvi ad amarlo sempre più? Confidate! E confortatevi nei buoni desideri di bene che mai vi abbandonano, nello esempio delle consorelle che pregano per ogni volta che vi veggono- 494 - come che sia agitate e confuse.

Sperate che la prova sia presto per passare.

In progresso del noviziato vi saranno pure affidati uffici vari e allora[76] riputate un premio che il Signore e la casa vi fanno, credendovi atte a qualche opera di misericordia.

Quelle opere di bene fatele con fede, con rispetto, con amore.

 Questo vi addestra e vi prepara a maggiori e più utili impieghi, che la bontà di Dio e il buon volere dei superiori vi preparano.

Può essere che il noviziato vi appaia come un deserto, che non possiate confidare nelle superiore, che fra di voi novizie non possiate intendervela, che il Signore vi chiuda la bocca per non parlare.

Allora più che prima confidate: non è scritto che il Signore conduce le anime alla solitudine per parlare al loro cuore?30.

O vorreste preferire le confidenze dell'uomo al dolce conversare con Dio? I parenti scrivono, o sono ammalati, o vengono a visitarvi spesso, e voi ne rimanete disturbate.

Che è questo? Anche questo serve al vostro bene.

Ai parenti fate conoscere che siete contente e questo basterà a rassicurarli e a non ritornare frequentemente.

Se ammalati invece, che in tutta la comunità si prega per loro e questo li conforta.

Se lontani ed assenti sentono la privazione dei figli loro,[77] voi fate loro intendere che il premio e la vista di Dio e dei beati in cielo sarà premio massimo.

Questo linguaggio scenderà balsamo al cuore degli uni e delle altre.

E voi sovrattutto badate che la conversazione vostra è coi celesti31 e così sia.





p. 490
28 Lc 10, 42.



p. 492
29 Cfr. Ez 3, 1.



p. 494
30 Cfr. Os 2, 14.



31 Cfr. Fil 3, 20.



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