Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento S. d. C. - 1905
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REGOLAMENTO DEI SERVI DELLA CARITÀ (1905)

Parte terza. DIREZIONE DELL'ISTITUTO

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§ I. DEI SUPERIORI PRIMARI E DEI SUPERIORI SECONDARI

§ II. DELL'UNITÀ DI DIREZIONE

1157

§ III. LE CONFERENZE, MEZZO PER OTTENERE L'UNITÀ DI DIREZIONE

1159
[- 1156 -]

<< <   > >>Parte terza.

DIREZIONE DELL'ISTITUTO

 

1. [22]L'istituto dei Servi della Carità è quasi quel portico che circonda le acque della probatica piscina, pieno di infermi d'ogni genere.

I superiori dell'istituto vi devono essere quasi l'angelo che muove quelle acque, perché gli infermi tuffandosi entro ne acquistino la cara salute.

2. L'istituto è quasi famiglia, la quale ha sede principale nella casa madre e dispone poi i suoi figli a fondare altre - 1157 -case e stendere altre famiglie in soccorso alla umanità languente.

 3. Intento delle case e delle opere[23] dello istituto è di crescere ad imitazione della Sacra Famiglia di Nazaret e di operare il bene nel nascondimento della fede.

<< <   > >>§ I.

DEI SUPERIORI PRIMARI E DEI

SUPERIORI SECONDARI

 

1. I superiori primari nella casa madre sono tutti e singoli i membri che compongono il Consiglio superiore.

2. Nelle case filiali sono tutti e singoli i membri che compongono il Consiglio inferiore di quelle case, Consiglio che ripete la sua efficacia dal Consiglio superiore, dal quale ne dipende e che gliene assegna i confini di autorità e di giurisdizione.

3. Superiori secondari sono tutti gli altri membri che dai suddetti Consigli hanno l'incarico di uno o di più uffici e che ne sono responsabili.

4. L'autorità dei superiori in genere è da Dio, però è scritto dei superiori: «Chi ascolta voi, ascolta me - dice Gesù Cristo - e chi sprezza voi, disprezza me15. Chi tocca voi, tocca la pupilla degli occhi miei».

5. [24]In queste parole sono gravissimi ammonimenti ai superiori per ben comandare, ai dipendenti per ben obbedire.

<< <   > >>§ II.

DELL'UNITÀ DI DIREZIONE

 

1. Molti fratelli concordi, dice il Signore, costituiscono una fortezza inespugnabile, contro la quale nulla possono le - 1158 -forze nemiche, le tormentose comparse della fame e della miseria non vi possono penetrare16.

2. L'unità di direzione è propria del generale supremo, che dirige i corpi compatti di un grande esercito; è propria del capo nell'uomo, che dirige le varie membra del corpo; od è propria della ragione e della fede che guidano le diverse operazioni dell'uomo.

Ammirabile la compagnia della Chiesa, nella quale il santo padre guarda a Dio e gli obbedisce.

I cardinali, i vescovi, i parroci, i semplici fedeli guardano ai loro condottieri e per essi al pontefice ed a Gesù Cristo salvatore.

3. In questo è la unità di direzione[25] nello istituto: un superiore generale che obbedisce all'autorità ecclesiastica ed al pontefice e quindi a Dio; un Consiglio superiore che gli aderisce intimamente; altri Consigli inferiori delle varie case che aderiscono al Consiglio superiore e per esso al superiore generale; parimente molti altri superiori secondari, che guardano come a faro ai superiori primari; segue per ultimo la famiglia dei ricoverati, degli orfani, dei vecchi, dei cronici, che alla loro volta guardano ai propri assistenti, per essi ai superiori maggiori e quindi al Signore, dal quale è ogni podestà in cielo ed in terra.

4. Nella unità di direzione è un regno di pace e di carità.

5. Ma un regno cosiffatto si ottiene dopo la lotta coi nemici nostri, la superbia propria, l'impazienza propria, la propria febbre delle umane passioni.

 6. Però non è mai troppo ricordare il progetto della divina carità e l'esempio dell'apostolo della carità che spirò ripetendo: «Amatevi, amatevi gli uni gli altri, perché questo è il precetto del Signore e colui che ben l'adempie va certamente salvo».

7. [26]Iddio buono nell'istituto dell'unione concorde fissò la forza della propria conservazione nelle api e nelle formiche, che pur sono insetti così piccoli.

Quale argomento di considerazione per l'uomo! Quale maggiore per l'uomo religioso!- 1159 -

<< <   > >>§ III.

LE CONFERENZE, MEZZO PER OTTENERE

L'UNITÀ DI DIREZIONE

 

Gli uomini con parlare si intendono. Per intendersela poi giustamente con gli uomini, anzitutto bisogna sapersi intendere con il Signore, che è via, verità e vita17.

1. I Servi della Carità devono in comune intendersela con Dio negli esercizi pii di meditazione, di esame pratico, di preghiera vocale e in genere in ogni pratica pia, perché dove sono più congregati in nome di Dio, Gesù è nel centro che tutto dirige e tutto governa.

2. Il Consiglio superiore si aduna almeno una volta in ogni settimana per discutere dei gravi argomenti della casa madre e dell'istituto.[27] La conferenza è indetta dal superiore generale, che parimente e per quanto si può ne fissa gli argomenti, perché i confratelli vi si possano disporre.

3. Gli argomenti si discutono ad uno ad uno esaustivamente.

Il segretario ne forma il protocollo a verbale, che il superiore generale firma perché abbia valore.

4. Il superiore generale può pure indire riunioni o conferenze per ogni ragionevole necessità.

5. Né solo nelle conferenze, ma nelle riunioni ordinarie a mensa, a cena, a ricreazione, è commendevole che si trattino cose utili e i discorsi che versino di preferenza intorno al miglior progresso dello istituto.

6. Il Consiglio superiore può invitare nelle adunanze quali membri anche dei superiori secondari.

Può invitare per ragione di consiglio anche estranei allo istituto.

7. I superiori secondari della casa madre sono pure vivamente pressati a tenere di frequente nel mese delle conferenze.

Per la pratica le conclusioni vengono firmate da qualche membro del Consiglio superiore.

8. [28]I superiori dipendenti nelle case filiali imitano l'indirizzo del Consiglio superiore, senza sorpassare i limiti - 1160 -delle proprie attribuzioni.

Ad incoraggiamento comune valga il detto del Signore: «Nel consiglio dei sapienti è la salvezza del popolo»18.

 9. Superfluo è aggiungere che nel conferire devono tacere gli impulsi dell'amor proprio, le tentazioni di prevalenza, di fretta, di poco studiata civiltà e simili.





p. 1157
15 Lc 10, 16.



p. 1158
16 Cfr. Prv 18, 19.



p. 1159
17 Gv 14, 6.



p. 1160
18 Cfr. Sap 6, 26.



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