Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Vieni meco...
Lettura del testo

VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte prima <LA FEDE>

Articolo terzo <del Simbolo> Un'occhiata timorosa al cielo ed uno sguardo confidente alla terra

«»

[- 280 -]

Articolo terzo <del Simbolo>

Un'occhiata timorosa al cielo ed

uno sguardo confidente alla terra

  1. [32]Il divin Salvatore comparve a Francesco d'Assisi nella chiesa della Madonna degli Angeli e disse: "Tutti quelli che ben confessati e divotamente comunicati visiteranno questa chiesa, otterranno la plenaria indulgenza di tutte le loro colpe". I compagni di Francesco udivano le parole ma non osavano guardare, ponevansi con i loro volti riverenti a terra.

  Il Signore parlò a noi quaggiù e disse: "In cielo sono tre: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, e questi tre sono un solo". Noi ascoltiamo il discorso, ne ringraziamo Dio, ma non osiamo penetrare con lo sguardo fin . La seconda persona della Santissima Trinità apparve alle rive del Giordano in Palestina. Comparve nella realtà di Salvatore, vero Dio e vero

 - 281 -

uomo. Giovanni battezzollo e allora i cieli si aprirono e lo Spirito Santo discese in forma di colomba, e voce [33]del Padre si intese che diceva: "Questi è il Figliuol mio diletto: ascoltatelo"29. Sicché in questo momento volgiamo un'occhiata all'alto ma timorosa, perché Dio è l'Altissimo; giriamo confidenti lo sguardo intorno a Gesù in terra, perché egli è venuto a fine di visitare il popolo suo.

  2. Agostino, il dottor massimo, veniva meditando alle spiagge del mare, quando un giovinetto appare che aprendo un bucherello sulla sabbia e versandovi acqua del mare con il cavo della mano, diceva: "Qua entro voglio adagiare il mare". "Semplice! Semplice!", rispose Agostino. E quegli stese due ali intorno e soggiunse: "Io sono un angelo quaggiù volato per mostrarvi esser più semplice voi, perché è impossibile al tutto che in mente umana possa contenersi la comprensione del mistero profondo di Dio uno e trino".

  Fratelli, volgiamo pure un'occhiata a Dio ma poi chiniamola riverenti, perché la luce dello Altissimo è più che lo splendor del sole. Ci basti intendere che una notizia benché oscura di tanto mistero Dio comunicolla [34]fino a principio nei libri di Mosè, un poco di luce avuta in prestito dal popolo di Dio passò ancora alle genti pagane. Quanto a noi del popolo cristiano, noi che siamo i figli diletti del cielo, il Signore parlò più chiaro con dire che in cielo a promettere per la nostra eterna salute sono tre, il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo, e che questi tre sono uno solo. Non domandiamo troppo. Se Dio manifestasse quaggiù lo splendore infinito dei suoi segreti, che cosa gli rimarrebbe più a mostrare nel paradiso? Intanto confortiamoci in ricordare che noi siamo creati ad immagine della Trinità augustissima. Diamo lode a Dio uno e trino colla mente che crea il pensiero, colla memoria che ne ricorda le immagini, con il cuore che muove all'azione per via di amore.

  3. Dipoi con l'occhio nostro, che guarda al cielo ed alla terra, confrontiamo con più confidenza il mistero del Verbo

 - 282 -

incarnato di Dio su questa terra. Ancora adesso è in cielo e con grido incessante di alta meraviglia esclama: "Così Dio ha amato il mondo da dare per esso [35]l'unigenito Figliuol suo"30. E l'eco di quella voce ripete sulla terra: "Così Dio amò il mondo da dare per esso il Figliuolo suo". Meraviglia altissima! Dio, il re della gloria, che manda l'Unigenito in terra! E come lo manda? Lo invia per figura e in modo di umiliazione profondissima. E il Figlio eterno con amore immenso viene. Si presenta alla terra con rispetto, quasi ospite che domanda <di> entrare per beneficare. A mezzo dello arcangelo Gabriele fa domandare a Maria: "Siete contenta di addivenire la madre del Salvatore?". Chinò il capo la Vergine e rispose: "Io son la serva del Signore, sia fatto di me secondo la volontà di Dio"31. In questo momento la terra fu benedetta. Il vero Figlio di Dio prese carne e sangue e vita da Maria immacolata. Fu poi un di esultanza somma. Gli angeli scesero a cantare in coro: "Gloria in excelsis Deo et in terra pax"32. Nella città di Betlemme, e propriamente in una grotta, era nato da Maria l'infante divino, al quale fu poi dato il nome di Gesù.

  [36]Scorgetelo pure con amor di fratello. Egli è nato da Maria immacolata, nostra sorella: dunque egli è fratel nostro. Miratelo con confidenza di padre. Egli è Dio come l'Eterno, ed è venuto per adottarci tutti come figli diletti. Miratelo con l'occhio benevolo di benefattore. Egli è medico celeste che guarisce, è dottore alle genti per avviarle al paradiso, è amico che consola, che asciuga e sparge lagrime. Seguiamolo poi il nostro divin Salvatore. Fanciullo di un giorno, porta confitta nel cuore una croce, è coronato con spine alla fronte, e nelle mani e nei piedi è crudelmente trafitto. Con l'amabile sua voce grida: "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore. Chi vuol venire dietro a me prenda la sua croce e mi segua33. Mi segua con amore. La mia legge è di amore. Chi

 - 283 -

ama Dio sovra tutte le cose e il prossimo come se stesso, questi è giusto che già ha adempiuto ogni comandamento mio"34. Intanto Gesù si mostra il primo innanzi a tutti nella via dei patimenti e delle umiliazioni. [37]Nella città di Betlemme non ha trovato chi lo ricoverasse, ed egli venne in una stalla. Nella terra di Palestina il re Erode non gli permette di vivere, ed egli come un fuggitivo viene in Egitto. A Nazaret35, quand'ei ritorna, non ha altre brame che di condur vita nascosta, crescere in sapienza dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini36, ma sempre nella via di obbedienza. Cielo! Gesù, il re della gloria, obbedisce in tutto a Giuseppe ed a Maria. Se non ci salviamo tutti, o fratelli, potremo dire di non aver potuto? Ma obbedire si può da chicchessia il quale abbia buon volere. Poi, quando il Padre chiamollo, venne al deserto per digiunare quaranta , combattere le tentazioni diaboliche e disporsi alla predicazione del santo Evangelo. Or eccolo in mezzo alle turbe, lo salutano dottore delle genti ed aprendo il discorso incominciava: "Beati i poveri di spirito, beati quelli che aspirano al paradiso, beati i mondi di cuore, e quelli che soffrono persecuzioni per amor della giustizia sono [38]beati, perché di essi è il regno dei cieli"37. Le turbe lo salutano sovrano ed egli se ne fugge. I suoi di Nazaret nol volevano ascoltare e minacciavano precipitarlo dalle rupi, ed egli sen fugge di nuovo da loro. Quando, entrato nel tempio, trovò che l'avevano convertito in una piazza da mercato scacciò tutti, ma poi tosto prese ad ammaestrare con soavità le turbe. Viene innanzi come il buon pastore che vuol salvi tutti, dannato nessuno. È il padre del prodigo che si abbraccia al figlio ravveduto. Gesù ad ogni passo che muove opera una beneficenza: guarisce ciechi, risana storpi, cura infermi e risuscita i morti. Ad una turba di cinquemila persone, che con zelo ascoltavano da tre , porge un cibo prodigioso con moltiplicare cinque pani e due

 - 284 -

pesci. Per togliere da confusione due sposi convertì già l'acqua in vino. E intanto curava i corpi per far bene alle anime. All'adultera che era condannata per morire dice: "Va, che i tuoi peccati ti son perdonati"38, ed alla Maddalena replica lo stesso discorso. [39]Con voce di divina amorevolezza si rivolge a Pietro, a Matteo, a dodici del povero popolo e domanda: "Volete seguirmi?". Quelli gli corrono dietro come fanciulli. Gesù ne ha cure da padre e da maestro. Li educa alla sua scuola, li ammonisce in privato dei loro difetti, li scusa nel pubblico e li compatisce. L'ira dei ministri si accresce in furore, ed egli ammonisce le turbe perché abbiano cura di loro salvezza eterna. I capi del popolo, per invidia, cercano di trarlo in inganno e di sedurre le plebi. Allora Gesù intima: "Guai agli scribi, guai ai farisei! Sepolcri imbiancati, seme di vipere39, traditori che mi strappano le anime". Non può tollerare che un'anima sia rapita alla virtù ed al paradiso. Gesù Cristo suda di giorno in stenti di predicazione e viene la notte a pregare in silenzio per la salute dell'uman genere. È scritto che gli uccelli hanno il loro nido e che le volpi hanno le loro tane, ma che il Figliuolo dell'uomo non ha dove posare il capo40. Quando le membra cadono affrante da stanchezza, pone un sasso per guanciale [40]e dorme per un momento allo scoperto, e poi sorge di nuovo alla preghiera. Testé i capi del popolo hanno pubblicato la taglia sul capo al divin Salvatore. Egli si ritira al deserto e poi ritorna. Entra trionfante in Gerusalemme. Grosse lagrime gli cadono dal ciglio. Perché piangete, o divin Salvatore? Di Gesù è scritto che fu veduto piangere molte volte, ridere non mai! Misero me! Egli piange per me, piangerà ancora per voi. Sapete perché piange? Piange perché siamo sì tardi ad imitare i suoi esempi di umiltà e di mansuetudine. Fino a quando tollereremo che Gesù, vero Figlio di Dio e di Maria, rimanga desolato per noi?

 

 - 285 -

Riflessi

  1. Un'occhiata timorosa al cielo ed uno sguardo confidente alla terra.

  2. Nel cielo è la Trinità Santissima del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.

  3. In terra Gesù Cristo, Figlio dell'Eterno, vero Dio e vero uomo che nacque da Maria Vergine.





p. 281
29     Mt 17, 5.



p. 282
30     Gv 3, 16.



31     Cfr. Lc 1, 38.



32     Lc 2, 14.



33     Mt 11, 29. 16, 24.



p. 283
34     Mc 12, 30s.



35     Originale: Nazzaret, ripetuto nel paragrafo; cfr. ed. 1883, pp. 36-37.



36     Lc 2, 52.



37     Cfr. Mt 5, 3.8.10.



p. 284
38     Lc 7, 47.



39     Cfr. Mt 23, 27.33.



40     Mt 8, 20.



«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2016 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma