Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte prima <LA FEDE>

Undecimo articolo <del Simbolo>

I. Madre e matrigna

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Undecimo articolo <del Simbolo>

I.

Madre e matrigna

  1. [93]Nel teatro di questo mondo noi ci troviamo al cospetto di due figure imponenti. Sono opposte di sentimenti, contrarie di virtù. L'una è figura di madre che salva e l'altra è figura di matrigna che danna. Parliamo semplicemente. La morte dei giusti è madre che viene pietosa a salvare. La morte degli empi viene matrigna cruda per isgozzare. Consideriamo e l'una e l'altra, perché ambedue si affrettano nel mondo.

  2. Il santo Giobbe parlava dal suo letamaio così: "Io ho detto alla putredine: Tu sei la madre mia"88. Venite dunque, giusti del Signore. Non temete: vi incontra madre vostra, la morte. Una madre quante cure ha per scampare il figliuol suo dai malanni della vita! Son tante le sciagure che possono incorrere! Noi cristiani quaggiù siamo in patimento continuo per il corpo: le stagioni che si succedono ci fanno patire molti mali di freddo, di caldo, di secco, di umido. I climi [94]incostanti ci fanno sostenere mali di febbre o stimoli di fame, di sete, di stanchezza. Quanti mali può incorrere il corpo nostro. Galeno osservò che diecimila sorta di infermità possono aver sede nel solo capo di una persona umana. Or quanti altri mali e di visceri e di petto e di nervi subisce l'uomo? E da questi tutti ci sottrae mamma nostra, la buona morte. Ella ci libera ancora dai mali dello spirito. Quelle noie che accasciano, quelle aridità che bruciano, quelle ingiurie che sembrano dividere il cuore in due e quelle angoscie inesplicabili che fanno sclamare: "Che è dunque la vita di quaggiù?". Tutte queste amarezze le toglie la buona morte. È scritto già che venendo astergerà ogni lagrima dagli occhi di chi piange, e che non sarà di poi né luttogridodolor di sorta, più mai89. La buona morte ci toglie da una angustia che è la

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massima di tutte: il pericolo di offender Dio, il danno di perdere i meriti acquistati e di dannarsi l'anima. Gran cosa è dire: "Non peccherò mai più". Luigi Gonzaga per sfuggire il pericolo di peccare [95]si macerava con tante penitenze. Teresa si rallegrava tanto in udire il suono dell'orologio e diceva: "Ecco passata un'ora nella quale io poteva offendere il mio Dio". Ma quando sia pervenuta nostra mamma, la morte buona, noi saremo sicuri. E questa pia ci metterà poi al possesso di molti beni. Primo a mostrarci è il cammino verso l'eternità beata. Per questa ora sono passati già Adamo ed Eva, per questa i patriarchi ed i profeti, per questa gli apostoli ed i martiri, i santi e le sante del Signore. Che più? Per questa via è passata Maria benedetta, per questa è passato Cristo Gesù. Che consolazione a ricalcare quelle orme gloriose! E intanto ci verranno incontro giubilanti celesti messaggeri, gli angeli custodi. Il principe degli angeli san Michele ci sarà aiuto e guida, e noi ci troveremo dinanzi a Gesù Cristo. Qui il nostro gaudio sarà pieno. Gesù apparendo dirà subito: "Suvvia buon servo e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore". E noi saremo salvi90. E guardando alla morte la [96]saluteremo. Pregheremo che ella sia sempre madre pietosa al nostro corpo nel sepolcro. Non importa che la morte sfiguri il corpo, che lo assoggetti alla corruzione, che lo faccia ritornare d'onde partì. Chi usa questo trattamento è madre pietosa, ed ella il fa appunto perché il corpo smetta intieramente quello che ebbe di capriccioso, di sensibile, di umano biasimevole, e si disponga a risorgere glorioso, per essere compagno all'anima nel paradiso. Vieni, o morte, madre benedetta! Vieni, vieni, ah già troppo hai tardato! Chi ama Dio ti brama con affetto. Chi aspira al paradiso invoca te, perché tu sei la madre che ci apri le porte eternali.

  3. Or diamo uno sguardo disdegnoso anche alla matrigna, la morte dei peccatori. Uh, che orrore! È tutta circondata da un livido di rabbia, nacque mostruosa da un aborto orrendo, il peccato. Ed essa s'aggira, ma per far

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male. Moltiplica su questa terra le sciagure ai miseri mortali e li fa incamminare per una strada disperata, la via di Caino fratricida, la via di Assalonne ribelle, la via dei popoli che hanno gridato [97]con orrendo sacrilegio: "Fuori della terra il regno di Dio, entri a governare il regno di Satana". E si fanno accompagnare da Lucifero nei loro atti, e si pongono come corpo di fango a terra perché Satana venendo passi pur come dominatore sui loro corpi. Quale orrore! La matrigna scellerata viene pur cruda al punto di morte. I peccatori le gridano: "È così che ne strappi dal mondo, morte cruda?". Miseri! Miseri! "Quei beni che abbiamo adunato, di chi saran essi91? E noi più infelici, che ci attende dopo esser passati da qui". In dirlo si struggono di amarezza, si divincolano come serpi, tremano essi e fanno tremare chi assiste. Il medico che stava al letto di Voltaire sclamava atterrito: "Orrenda è la morte dell'empio!...".

  E voi che dite? Avete dinanzi una madre pietosa ed una matrigna cruda. Qual vi piace che vi accompagni al tribunale di Dio? Eleggete.

Riflessi

  1. Madre e matrigna.

  2. La morte dei giusti è madre pietosa.

  3. La morte dei peccatori è matrigna cruda.





p. 312
88     Cfr. Gb 17, 14.



89     Cfr. Is 25, 8.



p. 313
90     Cfr. Mt 25, 21.



p. 314
91     Cfr. Lc 12, 20.



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