Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Vieni meco...
Lettura del testo

VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte terza LA CARITÀ COMANDAMENTI DELLA LEGGE DI DIO

Secondo comandamento "Onoratemi, non mi bestemmiate"

«»

[- 355 -]

Secondo comandamento

"Onoratemi, non mi bestemmiate"

  1. [176]Gregorio e Giuliano studiavano alla stessa scuola. Il maestro suggeriva ad amendue con eguale affetto: "Onorate il Signore e non lo offendete". E Gregorio dava a sperar bene, perché in ricordare il santo nome di Dio si faceva accalorato in viso. Giuliano già faceva l'indifferente ed il dispettoso, sicché tutti congetturavano pessimamente di lui. Dicevano: "Guai se Giuliano ascende allo impero". E non fu previsione fallace. Giuliano divenne un tiranno, un persecutore accanito del Cristianesimo. Gregorio poi fu il sostegno e la gloria della Chiesa di Gesù Cristo. Pel secondo suo comandamento Dio dice: "Onoratemi e non mi bestemmiate". Or non è vero che tutti almeno i membri del suo popolo dovrebbero altamente onorare Iddio? Sì, certo. Ma è un mistero di iniquità triste. Ha di quelli che non solo non onorano Dio, ma che l'offendono, ma che gli mancano di parola, che gli

 - 356 -

imprecano o se ne [177]beffano. Tristissimi figliuoli! Ah, se non fossero i figli buoni a placar Dio! Scorgiamo negli sciagurati il pessimo costume, nei buoni il pio esempio.

  2. "Onoratemi e non mi bestemmiate", dice il Signore. Ma che non vedono gli occhi nostri? Per una parola disgustosa che uno senta, subito s'adira; o perché inciampa col piè in un sasso, ovvero che uno strumento non si presta come ci vorrebbe all'ufficio di tagliare o di zappare, ecco che si accendono in viso, e intanto che non si ode? Orrore incredibile, ma pur troppo vero. Vomitano bestemmie esecrande. Trascinano giù dal cielo i santi e la Vergine per disonorarli. Non la risparmiano a Gesù glorioso nel suo paradiso. Nemmeno hanno pietà di Gesù nel Santissimo Sacramento nel quale dimora, ma per beneficare e per benedire. Buon Gesù! Il suo nome sacrosanto si trascina per le piazze come un cencio. I tremendi misteri del suo amore si avviliscono nelle turpitudini. Uomini e cristiani si che imprecano come dannati, che bestemmiano come demoni. Ario quando in pubblica piazza bestemmiava [178]così, trovò un Alessandro vescovo che gli intimò: "In nome di Gesù te lo comando: taci". E quegli ammutolì. Poco di poi sparse anche disperatamente le viscere. Ah, se Dio castigasse ad ogni bestemmia! Ma risparmia, per non dannare. E intanto si piega alle pie suppliche dei buoni. Girolamo Emiliani, sulla via da Somasca a Lecco, incontratosi con dei bestemmiatori, si pose con il volto contro terra, mangiava il fango per far egli quella penitenza che tutta sarebbe toccata ad altri. Il Saverio, in udire una bestemmia, pareva che il cuore fossegli passato da uno stilo e sclamava: "Meglio il fuoco dello inferno che la voce del bestemmiatore".

  3. Oltre ai bestemmiatori sono gli spergiuri. Ha dei cristiani che di Gesù se ne servono come di un domestico qualsiasi, nelle usurpazioni del santo nome di Dio. Se ne valgono come di un re da burla con giurare il falso; dicono: "Questo è sì vero come vero è che Dio esiste... Mi manchi la terra sotto ai piedi se io dissi tal cosa... Giuro in nome di Dio che la cosa è così...". Intanto con scienza e con malizia espongono [179]il falso. Gran Dio, che eccesso è chiamare il Signore in testimonio di una iniquità! Si valgono di Dio per

 - 357 -

calpestarlo sul collo. Se ne valgono per peccare e per far maggiormente peccare. Servirsi di Dio per sfogare i capricci detestabili di ira, di odio, di furto, che eccesso è mai? Rodolfo duca di Svevia aveva giurato fedeltà all'imperatore Enrico, ma tradì iniquamente. Ora accadde che nel conflitto a Rodolfo fosse tagliata la destra mano. Allora l'infelice, con la sinistra levandola da terra caduta, mostravala con alto orrore dicendo: "Con questa destra ho giurata fedeltà al mio signore e con questa mi son ribellato. Or ecco come Dio castiga". Marco Attilio Regolo, console pagano, per non venir meno al giuramento dato ai greci, lasciò la patria, lasciò la famiglia, minacciò a se stesso, benché potesse fare altrimenti, e arrivato fra i suoi nemici sofferse di sostenere crudo tormento di morte entro una botte armata di coltelli. I santi martiri del Signore, che non hanno tollerato di patimenti per non mancare [180]al giuramento battesimale? Ma noi soli siamo o cattivi o freddi cristiani, perché punto non ci commoviamo, nemmen ci doliamo quando dagli scellerati si commettono contro Dio iniquità ingratissime.

  4. Più, quanti hanno che mancano a Dio di attenzione nelle molteplici promesse che gli fanno? Buona cosa è dire a Dio: "Liberatemi, o Signore, di questo pericolo, ovvero concedetemi il vostro aiuto in questo frangente... io vi offrirò una somma in elemosina per i poveri, o compirò un pellegrinaggio di penitenza a vostra gloria". Il Signore buono ascolta, ma gli altri se ne ridono dell'Altissimo e soggiungono: "Il Signore è nell'alto de' cieli ed ei non ha bisogno di me... che gli importano le mie elemosine o le preci mie? Mi reca disturbo eseguire quello che gli ho promesso". Cristiani! Cristiani! Avete rossore di voi in mancar di parola ad un uomo. Non temete l'ira dello Altissimo ad eludere Dio nelle promesse che gli fate? San Paolo accenna a persone che fecero voto di un bene a Dio e non l'attennero155. Indignato, il fervoroso [181]Apostolo pronunciò sopra quelle sentenza di condanna. Che dite? Andrea Avellino e Teresa di Gesù con grandissimo cuore

 - 358 -

fecero a Dio questa promessa: "Vogliamo ogni accrescere nell'amor vostro. A questo scopo noi vogliamo, di due opere buone a farsi, scegliere sempre la migliore". Andrea e Teresa furono costanti nel buon proposito e ottennero di piacere per sempre al Signore.

  5. Nel mondo sono ancor uomini e cristiani rei di altre iniquità. Ha poi di quelli che dicono: "Dio è buono, e Gesù Cristo è morto per i nostri peccati. Egli ha soddisfatto con abbondanza. Che importa a lui dei nostri peccati? Scapricciamoci con pieno godimento, Iddio è buono, egli perdona". Snaturati! Questi son sciagurati che presumono; altri si trova che disperano, e questi come Giuda gridano: "I nostri peccati son troppo enormi perché Dio li possa perdonare, e noi siamo condannati". Miseri! Quanti che disperano dunque non ricordano le qualità del padre del prodigo [182]o quelle del buon pastore? O non ricordano il Zaccheo ed il Matteo perdonati, ovvero l'adultera o la Maddalena che furono assolte? E quelli che presumono, non gelano di orrore in pensare che terribile è la condanna a quelli che indegnamente trattano il Sangue preziosissimo del Salvatore?

  6. Ma non meno terribile è l'anatema che pesa sul capo a quelli che, quali nuovi Assalonni, si ribellano al genitore, che come Faraoni lo disconoscono e che come Nabucco si costituiscono essi medesimi in forma di divinità suprema. Non par credibile, se non fosse vero. Havvi dei cristiani che per accondiscendere alle proprie passioni interrogano gli dei vani della tentazione di Dio156. Interrogano gli idoli della superstizione o si affidano ai capricci della vana osservanza. Questi sono dei stolti che hanno occhi ma per non vedere, orecchie ma per non sentire, bocca ma non per parlare157. Tacciono gli stupidi idoli e intanto il senso imperversa. Gli uomini stolti alla lor volta trovano che tali padroni non gli sgridano [183]punto e per ciò si fanno arditi a sclamare: "Abbasso il regno di Dio, ritorni sulla terra il regno di Satanasso". Intanto- 359 -, orrendo a dirsi!, incominciano conversazioni con il maligno spirito e da lungi fanno aiutare in ogni opera tenebrosa di rovina e di perdizione. Intanto inneggiano a Satana, e Satana nell'orridezza di sua immagine recano per le pubbliche vie, a ciò che ritorni trionfante sulla terra! Eccesso! Oh come si addolora l'esercito dei buoni! Il Vicario del Signore, il sommo pontefice, emette gemiti da intenerire tutta la terra. I cuori dei fedeli sparsi sulla faccia della terra comprendono i gemiti del pontefice che sono i lamenti del Signore del cielo, il quale dice: "Onoratemi, non mi bestemmiate". E tutti si prostrano con il volto chino a terra e mangiano la polvere in segno di alto duolo. E s'avvolgono essi medesimi nella cenere e nel cilicio, gridando misericordia a Dio che per l'eccesso di tanta iniquità non sobbissi la terra.

  Così è vero che nel mondo sono figli buoni e figli perversi. Sono i figli del Signore ed i figli di Satana. Tristissima condizione [184]dell'umana malizia. A principio del mondo e per sempre lo spirito del Signore pugnò con lo spirito di Satana, e i figli di Dio ebbero sempre a contrastare con i figli degli uomini. Né per questo dovete averne scoraggiamento, ma animo a progredir con lena. Il Signore sarà costantemente con voi, ma a questo patto: che siate per sempre figli buoni del Signore. Ascoltate come ve ne porge invito pietoso il Signore: "Onoratemi e non mi bestemmiate".

Riflessi

  1. "Onoratemi e non mi bestemmiate".

  2. I bestemmiatori rei e le vittime espiatrici.

  3. Il falso giuramento.

  4. La promessa delusa.

  5. Presuntuosi e disperati.

  6.  Idoli di superstizione che aggravano il cuor di Dio.

 

 





p. 357
155   Originale: ottennero; cfr. ed. 1928, p. 206.



p. 358
156   Nell'ed. 1928, p. 207: «gli dei vani della superstizione».



157   Cfr. Sal 135(134), 16s.



«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2016 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma