Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte terza LA CARITÀ COMANDAMENTI DELLA LEGGE DI DIO

Terzo comandamento Un giorno benedetto

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Terzo comandamento

Un giorno benedetto

  1. [185]Ecco spuntare l'aurora di un bel . Le campane in una parrocchia cattolica suonano a festa, un brivido di gioia assale l'animo dei cristiani. Sorgono e si affrettano festosi al tempio. La natura par che sorrida benevola e che dica: "Venite, che questo è giorno di benedizione a tutta la terra". Che è dunque? Eccolo spuntato il giorno di festa. I figli terreni si raccolgono intorno al loro Padre celeste, gli espongono le proprie necessità e ne ricevono conforto. Sono afflitti nel cuore e vengono per riceverne consolazione, sono stanchi nello stesso corpo e domandano un riposo conveniente. Intanto pregano: "Benedite, o Signore, i lavori della settimana e fateli fruttare in questo ". I pietosi sono ascoltati e se ne stanno in pace. Ecco spuntata la luce di un giorno santo. Entriamo in questo novello che è solenne al Signore, caro ai buoni suoi figli.

  2. Eccoli i figli del popolo silenziosi e gravi muovere al tempio santo. Sulla fronte [186]hanno un raggio celeste di speranza, nel cuore una mestizia che li addolora. Sono i figliuoli che riconoscono di aver offeso con qualche sorta di iniquità l'Altissimo. In avviarsi par che abbiano l'ali ai piedi. Entrano timorosi e guardano al tempio santo. Ecco la casa del Signore. A principio è l'aspersione dell'acqua benedetta, che segnando la persona in forma di croce ha virtù di cancellare i peccati veniali, di raccogliere i pensieri santi. Vengono le immagini dei santi che coprono tutto intorno, gli altari della Vergine e dei santi, il pergamo che annunzia gli ordini del sovrano celeste. In alto, e nel luogo più degno, l'altare del Santo dei santi. Il tempio santo è casa del Signore, è paradiso in terra per l'uomo, è il Calvario del sacrificio, il luogo di perdono e di pace. I fedeli, i quali entrano, che domandano anzitutto? Domandano la pace e il perdono. Appunto, appunto. Nel tempio stanno eretti tribunali di misericordia sui quali è scritto: "Perdono e pace". Vi s'accostano - 361 -e intanto un baleno di luce rischiara la loro mente, una soavità dolce scende nei loro cuori. Odono [187]una voce che loro parla: "Io ti perdono, io ti perdono". Non è dubbio, quella voce è la stessa di Gesù che disse a' suoi ministri quaggiù: "Sarà perdonato in cielo quello che voi perdonerete sulla terra"158. Prodigio di bontà! Tutti che credono abbisognarne domandano perdono e pace, e tutti l'ottengono. Benedetto il giorno del Signore! È un solenne nel quale Iddio dona la pace e la grazia ai figli.

  3. Nel tempio santo Iddio dona la santità. Una voce parte dall'altare che dice: "Pellegrini che venite stanchi dalla terra, accostatevi che io vi ristorerò"159. Poi incomincia un discorso tenerissimo che dice: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo"160. I fedeli guardano attoniti e gridano: "Voce di paradiso! Eccolo il Padre che viene!" E gli vengono incontro riverenti a capo chino, e battendosi il petto parlano: "Signore, noi non siamo degni che voi entriate nella povera casa del cuor nostro, ma dite una parola e l'anima nostra sarà salva"161. "Venite, venite" continua la voce di paradiso. "Il Padre vuol essere con i figli suoi. Venite con [188]fede e con amore. Il Corpo del Signor nostro Gesù Cristo custodisca l'anima nostra per la vita eterna". In questo momento il Re della gloria rinnova il mistero dell'umana Incarnazione. Il fedele sentesi il corpo farsi leggero come un corpo glorioso, nelle sue vene sentesi scorrere il sangue dell'Uomo Dio. Fedele del Signore, che dici? T'intendo: tu muovi a Dio discorsi di paradiso! Il paradiso dei santi è entrato nel cuor tuo. Dio, autor della santità, ha preso possesso dell'animo tuo perché non pecchi più mai e ti salvi. Gesù ti vuol con sé nel cielo. Il segno e la caparra è il suo Corpo santissimo che già ti ha porto, perché siati cibo e bevanda all'anima e Viatico nel cammino alla vita eterna. Che giubilo universale! Esultano i beati in

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cielo, esultano i giusti sulla terra. I peccatori ostinati quaggiù e i demoni d'abisso inorridiscono. Che dite? Che dite? Esultate pure, che questo è il giorno nel Signore, esultiamo e godiamone tutti in questo .

  4. La chiesa, tempio di Dio, è il nostro paradiso in terra. Nel tempio santo scorgiamo [189]Dio, in questo luogo cantiamo le lodi all'Altissimo come si fa dai beati in paradiso. Solo ha questa differenza, che in paradiso vedono Iddio glorioso. Sulla terra poi, nel tempio santo, si scorge Gesù paziente. Ma chi non sa che dal Calvario dei patimenti in un momento si sale al monte di Sion beato? Scorgete. Il Calvario eccolo nell'altare santo. La vittima eccola nell'ostia sacrosanta, Gesù Cristo vero Dio e vero uomo che si offre all'Eterno. Il ministro che rappresenta la vittima e che la offre, eccolo il sacerdote. Il sacerdote è come un altro Gesù salvatore. Viene coperto il capo con lo straccio di vitupero, la persona indossata con la veste di ignominia. Al collo una catena ed al braccio e intorno i cingoli della vittima che si lega, e sulle spalle la croce, strumento di morte. Quasi novello Salvatore si avanza chino e si mostra carico dei peccati d'un popolo e dei falli propri. A principio del gran Sacrificio implora pietà per sé e per tutti. E in passare da una parte all'altra dell'altare, il sacerdote è Gesù che è trascinato per le [190]vie di Gerusalemme, al cospetto di più tribunali ingiustissimi. Quando offre il pane ed il vino, figuratevi, dice il Salesio, che offre Gesù alla flagellazione, Gesù alla coronazione, infino a che la voce di popolo grida: "Gesù alla croce". Allora suonasi la tromba che annunzia la condanna e il viaggio del Salvatore al Calvario. Quando Gesù è sospeso fra cielo e terra, i fedeli del Signore chinano la fronte a terra, gemono di cuore, guardano al gran Sacrificio e ne ascoltano con religioso silenzio i discorsi di Gesù quando prega pei carnefici, quando a Giovanni consegna Maria per madre, quando moribondo omai china il capo e spira ed è poi deposto nel sepolcro. Angeli del cielo che dite voi? Così il Figlio di Dio si offre all'Eterno in ogni parte della terra e in tutti i . Ma Gesù, dopo che paziente, si mostra glorioso e trionfante, benedice di cuore a' suoi e ascende al cielo. In

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spiccare il volo dice: "La via che io tengo, questa la terrete voi medesimi. Io vado <a> disporre a ciascuno di voi una sede di gloria"162.

  5. [191]Noi teniamo fiso fiso lo sguardo , e quasi pulcini di colomba che aspirano al volo, gemono e si sforzano, così noi ci facciamo a gemere verso a Dio ed a dirgli con tutta l'effusion del cuore: "O Signore, al paradiso quando ci chiamerete, quando?". E per intenerirlo a chiamarci presto, noi chiamiamo in aiuto il santo re Davide, chiamiamo i profeti inspirati per dir loro: "Voi che avete cantato a Dio lodi così sublimi, prestateci la lira vostra". E ci rivolgiamo alla Chiesa nostra madre per dirle: "Voi che siete la Sposa del Salvatore tutta santa, inspirateci vostri accenti, accompagnateci alla visita di Gesù nostro salvatore e Dio". Ed ella ci porge la destra, ci copre con ammanto di festa e intuona il trionfo degli apostoli, il cantico dei martiri, le lodi dei vergini e ci incoraggia con dire: "Su, su, un cantico ancora a Dio, che questo giorno è il giorno del Signore". Beato il nel quale Dio chiama a sé i fedeli del popol suo.

  6. Il trionfo del giorno santo si compie nella casa del Signore con il compiersi dei vesperi della solennità. [192]I fedeli escono e si espandono per dire alla terra: "Godi che tu sei benedetta". Si espandono per dire ai fratelli languenti: "Fate intendere i vostri gemiti, che noi vi vogliamo soccorrere". Un fuoco di brama avvampa nel cuor nostro. Pare che non possiamo stare. Abbiamo bisogno di comunicare la gioia del giorno festivo a quelli che non ne sentono in sé sì calma la piena. Ignorantelli163 da istruire, peccatori a ravvedere, fanciulli da educare al bene. E voi stessi o infermi o carcerati, fatevi pur intendere. Sollevate lo spirito. Ecco entrare per sedere al vostro fianco i fedeli che si inebbriano nella gioia del festivo. Sono lieti e vogliono rallegrarsene. Udite. Che discorsi da quel labbro! Che ardore da quel cuore! E da quel volto che giubilo di paradiso! Meschinelli ed afflitti,

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ricevetene il vostro conforto. È il conforto che vi porgono angeli di pace, i fedeli che partono benedetti dal tempio santo del Signore.

  7. Il giorno di festa è un giubilo di paradiso, le feste del Signore in terra preparano al contento delle feste del Signore in cielo. Lucifero s'arrabbia di queste solennità trionfali. Il tristissimo, con l'opera dei suoi [193]ministri tenebrosi, i pessimi uomini nel mondo, sparge164 il ridicolo sulle nostre allegrezze spirituali. Deride il santo Natale, si fa beffe della Passione, mostrasi incredulo165 alla Risurrezione ed alla dimora di Gesù nel Sacramento augustissimo. Il satanico con furore schernisce la Vergine nostra Madre, che noi onoriamo con tanti nomi e con solenni festività. Deride, il satanico, il trionfo che noi celebriamo all'anniversario dei santi e delle sante del paradiso. Grida poi: "Il popolo ha bisogno di pane, non di feste". Ma non scorgete la malignità? In dirlo ha tutta la brama di Giuda ladrone, che agogna a far suoi i trecento denari che la Maddalena penitente versa intorno a Gesù. I fedeli del Signore intanto giungono le mani e si offrono come vittime, e in tal atto pietoso si mostrano a Dio ed insieme agli avversarii del Signore pregando: "Pietà per il mondo! Pietà per il mondo!". Il giorno di festa è giorno di benedizione. Deh!, che tutto il mondo riceva la benedizione del giorno del Signore. È Dio che in atto di maestà viene per benedirvi: perché non vi accostate tutti, figli166 del Signore?

Riflessi

  1. [194]Un giorno benedetto.

  2. Nel suo giorno di festa il Signore chiama al tempio della misericordia.

  3. Chiama alla santità.

  4. Invita al sacrificio.

 

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  5. Invita alla lode.

  6.  Fuori il tempio santo benedice pure alla terra.

  7.   Ahi!, perché tutti non s'accostano per essere benedetti?





p. 361
158   Cfr. Gv 20, 23.



159   Cfr. Mt 11, 29.



160   Gv 1, 29.



161   Cfr. Mt 8, 8.



p. 363
162   Cfr. Gv 14, 2.



163   Nell'ed. 1883, p. 193, e nell'ed. 1928, p. 217: «Ignoranti».



p. 364
164   Originale: spargono; cfr. ed. 1883, p. 193.



165   Originale: mostransi increduli; cfr. ed. 1883, pp. 193-194.



166   Originale: tutti ai figli; cfr. ed. 1883, p. 194.



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