Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Vieni meco...
Lettura del testo

VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte quarta I SANTI SACRAMENTI

Il sacramento di Penitenza

I. Non è una carnificina

«»

[- 406 -]

Il sacramento di Penitenza

I.

Non è una carnificina

  1. [274]Accadde che un istitutore protestante visitasse una popolata casa di educazione in una città illustre d'Italia. Si incontrò ivi in un sacerdote, tutto cuore e benevolenza, il quale passeggiava fra ottocento giovanetti che divertivansi nell'ora della ricreazione. Quei giovani avevano l'occhio intento al sacerdote e lo obbedivano come padre. Moderavano la voce ed i gesti, e quando segno che venissero a lui, tutti gli si posero intorno in dolce corona. Il protestante domandò: "Come è questo? Io stesso in una casa collegiale dirigo dei giovanetti, ma per cento di questi non basterebbero cent'occhi a reprimerli". Rispose il sacerdote: "Noi abbiamo beneficio che voi non avete: la sacramentale Confessione. Questa non è come voi dite una carneficina, ma è maestra e consigliera

 - 407 -

pia". Non è dunque una carneficina la sacramentale Confessione. Giusto è che almeno dal santo altare prendiamo le difese di un sacramento che è somma pietà.

  2. [275]La sacramentale Confessione non è una carneficina. Ella è un balsamo al cuor ferito. Adamo ed Eva per i primi provarono il bisogno di un sollievo al cuore esacerbato dalla colpa, e confessarono il proprio peccato. Davide sentì trafiggersi il cuore, e per non morir di duolo confessò innanzi a tutti il peccato suo. Agostino per mitigare l'amarezza sua trovò rimedio con dire a tutti le proprie iniquità in un libro che intitolò Delle sue confessioni. Un ministro protestante combatteva ciò che ignorava, la Confessione dei cattolici. Intanto si faceva intorno al vescovo Cheverus raccontando le sue pene d'animo. Quando in un bel dissegli il vescovo: "Voi ripugnate a rendervi cattolico a motivo della Confessione nostra, ma non vi confessate già con me ogni volta che esponendomi le vostre pene voi riversate nel mio il cuor vostro?". È un bisogno dell'animo quello di raccontare altrui le proprie amarezze. E che amarezza peggiore che quella di un peccato mortale? Questo ci costituisce nemici a Dio e rei di eterna morte.

  3. [276]La sacramentale Confessione è di più un aiuto poderoso alla società. I protestanti vogliono che i loro dipendenti cattolici si confessino, gli ebrei vogliono servi parimenti cattolici, ma che si confessano. Se lo sanno. Chi ama Dio rispetta il prossimo, chi teme l'inferno si guarda dalle infedeltà. Quello sciaguratissimo eretico Martin Lutero strappò la Confessione di mezzo alla setta sua. Credereste? Le famiglie presto si divisero in discordie, le città in ribellione. Perfino popoli armaronsi contro popoli e lasciarono poi sul suolo cumuli di cadaveri. Fuori ne uscì tanto sangue che sopra poteva galleggiarvi un vascello. A riparo di mali immensi si dovette ancora invocare il buon freno della sacramentale Confessione. Questa favorisce sommamente la pietà verso a Dio, l'amore ordinato verso a sé, la carità e la pazienza verso il prossimo. Fu un tempo, allo scorcio del secolo passato, che in Francia si gridò contro alla Confessione. Quello fu il tempo del Terrore e dello assassinio sociale. Cinquecento

 - 408 -

uomini coperti colla pelle dei cattolici già scorticati salirono al potere e gridarono: [277]"Morte al Cristianesimo!". Si trovò fra gli altri cotal tristo che, venuto con soldati, trascinò il proprio parroco e la genitrice propria da lungi e li affogò ambedue nella Senna. Intanto che scomparivano nelle onde, lo sciagurato sclamava: "Ecco morto ed annegato il Cristianesimo.". Ma d'un tratto un rimorso, che fu come un tormento d'inferno, l'invade ed ei per tre volte si volse incontro le mani per ammazzarsi, ma l'angelo di quella madre e di quel sacerdote salvaronlo. Allora pensò: "Quand'io mi confessava era più felice". E ritornò al paesello. La febbre il coceva ed egli entrò nel vicino albergo e domandò per essere confessato. La pace rientra in quel cuore agitato. Il povero figlio dona quanto possiede ai poveri, e fa poi capo ad un monastero di trappisti e supplica: "Datemi la pace, datemi la pace". Quindici anni di poi un religioso di vita austerissima moriva steso a terra, asperso il capo di cenere. Guardava al cielo sospirando: "La sacramentale Confessione non è una carnificina, ma la salute del mondo peccatore". In dirlo chinò la fronte e volò in alto.

  4. [278]Pure dicono: "Che bisogno c'è di confessarsi ad un uomo? I miei peccati li confesso direttamente a Dio". Ma se Dio ha fissato che voi, bisognando di perdono, ricorriate ai tribunali che egli ha istituito sulla terra. Dicono altri: "Confessarsi ad un uomo...". E voi confessatevi ad un angelo. Ed altri: "Che rossore confessarsi a quel sacerdote!...". E voi se non volete confessarvi a questo ministro sacro, confessatevi a quest'altro. Aggiungono: "La Confessione è un'invenzion dei preti!". Ma come e quando o dove la inventarono? Sarebbe ben potente colui che a tutta la Cristianità avesse potuto far accettare siffatta istituzione, se essa non venisse tutta da Dio. E gli arrabbiati aggiungono: "È una bottega". Ma quando avete pagato per esporre ad un sacerdote le vostre colpe? I viziosi dicono: "La Confessione è commovitrice". Ve lo confesso: commove, commove. Non può tollerare le colpe, fa la guerra a tutti i vizii, disturba i peccatori nelle loro iniquità. La Confessione vuole salvi tutti, e per ciò fa la guerra al peccato. Gli indifferenti bestemmiano: [279]- 409 - "La Confessione è un mestiere". Sì, ma nobile. È il ministero che perdona i peccati, è il ministero che salva le anime. È lo stesso ministero che esercitò Cristo Gesù venendo su questa terra. Infamia degli avversari della sacramentale Confessione. I ministri di questo sacramento passano le ore del giorno in un ministero di pazienza. Si offrono in tutti i pericoli di pestilenza, di guerra e di pubblica calamità. Il loro ministero, oh come è apprezzato dai buoni, ed eglino, i confessori, oh come ne devono soffrire! Nella pestilenza detta di san Carlo a Milano, milleseicento sacerdoti morirono sopra i cadaveri degli appestati. Ultimamente nella pestilenza di Marsiglia morirono seicento. E poi gli intrepidi si hanno dispregio e calunnia? Quest'è un'infamia. Finalmente ha di quelli leggeri al punto di dire: "Che dire al confessore?...". San Carlo Borromeo era di coscienza ben più pura, eppure trovava di molto vantaggio confessarsene in ogni . Il Sales confessavasene più presto che poteva. In ogni giorno confessavasi il pio pontefice Urbano viii. E voi non trovate colpa per comparire al tribunale del Signore?...

  5. [280]Fratelli, confessiamo noi i peccati nostri. Confessiamoli con quel vivo dispiacere che tanto si merita un'offesa a Dio. Confessiamo i peccati nostri con quella fiducia medesima con cui ci presenteremmo ad un amico diletto, ad un medico sapiente. Finalmente il sacerdote, nel tribunal di Confessione, manifesta tutto il cuore di padre. In quel tribunale egli riveste le viscere di misericordia di Gesù Signor nostro. Che consolazione allo stesso nostro cuore dopo che abbiamo dal sacerdote udito parole di conforto e di perdono! Non è d'uopo di molto discorso. Mostriamo le piaghe dell'animo nostro come l'infermo manifesta le sue al medico corporale. E quando il sacerdote scorgiamo che solleva la destra per benedirci, allora immaginiamoci <di> trovarci ai piedi della croce e che Gesù ci lavi i peccati del cuore con il suo preziosissimo Sangue. Ascoltiamo con rispetto le ammonizioni del padre dell'anima nostra. Quando poi egli solleva la sua destra per dire: "Io ti assolvo", allora guardiamo il paradiso con [281]esultanza, che già si apre per riceverci. Esultiamo con gli angeli benedetti. Lieti noi ritorneremo presso ai santi altari per dire allo Altissimo- 410 -: "Vero, vero, la sacramentale Confessione è la misericordia che Dio usa ai figli suoi". Il povero Tobia fu guarito e prosperato dall'arcangelo Raffaele. Noi siamo guariti e prosperati dall'angelo del Signore, il sacerdote ministro che in nome di Dio giudica ed assolve.

Riflessi

  1. La sacramentale Confessione non è una carnificina.

  2. È un balsamo al cuor ferito.

  3. È un aiuto poderoso alla società.

  4. Soli a dirne male sono gli avversari del salvatore Gesù Cristo.

  5. Noi confessiamo i peccati nostri e diamo gloria a Dio.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2016 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma