Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Vieni meco...
Lettura del testo

VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte quarta I SANTI SACRAMENTI

Il sacramento di Penitenza

II. Dopo la sacramentale Confessione

«»

[- 410 -]

II.

Dopo la sacramentale Confessione

  1. [282]Iddio benedetto ci ha usata una misericordia ineffabile. Eravamo in un abisso di miseria. L'inferno della colpa era nel mezzo nostro, l'inferno del fuoco infernale bruciava sotto ai nostri piedi. Che ci giovano allora gli amici del mondo, i godimenti del mondo? Ma è venuto Gesù, buon amico e Salvatore. Egli ha spento dentro a noi l'inferno della colpa. Sotto ai nostri piedi ha chiuso l'inferno del fuoco. Buon Dio! Per conferircialto beneficio Gesù Cristo, vero Figlio dello Eterno, è morto sull'altare della croce. Il prezzo del perdono fu il prezzo del sangue dell'Uomo Dio. Che faremo noi intanto? Scorgiamolo.

  2. Il nostro divin Salvatore e Padre si incammina al monte Calvario. Reca sulle spalle una pesante croce. In fronte ha una corona di spine e nel volto è insanguinato. Al Calvario l'aspettano i chiodi, la crocifissione e morte crudissima. Buon Padre e Salvatore, sarete voi solo a soffrire? Deh, che almeno noi vi accompagniamo! [283]E Gesù ci riceve con giubilo alla sua sequela. Dice egli: "Se volete tenermi dietro prendete la vostra

 - 411 -

croce e poi seguitemi"235. La Maddalena, che fu dal Signore assolta, accompagnò poi il divin Salvatore fino ai piedi della croce. Anche noi seguiremo Gesù. Lo seguiremo fino al Calvario e sino alla morte. Iddio pietoso ci ha perdonato, ma alla condizione che gli siamo poi fedeli. Prima prova di fedeltà è compiere quella soddisfazione che il sacerdote confessore ci ha imposto. Anticamente per i peccati gravi si dava penitenza assai grave, e per i peccati publici di scandalo davasi soddisfazione publica di riparazione. I penitenti dovevano poi starsene piangenti all'ingresso nelle chiese ovvero in luogo appartato nel tempio santo. Erano sette modi speciali di soddisfazione, sette prove della emenda dei costumi. La pubblica penitenza continuava per molto tempo, talora si protraeva a tutta la vita.

  3. Il mezzo per ottenere in parte indulgenza era mettersi ai piedi dei confessori [284]illustri, che molto avevano patito per la fede, e dir loro: "Voi che siete cari a Dio e diletti alla Chiesa, dite una parola in nostro favore, pregate il pontefice del Signore che deponga il flagello, che smetta la severità e ci usi misericordia". Alle preghiere dei confessori illustri, la Chiesa rimetteva alquanto del suo rigore. I pontefici sommi intenerivansi alle suppliche dei figli dolenti e concedevano poi di tempo in tempo un anno di giubileo, che significa perdono universale, perché a tutti si rimettevano le colpe, ancorché massime, si scioglievano le pene temporali davanti a queste236 e si concedevano privilegi speciali di dispense da voti semplici e simili favori, come in presente. Il giubileo universale si accordava dapprima per una volta sola in cento anni. Più tardi due volte e poi quattro. Oggidì la Chiesa benedetta accorda l'universale giubileo anche più di frequente, cioè nella ricorrenza di gravissime e pubbliche necessità del popolo cristiano.

  4. E mira, in donar questo privilegio, che tutti ne possano con agio profittare. [285]Anticamente solo nella città santa, Roma, si dava perdon generale. Allora i popoli traevano in sì gran numero che le vie della città si dovevano allargare. Recentemente - 412 -in ogni città e in ogni Chiesa di parrocchia si accorda l'alto privilegio. Vuolsi a ciò una preghiera a due od a più chiese per poche volte. I fedeli donano ad un poverello, per amor di Cristo, una elemosina e si accostano ai santi Sacramenti. Con questo solo si guadagna oggidì l'indulgenza massima del santo giubileo.

  5. Poi ammirate di più pietà immensa di Chiesa santa. Quasi non bastasse al suo cuore versare in copia i suoi tesori alle anime dei fedeli, altri beni ella riversa in molte ricorrenze di festività dell'anno, moltissimi doni ella prodiga ai cristiani fedeli che si prestano con opera, benché tenue, di fatica. Indulgenza plenaria accorda in molte festività del Signore e della Vergine. Molteplici volte accorda indulgenza plenaria ai divoti del rosario ovvero del Carmelo di Maria, ovvero ai terziarii di san Francesco od ai sodalizii cosiffatti di pietà e di [286]carità cristiana. La santa Comunione per lo più è condizione necessaria all'acquisto di tanto tesoro. Oltracciò, sonvi le indulgenze parziali, mediante le quali si accordano ai fedeli quando molti giorni e quando molti anni di quella penitenza detta canonica, che un sarebbesi voluta dalla Chiesa da quelli che hanno peccato. Queste indulgenze benevole della Chiesa aiutano a soddisfare i debiti nostri. Chiesa santa presenta noi con tanto tesoro a Gesù nostro padre e salvatore, e Gesù alla sua volta ci presenta a Dio. Il sangue del Salvatore è infinitamente caro allo Altissimo! Gli sono accetti anche i meriti di Maria benedetta, il sangue dei martiri, la fortezza dei confessori, le virtù dei vergini. Questi si congiungono a sollevare il peso della nostra croce. Sicché a noi che rimane? Rimane quella tenue soddisfazione che il confessore ci impone. Ascoltare una Messa, recitare un rosario, donare in elemosina o digiunare per un , ecco le soddisfazioni comuni ai poveri peccatori. E noi ci dorremo a portar un peso peraltroleggero? [287]Anzi dovremo bramarne un più grave, perché quello della sacramental Confessione è imporporato con il Sangue dell'Uomo Dio ed ha merito assai pregiato. Supplichiamo almeno il sacerdote che pregando sopra di noi ottenga che il bene di lavoro o di preghiera nostra s'abbia il merito della soddisfazione sacramentale.

 

 - 413 -

  6. Dopo la sacramentale Confessione, noi porgeremo alla maestà di Dio i ringraziamenti del nostro cuore, e non ci partiamo dal tempio santo avanti aver giurato di esser fedeli a Dio sino alla fine. Oh!, se per sciagura della fragilità nostra cadiamo tuttavia in qualche fallo, promettiamo di dolercene subito, di confessarcene il più presto possibile. E come fragilità ne commettiamo in ogni , così in ogni giorno e propriamente avanti coricarsi proponiamoci al cospetto di Dio e supplichiamolo ad aver pietà di noi. Finalmente attendiamo perché stiamo lungi dai pericoli di male. Sovrat<t>utto oggigiorno fanno strage di anime i compagni cattivi, i libri cattivi e i discorsi rei. Guardiamocene come se Satana ci apparisse di presenza. Più sono a temere i ministri di Satana, [288]i pessimi cristiani, che le eterne tentazioni del nemico infernale. I libri, i compagni ed i discorsi rei sono stati in ogni tempo la rovina di innumerevoli anime e lo sono tuttodì a danno di ben altre. Stoltezza pessima di quelli che per non disgustare un compagno tristo sprezzano manifestamente Dio! Cosa incredibile, ma pur vera! Ha dei cristiani che si vergognano di Gesù Cristo per non dispiacere ad un compagno misero. Cristiani, cristiani, dalla sacramentale Confessione siamo partiti contenti. Eleviamo alta la fronte nostra, mostriamolo a tutti che il perdon di Dio è il ben nostro. Al tribunale di Penitenza noi gemiamo per convertirci di cuore al Signore. Dopo la sacramentale Confessione mostriamo a tutti di esserci davvero convertiti.

Riflessi

  1. Dopo la sacramentale Confessione.

  2. Dobbiamo tener dietro a Gesù con qualche croce di penitenza.

  3. [289]Chiesa santa con le pie indulgenze alleggerisce il peso nostro.

  4. Condizioni a ciò.

  5. Altri favori in copia.

  6.  Dopo la sacramentale Confessione bisogna mostrare di essere convertiti.

 

 





p. 411
235   Mt 16, 24.



236   Nell'ed. 1928, p. 316: «dovute a quelle».



«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2016 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma