Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte quarta I SANTI SACRAMENTI

La santissima Comunione La vita nostra è con Cristo in Dio

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La santissima Comunione

La vita nostra è con Cristo in Dio237

  1. Consolatevi, cristiani amati. Voi siete cari e gloriosi. La vita dei fedeli seguaci del Salvatore è vita di virtù e di santità. Consoliamoci tutti. La vita nostra dov'è? È con Cristo in Dio. Si rallegrino pure i grandi della terra d'essere pervenuti a vivere nella casa del sovrano, a fianco di un imperatore magnifico. Noi cristiani ci allettiamo maggiormente, perché la nostra vita è con Cristo in Dio. Non perdiamo il tempo in preamboli. Vediamo subito questa verità che invero è di consolazione ineffabile. La nostra vita è con Cristo in Dio238.

  [290]La nostra vita è con Cristo in Dio. Il Signore è Padre che ci ha donato l'essere del corpo fragile, ci ha donato l'essere dell'anima immortale. Iddio è nostro Padre. Può egli un padre star lungi dal figliuol suo? Tanto meno il nostro Padre celeste può star lontan dai figli che ha creati su questa terra. Per questo mandò il suo Unigenito. Gesù Cristo Uomo Dio visse con noi, ci istruì, ci educò, ci porse la destra per ascendere al paradiso. La nostra vita è con Cristo in Dio. Oggigiorno, come al tempo degli apostoli, noi abbiamo Gesù nel Santissimo Sacramento. Egli vive con noi, conversa con noi, ci ammaestra e ci accompagna al celeste Padre. Scorgiamo parte a parte questo avvenimento ammirabile.

  2. Gesù Cristo è la vita della nostra mente. Gesù nel Santissimo Sacramento ci ammaestra in tutti i giorni della vita così: "Beati sono non quelli che proclama il mondo, ma è beato il popolo che elegge per sua porzione il Signore. Beati sono i poveri di spirito, beati quelli che aspirano al paradiso,[291] beati quelli che si assumono la croce dei patimenti

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quotidiani, più beati quelli che per amor di Gesù Cristo soffrono ben molte persecuzioni". Intanto Gesù nel Santissimo Sacramento discopre a' suoi i misteri di celeste sapienza e li guida al cielo. Interrogate Girolamo e Ambrogio, Tommaso e Bonaventura: "Ove attingeste la scienza che riempie quei vostri volumi ammirabili?". E vi rispondono: "Abbiamo appreso ai piedi di Gesù nel Santissimo Sacramento". Lo Spirito Santo del Signore si trova che visibilmente appariva al gran pontefice Gregorio e che manifestamente gli dettava la spiegazion dei misteri dell'Altissimo. E quelle femminelle delle Caterine, delle Terese, delle Margherite, dove appresero elleno, il più delle volte illetterate, quella copia di sapere che riempié tanti loro volumi? Dove quella sicurezza di consiglio per cui principi e pontefici si facevano a loro riverenti per domandare un consiglio? Tutto appresero da Gesù nel gran Sacramento. Quando Caterina pregava e che un condannato era ai piè del patibolo senza [292]aver chiesto ancor misericordia a Dio, Gesù facevasi intendere ed ella accorrendo salvava un'anima. Come è dolce pregare Gesù nel Santissimo Sacramento! Vale più un quarto d'ora dinanzi ai santi altari che molte prolisse orazioni recitate altrove. Ma specialmente è giovevole ricevere Gesù nella santissima Comunione. Allora è il Padre che con intima confidenza conversa con il figlio diletto. Allora è Gesù che, entrando nella casa del cuor nostro, ci educa come maestro paziente. Bontà del mio Dio! Voi adoperate con me quella dolcezza che per sì gran spazio usaste verso agli apostoli. Usate quella pazienzaammirabile che già adoperaste verso alle turbe del popolo di Giudea e di Galilea. Vero, vero. Gesù è vita della nostra mente. Comunicandoci a Gesù nel Santissimo Sacramento impariamo a pensare come pensa Gesù e volere come vuole Gesù. Or Gesù è vero Figlio di Dio, è Dio egli stesso come il Padre, dunque verissimo è che la vita nostra è con Cristo in Dio.

  3. [293]La vita nostra è con Cristo in Dio. Gesù è la vita del nostro cuore. Nella santissima Comunione noi siamo con il Figlio di Dio, che in un eccesso di amore prende stanza in seno a Maria santissima. Siamo con Gesù che dagli angeli è salutato nella capanna di Betlemme. Noi viviamo giorni lieti

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quando possiamo amare. Oh come si sta bene accanto a Gesù nella capanna di Betlemme! Più non ci rincresce la povertà perché Gesù è povero. Amiamo i patimenti perché Gesù è in un continuo soffrire. Ci burliamo della gloria mondana, perché Gesù la spregiò a quest'alto punto di nascere in una stalla e di ricevere le visite di poveri pastori. Gesù nel Santissimo Sacramento è ancora in una capanna, la piccola casa del sacro tabernacolo. Gesù è ancor fra i patimenti, perché sente sul suo cuor divino gli spregi e le indifferenze dei cristiani suoi. Sente le bestemmie e le ingiurie dei nemici. Oh quanto soffre Gesù! Al venerabile servo di Dio Giovan d'Avila nella vigilia di una gran solennità comparve nell'atto di essere flagellato. Alla divota sua figlia Margherita comparve in [294]persona Gesù infante, con una croce confitta nel cuore e con intorno una corona di spine. Benedetto quel cuor di Gesù quando può corrispondere con il cuor nostro. Un infante di sovrumana bellezza apparve a Teresa e le disse: "Chi siete voi?". E quella: "Io son Teresa di Gesù". E quel divino fanciullo rispose: "Ed io sono Gesù di Teresa". Ecco ammirabile amore dei cuori! Il cuor di Gesù si congiungestrettamente con il cuor de' suoi fedeli che meglio non si congiunge l'affetto d'amico con il cuor dell'amico. Gesù è la vita del cuor nostro. Gesù nel Santissimo Sacramento obbedisce alla voce del sacerdote come già per trent'anni obbedì alla voce di Maria e di Giuseppe. Che amore instancabile è quello di Gesù nel Santissimo Sacramento! Dimora con noi di giorno, veglia la notte, dura gli anni persino alla fine e intanto fa intendere: "Non può il Padre star lungi dai figli suoi. La mia gioia è stare con i figli degli uomini239. Voi tutti che siete angustiati ed oppressi, venite che io vi ristorerò240. Eccomi: io sono [295]l'Agnello che cancella i peccati del mondo241. Venite, venite, il Corpo del Signore Gesù Cristo custodisce l'anima vostra per la vita eterna!". Straziato era il cuor di Cipriano, il cuor di

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Girolamo e quello di Agostino. Provavano uno schianto come in sentirsi preda del demonio infernale. Ma scacciato il satanico, diedero luogo a Gesù nel Santissimo Sacramento. Allora il dolore convertissi in godimento, le grida di disperazione in pianto di tenerezza. "Pazzi che eravamo -- sclamavano di poi -- Pazzi che eravamo in credere che non potessimo lasciare i vizii nostri!". La vita nostra è con Cristo in Dio. Che non può l'uomo quand'egli è con Dio? Tutto possiamo in colui che ci conforta242. Appunto, appunto. Gesù viene innanzi a tutti e reca la croce e tollera le spine e soffre le flagellazioni, e intanto grida al Padre eterno: "Io soffro, io soffro. Donate il perdono e la grazia ai figli miei". Intanto Gesù nell'augusto Sacramento appare il Salvator che perdona. È Gesù buon pastor delle anime. È Gesù padre del prodigo. È Gesù che dice a tutti: "La delizia del [296]mio cuore è il pianto dei peccatori. Io perdono. Sono venuto per trovare i peccatori, i quali erano periti omai ed ora che rivivono". Intanto i peccatori penitenti, i giusti fedeli si abbracciano a Gesù e gli dicono: "La vita del nostro cuore siete voi". Noi viviamo della vita di Cristo con Dio.

  <4.> Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento è la stessa vita del nostro corpo. Quando Gesù infante prendeva carne e sangue dal cuore e dal sangue di Maria santissima, allora quello infante divino alitava presso al cuor di Maria e il cuor di Maria viveva presso al cuor di Gesù. Vero, vero. Gesù poteva dire: "Cuor del mio cuore è il cuor di Maria". E Maria poteva ripetere: "Vita della mia vita è la vita di Gesù mio figlio". Questa congiunzione ammirabile avviene tuttodì nella santissima Comunione. Gesù entra in noi con il suo Corpo santissimo, con la sua anima benedetta, con la sua divinità augusta. Appena ci siamo comunicati, le nostre povere carni si mescolano e si tramutano nelle carni di Cristo. Il corpo nostro diventa come un pane mondo, degno di essere presentato al cospetto dell'Altissimo.[297] Nelle nostre vene scorre il Sangue dell'Uomo Dio, quel Sangue sacrosanto che

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sparso sulla croce diede la salute al mondo, quel Sangue sacrosanto che bevuto a sorsi a sorsi forma i vergini ed i santi. Nicola da Tolentino ne provava ancora nel corpo un ristoro ineffabile. Per venti anni si pasceva in ogni mattino della santa Comunione, e questo gli bastava. Venceslao ve ne provava nel corpo un gusto e un calor misterioso che gli faceva dire: "Basta, o Signore, od io me ne muoio in puro contento". Di puro contento in ricevere l'ostia santa morì Imelda. E Stanislao, stando già per morire, ottenne che un angelo in forma di sacerdote lo comunicasse e gli ridonasse la salute. Un appestato creduto morto era involto sul carro dei cadaveri che conducevansi a seppellire. Il campanello suonato da san Carlo avvisò che l'arcivescovo recava il santissimo Viatico. Allora l'appestato si rianimò, levossi fuori il cumulo di quei cadaveri e disse: "Datemi il mio Gesù". Lo ricevette e poi spirò. Chiara di Assisi243 con un sacerdote che teneva il Santissimo Sacramento [298]venne sulle mura della città, e di subito ottenne la dispersione dei turchi assediatori e la salvezza agli abitanti. Gesù è la vita del nostro corpo. Noi ci leviamo desiosi dal riposo, ci guardiamo che entro bocca nostra non entri veruna sorta di cibo e di bevanda prima del Pane angelico. Ci affrettiamo alla chiesa e ci ricopriamo della veste di innocenza. Disponiamo il cuor nostro e poi aprendo l'animo ad immense speranze gridiamo: "Venite, o Gesù, non più tardate". Gesù ci rinvia244 con compiacenza dalla sua casetta d'amore e ci fa intendere: "Eccomi presente". E si accosta a noi. Oh, giubilo! Bonaventura stando genuflesso in amorosi accenti sforzava l'ostia santa a venire per posarsi sulle sue labbra. Gesù viene anche sulle labbra nostre. Entra nel cuor nostro. Mistero ineffabile! Il paradiso e Dio sono con noi. Gli angeli ne circondano ammirati. Ecco novella Incarnazione ed ammirabile! Noi siamo con Gesù, e Gesù è con noi. La vita del nostro corpo è la vita di Gesù. Vengano i tormenti. Sì, sosterremo come i confessori intrepidi. Venga la morte. Moriremo - 419 -da forti come i martiri invitti. Sclameremo [299]in atto di giubilo: "Per noi i tormenti con Gesù sono un godimento, la morte per Gesù è un trionfo"245. Ineffabile gioia! È la gioia del cristiano fedele in trovarsi accanto a Gesù salvatore e padre. Si vantino altri di glorie mondane. Noi cristiani abbiamo una gloria celeste e divina. Noi ci accostiamo alla santissima Comunione e poi diciamo: "La vita nostra è con Cristo in Dio". Ci siamo accostati molte volte infra l'anno. Ci accosteremo più frequenti volte in avvenire. Che c'impedisce che non ci accostiamo in tutti i ? Allora in tutti i giorni del nostro vivere quaggiù esclamiamo con giubilo crescente: "La vita nostra è con Cristo in Dio".

Riflessi

  1. La vita nostra è con Cristo in Dio.

  2. Gesù è la vita della nostra mente.

  3. Gesù è la vita del nostro cuore.

  4. Gesù è la vita del nostro corpo.





p. 414
237   Col 3, 3; ripetuto nel capitolo.



238   Nell'originale, nell'ed. 1883, p. 289, e nell'ed. 1928, p. 322, termina qui il paragrafo 1. La numerazione dei successivi tre paragrafi è stata pertanto corretta per i primi due ed inserita per l'ultimo. Viene così stabilita coerenza tematica tra paragrafi e Riflessi.



p. 416
239   Pr 8, 31.



240   Mt 11, 28.



241   Cfr. Gv 1, 29.



p. 417
242   Cfr. Fil 4, 13.



p. 418
243   Originale: Montefalco; cfr. Bibliotheca Sanctorum, iii, 1963, col. 1205.



244   Nell'ed. 1928, p. 331: «risponde».



p. 419
245   Cfr. Fil 1, 21.



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