Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento S. d. C. - 1910
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REGOLAMENTO DEI SERVI DELLA CARITÀ (1910)

Parte PRIMA

Capo XVII. LICENZIAMENTO DALL'ISTITUTO

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§ I. Utilità del castigo

§ II. Il castigo - medicina morale

1311

§ III. Il castigo - medicina spirituale

1312

§ IV. Il castigo - medicina fisico

1313

§ V. Modi di correzione

1314
[- 1311 -]

Capo XVII.

LICENZIAMENTO DALL'ISTITUTO

 

<< <   > >>§ I.

Utilità del castigo

 

[147]Il licenziamento dall'istituto è come la sentenza capitale sopra un membro del medesimo istituto.

Non si può pronunciaregrave sentenza da veruno e molto meno da religiosi che si denominano Servi della Carità, se non quando vi sia gravissima ragione di giustizia e di carità insieme.

Il Signore manda i castighi per correzione nostra, però anche quando castiga usa misericordia e la più grande misericordia, perché il castigo è medicina salutare.

È pure medicina salutare il castigo che si infligge ad un membro dell'istituto che se ne è demeritato; è medicina per il colpevole ed è medicina e salvaguardia per l'istituto.

[148]Nondimeno i castighi devono essere inflitti da chi ne ha la autorità: il Consiglio superiore dell'istituto per le gravissime cause di colpabilità; il Consiglio subalterno di case filiali per cause minori ed immediate.

Il castigo - medicina si porge con carità come è evidente; la qualità poi del castigo - medicina dev'essere conveniente e degna della persona e dell'istituto.

Si tratta di congregazioni religiose, ossia di un corpo rispettabile per zelo e virtù; si tratta di membri dell'istituto, i quali sono religiosi per elezione e sono sempre rispettabili - 1312 -per la dignità insita in essi.

Il castigo - medicina dev'essere dunque nobile ed appropriato allo scopo.

Si può distinguere in tre classi: di castigo - medicina morale, di castigo - medicina spirituale, di castigo - medicina fisico.

<< <   > >>§ II.

Il castigo - medicina morale

 

È quello che usa la madre con il figlio, quando vede che egli abusa della bontà del cuore della genitrice, che ormai è sulla via di apprendere il sistema d'indifferenza e di indocilità per tante cure della madre sempre pia e amante.

La madre a vista di tal figlio, senza venir meno all'amore[149] dello stesso, si rinchiude nel recinto di solitudine e di dolore quasi per dire al figlio: «Tu stesso mi hai incarcerato il cuore e coperto il volto al sorriso come in un carcere di dolore».

È il maestro od il superiore che, vedendosi dipartire lo scolaro ed il dipendente, nascondono il proprio turbamento e fanno le viste di non curarsi di loro, nella fiducia ferma che il piccolo prodigo si riaffezioni al padre diletto.

Siamo in un consesso di persone religiose spirituali.

Si proceda con grandi riguardi dalla parte dei superiori, sperando sempre che con riguardi pari corrispondano pure gli inferiori.

I superiori pii e benevoli, mentre esultano di gioia per ogni atto buono dei dipendenti e confratelli, se ne rattristano parimente per ogni atto meno che decoroso nei fratelli meno devoti.

Si abbia compassione al cuore dei più sofferenti e gli sviatelli ritornino alla riflessione ed all'emenda del cuore.

<< <   > >>§ III.

Il castigo - medicina spirituale

 

Il castigo - medicina spirituale si può considerare in relazione a Dio, all'istituto ed a quello stesso che segue i passi del prodigo.[150] La misericordia e la giustizia del Signore è tutta nella parabola del figliuol prodigo.

Si permette che cada in un abisso di miseria perché finalmente risorga.

 Così il Signore - 1313 -permette che le anime poco devote cadano nell'orrore delle tenebre, nel vuoto del cuore, che cadano anche nella povertà e miseria del corpo, perché finalmente si ravvedano.

In questo senso disse il Signore: «Tu sei né caldofreddo; fossi tu almeno freddo, che mi daresti maggior speranza di guarigione 51.

Lo stesso avviene nell'istituto. Quando un confratello fosse divenuto insensibile alle ammonizioni, allora si deve naturalmente proferire questo ragionamento: «A che tanti consigli, se non sono seguiti, o tante correzioni, se vengono sprezzate? A che impartire comandi, se poi vengono conculcati? Abbiamo curata Babilonia e non è guarita; abbandoniamola 52.

Intanto che ne avviene? Che il superbo sia dagli altri sfuggito, che all'indocile veruno più comandi niente, che il capriccioso sia sfuggito come un rognoso e così desso, che si riputava un piccolo re nell'istituto, finalmente si scorga un nonnulla e dispregiato, inutile a sé e di noia ai confratelli che il circondano.

Piegherà finalmente la cervice! E da pregarne con vivo affetto la[151] misericordia del Signore, perché in caso contrario bisognerebbe dare mano alla scure per tagliare alle radici l'albero.

<< <   > >>§ IV.

Il castigo - medicina fisico

 

Questo è il rimedio ultimo ed assai umiliante.

Quando intorno ad un ammalato si deve adunare in consulto il congresso di più medici, allora si teme che per l'infermo sia omai per essere decretata la sentenza decisiva.

Grave tribolazione è per l'istituto quando debba adunare giudici e sentire accuse, ascoltare ancora una volta le difese e temere di doversi pronunciare per il licenziamento! Pure è meglio tagliare il membro di una mano, piuttosto che perisca il corpo intiero.

Quando uno, per mali esempi, divien pietra d'inciampo e, quasi bubbone - 1314 -di peste e di colera, minaccia il dilagare dell'epidemia morale nell'istituto, allora gridano con pari voce il diritto naturale insieme col diritto canonico: «Sia segregato l'infermo miserabile, perché tutti non abbiano a perire».

Tolga il Cielo tanta sventura e si curi l'ammalato con sensi di grande misericordia.

<< <   > >>§ V.

Modi di correzione

 

[152]Il modo della correzione fraterna ce lo insegna Gesù Cristo stesso.

 Avvisalo il fratello sviato; avvisalo tu solo per non contristarlo di vantaggio.

Discuti la cosa tra te solo e il colpevole e l'angelo del Signore, che ne è testimonio, pregherà con te e dirà al Signore belle cose della tua carità prudente.

Che se lo sviato te solo non voglia ascoltare, allora disponi teco due o più testimoni, testimoni delle opere cattive del fratello, testimoni e medici che sappiano con arte lenire le piaghe, testimoni e padri nel labbro dei quali sorrida sempre la speranza del ravvedimento e quindi la gioia in loro di poter perdonare.

Ma se, tolgalo il Signore! , il prodigo dispregi anche le preghiere di molti e si abbandoni a capofitto nelle vie tenebrose dell'iniquità, allora con dolore bensì, ma con pari senso di giustizia e di carità, chiama in aiuto la Chiesa, ossieno i superiori immediati e il superiore ecclesiastico, che stanno in alta gerarchia allo scopo di premiare i buoni e ammonire e castigare i colpevoli.

A mali estremi estremo rimedio: l'abbiamo detto che lo richiede il dovere e il diritto di natura, di legge civile, di ordinazione canonica.

[153]Si curano e si hanno perfino care le malattie corporali, non forse contratte per eccesso di zelo nel disimpegno delle proprie mansioni; ma non si potrebbero a lungo sopportare le malattie dello spirito, quando evidentemente divengono contagiose.

Si potrà per abbondanza di cuor buono chiudere un occhio a un difetto corporale, tenutosi occulto all'ingresso nell'istituto, ma non si potrebbe a lungo sopportare un difetto morale che minaccia incancrenire.

I cuori buoni sappiamo che fanno discendere dal cielo in copia - 1315 -le benedizioni divine.

Ma sappiamo pure che i cuori perversi sono di tal maligna natura da attirare, sopra la casa e sopra gli abitanti di essa, le stesse disapprovazioni di Dio e l'allontanamento delle grazie e dell'assistenza di Dio.





p. 1313
51 Cfr. Ap 3, 15.



52 Ger 51, 9.



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