Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte quarta I SANTI SACRAMENTI

La Comunione sacrilega La vita dei sacrileghi è con il peccato nel demonio

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La Comunione sacrilega

La vita dei sacrileghi è con

il peccato nel demonio

  1. [300]In questo momento ci tocca trattare argomento che in solo ricordare ci fa inorridire. Devo parlarvi di figli snaturati che si ribellano all'ottimo padre, che lo mettono sotto ai piedi spietatamente. Povero padre! Chi ha pietà del misero? Crudelissimi figlioli, chi ne detesta come conviensi

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l'orribile attentato? Vediamo noi di farle, l'una cosa e l'altra. Amar Dio per quei che l'offendono barbaramente, detestare l'atrocità dei sacrileghi che si accostano per far entrare Gesù nel proprio cuore insieme con Satanasso. Orrore! Orrore! La vita dei sacrileghi è con il peccato nel diavolo. Proviamoci a dimostrare l'enormità di questo eccesso e gemiamo intanto con pietà di figli angustiati.

  2. La vita dei sacrileghi è con il peccato nel demonio. Scorgete questo fatto orrendo per la prima volta nello stesso cenacolo [301]del divin Salvatore. Intorno al divin Salvatore erano dodici, ma non tutti erano santi. Uno fu il quale aveva il cuore indurito nell'avarizia. Amava più un gruzzolo di monete che il suo divin Maestro. Lo sciagurato poco a poco giunse a questo eccesso di dire: "Io vo' farmi amico della iniquità ed a governare entro al mio cuore vo a chiamar Satana". E dal sacro testo e dalle rivelazioni divote sappiamo che un demonio brutto sedeva in cuore a Giuda e vi premeva con il calcagno. Sappiamo che altri spiriti diabolici facevansi alla sua mente e poi che occupavano tutto intorno nelle orecchie, presso alla bocca e presso ai piedi dello indemoniato. Giuda fu con il peccato e la sua vita era tutta in preda di Satanasso. Gesù se ne dolse amaramente e disse: "Un di voi vuole tradirmi"246. E rivoltosi in segreto a Giovanni continuò: "Chi mi tradisce è quegli che in questo momento mette le mani nel piatto"247. Gesù non violenta il libero arbitrio a veruno, permise che il traditore consumasse l'iniquità sua. Alla sua volta Giuda ricevette dunque il Corpo santissimo del Salvatore.[302] Alla sua volta bevette del Sangue preziosissimo. Allora Satanasso si strinse più fieramente cuore a cuore con l'animo scellerato del traditore. Spinse l'iniquo alla scelleratezza estrema. Suggerivagli all'orecchio: "Che tardi ancora a consegnar Gesù in mano a' suoi avversari?". E lo eccitò <a> presentarsi ai capi del popolo e dire: "Che volete darmi, ed io vi do il Galileo nelle mani?". E quelli: "Trenta denari".

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"Ebbene -- rispose Giuda -- accetto per trenta denari, porgetemi soldati e di subito vi consegno Gesù nelle mani". Or eccolo Gesù dinanzi al tribunal di Anna e poi di Caifasso. E Giuda? Il demonio come se ne ebbe servito di Giuda all'alto tradimento disse: "Va, miserabile, fa il tuo fine, per te non può esser misericordia di sorta". E Giuda correva, correva come248 un Caino disperato, finché giunse nella valle di Hinnom249 dove si accolgono tutte le sozzure della città. Qui staccò il suo cinto, lo attaccò ad una ficaia ed egli vi si appese. Il suo ventre crepò per mezzo, le viscere si sparsero sul terreno e l'anima del primo sacrilego precipitò nello abisso. La vita del dannato è con la iniquità in [303]Satana. In ricordarlo gela il sangue nelle vene! Sciagura miseranda! La vita dei sacrileghi è con il peccato nel demonio. Il demonio possiede la mente, possiede il cuore, possiede il corpo del sacrilego.

  3. La storia con nota di esecrazione fa cenno di una setta di rivoluzionari in Francia, allo scorcio del secolo passato. Si chiama dei girondini. Questi erano una fazione di scellerati che ricevuto sacrilegamente Gesù nel Santissimo Sacramento si affrettavano poi come furibondi nelle città. Assalivano le chiese, ne spogliavano i santi altari. Strappavano Gesù dal suo trono di amore e avvilitolo a terra vi ponevano a suo luogo la statua di una impudica, la dea Ragione. Erano demoni in carne. Pensavano tutte le malignità che il demonio suggeriva alla lor mente. Quando venne l'ora anche per essi di ascendere quel patibolo che avevano disposto per altri. Allora passavano l'ultima notte nel divertimento delle orgie più detestabili. Venuta la mattina vomitavano le imprecazioni più orribili e poi con una freddezza [304]satanica si presentavano al patibolo gridando: "Viva Satanasso! Viva l'inferno!". Scorgo, scorgo. Voi trasalite, e ne avete ben d'onde. Ma quando un cristiano scientemente e che con malizia satanica si accosta a ricevere il Corpo santissimo del Salvatore, in quello istante

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riceve il giudizio che lo condanna. Gli ebrei venuti dinanzi a Pilato gridarono: "Il sangue di questo giusto scenda pur sopra di noi"250. Scese quel Sangue divino e i giudei ancora oggidì, ossia dopo quasi duemila anni, ne portano in fronte il marchio orribile della condanna. Noi scorgiamo nella società nostra scellerati che inneggiano a Satana, che gridano evviva allo inferno. Scorgiamo scellerati che coprono lo spazzo delle vie con il nome santissimo del Salvatore, a fine che il nome di Gesù Cristo sia calpestato come il fango sotto ai piedi. Che non scorgono gli occhi nostri? Giornali e scene e pitture e libri sacrileghi che si adoperano per dire di Gesù Cristo il peggior male possibile. Quale meraviglia! I sacrileghi hanno ricevuto con l'effetto e in desiderio sacrilegamente [305]il Corpo santissimo del Redentore. Da questo momento la vita della loro mente è diventata l'iniquità con Satanasso.

  4. La vita del cuore del sacrilego è altresì addivenuta la iniquità con Satana. Sono stati in ogni tempo peccati e peccatori pessimi. Martin Lutero aveva già consumati delitti e sacrilegi non pochi, il suo cuore rifuggiva da continuare in eccessi peggiori. Allora Satana gli compariva visibilmente a dirgli: "Comunicati sacrilegamente e ti passerà ogni paura dall'animo. Abolisci la santa Messa e la santissima Eucaristia, che il regno che tu vieni predicando si stenderà a tutta la terra". Obbedì lo sciagurato e allora la terra fu coperta di quei delitti di cui racconta inorridita la storia. Allora il sangue corse a rivi, i corpi dei feriti e cadaveri di morti si elevavano in cumuli a formare monti di altezza. La terra vede e inorridisce tutto . Fratelli amati, il ciel ci guardi. Quando nella vostra famiglia scorgete regnare il disordine stabile, quando nel paese vedete che si perpetuano gli odi e i furti, giudicate [306]che qualche gran sacrilegio già siasi perpetrato e che la terra scotti sotto ai piè dei colpevoli, che la terra gridi vendetta all'iniquo che osò, novello Giuda, tradire Gesù con un bacio. Sovrat<t>utto è a temer che dia tanto eccesso nella classe di quei cristiani che non sono manifestamente nemici di Gesù

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Cristo, ma che attendono a fingere251 un servigio alla fede allo scopo di rendere un vero servigio a Satana. Ascoltiamo ciò che ne insinuarono più volte i pontefici sommi. La classe di questi sciagurati è la parte dei traditori che recano alla religione il peggior danno.

  5. Dopo ciò proseguiamo. La vita dei sacrileghi è con il peccato in Satana ancor riguardo al corpo. Abbiamo scorto il demonio che stringeva il corpo di Giuda. Gli scrittori sacri Tertulliano e Cipriano ricordano che già ai loro tempi non era raro il caso che il demonio invadesse il corpo di cristiano o di cristiana sacrilega. Sforzavali <ad> uscir di Chiesa. Li costringeva <a> gemere presso un immondezzaio. Talora morivano in istrazio crudo. [307]E più recente la storia novera il castigo che toccò al sacrilego Lotario, duca di Alsazia e di Lorena. Costui viveva scandalosamente con Valdrada e il pontefice fu costretto <a> scomunicarlo. Venne a Roma il duca fingendo pentimento, ma con animo di ingannare il pontefice. E questi movendosi dall'altare della santa Messa venne incontro al sovrano ed al seguito suo e disse: "Se voi siete veramente pentiti accostatevi, che il Corpo di Gesù Cristo vi costudirà per la vita eterna. Ma se in cuore conservate affetto all'iniquità inorridite, perché il Corpo del Salvatore sarà la vostra condanna". Ora i meno audaci si ritrassero. Il duca con altri vi s'accostò e comunicossi indegnamente. Non l'avesse mai fatto! Un cupo terrore li occupò interamente. Divennero lividi di veleno, si accasciarono stanchi stanchi sulle proprie membra. Il color del volto si fece come di cadavere, la pelle cadevagli a brani come inverminata, morirono tutti miseramente. Quando un sacrilego ha consumato l'iniquità del tradimento, il misero non ha più parte sana. Non è possibile che abbia [308]ancora un bene di sorta. Satanasso lo possiede interamente. La vita del sacrilego è con il peccato nel demonio nella mente, nel cuore, nel corpo. Un sacrilego è un demonio in questa terra, è un inferno di colpa e di castigo.

  6. Il sacrilegio dove si annida? Si annida in cuore di quel cristiano che dice: "Morire ma non perdonare". Fratelli, se

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non avete cuore per perdonare non vi comunicate. Aggravereste il vostro cuore di una iniquità enorme. Non comunicatevi al Natale, non comunicatevi nemmeno alla Pasqua. Chissà che in morte non vi ravvediate, e che al cospetto di Satana vi risolviate a perdonare? Allora vi comunicherete. Il sacrilegio si annida nel cuore di chi ha roba d'altri e che non vuol restituire. Fratelli, se non avete voglia di riparare i danni non vi comunicate. Non vi comunicate né alla Quaresima né alla Pasqua. Forse vi comunicherete un , quando al cospetto della morte penserete che terribile è portarsi al cospetto di Gesù Cristo giudice, grondante il sangue dei poveri e delle vedove. [309]Il sacrilegio annida anche in cuore dei sensuali. Meschini! Meschini! Che dirovvi a voi? A voi dico che non vi asteniate dalla santissima Comunione. Se vi asteneste voi sareste morti per sempre. Però scuotete bene la coscienza vostra. Doletevi delle vostre fragilità. Pregate Dio, pregate la Vergine. Poco a poco, se vi comunicate, vi emenderete. Erano viziosi più altri come voi e con la santa Comunione divennero gran santi. Il sacrilegio annida ancora nel cuor di quelli che si confessano e poi che tacciano maliziosamente un peccato che sanno essere peccato mortale ovvero che dubitano seriamente che sia peccato mortale. Anche voi infelici! Non vi comunicate né alle feste della Vergine o nella solennità del Signore, finché non vi risolviate a confessare ed a detestare quell'eccesso di iniquità che tenete sepolto in cuore. Oh come è terribile cader nelle mani di Dio vivente bagnate le mani del Sangue252 di Gesù!

  7. Voi, buoni che mi ascoltate, ne sarete voi stessi inorriditi. Ma voi dovete temerne. Nemmen dovete sbigottirvene voi, che sebben [310]peccatori bramate nondimeno di uscir dal lezzo di colpe. Voi buoni comunicatevi spesse volte per crescere in bontà. Voi peccatori comunicatevi parimenti spesse fiate per addivenire giusti e costanti. Pio ix, quella gran maestà che in mancare parve lasciasse cadere il mondo, avanti

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spirare disse: "Fate che molti giusti fedeli e molti peccatori penitenti si comunichino di frequente253, e poi il mondo sarà salvo". Avete inteso? È il testamento del padre che muore. Questo è il testamento affatto conforme a quello di Gesù Cristo quando, alla vigilia di sua morte, prese il pane e il vino, benedisseli e loro disse: "Prendete e mangiate che questo è il mio Corpo. Prendete e bevete che questo è il Sangue mio. Assumete tutti. Come ho fatto io adesso, fate voi sino alla fine". La gioia del Padre è stare con i figli. La vita dei seguaci divini è con Cristo in Dio.

Riflessi

  1. La vita dei sacrileghi è con il peccato nel demonio.

  2. [311]Ci porge prova orribile l'esempio di Giuda.

  3. Il sacrilego è con il peccato, con Satana nella mente.

  4. Con Satana nel cuore.

  5. Con Satana nel corpo.

  6.  Il sacrilegio254 dov'è? Si scorge a più segni.

  7.   Fedeli giusti e peccatori penitenti devono comunicarsi più spesso che possono.





p. 420
246   Cfr. Gv 13, 21.



247   Cfr. Gv 13, 26.



p. 421
248   Originale: E Giuda correva come; cfr. ed. 1883, p. 301.



249   Originale: Innon; cfr. Catholicisme, v, 1962, col. 753.



p. 422
250   Cfr. Mt 27, 25.



p. 423
251   Nell'ed. 1883, p. 305: «fungere»; nell'ed. 1928, p. 339: «compiere».



p. 424
252   Nell'ed. 1928, p. 342: «di Dio vivente, dopo aver profanato il Sangue».



p. 425
253   Nell'ed. 1883, p. 309: «si comunichino assai di frequente».



254   Originale: sacrilego; cfr. ed. 1928, p. 344.



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