Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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VIENI MECO LA DOTTRINA CRISTIANA ESPOSTA CON ESEMPI IN QUARANTA DISCORSI FAMIGLIARI

Parte quarta I SANTI SACRAMENTI

L'Estrema Unzione Una battaglia ultima e poi riposo per sempre

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L'Estrema Unzione

Una battaglia ultima e poi riposo per sempre

  1. [312]Duro è il morire, ma è sacrificio che meno aggrava quando uno spira in seno alla madre diletta. Povera madre! Come ti affanni pel tuo diletto! Povero figlio, come ti duole uscire dal mondo! Ma si esce tenendo per la destra la

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genitrice diletta. Ella ti accompagna oltre alla tomba, e in quella che il figlio la rimira morendo, la pietosa dice: "Un momento ancora e poi il paradiso è tuo. Guarda al cielo... Una battaglia ultima e poi riposo per sempre". Fratelli miei, una battaglia ancora e poi riposo per sempre. La battaglia ultima è la malattia estrema che viene per levarci da questo mondo. Duro è morire, ma meno aggrava il sacrificio quando si muore accanto alla madre. Fortuna nostra! Abbiamo la Chiesa madre santa, che in punto di morte255 ci porge in conforto un sacramento provvidissimo. La Estrem'Unzione fortifica nell'ultima lotta, rianima il cuore, apre l'ingresso [313]al paradiso beato. Scorgiamo e rallegriamocene: una battaglia ancora e poi riposo per sempre.

  2. Siamo nel mar della vita. Miseri noi, che le burrasche si succedono ad ogni periodo di tempo. Talora si incontrano dei nembi che schiantano. Quando avverrà la bonaccia? Consolatevi, eccolo il porto: un momento ancora e poi riposerete con vostro agio. Siamo nel mar della vita. I disinganni hanno cominciato per tempo, le illusioni furono molteplici, i mali del corpo e le afflizioni dell'animo sono senza confine. La pace quando verrà? Un momento ancora e poi vedrete Dio. Ecco la Madre che viene. La benedetta è la Sposa di Gesù e viene in atto di amantissima e di desolata. Le si schianta il cuore in petto. Però si racconsola, la benedetta. Ponesi accanto al letto e dice: "La pace del Signore sia con te, o figlio, e con tutti che ti circondano". Indi si fa gagliarda della fortezza del suo sposo Gesù e dice: "L'aiuto mio è nel nome del Signore"256. Intanto dona un'occhiata al figlio che geme e le dice soave all'orecchio: "Con te [314]geme tua Madre, che è la Vergine benedetta. Con te agonizza Gesù tuo Padre, che fu affisso alla croce... Hanno sostenuto i tuoi compagni, i vergini ed i martiri". Dopo ciò la pia si fa a pregare: "Signore, pietà dei gemiti di questo figlio... Ha sempre creduto e sperato in voi... L'avete creato... L'avete redento... Salvatelo, o Signore, salvatelo- 427 -". In questa fede, santa Chiesa porge alla materia di un sacramento conforto estremo257 e prosegue: "L'avete detto, o Signore, a mezzo del vostro apostolo Giacomo: Quando si inferma un fratello, pregate e con olio conferite il sacramento nel nome del Signore258. Voi l'avete259 alleviato l'infermo nel corpo con infondere pazienza, con donare la sanità. Lo alleviate nello spirito con perdonargli i peccati". La Chiesa s'accosta pietosa e dice: "Per questa Unzione e per la misericordia piissima del Signore, ti perdoni Iddio quei falli che tu hai commesso con gli occhi, con le orecchie, o con gli altri sensi del gustare o del sentire". Indi si prostra ginocchioni e prega... Non si rialza, la amante, finché [315]scorga una delle due: o guarito il figlio ovvero salvo nelle mani di Dio.

  3. Una luce vivificante viene nella mente allo infermo. Questa luce gli fa balenare intorno uno splendore non mai più scorto. Dinanzi a quello splendore dilegua una scena che non spiacque tanto come in questo momento. È la scena del mondo. "Fortuna mia -- dice l'infermo -- che in tempo ti ho scorta a vanità260 per detestarti bugiarda". Quel baglior di luce fa poi segnare un raggio di lume che si eleva su su, fino all'alto. Il figlio guarda fiso fiso e già gli pare di gustare un sorso di gioia celeste. Il cuore ne è inondato di pura gioia. Pargli sentire un cantico angelico, si volge... è la prece della Madre santa che prega. Il cuor dell'ammalato si fa legger leggero. "Soffri, o diletto?...". "Nulla... mi sento così bene...". "Ma un'ombra ti si para innanzi. Non ti spaventa un poco?...". "Nulla. Lasciatela accostare, io muoio accanto a voi, o Madre. La mia non è morte, è il passaggio dalla terra al cielo... Il corpo alla terra perché smetta le sue sensibilità peccaminose, il corpo ai vermi perché si umilii e [316]faccia penitenza, ma poi verrà con lo spirito mio al paradiso. Un momento ancora e poi vedrò il mio Dio". Qui entra in un

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sopore lento lento. Eccolo il figlio che dorme. La Madre ne numera i sospiri, ne osserva il soffio leggero... Che sarà? Che sarà?... Spera e confida. Per un figlio l'Estrem'Unzione è la grazia del sacramento che ridona al corpo la pristina salute. Per l'altro è il momento ultimo di una battaglia estrema. Ma scorgetelo come è tranquillo. Le forze di corpo l'abbandonano, ma si avvalora la virtù dello spirito. Quel corpo par che si spiritualizzi esso stesso. Intorno intorno la Madre santa ha chiamato l'arcangelo Michele che sconfigga le forze di Satana. L'angelo custode dispone per la partenza. Gesù, Maria, Giuseppe par che gli dicano con soave accento: "Vieni omai, vieni!". Il figlio si parte. Eccolo, eccolo nel riposo sempiterno. Già ha varcato i confini di questo mondo. Or è entrato nella regione della eternità. Soccorso! Soccorso tutti! Santi del cielo, venite. Angeli del Signore, accorrete. Prendete l'anima di questo diletto e offeritela [317]all'Altissimo. Ah, ti riceva Cristo Gesù che ti ha chiamata e ti accompagna alla città santa, la celeste Gerusalemme.

  4. È morto un figlio! È morto un figlio! Pietà per la madre desolata che piange sul cadavere dell'estinto figliuolo. Prega Chiesa benedetta: "O Signore, vi raccomando l'anima di questo vostro servo N., perché morto al secolo viva a voi. Vi prego per i meriti di Gesù Cristo che gli sieno perdonate le colpe che per fragilità ebbe commesse. Signore, dategli il riposo eterno, e la luce eterna di beatitudine risplenda in volto al servo vostro". Indi, levandosi mesta e grave, la Chiesa si rivolge ai figli che le stanno intorno e dice: "Pregate e confidate. Una battaglia ancora per ciascun di voi e poi riposo per sempre". Allora i figli di un popolo elevano lo sguardo al cielo e domandano: "La battaglia ultima per noi quando verrà?". E si accingono ad incontrarla.

  5. Poniamoci ad incontrarla noi stessi. Tutte le sere ci poniamo a dormire. Il sonno è la immagine della morte. Avanti dormire noi prendiamo l'acqua benedetta, aspergiamo la camera nostra dicendo: "Mondatemi, o [318]Signore, e voi, tentazioni diaboliche, partitevi". Poi con la stessa acqua benedetta segniamo in forma di croce i sensi del nostro corpo e diciamo: "Gesù, misericordia!". Finalmente incrociando - 429 -le mani al petto diciamo: "Dateci un sonno tranquillo, o Signore. O se volete che in questa notte abbiamo a morire, fateci svegliare nel santo paradiso". In ogni mattino, ma specialmente una volta al mese, aprendo gli occhi alla luce del preghiamo: "O Signore, vi dono il mio cuore. Quando aprirò gli occhi a vedervi nello splendor del paradiso?". E qui detestiamo le colpe nella sacramentale Confessione. Ci uniamo a Gesù cuore a cuore nel Santissimo Sacramento. Intanto gemiamo con sospiro divoto: "La nostra ultima battaglia quando verrà?".

  6. I mondani ci deridono in questa pratica. Noi li compatiamo. In caso di malattia poi desideriamo di ricever per tempo l'Estrema Unzione. Non ne abbiamo paura. Forseché un sacramento, il quale è prezioso come il Sangue santissimo del Salvatore, può far morire un minuto anzi tempo? Anzi ne prolunga la vita, perché al cuore ne toglie [319]il verme struggitore, il rimorso. Altronde, morire bisogna. Guai a chi vi insinua di porvi in un cammino che è dell'eternità senza un conforto provvido! Gli empi e gli increduli ci combattono con dire: "Qual pro nella lotta di morte una prece ed un segno?". E gli rispondiamo: "Tacete, tacete. Quella preghiera e quel sacramento ci dispongono meglio alla immortalità nel cielo. Sciagurati voi che strappate i figli da una Madre santa. Per il punto di morte avete voi un conforto solo per i vostri seguaci? Sciagurati! Lasciateci in pace". Noi viviamo accanto alla Madre, moriamo in grembo alla diletta. La pietosa ci porge il suo aiuto e ci conforta con dire: "Una battaglia ancora e poi riposo per sempre".

Riflessi

  1. Una battaglia ancora e poi riposo per sempre.

  2. L'ultima battaglia assistita da una Madre pia.

  3. Il combattente ne ha sollievo opportuno.

  4. Morendo entra al riposo beato.

  5. Disponiamoci alla battaglia ultima.

  6.  Lasciamoli i derisori. Preghiamo per essi.

 

 





p. 426
255   Nell'ed. 1883, p. 311: «in punto di nostra morte».



256   Cfr. Sal 124(123), 8.



p. 427
257   Nell'ed. 1928, p. 347: «porge la materia di un Sacramento di conforto».



258   Cfr. Gc 5, 14.



259   Nell'ed. 1883, p. 312: «l'avreste».



260   Nell'ed. 1928, p. 348: «in tempo ho scorta la vanità».



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