Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento S. d. C. - 1910
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REGOLAMENTO DEI SERVI DELLA CARITÀ (1910)

PARTE TERZA

Capo IX. DEL SAGRESTANO E DEL PORTINAIO

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§ I. Del sagrestano

§ II. Della portineria e del portinaio

1345

§ III. Doti del portinaio

§ IV. Obblighi del portinaio

1347
[- 1345 -]

Capo IX.

DEL SAGRESTANO E DEL PORTINAIO

 

<< <   > >>§ I.

Del sagrestano

 

[211]Il sagrestano si sceglie dal Consiglio superiore della casa con le seguenti norme di fede e di pratica.

Si scelga soggetto degno di assistere la casa di Dio e di servire ai santi - 1346 -altari del Signore.

Si ammiri e si segua l'esempio di Chiesa santa che, per mezzo di quattro Ordini minori, dispone gli allievi del santuario alla custodia ed al servizio della chiesa casa di Dio.

Si preferiscano gli adulti ai fanciulli, perché negli adulti è più radicato il sentimento di fede e la pratica della virtù.

I fanciulli non sono mai da adoperare a lungo e con servizio continuato di più ore nel medesimo[212] giorno, perché ne prenderebbero stanchezza soverchia e scemerebbero nella pietà e nella divozione.

Bisogna curare che nel sagrestano si mantenga sempre lo spirito di fede e di retta intenzione, che con coscienza curi gli arredi sacri.

 Deve subire un esame per il disimpegno devoto delle sacre funzioni.

Deve essere conforme alle prescrizioni della Chiesa, consono ai consigli ed allo indirizzo del proprio istituto.

<< <   > >>§ II.

Della portineria e del portinaio

 

La portineria deve considerarsi quasi ospizio di carità, perché è destinata ai pellegrini, ai viaggiatori, che vengono per domande di soccorso o per visita dei propri parenti o come che sia attinenti.

Perciò la portineria deve, fra altro, avere un corredo modesto con segni di fede e di carità religiosa.

In più, la portineria deve poi considerarsi come locale che indica lo stato morale, educativo del pio ricovero e sotto questo rapporto deve avere locali poveri sì, ma puliti.

Sta bene che vi sia una tavola nel mezzo e sedie e sedili lunghesso le pareti. Sulla tavola[213] di mezzo sempre vi dev'essere qualche stampato che si riferisca alle opere della Casa della divina Provvidenza, come il bollettino mensile, le biografie di talune suore della casa, un album delle varie Case della Provvidenza, con qualche altro libro di lettura amena e spirituale.

Perché poi niente vada smarrito, nel divoto convento dei Passionisti di Roma ai Santi Paolo e Giovanni libri congeneri, fortemente legati, si obbligano ad una catenella presso le panchette che sono all'ingresso nel corridoio del celebre convento.- 1347 -

Altresì la portineria si può considerare come luogo di guardia, per assicurarsi contro persone non bene intenzionate o contro fatti che potrebbero ritornare di danno.

Sotto questo rapporto, la portineria deve essere in luogo più o meno staccato dai locali del ricovero e sovrattutto deve essere prudentemente difesa.

<< <   > >>§ III.

Doti del portinaio

 

Ciò premesso, ne viene di conseguenza che il portinaio deve essere adatto all'ufficio suo.[214] Come luogo di guardia, il portinaio deve essere sempre come una sentinella al luogo suo di giorno e di notte. E siccome non si può obbligare a questa vigilanza continua una persona sola, perciò secondo l'importanza della stessa portineria sarà necessario che il portinaio abbia taluno che lo surroghi e lo sostituisca secondo il bisogno.

In quanto la portineria deve rappresentare il grado di carità e di civiltà del ricovero, sarà pure conveniente che il portinaio, per qualche deformità e difetto corporale, rappresenti e indichi il genere del ricovero.

Ma deve poi essere persona di garbo e di una intelligenza capace all'ufficio suo.

 In quanto poi la portineria è luogo di caritativa ospitalità, il portinaio abbia in cuore dolcezza di modi, espansione di discorsi pii.

Per quanto si può, si abbia una immagine o statua divota della Madonna o di S. Giuseppe o dell'angelo custode, possibilmente l'immagine che indica il patrono speciale di quell'istituto; vi apponga sotto un comodo genuflessorio perché quei della casa, entrando ed uscendo, recitino breve e divota preghiera.

I forestieri poi, vedendo, ne concepiranno pensieri buoni di fede.

<< <   > >>§ IV.

Obblighi del portinaio

 

[215]I doveri principali del portinaio saranno dunque i seguenti.

Non <deve> abbandonare la portineria giammai, ma - 1348 -specie in ore di concorso deve farsi supplire come si è detto Deve conoscere chi entra e chi esce, per saper rispondere convenientemente.

Deve osservare queste puntualità, specialmente riguardo a certe persone, per le quali sia necessaria una speciale sorveglianza.

Non deve aprire le porte prima dell'ora fissata al mattino e non lasciarle aperte di sera, oltre l'ora parimente determinata.

Il direttore speciale della casa, secondo le circostanze, esponga in un quadro visibile i doveri del portinaio, le regole della portineria.

A favore dei superiori della casa si tiene una tessera per conoscere l'ingresso o l'uscita o il luogo approssimativo del loro ufficio, perché secondo le occorrenze ben tosto si rinvengano.

È regola che i principali superiori si richiamino con tocchi determinati del campanello della comunità.

[216]Il portinaio dev'essere molto attento per dare i segnali della comunità per i diversi uffici di chiesa e di lavoro, del cibo, del riposo.

Per quanto si può, il portinaio deve conoscere non solo il nome, ma anche il carattere dei singoli ricoverati della casa, perché ad ogni evento possa rispondere.

Per facilitare questo sarebbe utile che tenesse un registro particolare in ordine alfabetico.

In quelle case, nelle quali il portinaio gode di tempo libero, bisogna procurare che si possa intrattenere in qualche lavoro utile di arte o di studio.

Giovani alla carriera degli studi, specialmente ecclesiastici, sarà pur bene occuparli in questo, secondo le circostanze.

Sarà pure anche bene che il portinaio tenga presente un breve registro per notare il nome dei visitatori o qualche speciale incombenza loro o di altri.

 Come emerge, all'ufficio di portinaio non sarebbe da ammettere che persona capace e competente, cosa questa che non si potrà facilmente ottenere negli inizi di una casa, ma che a poco a poco si potrà ottenere secondo lo sviluppo della casa stessa.


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