Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
Lettura del testo

Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1893

4. La preghiera e il segno di croce nelle scuole.acapo.Anno I, n. 3, febbraio 1893, pp. 21-22

«»

[- 19 -]
4
La preghiera e il segno di croce nelle scuole
Anno I, n. 3, febbraio 1893, pp. 21-22. Presentato al processo.
Accade talora che come la persona, così la società cristiana si lasci soprafare da tale indebolimento che sembra morirsene omai. Un soprassalto e insieme una specie di delirio oggidì invade, mentre s’attenta di uccidere la vita dell’anima e della civiltà cristiana con sottrarre ai fanciulli nelle scuole la potenza della preghiera ed il conforto vivifico del segno di croce. Parrebbe impossibile se non fosse vero.
La religion cattolica non è la dominante dello Stato in Italia? Sì che la è. Or come si perseguita impunemente da quelli stessi che rappresentano il potere? E l’insegnamento religioso non è tuttavia prescritto dalla legge Casati? Or com’è che, in nome della legge che impera, altri incaricati della legge stessa osano proibire? Che controsenso, che ribellione è questa?
- 20 -
Nel senso universale delle genti oggidì si propugna libertà, ed or com’è che nel cuor del bambino si soffoca in sul nascere il bisogno naturale della preghiera e nel cuore dei genitori si pianta un chiodo di tormento e in volto ai venerandi ministri del culto si imprime un vilipendio crudo, e la società cristiana, che unica reca la civiltà del vero progresso e della virtù, la si vuol degradare in società pagana e, peggio che pagana, in società atea? [22] Ora non si ricorda più il detto del filosofo il quale assicura che come l’uomo, così la società senza religione divien selvaggia bestia tra le fiere più selvaggie? Però la stessa legge di Atene condanna a morte come nemico della patria e assassino della società chi bestemmia non essere Dio che premia o che castiga e provvede alle umane cose.
Conchiuda ora chi ha fior di senno se la sottrazione della preghiera e del segno di croce nelle scuole non è un delirio ed un attentato alla vita della società. Però ognuno deve venire in soccorso. Il pontefice da pezza eleva gigante la voce e porge salutare ed infallibile rimedio. I vescovi con petto di bronzo predicano l’efficacia e la necessità della preghiera, del catechismo cattolico. Si sono inaugurati congressi catechistici, e la stampa cattolica con tutta possa difende e propaga la massima della croce e del catechismo cristiano.
Conviene che salutarmente commossi i genitori seguano la voce dei parroci e dei sacerdoti che sono d’un cuor solo con il vescovo uniti al sommo pontefice. E con i genitori tutti quegli che nell’ordine sociale tengono un posto di onore e quindi di dovere. Giuseppe 10 Parini invitato a sedere ad un posto di onore rispose: « Nol farò se non vedo al suo posto restituito il gran cittadino Gesù Cristo », e ottenne. Il nostro illustre vescovo Rovelli invitato all’Assemblea nazionale dal potente Bonaparte, interrogò: « Ubi Petrus? ». E ottenne che la Francia non morisse, ma ritornasse ‹a› vivere della vita del Vicario di Gesù Cristo.
Orsù, la società cristiana è illanguidita nella fede che par morirne omai, ma meschinelli non morremo. Protestiamo contro - 21 -il tradimento della sottrazione della preghiera e del segno di croce. Italia, in grazia del pontificato e della religione, ottenne sempre il primato sopra tutte le nazioni in ogni bello come di fede, così di morale, di costume ovvero di arte e di industria nello incamminamento al vero progresso.
Orsù, difendiamo in noi il tesoro di eredità dei padri, e un’aureola di onore circonderà sempre le fronti nostre e una fiamma di vita irradierà i nostri volti, e noi potremo lieti ripetere l’inno del trionfo: siamo salvi mercé la preghiera e il segno di croce.




p. 20
10
Originale: Antonio.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma