Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1893

7. Metodo per fare un po' di bene.acapo.Anno I, n. 4, marzo 1893, p. 31; n. 6, maggio 1893, p. 52

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Metodo per fare un po’ di bene
Anno I, n. 4, marzo 1893, p. 31; n. 6, maggio 1893, p. 52. Presentato al processo.
Quando uno fu sbalzato da uno stato agiato di fortuna, non gli rimane altro partito che di farsi daccapo ai lavori più minuti e contentarsi dei guadagni più miti e daccapo a piegare il collo alla fatica e lo intelletto alle umiliazioni e il cuore ai patimenti.
Non si può non affermare che dai perpetui avversari nostri noi, figli della Chiesa, siamo stati, da uno stato agiato di beni spirituali, scagliati in un abisso che non luogo a respiro libero. Ed or che faremo noi? Non è dubbio: bisogna che ci facciamo daccapo a ricuperare il perduto. E lo ricupereremo se di cuore ci faremo daccapo alle opere minute di preghiera, daccapo alle opere umili di insegnamento e di massima cattolica, daccapo nelle pratiche di culto e di cristiana carità, daccapo nello spirito di unione cattolica e nel ristauro poco a poco di quelle istituzioni che l’inimico ha guastato e distrutto.
Il sommo pontefice ed i vescovi raccomandano, tra altre cose, la apertura e lo incoraggiamento dei comitati parrocchiali. Non è dubbio che questi comitati nello spirito e nelle intenzioni della Chiesa sieno mezzi molto atti a ravvivare 16 la fede e lo spirito del vero cristiano in cuore ai propri fratelli e della cristiana società.
Ha chi si duole che, desiderando istituire un comitato parrocchiale, gli pare non poter trovare personaggi atti a costituirlo. Appunto in questo argomento facciamoci daccapo a raccogliere quel buono spirito che ancora rimane intatto nel cuore di non pochi. Hanno dei cuori i quali hanno sempre deplorato i patimenti della Chiesa in questi ultimi tempi, e che vedendo lo imperversare delle false massime hanno pregato di cuore e, mentre la più gran parte di mondo tripudiava nei godimenti al banchetto della libertà, questi cuori buoni hanno deplorato l’universale pervertimento e stando nel mondo non si sono attaccati al - 25 -mondo, e ‹con› il loro spirito intanto lavoravano alla tempra degli impulsi di sante inspirazioni e si preparavano senz’avvedersene per essere poi soldati valorosi nel combattimento.
Eccoli i militi nella Chiesa del Signore. Sono poveri, ma la loro povertà è la loro ricchezza. Non si dicono al livello delle alte intelligenze, ma la loro ignoranza li ha salvati. Sono semplici ed umili, perciò degni di venire esaltati 17. Non dubitate, ché lo spirito del Signore li investe mirabilmente ed eglino in ogni caso necessario ed opportuno troveranno chi loro inspiri i discorsi a proferire, le opere ad iniziare, le vittorie a compiere.
Ha il vantaggio che a queste forze, agli occhi del mondo così inette, gli avversari non credono, si crederebbero avvilire in abbassarsi a questi deboli istrumenti 18. [52] Ma intanto i Davidi fanciulli scagliano dalle fionde le loro pietre ed i pastori nella grotta di Betlemme preparano gli splendori del culto santo nel tempio massimo della Cristianità.
Non è dubbio che le opere minime così incominciate con buono spirito non sieno per proseguire e ottenere vittoria. Hanno la caparra delle divine promesse, la sanzione dei fatti e la buona conferma di una esperienza quotidiana e continua.




p. 24
16
Originale: Chiesa non sieno mezzi molto alti a ravvivare.


p. 25
17
Cfr. Mt 23, 11.


18
Nell’originale l’articolo è interrotto dall’indicazione: « (Continua) », per lasciare spazio a un elenco di offerte ricevute; nel periodico di maggio la ripresa è preceduta dell’indicazione: « Continuazione del quarto numero ».


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