Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1895

22. Il Pane dei poveri di sant'Antonio.acapo.Anno III, n. IX, agosto 1895, pp. 284-286

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Il Pane dei poveri di sant’Antonio
Anno III, n. IX, agosto 1895, pp. 284-286. Presentato al processo.
Centenario di sant’Antonio - Sant’Antonio di Padova che fu dai pontefici salutato arca di sapienza, che fu detto taumaturgo per la copia dei miracoli, sant’Antonio nel corrente anno muove l’universo mondo cattolico a celebrarne le feste sette volte centenarie dalla sua nascita. Sant’Antonio di Padova è sempre stato l’amico celeste dei popoli, onde i popoli tolsero a gara ad onorarlo di singolare divozione. In questo pure si distinse mai sempre il buon popolo d’Italia e di Francia.
Il Pane dei poveri di sant’Antonio - I francesi i quali sono stati da pezza i promotori di molte opere buone, furono dessi che istituirono l’opera del Pane dei poveri di sant’Antonio. Si sa che sant’Antonio, poverissimo ed umilissimo egli stesso, era sopramodo amante dei poveri. Reputavasi indegno di toccare i fiori e le erbe, creature del Signore, e dovendo pure riposare per via, egli saliva su di un albero e su quello adagiavasi a passare la notte.
I poveri crescono oggi giorno tanto da una parte, quanto dall’altra gli ingordi dimostransi insaziabili nel sospirare: « Mille e poi mille... Milioni e poi milioni... Portate... portate sempre denari e godimenti ». Sarà adunque una grande misericordia del Signore questa nuova forma di carità: dare ai poveri, dare ai poveri nella Chiesa, dare dinanzi al simulacro di sant’Antonio, uno dei nostri santi più popolari e più diletti.
Modo di istituire l’opera di sant’Antonio: il Pane dei poveri - In qualunque chiesa parocchiale o figliale, in qualunque oratorio pubblico o privato si colloca il dolce ritratto a quadro od a statua del nostro sant’Antonio di Padova, il quale in estasi di contemplazione guarda al divino Infante che tiene fra le braccia. Al fianco destro della balaustrata si fissa un bossolo o cassetta su cui è scritto: Domande. Al fianco sinistro della balaustrata si infigge altro bossolo su cui è scritto: Offerta per il Pane dei poveri. I fedeli i quali implorano grazie scrivono su - 161 -di un biglietto le proprie domande e lo ripongono a suo luogo. Ottenuta poi la grazia, versano la propria offerta nel bossolo che sta di contro.
Domandiamo con fede, ché sant’Antonio è nostro buon amico. Domandiamo con maggior fede, ché il divino Infante il quale nella notte di Natale venne a posarsi fra le braccia di Antonio, certamente è venuto per dirgli: « Domanda, o Antonio, che io voglio concedere molte grazie a te, e per mezzo tuo ai tuoi fratelli cari ». [285] Lungo le balaustrate ‹si pone› un formulario di preghiere che si recitano dai divoti onde implorare le grazie di cui abbisognano.
Il Pane dei poveri nelle opere della Piccola Casa - La Piccola casa ha inaugurata l’opera del Pane per i poveri nella chiesa di sant’Ambrogio ad Nemus di Milano, nella chiesa del sacro Cuore in Como, nell’oratorio del sacro Cuore in Pianello Lario. Nessuno potrebbe più fruttuosamente porgere un boccone di pane che ai poveri di queste case, nelle quali insieme col pane materiale del corpo si porge il pane spirituale dell’anima, colla divina parola e coi santi Sacramenti.
Nell’ospizio di Sant’Ambrogio ad Nemus in Milano sono allo incirca centocinquanta ricoverati, se vi si uniscano quelli dell’ospizio succursale in via Cappuccini n. 16. Nella stessa casa di Sant’Ambrogio si istruzione a circa trecento bambini che si allevano nei rudimenti della religione, del leggere e dello scrivere per mezzo di asili e di scuole elementari. In tre altre case di Milano si fa altrettanto a favore di circa trecento altri fanciulletti: in via Cappuccini n. 16, in via Panfilo Castaldi n. 17, sul corso di Porta Vittoria n. 30. Nella casa di Sant’Ambrogio ad Nemus è pure aperto oratorio festivo in favore di trecento figlie del popolo. La chiesa poi è aperta al pubblico in quella Borgata degli Ortolani bisognosa oltremodo di assistenza spirituale. Ivi si amministrano i santi Sacramenti, vi si dispensa la divina parola nei giorni feriali e più spesso nei giorni festivi.
Divoti del taumaturgo di Padova, eccovi come viene impiegata in Milano l’offerta del Pane dei poveri che voi vogliate depositare davanti al quadro di sant’Antonio nella chiesa di sant’Ambrogio ad Nemus.
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A Como poi, nei recinti della Piccola Casa, stanno trecento ricoverati distinti in dodici classi di persone, come altre volte si è notato. A Pianello Lario si porge pure il pane del corpo e dell’anima a circa altri cinquanta ricoverati. Le suore, povere esse stesse, presentano i loro servigi di carità al letto degli infermi e come meglio in casa e fuori.
O divoti di sant’Antonio, in porgere le vostre domande servitevi delle case e delle chiese della Piccola Casa, e voi avrete in appoggio delle domande vostre il merito delle orazioni o delle pie opere che nelle stesse case si vengono facendo in ogni . La Piccola Casa ha fatto un’edizione copiosa del libretto VII centenario della nascita di sant’Antonio di Padova. Opera del Pane dei poveri 41. Con tutto affetto ad ogni oblatore del Pane dei poveri, e come piccolo segno di molta gratitudine, la Pic‹cola› Casa invierà copie del suddetto opuscolo.
Il Pane dei poveri - Le opere della Piccola Casa hanno la proprietà di convertire in pane per i poveri non solamente quella offerta in danaro che venga dato, ma altre cose parimenti. Avete abiti fuori d’uso o lingerie o coperte o mobili che più non fanno per la casa vostra? Ovvero avete cenci o carta straccia? Facile è benedire a questi oggetti e convertirli in pane pei poveri. In casa vostra avrete un libro onesto che più non leggete, un quadro che più non vi garba, un gingillo che non è più dell’età vostra; fors’anche avete un oggetto più prezioso, inutile a voi che oramai siete persuasi di essere chiamati a passare al paradiso. Ebbene fatene invio alle opere della Piccola Casa ché il tutto sarà tesoro prezioso per una fiera di beneficenza.
Signori e signore, artisti ed operai può essere che non sappiano come passare la giornata perché sono senza lavoro. Or su, anche voi lavorate un oggetto di ago e di trapunto, di pennello o di intaglio in favore di questa pesca di beneficenza. Sant’Antonio, che fa ritrovare le cose perdute, farà pure ritrovare a voi felicità e lavori importanti per aiutarvi alla vostra volta nel giorno della necessità in questa misera vita.
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Una volta nell’anno talune suore della Piccola Casa, come sorelle Ruth, sogliono venire a spigolare nei campi di Booz. Nel prossimo settembre si moveranno allo incontro vostro con il saluto della pace del Signore. Accoglietele con la solita bontà e ricevete i sensi della gratitudine loro e di tutti noi.
[286] I nostri benefattori dell’opera del Pane per i poveri - Ieri 22 luglio ripassando verso la chiesa di san Giuseppe, entrai per riverire e ringraziare l’opera ivi costituita del Pane dei poveri. Trovai presso il bossolo delle offerte una persona a sedere semisvenuta. Interrogata rispose: « Ho mangiato stamane tanta polenta con acqua e poi ho fatto un lungo cammino fin qui... Non ne posso più... ». Allora rifeci le scale della sacrestia e mi incontrai nell’alloggio di monsignor Giuseppe Ghezzi, cancelliere vescovile e rettore di detta chiesa. Volli fare i miei convenevoli e ringraziamenti e conchiusi poi: « V‹ostra› s‹ignoria›, benevola alla nostra casa ed ai nostri poveri di Sant’Ambrogio ad Nemus, compia altra opera buona adesso, faccia inviare una tazza di caffè bollente a persona che per aver mangiato molta polenta or trovasi non ben disposta ai piedi dell’opera del Pane dei poveri nella chiesa di san Giuseppe ». Monsignor cancelliere rettore s’abbia proprio di cuore le nostre vive azioni di grazie, perché per il primo inviò ai nostri poveri di Sant’Ambrogio, come segue:
in maggio decorso L. 25,00
» giugno » 34,35
» luglio 21 » 24,00
  » 23 » 14,00
   Totale L. 97,35
che trasmesse al fornaio gli fecero dare un saltetto di gioia, come di gioia fecero balzare il cuore e la destra di chi li porgeva. Felicissimo il pensiero di monsignor Giuseppe Ghezzi! Trovi imitatori non pochi e l’opera di Sant’Ambrogio ad Nemus estenderà presto le sue tende.
Ringraziamo parimenti la signora Marliani Teresa che in due riprese portò pure L. 30. La signora N. N. di Cuggiono che offrì L. 12 affinché un suo figlio chierico chiamato sotto alle armi perseveri nella sua santa vocazione.
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Si ricorderà parimenti nelle preghiere dei ricoverati la signora Carolina Coronaro che offerì L. 20,32, oltre una tovaglia d’altare.
Pie persone di Fino Mornasco offrono di tempo in tempo il loro obolo, e testé L. 1,50 a mezzo del buon amico sacerdote Serafino Rumi.
Quel cordiale sacerdote collega Gaetano Vidoletti, gioia di Valle Intelvi e fuori, di tempo in tempo, in persona propria e dei confratelli che ben sa importunare, manda sue offerte che sono tanto più gradite quanto più frequenti. Non ha molto inviava L. 8.
Altri sacerdoti si fanno interpreti dei bisogni della Piccola Casa presso a persone agiate e benefattrici.
In questo proposito viva è la nostra gratitudine al sacerdote d‹on› Giulio Della Torre, della cattedrale di Como, che volle dirigere a noi la cospicua somma di L. 300.
Circolano le nostre azioni e le nostre proposte arricchite di favori spirituali per un soccorso di L. 3 annue. I cooperatori a queste azioni s’abbiano dal Signore premio condegno e continuino nell’opera caritatevole di queste offerte.




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