Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1895

35. I cooperatori della Piccola Casa.acapo.Anno III, n. XI, ottobre 1895, pp. 299-300

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I cooperatori della Piccola Casa
Anno III, n. XI, ottobre 1895, pp. 299-300. Presentato al processo.
Era il giovedì avanti alla Settuagesima del 1875. Il venerando don Bosco uscendo dal suo Oratorio di Torino scuoteva leggermente le spalle e diceva: « Parmi alleggerito di un gran - 182 -peso ». Indi proseguendo il cammino verso Lanzo Torinese, diceva al sacerdote che lo accompagnava: « Da quattro anni penso al modo di fare un po’ di bene e non ci riesco. Ne ho parlato in Capitolo e non vediamo luce sufficiente ». Quel sacerdote modestamente espose sue idee che parvero piacere al grande istitutore. Ne volle uno schema scritto. Pochi mesi di poi usciva per le stampe l’opera dei cooperatori salesiani 51. Di quest’opera ne promulgarono poi lode altissima i pontefici Pio IX e Leone XIII.
Don Bosco medesimo ne previde l’immenso bene e diceva: « Quando i vescovi ed i parroci verranno a conoscere qual potente aiuto in ogni opera buona potranno avere dalla istituzione dei cooperatori salesiani nelle loro diocesi e parrocchie, si affretteranno a diffonderla adoperando in ciò tutte le loro forze. Verrà tempo in cui cooperatore salesiano sarà sinonimo di buon cattolico ».
Le predizioni del santo sacerdote si vengono verificando con molta chiarezza ai giorni nostri. Quando uno si sente un peso grandissimo a portare, è tanto naturale che cerchi l’aiuto di cirenei pietosi. La nostra Piccola Casa per tempo ebbe la fortuna di trovare un drappello di cotali cooperatori, sparsi qua e . Si sentiva il bisogno di raccoglierli in gruppi di unioni atti per forze maggiori, e allora fra alcuni amici più fervidi di Milano e di Como si determinò il programma seguente.
L’Amicizia
1. Con il titolo di Amicizia viene istituita una pia società di aiuto e consiglio.
2. La pia unione ha sua sede nei locali della Piccola Casa della d‹ivina› Providenza in Como e in quelle della succursale di Milano.
3. Il naturale presidente ne è il fondatore e direttore dei suddetti istituti pii.
4. Il quale sceglie in numero di sei almeno consiglieri con voto consultivo.
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5. Lo scopo primario di tale società è la santificazione degli individui nello esercizio di preghiera e delle diverse opere di carità.
6. Si adunano in conferenza un fra l’ottava delle maggiori solennità della Piccola Casa, festa del sacro Cuore e della Vergine immacolata.
7. Si adunano parimenti per invito del direttore presidente secondo ragionevoli bisogni per lo sviluppo dell’opera.
8. Merito spirituale dei soci dell’Amicizia è la partecipazione a tutto il bene che nelle opere della Piccola Casa si fanno. Merito temporale è quella corrispondenza eventuale di cooperazione che la Piccola Casa possa esercitare in prò dei soci stessi.
9. La pia unione viene costituita in forma privata con animo di riprodursi in tempo opportuno.
10. L’organo del periodico La Providenza è in parte l’organo di congiunzione dei soci.
11. La pia unione si inaugura sotto gli auspici del sacro Cuore e adotta per segno di riconoscimento e di azione il motto di san Paolo: « Caritas Christi urget nos » 52.
Nel cammino della vita, e di questa vita così perigliosa, trovare buoni amici è grande conforto. Maggior conforto è il trovar amici e buoni e potenti.
Con il programma dell’Amicizia si avrebbe in animo di costituire, specialmente a Milano ed a Como, gruppi di persone le quali di proposito facciano proprii gli interessi delle minime opere della Piccola Casa. Piccoli gruppi di persone siffatte si possono costituire in più borgate popolose e per fino nei villaggi dove si trova‹no› due o poche persone di buona volontà.
Quando sono sacerdoti, allora crescerà la fortuna anche per questo: che i cuori sacerdotali, congiungendosi più intimamente nel pensare e nell’operare, possono gli uni agli altri tornare di speciale giovamento negli uffici del proprio ministero. I laici poi che rimpinguano il gruppo dei cooperatori, si trovano eglino stessi nella felice occasione di congiungersi al clero e così godere più da vicino reciproco vantaggio.
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[300] La Piccola Casa sente più vivo il bisogno dei cooperatori in questo momento, perché per dare sviluppo all’opera in Como ed a Milano ha dovuto sottostare a spese gravissime di costruzione e di compera.
Torna opportuno l’aiuto dei cooperatori perché specialmente a Milano la casa di Sant’Ambrogio è cresciuta di ricoverati, e tuttavia le domande di altri ricoverandi urgenti sono di quasi ogni . Non è più spazio, e questo stringe vivamente il cuore. Sarebbe luogo a copiose costruzioni nella vasta ortaglia attigua di oltre quattromila metri, ma come sottostare a nuovi debiti mentre è il peso già enorme dei debiti vecchi? Verissimo è che Dio vede e Dio provvede, ma è pur vero che ci farebbe non poco piacere lo scorgere dei valevoli cooperatori che coll’opera e col consiglio vengono innanzi ad aiutare le Opere della divina Provvidenza. Si sono aperte tempo fa delle azioni di L. 3 annue, ma si sono quasi perdute per non essersi potute coltivare. Mesi fa si sono pure raccolti in qualche numero oggetti per una fiera di beneficenza a tenersi nella prossima vernata.
Un gruppo di cooperatori, che in più luoghi delle diocesi favorisce queste prove, sarebbero un aiuto grandissimo allo sviluppo delle opere nostre. Il Signore benedica ad ogni buon proposito e lo fortifichi.




p. 182
51
[Giovanni Bosco], Cooperatori salesiani ossia un modo pratico per giovare al buon costume ed alla civile società, Torino 1876, 16 p.


p. 183
52
2 Cor 5, 14.


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