Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
Lettura del testo

Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1896

8. L'idea cattolica.acapo.Anno IV, n. III, febbraio 1896, pp. 11-12

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L’idea cattolica
Anno IV, n. III, febbraio 1896, pp. 11-12. Presentato al processo.
Il venerando d‹on› Giov‹anni› Bosco solea dire: « Spargete l’idea cattolica e cadranno i moti della rivoluzione ». Monsignor Ireland in una conferenza tenuta ai preti di Parigi esclamava: « Uscite, signori, uscite dal santuario; siate di chiesa, ma non vi state tutto il giorno! E quando uscite andate al popolo, parlategli il suo linguaggio, ditegli, provategli che voi comprendete i suoi interessi e che voi saprete assumerne la difesa... Preti, versate sul popolo l’affetto dell’anima vostra, guadagnate col vostro amore il gigante della democrazia, dateci una democrazia cristiana e Cristo regnerà e vincerà ».
Parole d’oro! Sì, il mondo una volta veniva a noi, ora ci volge le spalle; una volta non avevamo che da stare al nostro posto, ma adesso convien muoversi, uscire dalla sacrestia sotto pena di restare in una colpevole ed inonorata solitudine. A noi ora è detto: « Uscite prontamente, scorrete le vie e le pubbliche piazze, le strade e i campi, chiamate i poveri, i zoppi, i ciechi e costringeteli ad entrare » (Luca, XIV) 9.
Osserverà alcuno: « Ma noi abbiamo i nostri pulpiti, i nostri confessionali; vengano dunque i popoli dove noi stiamo per dovere del nostro ufficio! ». E se non vengono, se la voce della campana invece di attirarli sembra farli fuggire, resteremo noi spettatori indifferenti di questa deplorabile diserzione, - 225 -scotendo la polvere dei nostri piedi e gettando dietro loro le parole di Geremia: « Quelli che vogliono andare alla morte, se ne vadano » (cap‹itolo› XLIII)? 10 Può egli immaginarsi un mietitore ostinato a girar la sua falce sempre nel medesimo luogo senza avanzarsi d’un passo, pretendendo che le spiche abbiano a presentarsi per essere mietute? Fu forse il mondo che andò a trovar Gesù Cristo? Furono Roma od Atene che domandarono il Vangelo ai santi apostoli Pietro e Paolo?
Supponiamo al nostro posto un san Francesco di Sales o un san Francesco Saverio; dopo aver fatto un’ora d’adorazione, una sanguinosa disciplina, celebrata la santa Messa con un’angelica pietà, quale impiego farebbero della loro giornata? Si contenterebbero essi, pacificamente assisi nel posto della lor quiete, di contemplare la terribile burrasca che sconvolge il mondo, di osservare da qual parte spira il vento, di numerare le barche sommerse senza inviare dei palischermi, senza gettar corde, senza nemmeno stender la mano a tanti infelici naufraganti?
È dunque invano che Isaia si sforza di eccitare in noi lo spavento e la vergogna? « Fiere del bosco — egli gridabestie feroci, accorrete, inseguite la vostra preda! I custodi di questo gregge sono ciechi e senza intelletto, i loro cani sono muti e non sanno abbaiare, non veggono che vani fantasmi, essi dormono e si pascono di sogni! » (cap‹itolo› LVI11. Non veggono che vani fantasmi! Ed uno di questi, per dire il primo, è l’immenso lavoro che si schiera dinanzi ai loro occhi. « E come — dicono — come potremo noi, individui isolati, bastare a tanto lavoro? ».
Come? Riunite i vostri uomini, associateli fra loro e dirigete i loro pesi ad un unico scopo. Si fanno delle società per le scienze, pel traffico, per iscavar canali, per popolar terre conquistate, e non se ne faranno per popolare il cielo, per condurre a Dio cuori fatti per amarlo e benedirlo eternamente? Sopratutto nelle città si direbbe essere associazioni per tutte le età, per tutte le condizioni, per tutti i bisogni. Quelle che hanno cura della gioventù sono al certo commendevolissime.
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Le scuole della Piccola Casa tendono specialmente a questo scopo. In essa ‹c’è› chi si dedica all’istituzione di coloro che si sentono [12] chiamati allo stato sacerdotale, chi a fare de’ bravi e buoni operai, chi ad istruire dei buoni giovanetti i quali, se non sarà in loro la vocazione d’entrare nel santuario, andranno ad aiutare i sacerdoti nell’istruzione catechistica. Questo è lavoro di fatica e di pazienza. I buoni dunque apprezzino, per quanto è loro possibile, questi sforzi e la religione ne avrà lustro e decoro. Iddio ci aiuti!




p. 224
9
Lc 14, 23.


p. 225
10
Ger 43, 11.


11
Is 56, 9-10.


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