Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1901

20. A chi vi percuote una guancia porgete l'altra.acapo. Anno VIII, n. 11, novembre 1901, pp. 87-88

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A chi vi percuote una guancia porgete l’altra 26
Anno VIII, n. 11, novembre 1901, pp. 87-88.
Fedeli al precetto che poniamo in testa a quest’articolo, lungi dal rivolgere contro un giornale democratico del Canton Grigione le accuse che esso ha lanciate contro di noi 27, deploriamo il suo inganno e protestiamo in queste colonne di non voler rispondere con offesa all’offesa, ma soltanto di voler difendere la verità, noi stessi e i nostri sacerdoti che reggono il Collegio di Sant’Anna a Roveredo.
La Casa della divina Provvidenza è entrata nel Canton Grigione ed ha posto sede a Roveredo non per interesse proprio, sibbene per venire in aiuto del povero e per aderire all’invito fattole dalle autorità ecclesiastiche [88] e civili di quel paese libero e forte.
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Un periodico democratico della valle da parecchio tempo acerbamente ci assale, ora copertamente, ora apertamente, ma nei numeri 43 e 44 in ispecie ci accusa di fare come i gesuiti che adottano il principio: Si fecisti, nega 28. È assurda quest’accusa, come sarebbe assurdo il dire che la luce produce le tenebre, ma oltre che assurda è più che mai empia. Vi sfidiamo a provarci quanto dite, purché non ricorriate a menzogne.
Neppure è vero che noi stiamo alla macchia. Noi e i nostri preti lavoriamo alla faccia del sole, senza giri e rigiri e senza inganni. Se non foste mossi da un astio inqualificabile contro la nostra casa, non frughereste nel santuario dei nostri pensieri per leggervi a modo vostro e calunniarci.
Lo diciamo senza ambagi. Noi siamo semplici tipografi del San Bernardino, non altro. Nella commissione responsabile non entra nessuno di noi, quindi le calunnie e le minaccie della Rezia non toccano né noi né alcuno dei preti del collegio.
Del resto, parliamoci chiaro. Se è vero, ed è verissimo, che l’Elvezia è libero paese, nessuno può togliere a noi di lavorare per il bene onestamente e liberamente e di esercitare una giusta difesa. E se le nostre forze non bastassero a metterci o tenerci nei nostri diritti, la legge del vostro Stato — lo ripeto: libero e forte — ci difenderà dai vostri assalti, e insieme al pubblico ci darà ragione.
Ma quando pure un astio personale vi movesse contro di noi, perché trascinare nel fango il nome di san Carlo Borromeo, nome che s’impone ad ogni uomo civile?
Il pubblico colla sua logica inflessibile e incorruttibile ci rende giustizia; esso riconosce che se noi abbiamo posto piede nel Canton Grigione, non siamo stati mossi da idea di lucro, sibbene unicamente dal desiderio e dal proposito di fare del bene.
E se Dio ci aiuta, continueremo alacri l’opera nostra.
Sac‹erdote› Luigi Guanella - Milano




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26
Cfr. Mt 5, 39. L’articolo è pubblicato anche ne Il San Bernardino, anno VIII, n. 46, 16 novembre 1901, pp. 1-2, con data 13 novembre.


27
Riferimento a due articoli apparsi sul settimanale liberale La Rezia, pubblicato a Lostallo, con il medesimo titolo Parole smentite dai fatti, nn. 43 e 44, anno VIII, 26 ottobre e 4 novembre 1901. L’A. risponde ad una polemica verso Il San Bernardino, settimanale fondato a Roveredo nel 1893, la cui tipografia da gennaio 1899 era gestita dalle Figlie di santa Maria della Provvidenza.


p. 345
28
« Se lo hai commesso, negalo » (Immanuel Kant, Per la pace perpetua, Appendice, I).


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