Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1902

6. Sua eminenza il cardinale Agostino Riboldi Necrologio.acapo. Anno IX, n. 5, maggio 1902, p. 40

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6
S‹ua› em‹inenza› il cardinale Agostino Riboldi
Necrologio
Anno IX, n. 5, maggio 1902, p. 40.
La morte dell’illustre porporato, lutto per la città di Pavia che lo ebbe vescovo e padre per quasi cinque lustri, lutto per Ravenna che lo ricevette non ha molto come dono preclaro della divina bontà, è lutto italiano che perde in lui un sacerdote umile e mite, un cittadino forte, operoso, energico, un teologo di profonda e vasta dottrina, un uomo veramente santo, attaccato alla Santa Sede come figlio amoroso e devoto, attaccato al suo popolo come padre, pronto a dare l’ingegno, il cuore, la vita per i suoi cari figli.
Per l’Opera della divina Provvidenza la morte del cardinale Riboldi è lutto domestico, e da tutte le nostre case sorse unanime un grido di dolore, soverchiato soltanto da un altro grido più forte ed insistente: la preghiera dei Figli del sacro Cuore 8, - 362 -delle Figlie di santa Maria della Provvidenza, di tutti i nostri ricoverati e di chi dirige l’opera da esso fondata. Il fondatore dell’Opera della divina Provvidenza trema anche oggi di commozione ripensando alla bontà apostolica e paterna colla quale Agostino Riboldi, allora vescovo di Pavia, lo chiamò ed accolse in Belgioioso, benedicendo ivi la Pia Casa di San Giuseppe, che grazie a quel felice inizio continua bene e progredisce.
È debito di giustizia dire a tutti che l’eminentissimo Riboldi ci fu prodigo di aiuti morali e di soccorsi pecuniari, che a lui dobbiamo riconoscenza per l’appoggio suo valevole dato alle nostre suore ed ai nostri sacerdoti, tre dei quali furono da lui ammessi all’alto ministero ordinandoli egli stesso ed altri tre vi furono da lui avviati ricevendoli chierici studenti nel suo seminario di Pavia.
Pur troppo chi scrive questi poveri cenni, e si dichiara eternamente grato a s‹ua› eminenza Agostino Riboldi pel tanto bene ricevuto, non era solo a presentire che la continuità e l’intensità del suo apostolico zelo lo andavano minando, e anzi temeva della sua precipitosa fine anche prima di vederlo elevato alla meritata dignità della porpora; ma se le preghiere dei buoni valsero ad ottenergli un prolungamento di vita e di lavoro, questo fu troppo breve e il colosso cadde sulla breccia, lavorando sempre, a soli 63 anni nella sua Ravenna che amava già tanto perché ne era tanto amato.
Non ripetiamo qui l’eco poderoso dei funerali solenni e commoventi celebrati per l’illustre defunto, ai quali noi pure abbiamo preso parte, né diremo del trasporto del suo corpo da Ravenna a Pavia, dove fu deposto nella tomba patrizia dei Bellisomi, trasporto che parve un trionfo. Queste notizie, date già da tutti i giornali, riescirebbero troppo tardive in questo giornaletto che vede la luce una volta al mese.
Diremo piuttosto che, quantunque nutriamo ferma fiducia che il principe della Chiesa, divenuto principe della corte celeste, nel godimento dei beati continui la sua benefica influenza sulla Chiesa, sulle anime, sulle istituzioni da lui amate e beneficate, non cesseremo noi di pregare per lui, né cesseranno i nostri cari ricoverati di impetrargli la gloria del cielo. Nelle nostre case faremo speciali funzioni di suffragio per l’illustre cardinale - 363 -Riboldi, e proporremo a noi stessi ed ai nostri cari sacerdoti, i Figli del sacro Cuore, di far tesoro dell’insegnamenti e degli esempi lasciati a noi dall’illustre estinto.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




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Cfr. nota 4 a p. 218; denominazione ripetuta nell’articolo.


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