Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1904

23. « Ai nostri cari morti ».acapo. Anno XI, n. 11, novembre 1904, pp. 153-154

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23
« Ai nostri cari morti »
Anno XI, n. 11, novembre 1904, pp. 153-154. Attribuito.
Questa epigrafe, scritta sulla soglia della chiesa di Santa Maria alla Binda, dice a tutti che le Case della divina Provvidenza fanno un obbligo a tutti i loro addetti di suffragare tutti i cari defunti, ma primieramente i genitori ed i benefattori. È infatti obbligo nostro di raccomandare caldamente al Signore quelli che ci hanno dato la vita del corpo non meno di quelli che ci hanno dato la vita dello spirito, e di impetrar loro, se vivi, le grazie più elette per le loro persone e le loro famiglie, e se morti, implorare l’Altissimo perché, liberi da ogni patimento, volino al gaudio dei beati.
E quando si sente il dovere di fare suffragi, si rammentano ad uno ad uno gli speciali benefattori delle Opere della d‹ivina› Provvidenza e pregando per quelle anime generose che vi hanno consacrato tempo, denaro, cuore e fino la vita, una tenerezza inonda i cuori e confortatrice vi scende una viva speranza che quelle preghiere sieno accette al Santo dei santi.
La Casa della divina Provvidenza piange e prega per molte delle sue suore e per parecchi suoi sacerdoti saliti a miglior vita. In questi ultimi mesi il Signore chiamò a sé tre sacerdoti vecchi ed impotenti che l’eminentissimo nostro arcivescovo aveva affidato alle nostre case, le quali già tanto devono a lui che amano e riconoscono vero padre. E come poi dimenticare - 530 -presso Iddio la moltitudine di vecchi, infermi, cronici e derelitti venuti stanchi e bisognosi a riposare nelle nostre case e da queste passati poi all’eterno riposo? La preghiera degli operai della Divina Provvidenza segue anche dopo morte i suoi cari ricoverati, perché i poveri, gli ammalati, i derelitti sono la parte più cara al cuore del divin Salvatore.
Preghiamo tutti e col massimo fervore pei nostri cari morti e raccomandiamoci al loro patrocinio, perché ci sia dato un giorno di raggiungerli dove non ci saranno più né lagrime, né peccati. [154] I nostri amici ed i lettori di questo modesto periodico si associno alle nostre intenzioni ed alle nostre preghiere, ed impetrando l’eterna requie ai cari nostri che non sono più otterranno per sé medesimi e per le loro famiglie tutte quelle grazie che varranno a rendere utile, serena e meritoria la loro esistenza.

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