Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1906

17. Patriarcalità di Pio IX e Pio X.acapo. Anno XIII, n. 12, dicembre 1906, pp. 174-177

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Patriarcalità di Pio IX e Pio X
Anno XIII, n. 12, dicembre 1906, pp. 174-177.
Da molti si vuol trovare una grande somiglianza di carattere, di bontà, di zelo e perfino di sembiante tra i due pontefici Pio IX e Pio X. In entrambi si riscontra la tenerezza di cuore, la semplicità della vita ed insieme l’energia del nostro caro sant’Ambrogio, che ha il miele in bocca per insinuarsi negli animi e la frusta in mano per correggere quelli che vogliono resistere alla dolce chiamata. La bontà e la giustizia, la dolcezza e la fermezza dell’immortale Pio IX, il pontefice dell’Immacolata, rivivono nell’attuale pontefice i cui decreti ed encicliche sono monumenti di amore e di fermezza.
[175] Nella sera di sabato 1 dicembre fui ammesso all’udienza del Santo Padre, tremante di fede e di amore. dinanzi al Vicario di Cristo mi sentii in una atmosfera di pura spiritualità e più guardavo il Santo Padre e più mi parve di essere vicino ad un uomo che, toccando coi piedi la terra, ha l’anima in cielo. Vi ho passati momenti di contentezza inesprimibile e al fulgore de’ suoi raggi sentiva tutta la mia piccolezza e pregavo Iddio di elevarmi ad altezza di vedute e di opere.
Sua Santità volle essere informato del prossimo ricovero di San Pancrazio nel convento già dei carmelitani scalzi e disse: « Voi siete stato più fortunato di me. Io non lo fui punto nell’acquisto di un locale per i sacerdoti a San Cosma ». Parlando della colonia di Monte Mario, la qualificò « vignona promettente » e mi diede adito di aprirgli l’animo mio come figlio a padre e dirgli dei diversi bisogni dei due istituti, delle persone e delle opere inerenti.
Quanta paternità nelle espressioni, quanta tenerezza! Faceto ed ameno nel suo natio dialetto, si attira l’affetto di tutti e la famiglia pontificia è per questo fatto doppiamente famiglia, perché attaccatissima al sommo pontefice. Veramente fortunati i sacerdoti che lo circondano e lo servono!
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Con effusione di cuore il Santo Padre benedì i nostri sacerdoti Servi della Carità, le Figlie di santa Maria della Provvidenza, tutti i nostri ricoverati e i benefattori, coll’augurio che crescano ancora nella pratica della virtù e della carità.
Partii dal Vaticano coll’anima inondata di gioia, col proposito di ripassare a Frosinone e a Ferentino, dove si aprirebbero nuove vie di lavoro e di provvidenza. La sera istessa partii alla volta di Fabriano e poi di Arcevia dove, la Dio mercé, superate innumerevoli difficoltà, trovai quell’opera incamminata finalmente con sicurezza verso la prosperità.
All’indomani, dopo quattro ore di vettura, fui a Sinigaglia col nostro sacerdote Giov‹anni› Bruschi, che vi assiste quella casa, e potei visitare la casupola dove fu allattato Pio IX. La casetta è costituita da una stalla e [176] un ripostiglio terreno e di due stanze al piano superiore, una ad uso di cucina, l’altra da dormirvi. Laddentro vivono un vecchietto ottuagenario, Paolino Governatori, colla moglie e cinque figli. Costui è figlio del fratello di latte di Pio IX che come il padre visse fino a 87 anni. La casetta è fuori di Porta Garibaldi dove si erge la croce del convento dei cappuccini. Sul muro esterno è la seguente iscrizione: « 1846. Sappi, o passaggero, che in questa casipola, data dai conti Mastai Ferretti ai coloni dei loro campi, Pio IX pontefice o‹ttimo› m‹assimo› fu allattato con me Domenico Governatori dalla mamma mia Marianna Chiarini. Oh se la cara vecchierella oggi vivesse, quanta consolazione, quanta festa! ». Sopra quest’iscrizione è un quadro dell’Addolorata che rappresenta al vivo i dolori che circondarono la persona del sommo gerarca.
I coloni sunnominati da un secolo e mezzo sono alla dipendenza della famiglia Mastai Ferretti. In un quadretto ovale di terracotta appeso alla parete, si legge: « Personaggi della nobil casa dei conti sinigagliesi Mastai Ferretti allattati dalla famiglia Governatori: 1. Contessa Isabella in Benigni - 1787; 2. Contessa Tecla in Carletti - 1788; 3. Conte Gian Maria - Pio IX - 1792; 4. Conte Ercole Augusto 1826 ».
Tre anni fa visitando quella casetta, la buona massaia mi mostrò un paio di sopracalze dentro le quali era una carta in cui era scritto: « Caro Governatori, mi privo volentieri di questo - 605 -paio di sopracalze del mio prozio Pio IX, perché voi abbiate in famiglia una cara memoria di lui. Le macchie che si riscontrano sono di nitrato d’argento che usava per i fonticoli. Conservate con gelosa cura quell’oggetto prezioso anche per voi altri. Vi saluto. Roma, 6 dicembre 1902. Girolamo conte Mastai Ferretti (timbro) ».
[177] Il buon vecchietto Paolino diceva che il papa mandava più volte all’anno buoni sussidi a Domenico, suo fratello di latte, ed alla famiglia, ma non volle arricchirli perché diceva che la classe dei contadini agiati è la più felice.
Nella stanza nuziale poveramente arredata si conserva la culla di Giovanni Maria, coperta da una tavola, e serve di riporvi roba.
Frequentemente, in ispecie in tempo di fiera, vengono molti visitatori in ispirito di devozione a vedere quella casetta e ne riportano quasi reliquia un pezzetto di mattonella o di muro.
Oh, come avrei voluto ottenere per me una di quelle sopracalze! Ma non osai. Per consolarmi nel mio desiderio, monsignor vescovo di Sinigaglia mi promise una memoria del gran pontefice dell’Immacolata.
Questi ricordi del grande Vicario di Cristo sieno in questo mese dell’Immacolata e del santo Natale consolazione ed augurio a chi in qualche modo coopera o si interessa delle opere del povero prete
Sac‹erdote› Luigi Guanella

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