Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
Lettura del testo

Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1907

4. Le opere si pensano, si desiderano, si discutono, si fanno.acapo. Anno XIV, n. 2, febbraio 1907, pp. 21-25

«»

- 611 -
4
Le opere si pensano, si desiderano, si discutono, si fanno
Anno XIV, n. 2, febbraio 1907, pp. 21-25.
Povero quell’uccello che nasce in cattiva valle, si suol dire; eppure l’Opera della divina Provvidenza, nata a Pianello Lario, si sentiva a disagio in quel guscio e sospirava di insediarsi in luogo più ampio e fecondo di bene.
Quando venne il 1884 3, l’opera si profferse all’eminentissimo cardinal Sanfelice per essere assunta in cura dei colerosi, ma Dio non dette compimento a quest’aspirazione perché voleva che la sua azione si esplicasse in patria.
Nel 1885 infatti la Provvidenza ci aprì la via a stabilire l’opera a Como 4 e più tardi a fondare una filiale a Milano. Come si vede, i due centri erano e sono abbastanza estesi e al giorno d’oggi sono talmente sviluppati da ricoverare gran numero di infelici dei due sessi, di tutte le età e condizioni.
Nel 1893 la rev‹erenda›da suora di carità G. Rossi, sorella di un sacerdote già coadiutore a Olgiate Comasco e morto nella nostra casa di Milano 5, ci aveva offerto una scuola ed un asilo nei pressi del Vaticano. E noi, che anelavamo ad insediarci in Roma santa, ne porgemmo domanda all’em‹inentissimo› cardinal Parocchi, il quale non credette opportuno d’appoggiarla.
- 612 -
Tre anni or sono il sacerdote Guanella, per devozione ai Luoghi Santi, prese parte al devoto pellegrinaggio presieduto ed accompagnato dall’em‹inentissimo› cardinale Ferrari 6. A Beyrouth, a Damasco, a Gerusalemme il Guanella si abboccava con vescovi, patriarchi e consoli per vedere se sarebbe stata possibile ivi una fondazione. A Betlemme e alle Vasche di Salomone, nel luogo detto Hortus conclusus, pareva che l’idea potesse attecchire, ma poi tutto cadde. [22] Nel viaggio da Gerusalemme a ‹San Giovanni in› Montana la Provvidenza, colla mediazione di monsignor vescovo Radini Tedeschi, fece balenare al Guanella la speranza di potersi insediare finalmente in Roma.
E tornato dal viaggio e benedetto dal sommo pontefice, dopo moltissime spese ed ostacoli enormi, le Opere della divina Provvidenza assunsero in proprio l’Istituto di San Giuseppe e la colonia di Monte Mario, a pochi passi dall’eterna Città. In questi tre anni, irrorata da sudori di sacrificio e di preghiere, la colonia agricola di Monte Mario prese un forte sviluppo e, se Dio continua a benedirla, è destinata a far molto bene.
Incontratosi il prete Guanella nella chiesa di san Carlo al Corso il 4 novembre 7 con monsignor Bartolini, presidente degli Arcadi, ne ebbe l’offerta del Palazzo d’Arcadia a San Pietro in Montorio e tosto, combinatone un affitto per tre anni, vi impiantò un ricovero femminile e vi mandò a reggerlo le Figlie di santa Maria della Provvidenza.
Ma il Palazzo dell’Arcadia non prestandosi troppo all’uso richiesto, si fecero pratiche per acquistare una casa vicinissima a Roma, e la Provvidenza ci condusse a San Pancrazio, dove prima era un convento di carmelitani scalzi. In questo laborioso acquisto s’adoperarono ad uno ad uno e tutti insieme i membri del Consiglio comunale di Roma, il sindaco di Milano marchese Ponti, e molti altri cospicui personaggi della eterna Città, infervorati da quelle tre anime innamorate del bene, i - 613 -due genovesi commendatore Giuseppe Canevelli e la signora Luigia Olivari Canessa e il comasco monsignor Attilio Bianchi, nipote del compianto vescovo mons‹ignor› Scalabrini. Ci vollero quasi due anni di pratiche noiose ed incessanti, ma finalmente il 26 gennaio di quest’anno si poté stipulare il contratto e la casa fu nostra.
Monsignor Bressan e monsignor Bianchi, visitandola di questi giorni, furono ammirati dall’ampiezza dei locali in cui assai opportunamente sarà installato il ricovero femminile sotto il nome glorioso di Pio X. [23] L’indomani, era il 6 febbraio, i due monsignori riferirono al Santo Padre che nella prossima apertura delle sue feste giubilari la Divina Provvidenza inaugurerà il Ricovero Pio X a San Pancrazio con buon numero di derelitti e deficienti, come omaggio di devozione filiale e di viva partecipazione alle feste.
Il Santo Padre, col suo inimitabile sorriso facendo cenno di gradimento, domandò se era poi pagato il locale. E monsignor Bianchi rispose: « Sì, Santità, e fra le trentatré opere della Casa della divina Provvidenza questa è la privilegiata, perché unica fra tutte fu comperata e pagata per intero ». Stringendo la mano a monsignor Bianchi con paterna degnazione e compiacenza, il papa replicò: « Ne godo, così va bene! Benedico tutti largamente. Voi, don Guanella, siete un bel ricco, perché la Provvidenza vi aiuta sempre! ».
Appena ebbimo concluso il contratto, varie congregazioni paesane e forastiere si fecero innanzi con ottimi patti e larghezza di condizioni per subentrare nell’acquisto, ma noi, che avevamo tanto faticato per arrivarci, figurarsi se potevamo per amor di guadagno lasciarci sfuggire la casa vagheggiata pel ricovero di forse duecento infelici.
La casa, già convento dei carmelitani scalzi, fu nel 1848 caserma dei soldati francesi venuti per la liberazione di Roma. A ricordo del fatto, nei corridoi sono conservate due palle di cannone che avevano forato le mura del chiostro. Gli altri danni al convento richiesero ristauri notevoli, ai quali il Comune di Roma provvide con larghezza, aggiungendo locali e terrazze bellissime per rifarlo della parte che nella guerra era stata demolita. Un locale appartato è destinato ad un sacerdote e ad un - 614 -assistente pel culto della basilica annessa e per la direzione del ricovero, ma il ricovero è abbastanza ampio per offrire ospitalità a parecchi amici e benefattori contemporaneamente.
La basilica di san Pancrazio è tra le più antiche di Roma. È monumentale ed ha un altare papale. Rinomate vi sono le catacombe di san Calepodio, che [24] v’ha chi asserisce giungano fino a Civitavecchia — 18 chilometri8 — e quelle di san Pancrazio sono frequentate da visitatori di tutte le nazioni.
Facciamo voti che, nel giubileo sacerdotale del Santo Padre, un cuore ardente di fede e dalla parola scultoria illustri insieme la vita di san Pancrazio, la sua basilica ed il convento eretto a gloria dell’eroe di nostra santa fede.
Troppi ci fanno l’osservazione che San Pancrazio è lontano da Roma. Eppure no. Uscendo dal colonnato di San Pietro, per una via che attraversa ville e vigne ci si giunge prestissimo; vi si giunge pure per la via che circonda le mura sino al piano del Gianicolo, come anche dall’arco di Settimio Severo 9 imboccando la via Garibaldi si trova subito la via San Pancrazio per San Pietro in Montorio. Ma sappiamo che già è decretato l’impianto di un tram elettrico da Roma alla Porta di San Pancrazio che dista pochi passi dal Ricovero Pio X.
Il locale richiede tuttavia importanti lavori di adattamento e di ristauro che già sono in corso con molta fretta, perché le domande di ricovero ci piovono da ogni parte, oltre ad un centinaio di povere deficienti della città e della provincia romana che aspettano da mesi e mesi. Il municipio di Roma con sacrificio cedette l’ex convento sentendo il bisogno di un ricovero, che a Roma manca assolutamente, per le giovani deficienti e semideficienti. È naturale quindi in noi la premura di presto farlo servire allo scopo.
Il Ricovero Pio X giace in luogo solitario e dalle grandi terrazze si prospetta il Vaticano e una parte della città e dall’altra - 615 -si domina la corona dei monti Albani, in questi giorni coperti di neve.
Già però il luogo è meno deserto perché tutt’all’ingiro si stanno costruendo case e villette, ed è opportunissimo pel ricovero designato, perché le buone figlie, come fra noi si chiamano le deficienti, sono ivi lontane dal fragore cittadino ed hanno in pari tempo ampiezza di vedute, amenità di passeggi e salubrità di clima.
Ecco adunque che, dopo aver pensato, desiderato, [25] discusso e anche agonizzato e pregato, il Ricovero Pio X nell’eterna Città ha il suo compimento. Ringraziando Iddio anzitutto, poi i generosi benefattori passati, presenti e futuri, ossequia ed augura ad essi ogni bene il sacerdote
Luigi Guanella




p. 611
3
Originale: 1883; l’anno dell’episodio che segue è correttamente ricordato in Cenni biografici di suor Chiara Bosatta (1907-1908), pubblicato nel vol. VI, Scritti inediti e postumi, della presente collana, p. 475.


4
Le prime religiose provenienti da Pianello del Lario furono accolte dall’A. a Como il 6 aprile 1886; cfr. Piero Pellegrini, Primi anni della Casa divina Provvidenza in Como (1886-1895), ne I tempi e la vita di Don Guanella. Ricerche biografiche, Roma 1990, p. 275.


5
Sulla religiosa non sono state reperite informazioni. Il fratello sacerdote don Agostino Rossi, nato nel 1818 e ordinato nel 1841, già coadiutore a Olgiate Comasco, dal 1895 fu ospitato a Como nella Casa divina Provvidenza e poi a Milano nell’istituto di Sant’Ambrogio ad Nemus, dove morì il 4 gennaio 1898; per il necrologio cfr. LDP, gennaio 1898, p. 10.


p. 612
6
Il pellegrinaggio si svolse tra settembre e ottobre 1902; cfr. Verso Terra Santa, pp. 383-391; Il giorno di san Francesco d’Assisi del 1902 in Gerusalemme, pp. 394-401.


7
Riferimento al 1903; cfr. Giacomo Mantecca, Il nuovo ospizio di San Pancrazio. Cenni storici, LDP, settembre 1906, p. 126.


p. 614
8
Il dato dell’estensione delle catacombe di san Calepodio, che si trovano al terzo miglio della via Aurelia, non lontano dalla basilica di san Pancrazio, è evidentemente inverosimile, poiché la distanza del luogo da Civitavecchia è di oltre sessanta chilometri.


9
Riferimento impreciso a Porta Settimiana.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma