Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
Lettura del testo

Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1908

23. Don Giovanni Bosco.acapo. Anno XV, n. 8, agosto 1908, pp. 117-122

«»

[- 660 -]
23
Don Giovanni Bosco
Anno XV, n. 8, agosto 1908, pp. 117-122.
Se è doveroso mostrare la propria gratitudine a chi largamente ci ha beneficato, lo è tanto più per l’umile fondatore delle Opere della divina Provvidenza, che da quelle gigantesche di d‹on› Bosco e del Cottolengo ha avuto ispirazione e coraggio.
- 661 -
Consacrato sacerdote nel 1866, trovandosi in cura d’anime, per sette anni continuò a condurre al Cottolengo reclute di infelici e a don Bosco gruppi di giovinetti studenti e di artieri. A lungo andare in don Guanella crebbe, fino a diventare irresistibile, il desiderio di avere dallo stesso d‹on› Bosco una sua casa nella propria diocesi di Como, e i pellegrinaggi da Como a Torino divennero più frequenti.
Per agevolare le pratiche, don Bosco fu così buono da mandare un suo sacerdote a supplire nella parrocchia del Guanella e questi poté quindi andare e restare a suo agio all’Oratorio per trattare la progettata fondazione; la Provvidenza volle che questa sua dimora di preparazione durasse tre anni. Questo tratto della grazia di Dio e della inesauribile carità di don Bosco, che lo aveva legato teneramente a sé, rese dolorosissimo il distacco al giovane Guanella quando, richiamato d’urgenza dal proprio vescovo, dovette lasciare quel padre e maestro impareggiabile.
Tuttavia la speranza che i germi della fondazione sognata fossero per dare il loro frutto sosteneva e consolava l’umile seguace del grande apostolo della carità. Ma l’attesa fu lunga, dura, penosissima. Per dieci lunghi anni dovette superare difficoltà di tempi, di persone, di residenza, di pecunia, e si andrebbe troppo a lungo se si volessero tutte descrivere. Il sapere però che don Bosco [118] aveva superato ben altre difficoltà dava vigore al sacerdote, che dei monti nativi ricopiava la robustezza e la tenacia nell’animo, nel corpo e nella volontà.
Don Bosco soleva dire che, il cuore degli uomini essendo nelle mani di Dio, bisogna con una preghiera calma e costante aspettare l’ora della misericordia, e rideva di gusto sui giudizi falsi e precipitati del mondo.
Un giorno certo Lanzarini di Bologna, sedendo a desinare presso a don Bosco, gli diceva d’essersi sbracciato nel mattino a difenderlo in un caffè, e lui serenamente gli rispose: « Bene facere et laetari 14 e lasciar cantar le passere ». Programma eccellente codesto per non inquietarsi e non inquietare nessuno.
- 662 -
Certo giovanotto di Terni, bravo e laborioso, un giorno per non so quale ragione si recò da don Bosco per lagnarsi di lui e dei suoi; d‹on› Bosco calmo e sorridente rispose: « Me ne duole, siete voi il primo a parlarmi così ». La bontà colla quale furono dette queste parole ruppero il risentimento del signor B., il quale narrando l’avvenuto disse: « Impossibile pigliarsela coi santi. Don Bosco sarà sempre nel mio cuore. Mi pento del mio contegno ».
Don Bosco trattava con eguale dolcezza le persone di rango come quelle del popolo e dava a tutti conforto, consiglio ed aiuto. Una persona d’alto lignaggio disse a don Bosco che si meravigliava come avesse sprecato tanto tempo in ascoltarlo e calmo l’uomo di Dio rispondeva: « Il Signore lo ha mandato a me ed io non potevo occupar meglio il mio tempo che trattenendomi con lei ».
Il signor Lanzarini, uomo di gran cuore, si lasciò trappolare una volta da un ebreo che colla promessa di farsi poi cristiano gli fece comperare certi quadri per 3000 lire. Ma il tutto era un inganno. Don Bosco sulle prime se ne dolse, poi soggiunse che non era perduto nulla perché la sua intenzione era buona ed aveva fatto quel sacrificio per Iddio e per l’anima del povero ebreo.
[119] Condiscendente con tutti, non si occupava punto di politica. All’inaugurazione della via ferrata Torino-Lanzo i ministri presero stanza nel collegio di don Bosco e questi si recò a riceverli. A taluno che gliene fece un appunto rispose placido: « Sono entrati in casa mia e doveva riceverli con onore senza badare ad altro ». Intanto gli ospiti governativi non mancarono di dire a don Bosco che esso faceva del bene sì, ma che faceva troppi preti, e lui con sorriso da santo a rispondere: « Lei che è generale si fa dei soldati, io che sono sacerdote è naturale mi faccia dei sacerdoti ». Egli faceva del bene a tutti e suo motto era questo: « Datemi delle anime, pigliate per voi tutto il resto » 15.
Padre amorevole, era espansivo con tutti e tutti partivano da lui affascinati colla gioia nel cuore. Esso apriva i battenti della sua casa a uomini di ogni età e condizione, non richiedeva - 663 -ricchezzasalute poiché a lui bastava il cuore. Questa larghezza di tratto e di vedute fece sì che don Bosco seppe trarre profitto dalle persone apparentemente più refrattarie, e così fondò in breve una congregazione che avrebbe sparso i suoi rami per tutto il mondo.
Si diceva che la congregazione, morto il suo fondatore, sarebbe perita, ma lui ai più intimi diceva che il Signore ci avrebbe pensato e che se lui arrivava ad andare in paradiso ci avrebbe pensato anche lui. E intanto mano mano che si affievoliva la vita, come la chioccia si stacca i pulcini cresciuti, esso distaccava a poco a poco tutti quelli che avrebbero dovuto sostituirlo. Ma i suoi figli, fatti accorti di tali industrie, offrivano a Dio la vita pel loro maestro e facevano atti di vero eroismo. Chi scrive può farne testimonianza.
L’onomastico del fondatore, festeggiato da’ suoi ricoverati, lo era pure dagli altri che entrati nel mondo s’erano creata una famiglia, e ne nascevano scene commoventi e feconde di buone opere.
[120] L’inverno del 1879 era crudissimo. Tornando da Roma, dove era stato due mesi, don Bosco trovò nel suo studio una piccola stufa riscaldata per lui. Egli subito se ne inquietò come di una mollezza, ma avendogli detto che era necessario per i suoi giovani studiosi gracili, non disse più nulla.
Don Bosco era molto economo per non provocare la Provvidenza, ma quando lo credeva necessario non badava a spese. Quando i debiti lo soverchiavano, andava da’ suoi benefattori e ne sollecitava la carità assicurandoli che il Signore li avrebbe ripagati. E molti di essi rispondevano che ben lo sapevano perché, dopo d’aver largheggiato colle opere di don Bosco, la prosperità, la salute e la pace erano entrate nelle loro famiglie. Oh, certo, dare a don Bosco significa arricchire! Don Bosco, fatta la sua questua, senza contare il danaro lo mandava subito a’ suoi creditori.
Molti lo censuravano perché aumentava le opere e lui non sapeva lor dare torto, ma soggiungeva: « Come non aumentare il bene se il demonio aumenta da suo pari il male? ». Iddio buono aiutava il suo servo per la sua rettitudine e il suo gran cuore. In apparenza la vita del Servo di Dio non aveva nulla di - 664 -straordinario, tuttavia quanti lo avvicinavano lo ritenevano un santo.
Esso si levava per tempo e celebrava con gran divozione la santa Messa, poi ascoltava le numerose confessioni nelle quali era piuttosto breve. Prendeva una tazza di caffè di cicoria con un boccone di pane, poi dalle 9 a mezzodì riceveva chiunque veniva e sbrigava la corrispondenza. A mezzodì desinava colla comunità e prendeva anche un bicchier di vino buono ordinatogli dal medico. Fino alle 15 conversava o trattava affari di casa. Poscia fino alle 19 lavorava in camera, indi riceveva la benedizione del Santissimo Sacramento, cenava e fino alle 23 si consacrava a quelli della casa.
[121] Sofferente di salute, stava obbediente alle prescrizioni del medico dicendo che il Signore vuole che lo si onori 16, e si faccia del proprio meglio per conservare una vita dataci per servire Iddio nelle persone alle quali possiamo giovare.
Venute le soppressioni degli ordini religiosi, molti facevano capo a don Bosco, ma lui non volle aggiungere mai nulla al trattamento ordinario, neanche per quelli avvezzi a vita buona, ripetendo che la mortificazione è l’abbiccì della perfezione.
Il cuore di don Bosco era tutto per tutti 17 e Chiesa santa, investigata la vita del gran Servo di Dio, lo ha proclamato venerabile con immenso tripudio di quanti gli appartennero e gli appartengono. Eroico per fede, speranza e carità, il venerabile fu eroico in prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Quanto è ammirabile Iddio ne’ suoi santi18 Quanto bene opera Iddio per mezzo di un uomo solo animato dalla sua grazia!
L’avvenimento della venerabilità decretata a don Bosco da santa madre Chiesa ha provocato solenni feste in tutto il mondo dove esistono istituti dell’Oratorio. La Casa della divina Provvidenza non vuol restare estranea a questa gara di devozione affettuosa all’uomo che ha impersonata la carità nella semplicità evangelica. Essa deve i suoi inizi all’esempio del gran - 665 -Servo di Dio e a’ suoi consigli e all’incoraggiamento e conforto delle sue parole; è quindi doveroso e giusto ‹che› aggiunga la sua voce a dichiararlo con santa Chiesa venerabile e venerato e invocarne la protezione.
Dopo il doloroso distacco del 1878, a don Guanella fu dato rivedere l’apostolo nel gennaio 1887 e lo trovò quasi figura superiore, sulla soglia ormai del paradiso. Don Bosco con vivo interessamento volle sentire la relazione della fondazione della Casa della divina Provvidenza in Pianello Lario ed a Como, poscia sollevando le sue mani candide [122] e stanche pel lungo lavoro e sollevando il viso quasi trasparente benedisse l’opera appena nata. Le parole sante dell’uomo di Dio, quasi suggello, restano nel cuore e nella mente di chi, dopo averle fondate, dirige le Opere della divina Provvidenza.
Doveroso omaggio al venerabile Servo di Dio ed a’ suoi continuatori siano questi cenni, fugaci ma sinceri e sentiti. L’anima grande di Giovanni Bosco, che altamente protegge la congregazione de’ suoi figli i salesiani, ormai numerosi da non potersi contare, rivolga benigna i suoi sguardi sopra gli istituti della Divina Provvidenza e stenda benevola la sua protezione su quanti a queste opere appartengono, e segnatamente al devoto suo ammiratore e scolaro
sacerdote Luigi Guanella




p. 661
14
Qo 3, 12.


p. 662
15
Cfr. Gen 14, 21.


p. 664
16
Cfr. Sir 38, 1.


17
Cfr. 1 Cor 9, 22.


18
Cfr. Sal 68(67), 36.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma