Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Corso sante missioni
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CORSO DI SANTE MISSIONI (1875, 1881)

Meditazione VI. La morte è madre che consiglia fedelmente

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Meditazione VI.
La morte è madre che consiglia fedelmente
[II-17]Affrettiamoci incontro alla madre nostra, perché ella sen vien bramosa a noi. Viene per confortare i suoi buoni figliuoli, viene per incoraggiare i figliuoli tiepidi, viene per minacciare i figli cattivi, e così ella, finché sia a te, viene con cuore di madre che è di salvare tutti i figli suoi.
Qual madre non desidera ogni bene per i fanciulli suoi? La madre non inganna veruno, ma quando parla discorre con veracità, e quando si muove a venire, il fa con amore materno.
Or indovinate voi qual è la madre ch’io voglio in quest’ora additarvi? Questa viene dalla terra e si affretta per richiamare i figli suoi a rientrare nella casa della terra. [II-18] È quella madre alla quale alludeva il santo Giobbe quando parlava: « Ho detto alla putredine: Tu sei la madre mia e la mia sorella » 104. Affrettiamoci adunque alla nostra madre!
Sta già scritto che ogni uomo va spontaneo nella casa della sua eternità105, che è il cimitero, casa che riceve il nostro corpo sino al giudizio finale, ed è la casa di eternità perpetua che riceve l’anima.
Oh buona morte! Vieni pure, che da te noi vogliamo prendere un importante consiglio. Vieni, che noi nell’incontrarti vogliamo poter giubilare come quel giusto, il quale venendo cantava : « Mi sono rallegrato in quelle cose che mi disse il Signore, rallegriamoci tutti mentre ce ne andiamo nella casa del Signore » 106.
Glorioso san Michele, il quale dovete difenderci nel passaggio di questa vita, già adesso siateci 107 presente.
Santa Chiesa, Sposa di Gesù Cristo e Madre nostra, la quale dovete venire a disporci come la genitrice che prepara i - 869 -figli ad una lontana [II-19] partenza, venite adesso per tempo coll’aiuto delle vostre preghiere, perché per tempo vogliamo dalla morte prendere consiglio a ben vivere.
Parte prima
Adamo era stato creato da Dio per essere immortale, ma perché lo sciagurato ebbe peccato, ben presto vide morte. Aveva dati in luce due figliuoli, Abele e Caino. Questi li amava come la pupilla degli occhi proprii. Quando Caino, per rabbia contro Abele, lo invitò alla campagna e con un ferro lo stese morto a terra e fuggì.
Corse Adamo e per la prima volta vide lo spettacolo di morte. Il suo Abele diletto più non era. La fronte del fi-
glio era coperta del pallore di morte, gli occhi erano spenti, il livido della terra copriva quel volto, e quel corpo, a vece di sorreggersi coll’aiuto della destra paterna, cadeva sfasciato nelle braccia del genitore e mandava le esalazioni [II-20]
cadaveriche.
Adamo per la prima volta prese consiglio dalla morte e disse: « Tu mi sei dunque madre, la mia consigliera siami tu », e sul cadavere del figlio propose; sentì rispondersi: « Non tel disse il Signore che la morte è il castigo del peccato 108? Ora ­disponiti ancor tu a ricevere a suo tempo la tua punizione ». Adamo baciò in fronte il figlio diletto e soggiunse: « Sta bene il castigo a chi ha peccato, ed io aggiungerò finché ho fiato ­gemiti di alto lutto, perché se la morte omai è la madre mia, io mi disporrò ad incontrarla quandochessia ».
Direte che la morte è una madre spaventosa nel suo volto, ma vi rispondo che è madre. Una madre quando sa di poter giovare non dubita di assumere persino modi e forme severe.
Poi non sapete che la morte viene per condurvi al paradiso? Ma come potrebbe nel cielo entrare un corpo che è suddito del peccato? Perciò con mano pietosa lo si consegna in - 870 -seno della propria madre, la terra, perché [II-21] dalla stessa venga, come l’ha fatto, ripurgato 109.
Ed a ciò che questo avvenga più presto, santa Chiesa, che è madrepia, quando vede il suo figlio prossimo a morire s’affretta ad ungere il corpo di lui con l’olio del sacramento, acciò la virtù dello Spirito Santo scenda a fortificare quel corpo e a disporlo per la finale risurrezione. Né contenta a ciò, la benedetta passa tutti i giorni sulla terra che copre i suoi figli e sparge lagrime di preghiera sovr’essi. Allora le ossa dei giusti fremono di gioia, quasi presaghe della gloria imminente che le aspetta.
Se fuori da un mucchio di ossa potessi scegliere le costole della madre e dirvi: « Entro qui il cuore della genitrice vostra ha palpitato tanto per voi », certamente le lagrime vi spunterebbero agli occhi.
Ma se considerate con quanta pietà il cuor della Chiesa batte per voi e per i figli morti, voi non potreste tenervi da piangere dirottamente. Se vi piace intendere la grandezza di questo materno amore, rivolgete lo sguardo mentre la dolente assiste [II-22] al figliuolo che muore!
Geme la meschinella, e non fidandosi delle proprie preghiere interpone la mediazione degli angeli e dei santi, chiamasi con fede e voce confidente Maria e poi, accompagnata da sì illustre ambasciata, si presenta allo sposo Gesù perché venga lui in persona a sollevare l’infermo con il ristoro divino del San­tissimo Sacramento, e supplica che non l’abbandoni più finché ripigliando quell’anima se ne ritorni col giubilo divino al paradiso. Quanto è buono pensare ad una madre che consiglia!
La vita nostra è come un fiorellino che agli splendori del sole mattutino apre le sue boccucce, le richiude alla sferza del sole di mezzodì e ricade appassito in sulla sera 110.
La voce della nostra vita è il mormorio del ruscello che grida: « Al mare, al mare! ». Quest’è la via che tengono tutte le - 871 -acque, corrono al mare, corrono al mare 111. Le acque dei fiumi maestosi, che sono come le vite dei [II-23] personaggi illustri di questa terra, pare che corrono anche più, perché si accavallano le une sopra le altre. La gente del popolo pare che si incammini più dolcemente, come le acque del rio, ma intanto un solo non scampa dallo avviarsi colà. Perché, come per causa di un uomo solo la morte entrò nel mondo, così muoiono tutti quelli che hanno peccato 112.
Però che monta? La morte pel giusto è la cessazione d’ogni male corporale, è il termine d’ogni afflizione per lo spirito ed è un trionfo per l’anima che gode.
Non siete voi qui a dolervi continuamente dei mali che affliggono la vita, delle stagioni che annoiano, delle miserie che si patiscono? Ebbene dopo la morte del giusto non vi sarà più lutto, non grida di doloredolore di sorta, perché l’anima del giusto sarà in mano di Dio 113. È possibile che soffra un tormento solo d’afflizione l’anima del giusto, che è in mano del Signore? Credetelo, credetelo: nemmeno [II-24] all’atto massimo di partire da qui non lo toccherà.
Direte che voi non avete condotta così fervorosa da meritare che Dio nel punto di morte vi mandi un torrente di consolazio­ni. Ma non dovete guardare tanto ai meriti vostri, come ai meriti di Gesù Cristo. Santa Chiesa, che conosce la nostra fragilità, mentre supplica nelle agonie dei suoi figli lo Sposo suo, geme: « Abbi pietà del misero il quale ha creduto ed ha sperato in te ».
Dirà taluno che tanto meno egli può sperare perché ha condotto una vita fin qui manifestamente cattiva. Ma chi vi proibisce che non conduciate quinci innanzi una vita altrettanto più buona, e così disporvi a morire ancor santamente? Per incontrare le consolazioni della morte, basta rinunciare ai capricci della vita.
Siete pur voi che continuamente vi dolete di tanti mali di corpo e di spirito che v’affliggono? [II-25] Ora incolpatene chi - 872 -ne è causa. Tutti i mali vengono a cagione della colpa. Per causa della colpa si moltiplicano le sventure della vita, per causa della colpa viene più sollecita la morte, perché è scritto: « Gli anni degli empi sono dimezzati » 114.
Ricorrete agli esempi che vi offre la storia sacra e la profana e vedrete se ciò non è appunto vero. E quando la morte vi colga peccatori, allora sì che le tribulazioni saranno vivissime.
Figuratevi un viandante inseguito il quale dietro si ha una turba di belve inferocite, ossia tutti i peccati della sua vita passata, che urlano spaventosamente, e davanti l’abisso di una voragine spaventosa, l’eternità infelice, e sopra il capo un fulmine di flagello che è la divina giustizia la quale sospinge lo scellerato. Quest’è un’immagine meno vera della realtà. Che crudo tormento allora a non poter più respirare l’aria di questa terra, e chiudere gli occhi per non vedere mai più cose liete. [II-26] Poi, esser privato di tutto. Griderà allora come un desolato: « È così che mi separi da questo mondo, morte cruda? » 115.
Intanto un rimorso anche più violento della coscienza ti farà intendere: « Ecco, tu hai perduto già il paradiso e Dio per accumulare quel tesoro di ricchezze, ma in mano di chi cadranno adesso? ». Sta sicuro che stasera medesima, mentre tu sarai già cadavere su questo letto, gli eredi quistioneranno già sopra le tue sostanze e le guarderanno con occhio ingordo.
Intanto domani, mentre il tuo corpo sarà portato a marcire nella fossa e l’anima tua che avrà già sentito i rigori dell’inferno, domani i tuoi adulatori se la passeranno in allegria di banchetti vivaci e rideranno con molto gusto sopra di te, che con tanti sudori hai loro procacciati i mezzi di godere la loro vita nelle crapole. Forse, com’è assai probabile, le tue sostanze saranno oggetto di liti interminate, e così su questa terra si continuerà [II-27] sul conto tuo uno sfogo di capricci, un’ira di vendetta e una brama ingorda che farà cadere più altre anime ad accrescere i tormenti tuoi.
- 873 - Sicché il solo sapere che pessima è la morte del peccatore ostinato, non vi deve far ravvedere?
Sul vertice del Calvario, in un medesimo giorno, morì Gesù nel mezzo per consolare le agonie di chi crede e spera in lui; morì alla destra di Gesù il buon ladrone il quale, credendo e sperando, ottenne che il Signore gli dicesse: « Oggi stesso sarai con me in paradiso » 116. Ma alla sinistra di Gesù morì anche il pessimo ladrone. Di questi la Scrittura Santa dice che fino alla fine infuriò contro lo stesso Salvatore.
Quale di queste morti piace a te? Se ti piace assai più la morte del giusto, tieni ad osservare quanto in breve dirò dopo breve momento...
Parte seconda
[II-28]Abramo, Isacco e Giacobbe, Tobia, Giobbe ed Ezechia in pensare alla morte rallegravano altamente l’animo loro; il Salmista, in riflettervi, il cuore e lo spirito suo pareva che si liquefacessero in tenerezze di amore vivissimo.
Gli apostoli del Signore ed i martiri di Gesù Cristo gridarono come estatici: « Venga la morte e non tardi tanto, non importa che s’accosti coperta di un fantasma d’orrore. La morte per noi è la chiave che ci schiude le porte del paradiso. Noi andiamo incontro alla morte come il vincitore verso il giorno del trionfo che gli è preparato: i tormenti per noi sono un guadagno, la morte è un trionfo 117 ».
Luigi Gonzaga, mentre moriva nel fiore della vita, volgeva la parola ai compagni e diceva loro: « Aiutatemi a ringraziare Dio, perché la morte mi apporta il più gran beneficio; quand’io sarò in cielo, pregherò tanto per voi ».
[II-29] Vedete dunque se la morte è madre che consola, vedete se è madre che ben consiglia. I consigli che vi la morte è di vivere staccati dalla vita e di vivere ogni giorno così bene come ogni fosse l’ultimo del vivere vostro.
- 874 - « Quotidie morior » 118 scriveva di sé san Paolo, e questa massima dell’Apostolo voi dovete scriverla sulle mura di casa vostra e stamparla nel cuore. Perché la morte è tal madre che arriva di giorno e di notte e raggiunge i figli suoi alla mensa ed al lavoro, e nel venire segue strade spesso incognite. Talora avviso del suo arrivo e più spesso non ne porge. Però, se voi siete già o inoltrati negli anni o accasciati come chi sia sotto il peso della vita o della infermità, non dubitate che la morte non tarda molto a venire.
Disponete dunque la casa vostra. Ripulitela con una Confessione salda, adornatela con ricevere anche più spesso Gesù nel Santissimo Sacramento. Intanto spingete sempre l’occhio innanzi per vedere [II-30] se ella arriva. Allora corretele pure incontro con festa e unitevi poi ad essa strettamente, cuore a cuore. Non vedete che quando la morte viene vi si presenta a stringere Gesù crocifisso nella destra e poi che vi si porge sulle labbra il viatico del Corpo del Redentore? Ora che vi può ancora rattenere da congiungervistrettamente alla morte?
O buona morte, siate sempre in mia compagnia. Noi vo­gliamo pensare a voi giorno e notte, come il figliuolo che pensa ­alla madre. Ma specialmente vi penseremo con affetto, fra il ­mese e lungo l’anno, in quelle circostanze nelle quali o l’occasione o l’invito speciale di santa Chiesa ne porge argomento su ciò.
Intanto, o buon Gesù che per noi avete agonizzato sulla croce, offerite pure all’Eterno i meriti della vostra passione ed il sangue vostro, a ciò che io morendo accanto [II-31] a voi sia salvo.
Vergine addolorata, Regina dei dolori e Madre nostra, aiutateci a ben morire. Quando la morte cadrà, venite voi pure, perché vedendo voi il nostro cuore lascerà ogni segno di tristezza per abbandonarsi con pieno giubilo nelle mani vostre e di Gesù.
Sia lodato Gesù Cristo 119




p. 868
104
Cfr. Gb 17, 14.


105
Qo 12, 5.


106
Cfr. Sal 122(121), 1.


107
Per l’integrazione cfr. ed. 1934, p. 76.


p. 869
108
Cfr. Rm 6, 23.


p. 870
109
Originale: fatto, e ripurgato. Nell’ed. 1934, p. 78: « come l’ha fatto, conservato e ripurgato ».


110
Cfr. Sal 90(89), 5s.


p. 871
111
Cfr. Qo 1, 7.


112
Rm 5, 12.


113
Ap 21, 4; cfr. Sap 3, 1, ripetuto nel capoverso successivo.


p. 872
114
Cfr. Pr 10, 27.


115
Cfr. 1 Sam 15, 32 (Vulgata).


p. 873
116
Lc 23, 43.


117
Cfr. Fil 1, 21.


p. 874
118
1 Cor 15, 31.


119


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