Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Corso sante missioni
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CORSO DI SANTE MISSIONI (1875, 1881)

Meditazione XV. Avvisi per conservarsi santi sino alla fine

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Meditazione XV.
Avvisi per conservarsi santi sino alla fine
[III-82] Siamo al termine di queste sante missioni e possiamo dire d’aver fatto cosa grande per noi. In quella che gli uomini si dileguarono negli interessi mondani, noi ci siamo qui raccolti per pensare all’anima nostra. Noi vi abbiamo parlato colla libertà di ministri di Dio. Vi abbiamo parlato col cuore di padri spirituali delle anime vostre. Ricordatevi ora che tutti dobbiamo trovarci un giorno nel paradiso.
Però prima di separarci prendiamo le nostre volontà. Leghiamole assieme come un cuor solo e offriamoci tutti col Cuore di Gesù Cristo, perché entro ci riceva e ci custodisca.
- 934 - Quello che noi vi abbiamo annunziato in questi giorni, è vera parola di Dio. Questa parola è la stessa che un giorno deve giudicare di ciascuno di noi. Lo diciamo per sentimento della dignità che ci riveste: noi un giorno aiuteremo a giudicare voi, perché vi abbiamo annunciato i divini voleri, e noi vedremo se li avete sì bene eseguiti. Voi poi sarete anche testimoni del giudizio che Dio farà anche di ciascuno di noi.
Sicché tutti fiduciosi, ma non meno tremanti, proponiamo qui [III-83] una strada comune da seguirsi da tutti, a fine di giungere a salvezza. Innalziamo un vessillo che ci accompagni e che si possa vedere da tutti. Fissiamo le regole di una santa amicizia che ci confermi nella confidenza col nostro Signore Iddio. Quest’è che faceva lo stesso Mosè quando stava per separarsi dal suo popolo. Questo hanno fatto i patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe e gli altri. Questo fecero con sì gran cuore gli apostoli del Signore e nostri veri padri.
Or chi sa se noi potremo ancora parlare a voi? O se Dio ci accorda ancora questa fortuna, chi sa se voi tutti potrete di nuovo assistere? Oh come è probabile che molti di noi siano richiamati presto alla patria del paradiso! Chi primo arriva, preghi poi per gli altri. Intanto preghiamo tutti uniti.
O sacro Cuore di Gesù, che siete la carità per essenza, legateci tutti colla santa carità vostra.
Cuore santissimo del Redentore, che avete sospirato tanto per la nostra salvezza, seguite ad accompagnarci.
Vergine benedetta, se in questo giorno abbiamo a lasciarci, noi vogliamo che ci abbiate almeno a benedire con affetto di Madre.
[III-84]Angeli benedetti, e voi, santi del paradiso che siete onorati in questa chiesa e che siete patroni di questo paese, pregate per noi acciocché tutti noi possiamo ricongiungerci nella patria celeste.
Parte prima
La prima cosa che lega gli spiriti delle creature fra di sé e con Dio è lo spirito di preghiera. La preghiera sale come profumo - 935 -di un balsamo purissimo a spargere in tutta la terra un olezzo di santità. I cristiani, attratti da questo soave incanto di paradiso, levano lo sguardo in alto, dove viene ad effondersi questa soavità celeste, ed intanto respirano un’aura che è tutta di paradiso.
La santa preghiera di chi supplica con umiltà, a guisa del pubblicano, ottiene che salga sopra le nubi, che divida i cieli e che si presenti al trono di Dio. L’Altissimo fa tacere il sussurro della natura, fa tacere le lodi che gli tributano le creature della terra e dei mari, per udire il dolce suono dei figliuoli che supplicano concordi.
Che se questa preghiera non è semplicemente di voci che escano dal cuore, ma è accompagnata dalle riflessioni fervorose della mente, allora quell’orazione benedetta risuscita l’anima anche di quelli che sono [III-85] infermicci, e quelli che sono sani li fa camminare con passi di gigante sino al monte santo del Signore.
Gesù Cristo volendo lasciare un grande ricordo ai suoi disse: « Quando abbisognate di qualsiasi cosa pregate poi pregate, che io vi esaudirò. Pregate con perseveranza, senza stancarvi 220, perché la mia soddisfazione è di vedervi pregare come dabbene figliuoli ».
Ha però una preghiera che reca frutti affatto ammirabili. È la preghiera che s’accompagna cosanti Sacramenti e col santo sacrificio della Messa. È una gioia ineffabile poter dire: « Il Signore è con noi. Quando egli è con noi, chi può essere contro di noi? » 221. Per confortare gli apostoli suoi, dicevagli Gesù: « La pace sia con voi. Sono io, non temete » 222.
Gesù è presente a noi nel Santissimo Sacramento del­l’altare. Ah, quando sentiamo quelle parole benedette: « Ecco l’Agnello di Dio che cancella i peccati dal mondo » 223, affrettiamoci a rispondere: « Noi non siamo degni che voi entriate nella - 936 -casa del misero cuor nostro 224, ma giacché vi degnate, venite, venite che noi vogliamo essere vostri, o Signore ».
[III-86] Gesù nel Santissimo Sacramento continua offrirsi ogni all’Eterno pei nostri peccati. Ah, è possibile assistere alla santa Messa ed in quella comunicarsi, e poi non ardere di un fuoco d’amore celeste? Gesù nel Santissimo Sacramento è con noi.
Che cosa fa un figlio miserabile dinanzi alla maestà del proprio padre? Adora, supplica, impetra e ottiene, dopo ringrazia. Mentre ciò eseguisce, è beato ormai.
Noi, dinanzi a Gesù nel Santissimo Sacramento, adoriamo Dio nostro Padre e lo preghiamo ad avere pietà di noi. Impetriamo poi quante grazie ci abbisognano, e così alla fine non cessiamo di effonderci in canti di ringraziamento, che si confonde con i cantici degli angeli nel paradiso.
Dio è con noi nel Santissimo Sacramento. Andiamolo a ritrovare almeno una volta al , se non possiamo più spesso, perché Gesù è con noi, e se Dio Padre ci benedice al principio d’ogni giornata, non sarà più possibile che in quel ci avvenga sventura grave o leggiera.
Quando Maria santissima comparve fra gli orridi di valle San Giacomo, riempì di giubilo le due indigenti zitelle Buzzetti e Gianotti, e per esse riempì di gioia tutto un contado gremito di popolazione. Quando Maria santissima comparve nella maestà di regina a Tirano, riempì [III-87] di consolazione l’animo di quel santo uomo Omodei, e per esso fece rimanere estatici di letizia tutto il popolo di una gran valle. Così, quando Maria santissima apparve sul monte della Salette a Massimino ed a Melania e quando in tempi a noi vicini comparve a Bernardina nella grotta di Lourdes, il cuore di quelli unito al cuore di una grande nazione trasalì di gioia purissima.
Ora qui non è già solo la madre del Salvatore che ci appare, ma è Gesù Cristo medesimo che viene a noi nella persona del Verbo incarnato e viene coll’affetto di Uomo Dio e Salvatore, viene col suo cuore infiammato di amore acceso per le sue povere creature.
- 937 - Che dite voi a questo incontro? Se non avete il cuore dei serafini per incontrare il vostro Dio, supplicate Maria che venga in persona per accompagnarvi strettamente a Gesù. Ah, quando vi ha una Madre celeste la quale ha un cuore di genitrice divina, non si può avere timore di sorta, non più titubanza d’affetto.
Quest’è il primo ricordo: pregare così bene, come si è detto fin qui, finché con un canto di giubilo entriamo per la porta del cielo, dove gli inni di gloria incominciano [III-88] per essere eterni.
Altra cosa che ci deve strettamente accompagnare su questa terra è l’unione dei medesimi affetti che ci uniscano a Gesù. Studiamo per breve istante il Cuore di Gesù Cristo!
Il cuor suo è tutto umiltà: egli che è l’Eterno nacque nel tempo, egli che è l’Altissimo si vestì d’umana carne. Fu umile in Betlemme ed in Nazaret, più umile in Gerusalemme, umilissimo sul Calvario. Poi il Cuore di Gesù Cristo è un cuore distaccato affatto dalle terrene cose. Nacque così povero e visse con tanto sudore e morì così spoglio sulla croce, che veramente diede intendere a tutti non doversi il mondo stimare più che qual fango vilissimo di terra.
Finalmente, che purezze di pensieri furono quelli di Gesù: non aveva che di mira la gloria del suo eterno Padre, univa le sue preghiere a’ suoi sudori, sicché ogni piccolo atto della sua persona dava all’Altissimo un merito di gloria infinita.
Ecco come i nostri cuori devono perpetuamente tendere al Signore!
Lo so benissimo che lo spirito maligno di superbia ci schiaffeggia. Lo proviamo pur troppo che l’avarizia ci tiene legati a terra [III-89] e che lo spirito più contagioso di concupiscenza ci ammorba tutto, pure bisogna abbattere questo spirito del peccato e rivestirci dello spirito d’umiltà, d’obbedienza, di purezza e di disinteresse 225, che è lo Spirito Santo del Signore.
Non vedeste già Gesù sollevare lo stendardo della santità e chiamare che lo seguissero i poveri, gli umili, i puri? Avete - 938 -­benissimo osservata la bandiera che innalzò, dopo di Gesù, la Vergine santissima? Dietro a lei corsero a migliaia i cristiani eletti che sono i santi di Dio.
Perché non vi schierate coll’esercito dei più fedeli servi dell’Altissimo? Abbiatene almeno un vivo desiderio e vi assicuro che il vostro cuore si riempirà delle consolazioni del Signore.
Nello stato in cui vi trovate umiliatevi sempre più. Nella vostra famiglia non vi lamentate troppo dei disagi, ma bramate dei maggiori per essere più cari a Dio. Nella vostra condizione di celibe ovvero di coniugato osservate la virtù di castità, perché la purezza cristiana forma i santi del paradiso. Chi è casto è certamente santo. Ovvero chi è di cuore umile e disinteressato, possederà certamente la grazia [III-90] del Signore, perché un dono di Dio è sempre accompagnato da un cumulo di celesti benedizioni.
Credetelo pure: il cristiano che cammina collo spirito di Gesù Cristo solleva gli occhi della fede sino a rimirare al cospetto dell’Altissimo, innalza le ali della speranza e viene ad equilibrarsi in mezzo all’aere puro delle celesti considerazioni.
Il cristiano che è rivestito delle virtù di Gesù Cristo si unisce intimamente alla carità del Signore, perché l’amor di Dio è fuoco che strugge due cere per unirne a formare una cera sola. Più, il cristiano che si lascia guidare dallo spirito di Gesù Cristo esercita la mortificazione e l’obbedienza e, per dire una sola parola, esercita le virtù, sicché colmo ormai di meriti preziosi si incammina veloce all’acquisto del paradiso.
Leonida attendeva che il suo figlio Origene dormisse e quando lo scorgeva assopito del sonno veniva a baciarlo sul petto dicendo: « Tu sei il santuario vivo dello Spirito Santo, perché sì davvicino segui lo spirito di Gesù Cristo ».
Noi trasaliamo di gioia in vedere l’immagine di Luigi Gonzaga, di Carlo Borromeo, di Vincenzo [III-91] de’ Paoli, di Sebastiano Valfrè, di Benedetto Labre, perché i loro corpi sono stati consacrati dalla cristiana mortificazione e perciò degni di essere collocati sopra gli altari per essere da tutti onorati. Noi godiamo in vedere le loro anime rivestite in cielo di tanta gloria quanto è l’areola di santità che il pontefice impose a circondare quaggiù i loro capi.
- 939 - Ma che dubitiamo noi mai? Se tanti e tante si sono fatti santi così, perché non potremo noi pure226. Sì che lo possiamo, giacché quanto al corpo siamo tutti egualmente figli di Eva, ossia un impasto di umane fragilità.
Quanto allo spirito siamo tutti l’immagine viva del Signore. Or come un padre benevolo dona a tutti i figli suoi le cose necessarie per vivere, così Iddio, Padre celeste, dona a tutti le grazie necessarie a divenire santi, e gran santi.
Qual consolazione intanto, quando volta a volta ci riuniremo in cielo! Quanto ne godrà l’animo nostro! Chi ci deve sollevare leggiero da terra è lo spirito del Signore. Chi ci deve esilarare di contento [III-92] è la carità di Gesù Cristo, perché i santi del cielo nell’ascendere in alto saranno beati in cantare: « Abbiamo amato, abbiamo amato ed ora siamo salvi ».
Poche cose ma importanti rimangono a soggiungere, e queste ve le dirò dopo breve momento.
Parte seconda
Il divin Salvatore, quando usciva a parlare dottrine sublimi, diceva: « Io non sono venuto a fare la volontà mia, ma bensì di colui che mi ha mandato! » 227. Nel corso della sua predicazione protestava di fare intimamente la volontà del Padre. Quando nell’orto sudava sangue, volgeva gli occhi ondeggianti al cielo dicendo: « Si faccia non la mia, ma la vostra volontà, o Padre » 228. E sull’altare della croce Gesù chinò la testa per dire: « Ho fatta la volontà vostra sino alla fine », di poi emise lo spirito santissimo.
Questo di fare la santa volontà di Dio giudicavalo il colmo della santità cristiana. Disse che chi fa [III-93] la volontà di Dio diventa figlio e fratello e amico e parente della Trinità augu­stissima. Quando gli fu detto: « Fuori aspettano la madre ed i - 940 -cugini vostri », rispose Gesù: « Miei intimi sono quelli che fanno la volontà del Padre mio » 229. Alla sera dell’ultima Cena, disse Gesù: « O Padre eterno, fate che i miei discepoli sieno di un cuore e di un’anima sola, come io e voi lo siamo » 230.
Ecco lo spirito sublime di Gesù Cristo! Ecco l’altezza di perfezione a cui deve giungere il cristiano. Fare il divin volere, quest’è la beatitudine dei santi in paradiso. Eseguire i divini voleri, quest’è la stessa felicità su questa terra.
Perciò se voi volete partire da queste missioni santificati nello spirito e contenti nel cuore, dovete attenervi a queste massime di celeste dottrina.
Su questa terra un filo d’erba non cresce senza il volere di Dio, ed un capello non viene tolto dal capo di un cristiano se Dio non lo permette. Non importa che le sciagure vengono da siccità o da pioggie. Non [III-94] importa che vengano dalla mano di nemici ovvero di parenti, la massima vera è che né una parola né un atto solo si può sostenere senza che venga dalla mano di Dio. Or quello che manda, Iddio non lo manda per altro che per il fine amabilissimo della santificazione di un’anima.
Se voi avete un padre tenero ed amante, facilmente vi acquietate alle sante disposizioni di lui. Or pensate che Dio appunto è il Padre vostro, e con ciò statevene tranquilli.
sol questo, ma dovete di più conformare lo spirito vostro allo spirito di Gesù Cristo, lo che è come dire che voi né volete né pensate altro che quello che pensa e vuole da voi Gesù Cristo. Perché il volere di Dio è santo e retto ed è giusto che tutti obbediscono a lui.
Sopra l’insegnamento di questa dottrina io non so cosa aggiungere, giacché altra maggiore non è nell’Evangelo di Gesù Cristo, però rimane solo che io scongiuri l’Altissimo a darvi il suo aiuto e che supplichi altresì ciascun di voi a seguire questo spirito benedetto del Signore.
Una cosa ancora rimane a dirvi, ed è che io ringrazierò
[III-95]
sempre il Signore di questo beneficio che ha fatto di - 941 -­potervi parlare allo scopo della comune salvezza. Io preghe­rò sempre per voi e voi usate meco la carità di supplicare il ­Signore.
Rimane che al Signore domandi perdono del poco fervore con cui ho annunciato la sua Parola, ed a voi che ne chiegga venia perché per caso vi abbia trattato con confidenza. Di ogni bene che abbiamo fatto rendiamone grazie all’Altissimo, e per qualsiasi male operato domandiamone perdono cordiale.
O Signore, siate sempre benedetto nella vostra misericordia. La più grande pietà di un padre è quella di ammonire i figli perché ottengano salvezza.
Voi, o Signore, ci avete parlato ed ora abbiamo trovata sicurezza. Continuateci poi sempre le vostre inspirazioni. Fate che non dimentichiamo in tutti i giorni del viver nostro le sante massime ascoltate e le regole di vita che qui abbiamo proposte di seguire.
O Vergine santa, come ci sarete cara [III-96] se ci continuate sino alla fine la vostra mediazione! Ve ne supplicheremo in tutti i giorni della vita.
Angeli nostri custodi, santi e sante del paradiso, unite le vostre lodi alla povera voce del nostro cuore e fate che, proseguendo su questa terra un cantico di conformità ai santi voleri di Dio, possiamo presto nel cielo incominciare quel cantico di giubilo che sarà la nostra beatitudine eterna.
Sia lodato Gesù Cristo 231
Tutto a maggior gloria di Dio







p. 935
220
Cfr. Lc 18, 1.


221
Rm 8, 31.


222
Cfr. Lc 24, 36.


223
Gv 1, 29.


p. 936
224
Cfr. Mt 8, 8.


p. 937
225
Cfr. Col 2, 12.


p. 939
226
Cfr. Aurelio Agostino, Confessioni, viii, 11.


227
Gv 6, 38.


228
Lc 22, 42.


p. 940
229
Cfr. Mt 12, 47.50.


230
Cfr. At 4, 32; cfr. Gv 17, 22.


p. 941
231
Per i Riflessi autografi di Luigi Guanella cfr. p. >957.


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