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IL PANE DELL'ANIMA PRIMO CORSO DI OMELIE DOMENICALI ESPOSTE IN UNA MASSIMA SCRITTURALE Evangelio della domenica sesta dopo l'Epifania La fortezza cristiana |
Evangelio della domenica sesta
1. [92]"Gesù espose alle turbe una parabola dicendo: Il regno de' cieli è simile al grano di senapa che un uomo seminò nel suo campo. Questo grano invero è il più piccolo di tutti i semi, ma quando è cresciuto e sviluppato, è la maggior delle piante e diviene un albero così grande che gli uccelli dell'aria vengono a riposare tra' suoi rami. Disse loro un'altra parabola: Il regno de' cieli è simile al lievito che una donna mette in tre misure di farina, finché tutta sia fermentata.
Gesù disse tutte queste cose alla turbe in parabola, e senza parabole non parlava loro perché si avverasse quello che disse
- 226 -il profeta: Aprirò la mia bocca in parabole e manifesterò cose occulte fino dal principio del mondo"24. Fin qui le parole testuali del santo Evangelo.
Noi fermiamo la nostra attenzione per un [93]momento sul valore delle parabole accennate. Son due similitudini che significano una cosa sola. Il grano di senapa e la massa di fermento coltivati nel cuore dell'uomo producono un albero assai forte e danno un pane assai robusto: la fortezza cristiana.
2. Quel granello di senapa è il più piccolo seme, eppure messo giù in terra buona cresce in fusto, si sviluppa in pianta, distende rami e su per essi vengono poi a posare gli uccelli dell'aria.
Quelle opere minute che voi fate, di lavorare al campo, di scopare la casa, di accudire ai più piccoli affarucci domestici, sono fatiche di poco momento, ma se voi le esercitate con diligenza, oh come per queste riuscite <a> piacere al Signore! Quelle opere sono minute, ma se voi le fate all'unico intento di piacere al Signore, sono come una massa di buon lievito che fa fermentare una quantità assai maggiore di pasta preparata. Le facoltà della vostra mente intanto si perfezionano, i buoni affetti del vostro cuore intanto si confortano. Gli stessi sensi del vostro corpo si rendono atti a servire con fedeltà e in ogni bisogna all'anima.
[94]Fu presentato a Pio ix l'esempio di un giovinetto ventenne, Giovanni Berkmans, il quale per vero non compié mai cose grandiose, ma fu diligentissimo in eseguir bene le cose minute. Il Vicario del Signore esaminò quanto credette uopo e poi proferì : "Questo buon servo del Signore fu massimo nelle più piccole cose. Fu cioè diligentissimo in far bene ogni minuta opera; non è dubbio che ei non sia un santo nella Chiesa del Signore". Lo propose dunque alla venerazione di tutti i fedeli del mondo e gli decretò l'onor degli altari.
Voi percorrete la storia delle imprese grandiose negli uomini dell'Antico Testamento e le ammirate. Confrontate le
- 227 -opere gigantesche di personaggi illustri del Nuovo Testamento e aspirate <ad> imitarne gli esempi. Le figure venerande degli uomini che passarono tutti dinanzi a noi, oh come ci commuovono! La fortezza d'animo di Pio ix, la costanza di Pio vii, il petto di bronzo di Pio vi! Oh come ci conforta l'esempio dei sacerdoti del Giura, la santa fermezza dei vescovi di Germania.
Ma se aspiriamo a meritarci le loro palme di onore, cominciamo ad essere buoni soldati nel campo degli esercizii quotidiani. [95]Colui che amministra con esattezza le cose della famiglia, mostra d'aver in cuore il buon seme della divina grazia e nella mente il buon fermento della carità. Non state a dubitare: se avverrà che quel seme e quel fermento abbia<no> a svilupparsi, ciò accadrà con vastità di proporzioni. Chi nega che ciascuno di voi all'occasione possa apparire forte come un confessore della fede, come un martire del Signore?
Sansone in quasi tutti i giorni della sua vita aveva forza eguale a quella di altro uomo, ma questa forza si raddoppiava a quella misura che voi ben sapete, quando di essa ne aveva bisogno per compiere le imprese che da lui voleva il Signore. 3. Voglio in questo proposito accennarvi un tratto di fortezza cristiana che si avverò ultimamente fra i sacerdoti di Francia. Il governo della Rivoluzione francese si era adunato sul suo seggio e già aveva chiamati intorno a sé i vescovi e i sacerdoti della nazione, perché giurassero di fare cosa contro alla coscienza, cioè di osservare le massime ed i principii del liberalismo. Sorse dunque il presidente e disse: "Una delle due: o giurate, ovvero che [96]sarete tradotti inesorabilmente a morte".
Dopo questa intimazione si chiama per dare il suo giuramento il vescovo di Agen m<onsignor> de Bonnac. Questi scende nel mezzo e risponde: "I sacrifici della opulenza costano poco, ma uno ve n'ha al quale non mi potrei determinare, quello cioè della vostra stima e della mia fede. Sarei troppo sicuro di perdere l'una e l'altra, se prestassi il giuramento che si esige da me". I membri del governo fremono, e il presidente chiama su perché giuri il sacerdote Fournet. E quegli si fa a rispondere: "Voi avete preteso di richiamare ai
- 228 -primi secoli del Cristianesimo; ebbene con tutta la semplicità di quei giorni felici della Chiesa vi dirò che mi farò vanto d'imitare l'esempio datomi dal mio vescovo; io andrò sulle orme di lui come il diacono Lorenzo andò su quelle di Sisto suo vescovo, seguendolo fino al martirio".
Il curato di Camlurs sorge a sclamare: "Io sono nato cattolico apostolico romano e voglio morire in questa religione; io non potrei fare il giuramento che mi si richiede"25.
Salta su il vescovo Beaupoil di Saint-Aulaire ed esclama: "Ho settant'anni di età [97]e trentacinque di episcopato: non sarà che io deturpi la mia canizie pronunciando il giuramento che pretendete; no, io non giurerò punto".
Il governo diè nelle smanie. Aveva raccolto presso alle porte dell'aula la bordaglia del popolo, perché ingiuriassero a quelli che sarebbero stati decisi a non giurare.
I confessori invitti furono dunque incarcerati. Intanto si ubbriacò un gruppo di carnefici perché sfogassero tutto il loro furore sopra le vittime adunate. Gli sgozzatori entrarono allora nelle carceri di Parigi. Nei giorni che decorsero dal 2 al 7 settembre 1792 uccisero tre vescovi e trecento sacerdoti. Poco dopo, come fiere insaziabili di sangue, corsero nell'altre parti di Francia a rovesciarsi sopra altri sacerdoti e sulle persone dei cattolici che si abbracciavano alla croce del Salvatore. Nello spazio di qualche mese furono così massacrati dugentomila cattolici. In quel periodo di tempo la terra di Francia fu consacrata dal sangue dei martiri. In poco periodo di tempo si mostrarono mille a mille i forti in Israello.
Questi eroi della fede non vennero poi [98]meno giammai. Quanti ne contò la stessa Parigi nel 1870! Quanti ne numera<no> oggidì e Francia, e Italia, e Germania, e Inghilterra!
Nella Francia un eroe che rinuncia al trono piuttosto che accettare una massima ed un principio del liberalismo. Nella Inghilterra i duchi cattolici che impiegano gli otto milioni di
- 229 -reddito annuo ciascuno in tante opere di beneficenza cristiana. Nella Germania i vescovi che si oppongono con petto di bronzo alla tirannia irreligiosa e nella Italia e in tutto il mondo istituzioni e comitati che giurano fedeltà alla religione santissima.
Fratelli miei, vi piacciono esempi cosiffatti di fortezza? Ebbene siate forti in tollerare dapprima in casa vostra le molestie di una persona che vi è avversa, e fuori casa sostenete con rassegnazione il male di chi vuole ingiustamente travagliarvi. Siate pazienti al campo dei lavori, sofferenti nel letto delle malattie che vi accadono. Chi è fedele nelle piccole cose lo sarà ancor nelle maggiori.
Le piccole cose producono sempre le maggiori. Una scintilla di elettricità aduna il fulmine, un fiocco di neve che si distacca dà corso alle valanghe,[99] una scintilla di fuoco che si appicca nelle paglie infiamma un vasto incendio. Così una parola udita in chiesa da Antonio fu come una scintilla che lavorò nel suo cuore sì presto da convertirlo da Antonio abitatore della città in Antonio solitario del deserto. Così come fiocco di neve scese una buona lettura a schiantare dal cuor di Ignazio molti alberi di ree abitudini. Così una fiammella di amor santo che Ignazio gettò là nel cuor di Francesco bastò ad infiammar un incendio vastissimo nell'animo del Saverio, che fu poi l'apostolo delle Indie.
4. Ma qui avvertite cosa che è di alto spavento. Come uno dalle piccole cose ascende alle maggiori nel bene, così dalle minime cose maliziose si ascende subito alle massime di iniquità. Voi vedete due che attendono al negozio per arricchire. Ma l'uno è prudente e misurato, e questi progredisce con vantaggio. Il secondo si perde alquanto nel giuoco, è facile a manifestare il segreto e non attende poi con sollecitudine grande, ed eccolo che già si può pronunciare che costui finirà malamente.
Lo stesso accade nelle cose morali. Davide diede un'occhiata là dove non conveniva [100]e subito peccò, ma si ravvide. Salomone suo figlio non una, ma più volte accondiscese a vanità pericolose, epperciò cadde poi più miseramente, come ben sapete. Pessima cosa è abituarsi con indifferenza ai piccoli- 230 - falli. Se voi non curate a spegner subito la scintilla che cade nel legnaio, presto avrete un incendio di tutta la casa. Se non attendete a chiudere le piccole fessure che sonosi aperte in fondo alla navicella, questa affonderà e voi sarete prima sepolti che morti.
Voi mirate a tante iniquità che si consumano dagli uomini intorno, e rimanete attoniti. Non meravigliate! Questi che vi apparivano poco tempo fa ancora onesti e dabbene, son ritornati scandalosi e tristi in conseguenza del disprezzo che hanno fatto del ben di Dio. Il Signore porge la sua grazia per il ben fare e come padre prudente vuol che ci esperimentiamo nelle opere di minor conto. Ma se trova che noi stiamo negligenti in condurre un'impresa minore, subito il Signore ritrae la sua destra e ci abbandona.
Ricordiamo dunque sempre le parabole del santo Evangelo. Un buon pensiero nel [101]nostro cuore è come un seme di senapa che può crescere in vastità di rami, è come un lievito che può fermentare una massa di pasta. Osservando le piccole cose possiamo diventare forti nello spirito. Ma possiamo anche abbassarci alle viltà, se non attendessimo a guardarci dai piccoli falli e replicati. Siamo tutti diligenti per crescere in fortezza!
1. Come il grano di senapa e come il lievito crescono in vastità di albero e in copia di pane, così le piccole opere quando si fanno con cuore fervoroso.
2. Con far bene le piccole cose si educa il cuore a fortezza.
3. Che esemplari eccellenti ci porgono ancora oggidì molti personaggi del tempo nostro!
4. Ma come le opere minute in bene, così l'abito di opere minute in male ci possono precipitare in grave abisso di viltà e di malizia.