Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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23. Cenni storici della congregazione dei Figli del sacro Cuore in Como.acapo. Como, Tipografia Casa divina Providenza, 1899, 8 p. Attribuito

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Cenni storici della congregazione dei Figli del sacro Cuore 109 in Como
Como, Tipografia Casa divina Providenza, 1899, 8 p. Attribuito.
[3] Fonti - Le fonti si desumono dalla voce vivente esposta nel libretto del sac‹erdote› missionario Luigi D’Antuono Storia della Piccola Casa della divina Providenza in Como 110 e dal periodico mensile La Divina Providenza che dal 1892 111 esce coi tipi della stessa casa.
Origine - Il sac‹erdote› Luigi Guanella, che nacque in Campodolcino della diocesi di Como addì 19 dicembre 1842 da pii ed onesti genitori, Lorenzo e Maria Bianchi, desso divenne il fondatore di detta congregazione. In modo providenziale, e mercé il concorso del parroco Bianchi Gaudenzio, sacerdote di alto zelo, poté compiere gratuitamente nel Collegio Gallio otto anni di studio, e come alunno e come assistente prefetto. Fu - 959 -amato dei superiori e dai compagni per la sua indole mite e pia. Doveva farsi della congregazione dei somaschi, ma il Signore lo chiamò al compimento degli studi nei seminari diocesani e ad essere poi comparroco teologo a Prosto, indi econ‹omo› spirit‹uale› a Savogno, dove molto lavorò in sette anni che vi dimorò in ampliare la chiesa parocchiale, in estendere locali di scuola, in dirigere scuole feriali, classi festive. In ogni e più volte nel predicava al popolo e ne trasse preziose vocazioni in ambedue i sessi per lo stato religioso. Amico delle opere del Bosco e del Cottolengo, già dal primo anno di sacerdozio intraprese viaggi a quella città ‹di Torino› per accompagnarvi più volte in ogni anno discreti drappelli di studenti, di cretini, di figli e postulanti che diedero poi ottima prova di sé. Di talune se ne scrissero biografie edificanti 112.
Volgeva l’anno 1875 e il sac‹erdote› Guanella, che da anni invano faceva pratiche per qualche istituzione propria nei contorni, pensò di apprendere lezione nella casa dell’Oratorio di san Francesco in Torino, e disporre [4] la via per un collegio di d‹on› Bosco nella diocesi propria. Dopo tre anni d’insistenza ottenne il beneplacito dal proprio vescovo Pietro Carsana e così fu da d‹on› Bosco e vi dimorò per tre anni occupandosi nelle scuole, negli oratori festivi, in predicazione di missione e per due anni nella direzione di una casa collegiale a Trinità di Mondovì, finché il vescovo lo richiamò in diocesi. Don Bosco con tante insistenze avrebbe voluto che il Guanella si associasse a d‹on› Cagliero nelle missioni d’America ed il Guanella ben di cuore avrebbe aderito, ma si sentiva di tentare una istituzione in diocesi propria, istituzione che abbracciasse i due sessi e potesse estendersi al bene delle anime. Vi si provò e fu per altri tre anni a Traona in aiuto del parroco arciprete infermiccio.
In questo luogo fu tutto per l’istruzione dei figli del popolo e istituì un piccolo collegio per allievi interni ed esterni, e ne ebbe qualche buon frutto.
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Ma il Guanella fin dal 1872 con un libretto lodato per altro dall’Unità Cattolica e dalla Civiltà Cattolica, Ammonimenti al popolo di campagna 113, aveva fatto pubblica professione di intransigenza fervida, e per questo ebbe varie minacce, persecuzioni manifeste ed occulte per lo spazio di ben quindici anni. Nel 1881 poi per le fiscalità del Consiglio scolastico dovette chiudere collegio e scuola e fu obbligato ricorrere al Consiglio di Stato per lo stipendio unico di L. 500 annue, per anni tre, dovutogli come coadiutore e poi come economo e coadiutore insieme della parrocchia.
Dal 1881 al 1890, in questo frattempo il sac‹erdote› Guanella fu coadiutore a Gravedona e poi economo sul montano luogo di Olmo per taluni mesi, indi economo spirituale a Pianello Lario dove dopo circa un anno di malintesi assunse con la parrocchia anche la direzione di un ospizio ivi abbandonato per morte del fondatore parroco Carlo Coppini.
In questo frattempo il Guanella fece della casa parocchiale ospizio di qualche orfano e di derelitti e compilò circa cinquanta operette agiografiche, storiche, morali, commendate dalla stampa cattolica.
Nondimeno non poteva più dall’espandersi in qualche centro di azione maggiore e fece istanza a s‹ua› em‹inenza› il card‹inale› Sanfelice per curare i colerosi in stagione di pericolo, ma fu [5] vano. In Pianello Lario sostenne noie non poche e molestie politiche, finché nel 1886 poté mettere piede in Como con casa figliale dell’ospizio di Pianello Lario, e nel 1890 poté lasciare la parrocchia e accudire di presenza all’istituzione che fu poi detta dapprima Piccola Casa poi, per reclami del Cottolengo di Torino, fu chiamata Casa della divina Providenza.
La Casa della divina Providenza venne impiantata ad imitazione della Piccola Casa del venerabile Cottolengo, senza fondi, senza mezzi di providenza umana. Nel fatto una pioggerella più o - 961 -meno fitta di beneficenza a seconda dei bisogni e delle circostanze pioveva sopra l’opera, onde si poté dapprima affittare e poi comperare casa e terreno per L. 22.000, poi altro terreno per 15.000 lire. Poco dopo si iniziarono fabbriche di ampliamento. Nel 1891 sua eccellenza il vescovo Ferrari pose la pietra fondamentale ed a Pasqua del 1893 consacrò la chiesa del sacro Cuore 114, ricca di cinque altari, lunga metri 33 e larga metri 13. Per tre volte si costrussero locali ad uso di rustico e di stalla, e per tre volte riuscirono aggiunte di case necessarie pel ricovero di vecchi, di scemi, di cronici, di artigianelli orfani, di derelitti minori, di chierici studenti, di sacerdoti invalidi fra i quali fu il missionario don Giorgio Steinhauser, reduce dalle regioni delle pellirosse, che lasciò preziosa eredità di virtù descritta in apposita biografia 115.
Un chierico, Alessandro Mazzucchi, morì pure in odore di santità e se ne scrisse la vita 116. Il vescovo Ferrari lo disse « un piccolo san Luigi ». Taluni ricoverati morirono pure lasciando eredità di abnegazione e di zelo.
In tempo più vicino fu comperata altra casetta con altro terreno, e recentemente altro terreno pure in giro della casa in modo che oggidì, entro un’area di 30.000 metri quadrati in vicinanza delle mura della città, in positura salubre ed amena, la Casa della divina Providenza alloggia distribuite in sette classi di persone oltre trecento ricoverati.
Il valore degli stabili e del terreno si valuta oggidì L. 250.000; ne ha di debito ipotecario 15.000, rimane il credito di L. 235.000.
I Figli del sacro Cuore edificarono pure casa e chiesa a Splügen, centro di tre valli nel Canton Grigioni tra protestanti, [6] per servizio delle famiglie cattoliche ivi e degli operai lombardi che in copia vi emigrano nelle stagioni di lavoro. Da un anno sono pure all’assistenza del Collegio di Sant’Anna in Roveredo, non molto discosto, e vi attendono per averne la direzione e la proprietà e per aggiungervi ospizio-ricovero per gli indigenti delle due valli di Mesolcina e di Calanca.
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Hanno poi domande non poche di fondazioni nella Svizzera e soprattutto in Lombardia, ma manca il personale. Una casa peraltro stanno edificando a Milano dove da tre anni funzionano la chiesa tradizionale di sant’Ambrogio ad Nemus consacrata oggi 5 aprile da sua eminenza il cardinale Ferrari.
Uno stuolo di sacerdoti, nove, da qualche anno coadiuvano nelle direzioni, dalle quali furono educati da giovanetti. Tre altri sacerdoti si avranno nella consacrazione della prossima Pentecoste e tre altri nel prossimo 1900, mentre drappelli di studenti si educano nella casa a speranza della congregazione nascente.
Studi si hanno, con insegnanti perlopiù patentati, al corso elementare e al corso ginnasiale ed al liceale, benché il corso di insegnamento sia alquanto accelerato per ragioni facili ad intendersi.
L’opera dei sacerdoti e dei Figli del sacro Cuore in genere è apprezzata dal popolo e dal clero e dalle stesse autorità civili, perché si occupano in ministeri umili e in pro dei derelitti e cercano di fare il bene per il bene con semplicità di modi. Ottenne per tre volte speciale benedizione dal Santo Padre e si ebbe l’incoraggiamento dei Congressi cattolici di Pavia, di Milano e dello eucaristico di Venezia.
I mezzi di sussistenza sono il lavoro delle mani nelle diverse industrie di tipografia, di falegname, di calzolaio, di sarto, di legatore e di altre arti minori. I ricoverati il più delle volte versano un tenue mensile, beneficenze leggere ma frequenti sono pure inviate dalla d‹ivina› Providenza in tempo opportuno.
I Figli del sacro Cuore per turno dalle quattro del mattino alle dieci di sera pregano dinanzi al Santissimo Sacramento per ottenere il pane quotidiano per l’anima e per il corpo. Si applicano con energia a diversi uffici nella casa ed anche in cura di malati fuori, e in casi di urgenza [7] vengon questuando o impiantando fiere di beneficenza e industrie varie. Nelle case succursali che vengono fondando, debiti considerevoli non hanno e lasciano sperar bene a motivo del buono spirito di zelo e d’operosità.
I Figli del sacro Cuore si allevano fra numerosi orfanelli e derelitti della casa dopo una serie d’anni di dimora nella stessa. Si assumono tra i figli poveri del popolo, talvolta sono studenti che hanno sostenuto le prove del crogiuolo di tribulazione e prendono buona lena per soccorrere ad altri poveri e ad altri tribulati.
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I membri della congregazione nascente a tutto oggi sono i seguenti:
Sacerdoti Luigi Guanella fu Lorenzo d’anni 56
Giuseppe Roncoroni di Biagio » 28
Giovanni Calvi di Battista » 34
Silvio Vannoni di Angelo » 28
Pietro Moroni di Giovanni » 31
Filippo Gramatica fu Antonio » 25
Enrico Taverna fu Aurelio » 42
Giuseppe Rotondi fu Agostino » 35
Paride Vezzoni di Basilio » 29
Diaconi Guglielmo Bianchi di Luigi » 28
Giacomo Mantecca di Luigi » 28
Chierici Samuele Curti fu Samuele » 29
Vittorio Pontoglio di Francesco » 20
Luigi Bravi di Michele » 21
Giuseppe Crippa fu Antonio » 29
Vittorio Castano di Pasquale » 24
Giacomo Rota di Serafino » 24
Angelo Meroni di Francesco » 24
Giovanni Fusi di Giuseppe » 20
Fiorenzo Biffi di Giovanni » 19
Giovanni Bruschi fu Michele » 20
[8] Studenti Salvatore Alippi di Battista » 23
Giuseppe Bargna fu Innocente » 17
Giuseppe Trinca di Andrea » 26
Luigi Lavizzari fu Antonio » 26
Giuseppe Panzeri di Angelo » 18
Camillo Invernizzi di Massimo » 19
Alessandro Nazzeri fu Luigi » 19
Giovanni Formentelli » 25
Della Casa Giovanni » 19
Iangeschi Carlo di Tomaso » 24
Giuseppe Giovanelli di Cipriano » 22
Artigiani Anzani Luigi fu Ambrogio » 23
Alessandro Beltrami » ***
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Davide Messa di Pietro » 21
Alessandro Muzio fu Angelo » 29
Luigi Trincavelli fu Angelo » 26
Pietro Venzi fu Antonio » 25
Bonaventura Venzi fu Battista » 18
Adolfo Banfi » 35
De Maroni Antonio » 26
Pietro Osmetti fu Cristoforo » 32
Schenoni Luigi fu Giuseppe » 34
Bigiogero Angelo fu Giovanni » 32




p. 958
109
Per la denominazione, ripetuta nell’articolo, cfr. nota 4 a p. 218.


110
Riferimento alla pubblicazione citata alla nota 2 a p. 4.


111
Originale: 1891; il primo numero del periodico fu pubblicato con la data di dicembre 1892. Nel testo sono state corrette senza ulteriori segnalazioni le indicazioni di anno che risultavano imprecise.


p. 959
112
Probabile riferimento a Cenni intorno alla vita di Anna Succetti della congregazione di Maria Ausiliatrice (1884), pubblicato nel vol. II/2 della presente collana, Scritti agiografici, pp. 277-302.


p. 960
113
Riferimento a Saggio di ammonimenti famigliari per tutti ma più particolarmente per il popolo di campagna (1872), pubblicato nel vol. III della presente collana, Scritti morali e catechistici, pp. 1-95; per le recensioni dello stesso sui periodici citati cfr. nota 5 a p. 581.


p. 961
114
Cfr. nota 103 a p. 952.


115
Cfr. nota 104 a p. 953.


116
Riferimento alla biografia del 1891 citata alla nota 19 a p. 908.


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