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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Opere santa Teresa
Lettura del testo
Le opere di Santa Teresa. Studio - Riassunto (1883-1884)
23. « Ahi, crudo tormento! »
«
»
[- 55 -]
23.
« A
hi,
crudo
tormento
! »
[II-31]
Così
geme
l’
anima
in
altissimo
duolo
di
patimento
: « Ahi! Ahi! Ahi!... »
212
. Il più
crudo
tormento
all’
anima
fedele
è quello di
credere
che ella per
gran
sciagura
faccia
guerra
a
Dio
, e
Dio
che la
faccia
a lei.
Ascoltiamone
come
Teresa
con
alto
gemito
riferisce
di sé.
« Io
sentiva
certe
parole
chiare
a
stupore
e
distinte
, certe
locuzioni
interiori
di
Dio
che non si
odono
coi
corporali
orecchi
. Non sono ciò un
semplice
presentimento
, ma
cotal
notizia
rassicurante
. Son
voci
che malgrado d’ogni mia
resistenza
mi è
forza
udirle
. Aveva
pure
delle
visioni
intellettuali
e non le
riconosceva
[II-32]
punto
per tali, oh qual
danno
! Né potea
darmi
- 56 -
a
credere
venissero dal
demonio
, perché il ben di
Dio
non
isfuggiva
da me, né mi
assaliva
fastidio
e
inquietudine
, né mi
pareva
di esser meno
umile
e meno
operosa
. Io
darei
la
vita
per la
menoma
delle
verità
rivelate
e queste che
sentiva
in
cuore
mi
pareano
certamente
rivelazioni
di
Dio
».
«
Sentiva
anzitutto in me un
dolor
vivissimo
delle mie
colpe
passate
.
Godeva
che
fosse
frenato
il mio
ardor
naturale
.
Scrivendo
al mio
direttore
, il
p
‹
adre
›
Alvarez
, il
pregai
di
pronta
risposta
ed egli
accondiscese
ma sulla
soprascritta
della
lettera
ben
suggellata
era
segnato
: Da
aprirsi
dopo
un
mese
. Io mi
acquietai
213
perché il
Signore
m’aveva
fatto
intendere
che non
era
vero
obbedire
il mio se non
istavo
risoluta
a
patire
;
ponessi
gli
occhi
in quello che aveva
sofferto
egli e tutto
tornerebbemi
[II-33]
agevole
.
Iddio
seguiva
‹
a
›
parlarmi
,
mirabile
umiltà
di
Dio
!
Conosceva
che
Dio
erami
presente
,
chiaramente
lo
vedevo
, lo
sentivo
, mi
pareva
il
fatto
di
evidenza
palpabile
, come essendo un
luogo
buio
si
sa
che ivi è
persona
cara
che ci
attende
».
« Il
mistero
della
Trinità
augustissima
, oh come mi
appariva
chiaro
!
Dio
vuol che l’
anima
s’abbia qualche
contezza
di quel che si
passa
in
cielo
... e così già da questo
esiglio
Dio
e l’
anima
se la
intendono
. Oh se i
mondani
si
intendessero
di queste
verità
! Con
visione
imaginaria
io
vedeva
le
mani
, il
viso
e tutta l’
adorabile
persona
di
Gesù
Cristo
. In
iscorgere
, l’
uomo
mortale
rimane
come
fuor
di sé e
pien
di
spavento
. Si
conosce
il poter
sovrano
che ha l’
umanità
sacratissima
congiunta
alla
divinità
. Che sarà al
dì
del
giudizio
veder
la
maestà
d’un
tan
to
monarca
,
maestà
divinamente
irritata
contro i
rei
? In
vedere
io
entrava
in
rapimento
.
[II-34]
Gesù
ivi
rimira
con
tenerezza
ma anche con
forza
, sì che l’
anima
mia nol può
sostenere
».
« Essendo io in
tribulazione
mi
mostrava
le sue
piaghe
, mi
apparve
in
croce
, nell’
Orto
,
raramente
coronato
di
spine
, talvolta
colla
croce
in
ispalla
, ma sempre in
istato
di
gloria
.
San
Pietro
e
san
Paolo
erano al mio
fianco
. In
cielo
vidi
turbe
di
angeli
, e ivi tanta
differenza
da certi a certi
angeli
e dall’un d’essi all’altro che nol
saprei
dire
.
Vidi
in
mano
ad un
angelo
- 57 -
un lungo
dardo
d’
oro
, e sulla
punta
214
di
ferro
pareami
che vi
fosse
un
carboncello
fiammante
. E quello
pareami
a
volta
a
volta
immergermisi
attraverso il
cuore
e
profondarlomi
fin
nelle
viscere
, e queste
trarmi
con esso il
dardo
nel
cavarlo
e
lasciarmi
tutta
divampante
d’
amor
grande
di
Dio
.
Sentiva
dolor
vivo
e
dolcezza
[II-35]
pari
. Avrei voluto
morir
in quel
dolore
e in quella
dolcezza
. Mi
posi
‹
a
›
cantare
a
voce
sommessa
così: Nel più
intimo
del
seno
/
sentii
colpo
repentino
/ certo fu di
stral
divino
/ che
gran
cose
in me
fatto
ha »
215
.
«
Entrando
nel
coro
di certo
monastero
vidi
angeli
e
demoni
in
lotta
fra loro, a
significar
certe
contese
che pur erano fra
gente
d’
orazione
.
Vidi
l’
inferno
, un
chiassuolo
lungo e
stretto
od un
forno
depresso
,
buio
,
angusto
con tante
nicchie
infuocate
e
dentro
i
dannati
con
tormento
indefinibile
, con
pene
che non hanno
fine
giammai.
Vidi
il
luogo
mio se non mi
fossi
emendata
da certe mie
tendenze
».
« Aveva tuttavia un
amor
proprio che non voleva
[II-36]
correggere
,
sapevo
poco di
rubriche
e non voleva
domandarne
alle
novizie
.
Doveva
prepararmi
al
canto
, e nol facendo mi
esponeva
a
brutta
figura
e di ciò
dolevami
. Ma a
vista
del
demonio
e dell’
inferno
, oh come
inorridii
allo
aspetto
delle mie
colpe
!
Iscorsi
altresì che
unico
merito
del
mondo
è il non
comportar
difetti
ne’
buoni
e
costringerli
a
forza
di
mormorazioni
a farsi
migliori
. Questo
provava
in me. E
vidi
che la
grazia
somiglia
certe
fonticelle
che
bollono
con
gran
empito
e non
cessano
di
lanciar
in
alto
l’
arena
in un coll’
acqua
. Ovvero quest’
amor
divino
è come un
gran
fuoco
la cui
vampa
insaziabile
cerca
del
continuo
esca
novella
. Oh s’avessi sempre una
manellina
di
paglia
a
gittarvi
! E
vedendo
d’aver nulla, mi
burlo
di me. Che
pena
è
sentire
di
dover
amare
e non aver d’onde, od aver
anime
da
salvare
e non
sapere
come!
[II-37]
Ma
sopramodo
dolevami
per l’
alto
timore
che tutto quello che
avveniva
in me
- 58 -
fosse
illusion
del
demonio
, che io
fossi
in
disgrazia
a
Dio
, un’
ipocrita
al
cospetto
degli
uomini
216
. Io
provava
pena
inesprimibile
in
manifestare
questo che
avveniva
in me. Mi
pareva
superbia
il farlo, non farlo
pareami
voler
vivere
217
in
inganno
».
« Cinque o sei
direttori
conferirono
poi fra loro e
218
dissero
esser
illusion
diabolica
questo che
avveniva
in me, e
219
dovessi
comunicarmi
più
raro
,
procurarmi
distrazioni
e
fuggir
la
soli
tudine
. Or poco
mancò
che io non
isvenissi
. Il mio
mal
di
cuo
re
s’
accrebbe
, non poteva
credere
e in non
credere
parevami
mancar
d’
umiltà
. Molti
dicevano
al mio
confessore
non si
fidasse
di me, onde nessuno più voleva
confessarmi
. A questo
punto
io sarei
impazzita
di
dolore
, ma
guardando
sempre
[II-38]
al
cielo
il
Signore
mi fece
intendere
: Non aver
paura
, o
figlia
, ché son io, non ti
abbandonerò
,
sbandisci
ogni
timore
. Mi avevano
perfino
proibito
il
pregare
e il
Signore
mi fece
intendere
che questo
era
una
tirannia
. Mi
persuasi
poi che un
peccato
veniale
ci
reca
maggior
danno
che tutti i
demoni
d’
inferno
insiem
congiurati
. Più io ho
paura
di coloro che tanto
temono
il
demonio
, che non del
demonio
medesimo, che quanto a lui nulla può farmi, ma quest’altri,
segnatamente
se
confessori
,
gittan
l’
anima
in
crudelissime
angustie
. Tante n’ebbi già io a
soffrire
per
vari
anni
, che
ora
mi
meraviglio
come abbia potuto
soffrir
cotanto
.
Lodi
e
grazie
eterne
a colui che
stesemi
mano
sì
soccorrevole
! ».
«
Donna
Guiomara
mi
pose
in
relazione
col
[II-39]
p
‹
adre
›
Pietro
d’
Alcantara
.
Sommariamente
lo
informai
di tutto, delle
locuzioni
220
credute
di
Dio
, delle
visioni
intellettuali
e
imaginarie
, ed egli mi
confortò
a
lodar
Dio
e a
pregare
a
vicenda
».
«
Soffrivo
io molti
mali
corporali
, ma non ne avendo più di
spirituali
,
godeane
immensamente
nel
cuor
mio.
Conobbi
che
conviene
considerar
‹
i
›
doni
di
Dio
per
saperlo
ringraziare
, che
convien
talvolta
manifestarli
per
dargli
al
Signore
la sua
gloria
,
- 59 -
che
cercar
sollievo
nei
221
buoni
libri
o in
colloquio
con le
persone
pie
è
atto
lodevole
.
Commovevami
la
presenza
del
religioso
Pietro
d’
Alcantara
. Non
dormiva
tra
notte
e
dì
che un’
ora
e
mezzo
,
alloggiava
entro
un
pertugio
di
camera
in cui appena poteva star in
piedi
. Non
portò
cappuccio
al
capo
mai né
zoccoli
ai
piedi
. Nei
rigori
della
vernata
spalancava
finestre
e
porte
. Il suo
corpo
[II-40]
estenuato
pareva
formato
di
radiconi
d’
albero
risecchi
.
Pietro
aveva
ingegno
bellissimo
e
scrisse
Dell’
orazione
e
Della
pace
dell’
anima
.
Declinò
il
carico
di
confessore
di
Carlo
v
nel
convento
di
San
Giusto
;
austero
e
affabile
, i suoi
detti
condiva
di
sapore
singolare
222
.
Mi
apparve
pieno
di
gloria
dopo
morte
dicendomi
: O
felice
penitenza
, che mi ha
meritata
una
gloria
sì
grande
! Dacché
trovasi
in
cielo
,
sembrami
che mi
consoli
assai più che non quando
era
in
terra
.
Dio
mi
disse
che in
nome
di quel
fedel
servo
mi avrebbe
esaudita
in tutto.
Lode
dunque al
Signore
che il più
fiero
combattimento
è
cessato
omai.
Temeva
essere
in
guerra
col mio
Signore
ma, la
Dio
mercé, non fui ».
p. 55
212
Nell’
originale
segue
l’
annotazione
: « (
vedi
Gio
‹
vane
›
Provveduto
) ».
Probabilmente
l’
A.
si
riferisce
al
celebre
opuscolo
di
Giovanni
Bosco
Il
giovane
provveduto
per la
pratica
de’ suoi
doveri
negli
esercizi
di
cristiana
pietà
...
, la cui prima
edizione
è del
1847
.
p. 56
213
Originale
:
mese
. /
Teresa
si/ Io mi
acquietò
.
p. 57
214
Originale
:
punta
/del/.
215
« In questo
atto
è la
transverberazione
del
cuore
di
santa
Teresa
che per
concessione
di
Benedetto
xiv
è
onorata
con
festa
solenne
addì
27 di
agosto
in ogni
anno
dall’
ord
‹
in
›
e
carm
‹
elitano
›
»;
nota
dell’
originale
.
p. 58
216
Originale
:
uomini
. /Cinque o sei
direttori
/.
217
Originale
:
vivere
/nel/.
218
Originale
: e /
decisero
/.
219
Originale
: e /non/.
220
Originale
:
locuzioni
/di/.
p. 59
221
Originale
: che /
consolarsi
/
cercar
sollievo
con
/
lettura
di/.
222
Originale
:
singolare
. /La sua
riforma
si
propagò
a tutta
Europa
/.
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