Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (I corso)
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IL PANE DELL'ANIMA PRIMO CORSO DI OMELIE DOMENICALI ESPOSTE IN UNA MASSIMA SCRITTURALE

Evangelio <della domenica> di Sessagesima Un ottimo seme

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Evangelio <della domenica>

di Sessagesima

Un ottimo seme

  1. [110]Ascoltiamo per intiero e parola a parola il Vangelo del nostro divin Salvatore, e caviamone poi tutto quel prò maggiore che sappiamo.

  "In quel tempo Gesù disse alle turbe, che accorrevano dalla città e si affollavano intorno a lui, questa parabola: Un seminatore uscì per seminare il suo grano, e nel seminarlo parte cadde lungo la strada e fu calpestato e lo mangiarono gli uccelli dell'aria; parte cadde sopra un terreno sassoso, crebbe e appena germogliato seccò per mancanza di umore; parte cadde fra le spine e le spine che insieme nacquero lo soffocarono; parte finalmente fu gettato nel buon terreno e germogliò [111]e diede frutto centuplicato. Detto questo, esclamò: Chi ha orecchie da intendere intenda.

  I discepoli gli domandarono che parabola fosse questa ed egli disse loro: A voi è dato di conoscere i misteri del regno de' cieli, ma agli altri vien parlato in parabole, affinché vedendo non veggano e udendo non intendano. La parabola dunque è questa. La semenza è la parola di Dio. Quelli che sono lungo la strada sono coloro che la ascoltano, ma vien

- 236 -poscia il demonio e la strappa loro dal cuore, affinché non si salvino col credere. La parte caduta sul terreno sassoso raffigura quelli che, udita la divina parola, la accolgono con piacere, ma non hanno radici, credono per qualche tempo, ma al sopraggiungere della tentazione rinnegano la loro fede. Quella che cadde fra le spine dinota coloro che udirono la divina parola, ma lasciarono che venisse poi in loro soffocata dalle cure soverchie, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, onde non produsse alcun frutto. Finalmente quella che cadde nel buon terreno significa quelli che, avendo ascoltato la divina parola con cuore docile ed ottimo, la custodiscono e la fanno fruttificare mediante la pazienza"29.

  [112]Eccola, o fratelli, la lezione evangelica. In questa i buoni hanno motivo a consolarsi. In questa i cattivi e trascurati hanno argomento di molto terrore. Noi ommetteremo in oggi di sbalordire i cristiani freddi. Ci consoleremo con i fervorosi e diremo che un ottimo seme è la divina parola. È seme ottimo a tutti quelli che con cuor docile ascoltano la parola del Signore e la custodiscono e la fanno poi fruttificare mediante la pazienza.

  2. Ecco, o fratelli, un'ammirabile apparizione, il Salvatore che appare sui campi di Giudea e di Galilea. Gesù compare dottore delle genti e maestro di verità. Uditelo: "Beati i poveri, beati i perseguitati, beati quelli che hanno il cuor mondo. Tre volte beati quelli che ascoltano la parola del Signore e che la custodiscono". Questo è l'insegnamento di Gesù Cristo. Vi preme osservarlo? Osservatelo, osserviamolo tutti.

  I discorsi di Gesù sono ammonimenti che assicurano la vita eterna. Guardiamoci, o fratelli, dalle insinuazioni maligne. Satanasso, il tristo, ce lo vorrebbe strappare il buon frutto della santa parola di Dio. Lo sciagurato viene innanzi con pessimi discorsi. Mette avanti le cure del [113]mondo vano per distrarci, gli attacchi alle ricchezze per dissipare la nostra mente. Ah quanti che si lasciano sedurre e quanti che addivengono- 237 - miserabili! Ma noi, ascoltata la divina parola, riteniamola. E per non perderla in eterno, combattiamo valorosi i nemici della fede.

  Un combattimento, lo sappiamo, costa fatiche, costa sudori, costa talvolta anche le ferite di sangue. Ma chi, ingaggiato, si vorrà togliere dalle file di un combattimento? Il vile meriterebbe d'esser fatto morire. Che se duriamo fermi, consoliamoci che sarà per poco. Sì pochi sono i giorni della nostra vita quaggiù e passano così rapidamente! Pazienza adunque e coraggio. L'abbiamo inteso dal discorso di Gesù Cristo. La parola del Signore, perché frutti in abbondanza, bisogna con pazienza difenderla dagli assalti nemici. Bisogna poi con pazienza alimentarla nel proprio cuore.

  3. Meschinelli i seguaci di Gesù Cristo, in questo mondo spesso passano inosservati. Talora vivono perfino in persecuzione. Per tenere alto il vessillo di una santa massima di Gesù Cristo, quanto devono [114]sostenere ancora oggidì i confessori illustri della fede! Per tenere alto il sacro vessillo di un principio santo voi avete udito le tante volte i pontefici sommi a protestare contro al torrente della rivoluzione. I vescovi li avete veduti collocarsi di fronte agli avversari e ribatterne i colpi e scagliarne di violentissimi. Quanti cattolici valorosi che con petto di bronzo affrontano le sante battaglie del Signore! Chi li ha fatti così intrepidi, non c'è dubbio, è stata la parola del Signore. Questa parola del Signore, distribuita dalla madre ai figli, prepara i cuori intrepidi disposti al martirio.

  Venceslao istruito dalla nonna Ludmilla, donna piissima, diviene un gran santo, una benedizione per la famiglia, una benedizione per tutti i popoli di un regno. Boleslao fratello, educato da Dracomira, madre infamissima, cresce disordinatissimo figliuolo e si fa carnefice del proprio fratello.

  La santa parola del Signore è seme che ricevuto in cuor buono produce frutti ubertosissimi per lo spirito, frutti copiosissimi per la stessa civile società. Il seme della divina parola ha fatto illustri[115] le persone di Boezio, di sant'Agostino, di Roggero Bacone, di Petrarca, di Tasso, di Copernico, di Calderón, di Malebranche, di Michelangelo, di Leonardo da Vinci.

- 238 -  Il Fénelon, l'Alessandro Volta, il Canova, il Rossini, il Rosmini non furono tutti educati nelle scuole cattoliche? E Tommaso d'Aquino e Dante Alighieri e il Bossuet e il Pico furono anch'essi educati con il seme sacro della divina parola. E tra i guerrieri medesimi, i più forti hanno temprato l'animo nel fervore della fede santissima. Guglielmo Tell, Baiardo, Marco Antonio Colonna, Alessandro Farnese, Andrea Doria, il Gran Condé, il Turenna, Gabriele di Fénelon e il principe Eugenio <e> Napoleone: quali nomi e quali glorie!

  E così nel Cattolicismo s'hanno re sapienti e gloriosi per comando. Marciano con la sua Pulcheria, Agilulfo e Teodolinda, Carlo Martello, Carlo Magno, Enrico colla sua Cunegonda, Eduardo con la sua Editta, Goffredo, Sobieski, Ferdinando ed Isabella, che cosa vi dicono? Sono religiosissimi, eppur portano splendida corona. Sicché verissimo è che talvolta anche i seguaci della [116]parola del divin Salvatore passano in onore i giorni della loro vita.

  Ma questa non è regola sempre costante e tampoco universale. Gli umili seguaci degli insegnamenti del divin Salvatore avranno a sostenere quaggiù. Ma si duole forse la terra perché nella vernata è coperta dal freddo della neve? No, perché sa che presto spunterà la primavera. E le piante che nello inverno vivono nude e scarmigliate si dolgono forse? No, perché a ricoprirle e ad adornarle sanno che vicini sono i tepori primaverili.

  4. La nostra vernata, o fratelli, è su questa terra. La primavera spunterà per noi al passare di qui. In paradiso la primavera è piena di godimenti perenni. Chi parla è Gesù Cristo: "Beati i poveri, beati i perseguitati e i mondi di cuore e quelli che hanno fame e sete della giustizia del Signore; costoro sono beati perché questi saranno poi satollati. Di questi certamente è il regno dei cieli".

  E quando in paradiso entreranno tanti nostri fratelli e quando vi entreranno tante nostre sorelle, anche noi brameremmo entrare in compagnia. Non è vero che lo bramiamo già adesso con vivissimo affetto? [117]Ma se il nostro cuore è sincero, deh che s'abbracci volontieri all'umile sequela del Salvatore.

- 239 -  5. Intanto confortiamoci in quest'altra considerazione. In questa terra ribattere le massime di tanti illusi costa fatica. Quaggiù a sfidare gli scherni degli stessi schernitori beffardi <si> dura sacrificio. E se avvenga il caso che per portare alta la bandiera del Salvatore un di noi avesse anche a patire di prigionie e di persecuzione, beato costui! In cielo è Dio il quale numera tutte le parole che diciamo per sua difesa. In paradiso è il Signore il quale sa ben ponderare gli affetti del cuor nostro. Ed egli, l'Altissimo, è giusto che non lascia un atto senza il suo premio, è generoso che ricompensa con abbondanza copiosa. Pensiamolo tutti e confortiamoci, o buoni amici.

  Per aver avuto in istima le sue sante parole, il Signore gioconderà l'anima nostra col paradiso. Per aver confessato il suo nome sulla terra, Iddio esalterà noi al cospetto dei santi e degli angeli. E questo trionfo non sarà di pochi giorni, ma per i secoli eterni. [118]Oh quanto conviene seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo! Seguiamoli tutti. Pazzo chi non s'attiene all'ottimo seme che è quello della divina parola.

Riflessi

  1. Un buon seme è la divina parola.

  2. Ascoltiamo tutti la parola del Salvatore.

  3. Seguendo il divin Salvatore si avrà per caso a sostenere un dileggio.

  4. Ma poi che trionfo in cielo!

  5. In paradiso è gioia proporzionata ai patimenti già sostenuti quaggiù.





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29 Lc 8, 4-15.



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