Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Ricordini S. Zita
Lettura del testo

Ricordini di santa Zita (1888-1890)

Considerazione XVIII. Il carattere

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Considerazione XVIII.
Il carattere
[69]Imaginati bellissima persona, la virtù che si lascia tormentare, ma che 127 non vien meno giammai all’onor di Dio, all’utile del prossimo.
Mi metto alla santa presenza di Dio e dirò: « Padre nostro etc., Ave, Maria... Gloria al Padre etc. ».
1. Considera anzitutto che, nel senso nostro, persona di carattere val tanto come persona di virtù. Son così scarse in giornata le persone di carattere che se 128 una semplice figlia del popolo, educata allo antico sistema di onoratezza e di probità, ne porga prova costante, con ciò presenta un bellissimo atto di virtù. Entrate al servizio di gran cuore e con alto rispetto. Ma badate che [70] la vostra condizione e il vostro meglio è di star sommesse ed obbedienti. Non ambite alle confidenze dei vostri padroni, ché sarebbe presunzione. Quando ve n’accordano di confidenza, statene in religioso riserbo: non lasciatevi trasportare a promettere troppe cose.
2. Ma pregate Dio che alla prova faccia 129 intendere come voi volete essere persona di carattere e di virtù. Nel giorno che - 231 -la tribolazion d’animo sarà entrata nella casa dei vostri padroni, e voi senza nulla dire raddoppiate di preghiera. Il buon Dio vi riempirà di brama santa e di un pio compatimento, onde ne uscirete poi in isfogo di dolce tenerezza. Ad aggiustarvi sulle labbra la parola sarà Iddio medesimo e voi in parlare [71] allevierete tanti cuori. Spesso accade che il discorso semplice di una domestica ingenua arrechi miglior sollievo che il ragiona­re studiato di un filosofo. Siate quali dovete, figlia piena di amor di Dio, di amor di prossimo, e il Signore buono vi salverà.
3. Considerate che parimenti potete mostrar la fermezza di carattere ovvero la costanza della virtù vostra in momento di malattia 130 fisica dei padroni medesimi 131. In questo caso parimenti date attenzione massima a pregar sovrattutto Iddio e la Vergine: fate loro intendere che volontieri per essi loro intraprendete una divozione ad una chiesa o ad un santuario vicino ovvero nel segreto del cuor vostro. Con questo vi accaparrerete l’animo dei padroni, i quali però di cuore si varranno dei servigi vostri. E voi lietissima quando possiate vegliare a quel capezzale di persona inferma. [72] sovrattutto ponete attenzione che da voi si presti la massima cura all’ultimo della vita. Allora che i più intimi della casa spesso si abbandonano ad un eccesso di duolo, e non forse fuggono da casa, ebbene voi rimanete costante quasi angelo di consolazione, e suggerite qualche buon pensiero. Chissà che non trovandosi di meglio Iddio riceva l’umiltà del vostro cuore, e per mezzo vostro egli che non salvi un’anima!
Orazione
Or comprendo la sublimità di quelle parole vostre: « Servire a Dio è come regnare » e di quelle altre, che agli umili voi date grazia! 132. Che grazia maggiore di questa? Con salvar altri io ­- 232 -assicuro la mia salvezza eterna. O buon Signore, siate per tutti i secoli benedetto.
Maria, salute degli infermi, fatemi esser 133 sollievo agl’infermi del prossimo mio.
Dopo la meditazione
Prenderò qualche buona risoluzione...
Ringrazierò il Signore dei lumi che mi ha dati nella presente meditazione e lo pregherò a darmi grazia di mettere in pratica le prese risoluzioni.




p. 230
127
Originale: che /cede/.


128
Originale: se /voi/.


129
Originale: prova Dio faccia.


p. 231
130
Originale: malattia /dei/.


131
Originale: medesimi. /Datene/.


132
Pr 3, 34.


p. 232
133
Originale: esser /di/.


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