Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Ricordini S. Zita
Lettura del testo

Ricordini di santa Zita (1888-1890)

‹Considerazione› XXIX. Meglio morire che peccare

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[- 249 -]
Considerazione XXIX.
Meglio morire che peccare
[105]Poniti dinanzi le vergini martiri le quali, stando sotto ai tormenti, gridano anche più animate: « Meglio morire che peccare ».
- 250 -Mi metto alla santa presenza di Dio e dirò: « Padre nostro etc., Ave, Maria... Gloria al Padre etc. ».

1. Considera che la creatura in peccare si ribella a Dio, si mostra ingratissima a Gesù salvatore, contrista lo Spirito Santo, desola Maria immacolata, i santi e le sante del paradiso; desola e contrista gli stessi giusti della terra. Più, il peccato è causa della morte ed è causa di tutti i quanti i mali quaggiù. Più ancora, il peccato è la causa per cui il Signore 178 è costretto a castigare al di coll’inferno i peccati mortali, col purgatorio i peccati veniali. Ahimè! Che bruttura e che rovina è il peccato!
2. [106]Considera che al Signore spiacciono tanto anche i peccati veniali. Certe superbiette tue... certe disobbedienze a sangue freddo commesse... quelle tue mormorazioncelle... quel­le piccole infedeltà... E poi quel diffidar della Provvidenza in certe circostanze e quel presumer troppo in altre... Certe freddezze nell’orazione e certe negligenze, e quegli strapazzi con |usurpare| invano il nome di Dio, insomma considerati che non è comandamento che in poco o nel tanto tu non abbia infranto. Consideralo che non è luogo o tempo in cui poco o tanto tu non abbia offeso il Signore. E poi ti reputi ancor qualche cosa?
3. Considera che il mondo sfugge continuo agli occhi tuoi, che il giudizio di Dio ti aspetta. Deh, per [107] pietà dell’anima tua almeno non mormorare e non 179 condannar veruno se non vuoi che Dio dica poi male di te e ti condanni. Almeno per pietà, quel po’ di bene che tu vieni ponendo fallo per Iddio e non per 180 piacere all’uomo. Almeno cerca di obbedire, di piacere ai tuoi padroni 181 nello intento di piacere e di obbedire a Dio.
- 251 - Orazione
Sì o Signore, morire ma non peccare. Ve ne supplico in ogni replica del Pater noster, ma io son misera cotanto che 182 a stento intendo quel che mi dico.
O Madre desolata che mi avete adottata in figlia ai piè del Calvario, porgetemi aita ché punto non offenda Gesù, il divin vostro Figlio.
Dopo la meditazione
Prenderò qualche buona risoluzione...
Ringrazierò il Signore dei lumi che mi ha dati nella presente meditazione e lo pregherò a darmi grazia di mettere in pratica le prese risoluzioni.




p. 250
178
Originale: Signore /castiga/.


179
Originale: non /giudicar di/.


180
Originale: per /amore dell’/.


181
Originale: padroni /che/.


p. 251
182
Originale: che /appena/.


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