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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione Bosatta
Lettura del testo
Deposizione sulla serva di Dio suor Chiara Bosatta (1912)
Speranza
«
»
- 670 -
S
peranza
XXXIX
.
a
)
So
che la
speranza
era
l’
angelo
consolatore
della
Serva
di
Dio
, specialmente tra le sue
pene
spesso
ripetendo
: « Tutto per
amor
di
Dio
, tutto per il
paradiso
, troppo
bello
il
paradiso
», e con questo
fortificandosi
a
sostenere
le
traversie
e
superare
le
difficoltà
.
b
) L’ho sempre
conosciuta
piena
di
fiducia
di
conseguire
l’
eterna
gloria
e di
ottenere
i
mezzi
per
guadagnarla
tutta solo
20
appoggiandosi
ai
meriti
del
Signor
nostro
Gesù
Cristo
. Faccio anche
noto
che nel suo
desiderio
del
paradiso
vi
era
sì anche il
sentimento
di
godere
l’
eterna
pace
, ma
prevaleva
sempre quello di
conseguire
la più
stretta
unione
d’
amore
con
Dio
.
c
) La
Serva
di
Dio
quanto all’
aspettarsi
il
premio
dell’
eterna
gloria
, non
poggiava
sul
valore
delle sue
opere
ma tutta e solo nei
meriti
di
Gesù
Cristo
il quale, essa
diceva
, è
morto
per tutti, con questo
manifestando
la sua
fiducia
per la
salvezza
[134r]
anche dei
poveri
peccatori
. In
occasione
delle sue
varie
pene
, molte
volte
io la
sentii
esprimersi
così: « Sono un
verme
colpevole
,
seppellitemi
sotterra
, sotto sotto », e pur
reputandosi
così
indegna
soggiungeva
: « Ma voi, o
Signore
, mi
salverete
».
XL
.
a
)
So
che
grande
,
vivissimo
era
nella
Serva
di
Dio
il
desiderio
di
possedere
il
Signore
.
b
) Quando al
vedere
specialmente gli altri
volarsene
da questa
terra
ella si
riconosceva
ancora tra le
miserie
della
vita
,
era
il suo un
sospirare
forte
al
paradiso
, mentre
spesso
faceva sue le
parole
del
Cottolengo
: « Oh
brutta
terra
! Oh
bel
paradiso
! ».
c
)
So
pure
come alla
morte
di qualche
buona
persona
, specialmente di
suor
Ombellina
Calvi
e
credo
anche di
suor
Erminia
Bosatta
e
suor
Luigia
Dell’
Acqua
, la
Serva
di
Dio
- 671 -
manifestasse
la sua
impazienza
di
raggiungerle
ed una
santa
invidia
per
crederle
già al
possesso
del
paradiso
. Questo suo
desiderio
del
paradiso
lo
esprimeva
spesso
nella
morte
dei
bambini
esclamando
: «
Fossi
morta
anch’io
bambina
colla
mia
innocenza
battesimale
—
che io
[134v]
assicuro
non ebbe mai
perduta
—
che allora sarei certa d’esser in
paradiso
! ».
Parimenti
in
mezzo
alle
pene
e
travagli
specialmente di
tentazioni
, anziché
rallentare
nella sua
speranza
di
conseguire
il
paradiso
,
accresceva
il
fervore
per
meritarselo
manifestando
il suo
rincrescimento
, come già
accennai
, che le si
tardasse
anche solo di
ore
il
raggiungimento
dell’
ultimo
fine
.
d
) Ho anche
rilevato
che la
Serva
di
Dio
aveva uno
studio
speciale
e di
aspirazioni
e di
preghiere
per
guadagnarsi
dalla
misericordia
del
Signore
la
grazia
di
conseguire
anche essa l’
eterna
salvezza
, e
spesse
volte
l’ho
sentita
esclamare
: « Sono
peccatrice
ma sono vostra
figlia
:
salvatemi
! ».
XLI
.
a
)
Dichiaro
che la
Serva
di
Dio
non ha mai
paventata
la
morte
neanche allora che se la
vedeva
imminente
.
b
) Nell’
estrema
sua
malattia
essa, che aveva
offerta
la sua
vita
per la
sorella
Marcellina
e per la
casa
, né
pregava
né voleva si
pregasse
per la sua
guarigione
, sebbene
dicesse
che le
preghiere
son sempre
buone
.
[135r]
A questo
proposito
ricordo
d’aver
udito
da
suor
Agnese
, che l’
assisteva
, il
seguente
episodio
:
era
venuto il
dottor
Re
per una
visita
alla
inferma
Serva
di
Dio
aggravatissima
; questi
volgendosi
alla
suora
in
modo
da
credere
di non esser
sentito
dall’
inferma
dichiarò
: « È all’
ultimo
stadio
, il
caso
è
disperato
».
Partito
il
dottore
, la
Serva
di
Dio
chiese
a
suor
Agnese
: « Dunque cosa ha
detto
il
dottore
? » e lo
disse
sorridendo
.
«
Disse
che finché
c’
è il
fiato
c’
è
vita
».
« Io ho
sentito
tutto
—
e lo
ripeté
con
accento
di
gioia
—
ha
detto
che per me è
finita
, e sono ben
contenta
che abbia
detto
così, perché se nel mio
cuore
vi
fosse
ancora un
filo
di
attaccamento
al
mondo
, con questa
notizia
verrebbe
troncato
».
XLII
.
a
)
So
che di
mezzo
alle sue
desolazioni
,
aridità
,
tentazioni
e
prove
dalle quali
andò
travagliata
la sua
esistenza
, il
contegno
- 672 -
della
Serva
di
Dio
fu sempre di
piena
sommissione
e
cieco
abbandono
nel
Cuor
di
Gesù
. E
richiamandosi
al suo
sacrificio
per il
bene
della
casa
,
riconoscendosi
peccatrice
[135v]
indegna
, davanti alle sue
pene
gridava
: «
Giù
,
giù
ancora delle altre! ».
b
)
Dichiaro
eziandio che fra tante sue
pene
,
travagli
e
stenti
mai
smentì
la sua
gioconda
serenità
. E questo suo
spirito
di
indifferenza
santa
si
trasfuse
anche nelle
consorelle
,
cotalché
e in
seguito
massimamente
a certe
espressioni
della
Serva
di
Dio
, nella
casa
sono
entrati
famigliari
questi due
detti
: « Per
fondare
una
casa
religiosa
ci vuole come
pietra
fondamentale
il
corpo
di una
monaca
che si sia fatta
vittima
spontanea
; oltre a ciò si
richiedono
quattro
F
:
fame
,
freddo
,
fumo
,
fastidi
».
c
)
Dichiaro
che soprattutto nei
momenti
di
speciale
necessità
o
travagli
dell’
istituto
, dei
superiori
o di altre
persone
bisognose
la
Serva
di
Dio
, che non si
preoccupava
dei suoi
materiali
bisogni
, si
moltiplicava
in
preghiere
e in
atti
di
impetrazione
pia
,
giovandosi
anche delle
preghiere
che faceva fare alle
orfanelle
con
tridui
,
novene
e
simili
, dalle quali
orfanelle
trasceglieva
quelle poche che per
turno
si
tenessero
in
[136r]
chiesa
in
atto
di
speciale
impetrazione
per i
bisogni
indicati
, ed il
turno
doveva
continuare
da
mane
a
sera
. Per
effetto
di questa
santa
iniziativa
della
Serva
di
Dio
ancora
adesso
vige
nell’
istituto
la medesima
pratica
.
d
) A
prova
che le
preghiere
della
Serva
di
Dio
abbiano
sovente
conseguito
il loro
effetto
,
adduco
il
fatto
rinnovatosi
spesse
volte
di
varie
persone
che
fattesi
raccomandare
alle
preghiere
di lei per i loro
vari
bisogni
,
ritornassero
poi all’
istituto
con
offerte
di
danaro
o
generi
a
ringraziare
,
dichiarando
: « Queste sono per
riconoscenza
delle
grazie
ottenute
per le
preghiere
di
suor
Chiara
e
orfanelle
.
Suor
Chiara
quel che vuole, vuole: loro hanno in
casa
una
santa
».
Devo
poi
aggiungere
che è alle
preghiere
della
Serva
di
Dio
che anche
oggi
le sue
consorelle
attribuiscono
benefici
ricevuti
alla
fondazione
ed allo
sviluppo
dell’
istituto
. E
noto
segnatamente
che ancor
adesso
la
sorella
suor
Marcellina
nelle
angustie
della
casa
suole
esprimersi
così,
alludendo
alla sua
sorella
Chiara
:
[136v]
«
Martorella
, sei
lassù
?
Fa’
piacere
a farlo
vedere
.
Manda
giù
una
valanga
di
benedizioni
».
p. 670
20
Originale
: tutta
e
sola
.
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