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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione Bosatta
Lettura del testo
Deposizione sulla serva di Dio suor Chiara Bosatta (1912)
Carità verso Dio
«
»
- 674 -
C
arità verso
D
io
XLIV
. Mi
riporto
a tutto quello che in
proposito
ebbi già
attestato
22
.
XLV
.
a
) Io posso
attestare
che la
Serva
di
Dio
così
detestava
e
fuggiva
il
peccato
che in lei, per tutto il
tempo
che io la
conobbi
, non avrei mai
riconosciuto
una
mancanza
di
malizia
anche solo
veniale
. Così poi
piangeva
la propria
miseria
ed
indegnità
, così
addolorava
al
sentire
dei
peccati
altrui, che anche durante il
[139v]
camminare
per le
strade
le
accadeva
di
sfogarsi
in
lagrime
, dal quale
stato
si
ricomponeva
subito che avesse
avvertito
di
essere
osservata
. Più
volte
mi si
presentò
la
Serva
di
Dio
chiedendomi
se il suo
piangere
fosse
peccato
o
difetto
peccaminoso
, ed io per tutta
risposta
non
sapeva
che
dirle
di
meglio
,
dopo
aver
scandagliato
l’
animo
suo, che l’
evangelica
espressione
: «
Beati
quelli che
piangono
»
23
. Anche in
occasione
di
festeggiamenti
,
sagre
e
simili
, la
Serva
di
Dio
si
sentiva
portata
come a
sfuggirle
non solo, ma
preferiva
di
rinchiudersi
nella
solitudine
a
sfogarsi
in
lagrime
; del che
pure
mi
chiedeva
se avesse qualche
colpa
, ed io,
constatato
che si
trattava
di un’
anima
la quale
rifuggiva
dal
chiasso
e dalle
mondanità
che si possono
accompagnare
a
simili
festeggiamenti
, mentre ella non avrebbe voluto altro in essi che l’
onore
e l’
amore
a
Dio
, le
ripetevo
il «
Beati
quelli che
piangono
».
b
) Già
dissi
che la
Serva
di
Dio
si
era
offerta
a
Dio
come
vittima
per la
[140r]
sorella
e l’
istituto
, ma
indubitabilmente
il
primo
scopo
di questo suo
sacrificio
era
di
riparare
ai
peccati
altrui e
consolare
il
Cuore
di
Gesù
suo
sposo
.
c
)
So
che la
Serva
di
Dio
si
rallegrava
delle
prime
tribolazioni
interne
ed
esterne
datele
da
Dio
per
scontare
i
peccati
altrui
- 675 -
e in
particolare
quelli di
persone
attinenti
alla sua
famiglia
. Anzi mi
domandava
talvolta se poteva
chiedere
per se medesima al
Signore
più
gravi
tormenti
affinché
Iddio
non venisse
offeso
neppure con
peccati
leggeri
; ella si
esprimeva
in questi suoi
sacrifici
al
Signore
come per
contratto
, così
esclamando
: «
Signore
,
datemi
quella
grazia
,
convertite
quel
peccatore
, ed io vi
do
quattro, sei
anni
di
vita
, di
patimenti
, quanti ne volete con l’
aiuto
della vostra
grazia
».
d
) Mi
consta
specialmente per
dichiarazione
di
suor
Marcellina
che la
Serva
di
Dio
si
ritraeva
parecchie
volte
in
camera
con la stessa sua
sorella
Marcellina
e
suor
Agnese
usando
anche di
istrumenti
afflittivi
per
flagellarsi
a
vicenda
nell’
intento
[140v]
di
chiedere
al
Signore
il
perdono
dei proprii
peccati
, il
bene
dell’
istituto
e la
conversione
di qualche
peccatore
in
parti
colare
, e che la
Serva
di
Dio
insisteva
perché non le
usassero
pietà
in
tormentarla
, con
grande
meraviglia
e
stupore
della sua stessa
sorella
.
XLVI
.
a
) Oltre a quanto ebbi già a
deporre
,
dichiaro
e
confermo
che
veramente
grandi
erano le sue
pene
ed
afflizioni
, ma che di esse
internamente
si
rallegrava
ravvisandovi
la
divina
volontà
e la
strada
regia
per
raggiungere
la sua
unione
con
Dio
.
b
) Già
risposi
in
passato
24
.
c
) Già
risposi
precedentemente
25
e
aggiungo
che specialmente prima e
dopo
la
santa
Comunione
offerendo
i suoi stessi
patimenti
,
ringraziava
Iddio
per quelli che le
dava
da
soffrire
, per questo che la
rendevano
simile
al suo
Bene
Crocifisso
.
d
) Come già ebbi in
addietro
accennato
, la
Serva
di
Dio
sotto la
sferza
dei
patimenti
era
come in un
purgatorio
e in un
paradiso
[141r]
che si
avvicendavano
:
purgatorio
per le
pene
,
paradiso
per le
interne
consolazioni
che ne
ritraeva
. Fu
precisamente
in
vederla
ed
ammirarla
in tale suo
patire
e
godere
- 676 -
straordinario
che io
compilai
un
breve
diario
della sua
vita
e di queste sue
meraviglie
,
diario
che
curai
fosse
riprodotto
quanto alla
sostanza
nella
vita
pubblicatasi
della
Serva
di
Dio
e che ho già fatta
unire
agli
atti
. A questa dunque di
bel
nuovo
mi
appello
per quello che di più potessi
dire
ed
ora
non
ricordo
.
XLVII
.
a
) Ho già
risposto
in
precedenza
26
, ma
aggiungo
che
andrei
contro
verità
dubitando
che un solo
istante
la
Serva
di
Dio
non si
tenesse
nella più
stretta
unione
con
Dio
di
mente
e di
cuore
.
b
) Oltre a ciò che
dissi
del suo
spirito
di
orazione
e di
meditazione
, questo
aggiungo
: che le sue
orazioni
vocali
erano
brevissime
, in
compenso
erano più
esuberanti
ed
assidue
le sue
meditazioni
per le quali ancora
meglio
si
teneva
unita
a
Dio
.
Accadde
[141v]
un
giorno
che le
sopraggiungesse
la sua
madre
mentre se ne stava
attuata
in questa
unione
con
Dio
; la
madre
accostandosele
al
letto
la
richiese
come si
trovasse
, e la
Serva
di
Dio
per non
rispondere
e
distrarsi
dal suo
raccoglimento
,
finse
di
dormire
. Così
accadde
che la
madre
si
ritraesse
osservando
: « La
dorme
! La
dorme
! ».
Partita
la
madre
, essendo io
sopraggiunto
, la
Serva
di
Dio
narrandomi
il
fatto
mi
richiedeva
se avesse
fatto
male
ad
agire
così e mi
aggiunse
: « L’ho
fatto
però perché
era
la mia
madre
, e non volevo per altro
distrarmi
dal
raccoglimento
, per non
perdere
un
tempo
prezioso
e per non
assecondare
le
mosse
dell’
affetto
umano
».
c
) Ho già anche
accennato
a questo che mi si
domanda
27
quando
dissi
del suo
giubilo
che
lasciava
trasparire
nei suoi
atti
, nei suoi
sguardi
, nelle sue
parole
allorché
godeva
di queste sue
misteriose
elevazioni
di
spirito
o
rapimenti
.
XLVIII
. Ho già più o meno
espressamente
fatto
[142r]
rilevare
tutte queste
cose
28
; in
particolare
aggiungo
che
meditando
- 677 -
la
passione
di
Gesù
, in
vederlo
piagato
,
coronato
di
spine
,
crocifisso
,
esclamava
: « Sono stata io a fare tutto ciò! »;
osservandole
io: « Ma che cosa
dite
mai d’aver voi
coronato
di
spine
e
crocifisso
il
Signore
? », essa mi
rispondeva
: « L’ho proprio
crocifisso
io! Ma non lo
vede
lei che l’ho io stessa
coronato
di
spine
,
flagellato
,
crocifisso
: io lo
vedo
, io lo
vedo
! ». Da questo suo
meditar
la
Passione
mi
risulta
che la
Serva
di
Dio
ricavava
sempre un più
forte
desiderio
di
patire
con
Gesù
. Tra queste sue
sante
elevazioni
le
capitò
più
volte
durante la
malattia
di
cadere
in
deliquio
, ma ciò non per
effetto
di
debolezza
fisica
o di
malattia
, essendo ciò
avvenuto
anche due o tre
mesi
prima della
morte
, ma per la
forza
dei suoi
sentimenti
di
amore
e di
dolore
. Io non
dubito
di
dichiarare
che la
Serva
di
Dio
godesse
di qualche
speciale
visione
. Stando a
letto
ella si
teneva
sempre il suo
Crocifisso
fermato
sul
capezzale
, e avendo io
[142v]
chiesto
se non le
incomodasse
il
tenersi
il
Crocifisso
in quel
posto
, la
Serva
di
Dio
mi
rispose
: « Me lo
lasci
così il mio
Crocifisso
, che mi
ricorda
la mia
professione
,
contiene
una
reliquia
preziosa
e che mi
conforta
nelle mie
pene
».
Aggiungo
che la
pratica
nella
pia
casa
di
tenersi
dalle
ammalate
il
Crocifisso
fermato
sul
guanciale
fu
appunto
introdotta
dalla
Serva
di
Dio
.
Torno
a
dichiarare
che stando sempre
piegata
per
ragioni
di
malattia
su un
fianco
, i suoi
occhi
erano sempre
fissi
o al
Crocifisso
che aveva vicino o all’
immagine
del
sacro
Cuore
che le
pendeva
di
fronte
sulla
parete
.
p. 674
22
«
Interrogetur
: an
sciat
Servam
Dei
Deum
amasse
super omnia atque
dilectionem
suam
probasse
sive
observantia
legis
divinae
, sive
unione
spiritus
sui cum
Deo
, sive
attendendo
pro
viribus
exercitio
omnium
virtutum
» (
ff.
943v-944r
).
23
Mt
5, 4,
ripetuto
nel
capoverso
.
p. 675
24
«
Interrogetur
: an [...]
sciat
Servam
Dei [...]
b
)
solitam
fuisse
dicere
sibi
majora
sustinenda
ad
imitandum
Iesum
Christum
Dominum
nostrum in
poenis
vitae
,
passionis
et
mortis
suae
» (
f.
944r-v
).
25
«
[...]
c
)
quo
majora
patiebatur
eo
ardentius
Iesum
dilexisse
,
eique
gratias
egisse
, quia
participam
ipsam
redderet
calicis
sui
» (
f.
944v
).
p. 676
26
«
Interrogetur
: an
sciat
Servam
Dei:
a)
per
martyrium
doloris
et
amoris
pervenisse
ad
continuam
cum
Deo
unionem
ac
mente
sua omnibus
momentis
in
Domino
quievisse
» (
f.
944v
).
27
«
[...]
c
)
patefecisse
externe
vim
internam
amoris
sui
» (
f.
944v
).
28
«
Interrogetur
: an
sciat
Servam
Dei:
a)
alte
penetrasse
passionem
,
mortem
et
resurrectionem
Domini
nostri
Iesu
Christi
et ex hoc
insatiabile
sumpsisse
desiderium
patiendi
cum
divino
Sponso
;
b
)
ex hac
meditatione
extimasse
Iesum
in se
iratum
et
accusantem
Servam
suam
tamquam
ream
suae
passionis
et
mortis
atque ob
nimios
doloris
et
amoris
affectus
sensibus
destitutam
in
deliquium
incidisse
, sed non
morbi
causa
;
c
)
decumbentem
in
lecto
numquam
oculos
ab
imagine
Crucifixi
avertisse
» (
ff.
944v-945r
).
«
»
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