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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le vie della Provvidenza
Lettura del testo
Le vie della provvidenza (1913-1914)
Articolo IV. Reminiscenze giovanili
«
»
[- 709 -]
Articolo
IV.
R
eminiscenze
giovanili
[8]
Il
sacerdote
Luigi
Guanella
ora
che ai suoi
anni
valicati
sopra i 70
ritorna
il
puer
septuaginta
annorum
, di
tempo
in
tempo
secondo
le
circostanze
,
magari
anche di
conferenze
familiari
di
Natale
,
pare
ringiovanire
con
ricordare
avvenimenti
propri e della
famiglia
.
Nelle
lunghe
serate
invernali
specialmente
festive
si
leg
gevano
in
famiglia
Guanella
la
Bibbia
santa
e
vite
parecchie di
santi
.
Luigi
e
Caterina
, la
sorella
, dai
sette
ai dieci
anni
chio
savano
i
fatti
dei
santi
che nella
persona
dei
poveri
vedevano
la
persona
stessa di
Gesù
Cristo
. Di poi si
recavano
al
prato
superiore
alla
casa
dove
era
un
grosso
masso
con
dentro
certi
- 710 -
vuoti
, come
marmitte
. Allora si
diceva
: « Facciamo qui la
minestra
dei
poveri
». E si
metteva
terriccio
ed
acqua
in quel
cavo
di
marmitta
e si
rimescolava
e si
diceva
con
infantile
ingenuità
: « Quando
[9]
saremo
grandi
faremo così la
minestra
dei
poveri
».
Era
la
vigilia
di
san
Giovanni
Battista
,
protettore
della
parrocchia
.
All’
indomani
il
fanciullo
Luigi
incontrò
sulla
piazza
della
chiesa
parrocchiale
il proprio
cognato
Guglielmo
Sterlocchi
,
padre
dell’
attuale
canonico
7
. Il
cognato
comperò
dei
zuccherini
e li
diede
dicendo
: «
Fa’
anche tu,
Luigi
, la
festa
di
san
Giovanni
». Poco
stante
suonò
il
richiamo
, ma di
entrare
in
chiesa
coi
zuccherini
in
saccoccia
il
fanciullo
ne
sentiva
scrupolo
e si
affrettò
a
nasconderli
superiormente
ad un
mucchio
di
legnami
che stavano
accatastati
di
fronte
alla
casa
vicariale
e di
fronte
al
cosiddetto
casino
dei
preti
.
Era
deserto
intorno
. Il
giovinetto
Luigi
sentì
un
batter
secco
delle due
palme
,
guardò
là
e
vide
un
bel
vecchietto
che gli
porgeva
le
mani
quasi per
dire
: «
Danne
a me di quei
zuccherini
».
Luigi
ne
sentì
un
panico
,
finì
di
nascondere
[10]
gli
zuccherini
e
guardando
non
vide
più il
buon
vecchietto
e ne
provò
amarezza
e
rincrescimento
. Chi
parla
, se
fosse
un
pittore
, ne potrebbe
descrivere
le
fattezze
del
viso
, la
pietà
degli
occhi
e lo
stendere
delle
braccia
e l’
abito
in
costume
del
luogo
e il
colorito
delle
vestimenta
, come se
vedesse
tuttora
8
cogli
occhi
propri. Il
giovinetto
nella
semplicità
sua non ne
parlò
con veruno sin oltre i
vent’
anni
, ed
ora
lo
ricorda
per quello che si vuole,
visione
od
illusione
. Chi
scrive
tiene
per la prima
dizione
.
A quella
età
la
buona
mamma
preparava
il
figlio
Luigi
alla prima
Confessione
e gli
diceva
: «
Dirai
che hai
fatto
questo e quello... » e
tesseva
un po’ di
esame
di
coscienza
mentre il
figlio
commosso
piangeva
dirottamente
. Fu dunque alla prima
Confessione
al
sacerdote
Lima
Giovanni
,
ripetendo
non altro che le
rispo
ste
della
mamma
: « Ho
fatto
questo e quello... quello e questo ».
Il
sacerdote
non poté non
ridere
anche fuori
chiesa
con
persona
discreta
.
- 711 -
Venne anche il
giorno
della prima
Comunione
,
[11]
in sui nove
anni
di
età
.
Pareva
al
giovine
Luigi
che il
giorno
della prima
Comunione
l’avrebbe
passato
meglio
nella
solitudine
di
Gualdera
(
stagione
primaverile
). In questo
alpeggio
presso la
cascina
paterna
si
solleva
un
piccolo
colle
detto
Motto
,
sostenuto
a
mezzodì
da uno
scoglio
quasi
muraglia
di 20
metri
lungo,
alto
8
metri
. A
metà
dello
scoglio
sono due
pratelli
a
forma
di
divano
.
Ora
in uno e quando in altro di questi si
raccoglieva
solo a
pregare
od a
riposare
.
Luigi
si
adagiò
sul
primo
divano
,
deciso
a
rimanervi
a lungo in
preghiera
ed in
lettura
. Intanto nel suo
cuore
si
svolgeva
un
passaggio
di
soave
dolcezza
, quasi di
paradiso
, che lo
persuadeva
a
forti
propositi
di
bene
.
Durò
per pochi
minuti
, ma gli
lasciò
fino
ai suoi 70
anni
un
soave
conforto
ed un
ricordo
che vorrebbe pur
perpetuare
colla
pietra
, molto più che la
sorella
Caterina
, che
ora
come
serva
di
Dio
attende
il
[12]
buon
esito
dei
processi
apostolici
, si
sa
che ivi
guidata
da
Dio
si
raccoglieva
pure
molte
volte
in
dolcezze
spirituali
di
preghiere
e
pie
letture
.
Questo
‹
è un
›
saggio
delle più
care
memorie
della
fanciullezza
innocente
. Ma di poi? Le
vivacità
di
raccogliere
dei
fiori
sugli
orli
dei
precipizi
, di
saltare
una
corrente
con
pericolo
di
precipitarvi
, di
saltare
come
uccello
da
varie
alture
e
mettersi
a
guado
nelle
correnti
di un
mulino
con
pericolo
di
rimanere
frantumato
fra le
ruote
, di
rimanere
sotto le
slitte
della
diligenza
invernale
e
risalirvi
al
terzo
cavallo
che
succedeva
al
trotto
. Allora sarebbe
parso
di
scorgere
evidentemente
l’
angelo
custode
salvatore
. Erano
vivacità
fanciullesche
senza
ombra
di
male
morale
, erano
effetti
di un
carattere
sanguigno
che si
sentiva
di
provarsi
ancor
fanciullo
alla
prova
ed alla
sfida
di
varie
difficoltà
. Così è
vero
che l’
uomo
si
agita
e
Dio
lo
conduce
. I
fanciulli
parmi
somigliarli
a quelle nostre
caprette
montane
che per molte
ore
si
allontanano
dal
caprile
[13]
e
saltano
di
balza
in
balza
, ma poi verso
sera
quando il
pastore
le
chiama
con
alte
strida
elleno
gli
corrono
incontro
perché
sanno
di
assaporare
dalle
mani
di lui del
sale
saporito
.
Ai dieci
anni
fu
mandato
a
Pianazzo
per
compiere
più
regolare
un
corso
di
scuola
elementare
presso il
parroco
parente
don
Antonio
Buzzetti
.
- 712 -
Fino
a dieci
anni
non aveva
visto
carro
o
cavalli
e
vedendoli
per la prima
volta
sfuggiva
dalla
strada
giù
per i
prati
, ma un
mese
dopo
pigliava
tanta
confidenza
coi
cavalli
da
esporsi
ai
pericoli
di cui si è
detto
.
A
Pianazzo
la
neve
era
caduta
fino
ad un
metro
e
mez
zo
, ed allora si facevano
gallerie
, si
saliva
fino
a
Madesimo
nei
giorni
festivi
e poi
giù
a
rotoloni
come gli
scoiattoli
.
Era
no
compagni
di
scuola
due
Scaramellini
ed un
Adamossi
, il quale
sapeva
fingersi
malato
a
morte
per poter
rientrare
nella sua
famiglia
a
Gallivaggio
.
Ora
tutti sono
morti
.
Morto
ar
ciprete
a
Gordona
anche
[14]
il
primo
maestro
a
Fraciscio
,
don
Giovanni
Battista
Persenico
,
conosciuto
di poi in tutta la
diocesi
come
sacerdote
per
eccellenza
semplice
e
dabbene
con tutti.
Era
venuta la state quando
Luigi
discendeva
tutto in
sudore
con un
carico
di
strame
dalla
valle
cosiddetta
di
Calcagnolo
. Il
padre
smettendo
per un
momento
dalla
naturale
sua
severità
disse
: «
Preparati
allo
studio
perché il
signor
prevosto
Bianchi
ti ha
ottenuto
un
posto
gratuito
nel
Collegio
Gallio
». La
famiglia
se ne
rallegrò
e la
sorella
Caterina
, che allora
contava
i
tredici
9
anni
,
interrogò
: « Sarai tu dunque un
prete
? ».
p. 710
7
Don
Lorenzo
Sterlocchi
(
1846-1924
),
nominato
canonico
della
cattedrale
di
Como
nel
1906
,
figlio
della
sorella
dell’
A.
Maria
Orsola
(
1825-1911
).
8
Originale
:
tuttodì
.
p. 712
9
Originale
:
dodici
.
Caterina
Guanella
era
nata
il 25
marzo
1841
e aveva già
compiuto
tredici
anni
nell’
estate
del
1854
,
anno
in cui l’
A.
iniziò
a
frequentare
il
Collegio
Gallio
.
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