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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le vie della Provvidenza
Lettura del testo
Le vie della provvidenza (1913-1914)
Articolo XVIII. Da Como a Milano
«
»
- 794 -
Articolo
XVIII.
D
a
C
omo a
M
ilano
[194]
Milano
, la
capitale
morale
, fu da
lunghi
anni
nella
mente
e nel
cuore
di
don
Guanella
. Quando,
scacciato
dalla sua
patria
, venne per
recarsi
a
Milano
, come si è
detto
147
,
osò
contrattare
un
terreno
dove
sorge
ora
il
tempio
monumentale
del
Corpus
Domini
, e allora la
famiglia
Paravicini
, di
Morbegno
e di
Traona
stessa, avrebbe
dato
il
terreno
per una
lira
al
metro
.
Ritornò
di poi il
Guanella
dopo
qualche
mese
e gli fu
risposto
: «
Adesso
quei
terreni
valgono
almeno 7
lire
il
metro
».
Oggi
giorno
i
proprietari
risponderebbero
: «
Ora
quei
terreni
valgono
più che 100
lire
per ogni
metro
quadrato
».
A quell’
epoca
si
smise
dunque ogni
pensiero
e si
ritornò
alla
parabola
del
grano
di
senape
, e forse
[195]
una
dozzina
d’
anni
di poi
148
si
pose
piede
con due
suore
nella
via
Saronno
di
Milano
, in
prossimità
dei
pozzi
neri
ivi.
E il
permesso
del
superiore
ecclesiastico
? Qui
conviene
fare un po’ di
digressione
. Il
don
Guanella
,
immerso
nei
pensieri
delle sue
fondazioni
, non aveva
guari
tempo
a
studiare
i
doveri
ed i
diritti
del
jus
canonico
. Facciamo il
bene
, che ne è così
grande
il
bisogno
. Chi
baderebbe
a due
pie
donne
, quasi
monachelle
che si
insediano
oscuramente
? E poi il
cardinale
arcivescovo
Ferrari
, già
vescovo
di
Como
, ben
conosceva
la
casa
e le
opere
. Quando la
fondazione
attecchisse
si sarebbe
domandato
. Nelle
opere
buone
basta
che il
superiore
legittimo
apertamente
non
contradica
. Una
spanna
di
terreno
per
seminarvi
un
grano
di
senape
trova
posto
specialmente negli
[196]
immensi
terreni
di una
capitale
.
Don
Guanella
aveva
studiate
le
opere
di
don
Bosco
e del
Cottolengo
in una
città
capitale
. Come non poteva
concepirne
segni
di
santa
invidia
? La
divina
provvidenza
,
- 795 -
lo
sappiamo
noi quello che sarà per
volere
da un’
opera
incipiente
?
Certa
suora
Fusi
da
Musso
,
rimandata
da
monsignor
Comi
prevosto
di
Sant’
Ambrogio
,
superiore
delle
suore
orsoline
ivi, venne a
picchiare
alle
porte
della
Casa
della
Provvidenza
in
Como
,
dove
accettata
divenne
la
pioniera
per
diverse
fondazioni
, onde il
prevosto
Comi
ebbe a
confessare
: « Avevamo un
tesoretto
e non l’abbiamo
conosciuto
». La
inviata
dalla
divina
provvidenza
per le
opere
di
Milano
fu la
maestra
suora
che
fondò
gli
asili
prima in
via
Saronno
, poi in
via
Ravana
149
, indi in
via
Lecco
, indi in
via
Cappuccini
,
dove
si
congiunse
‹
ro
›
le
[197]
prime
prove
di
ricovero
. Si
diresse
poi anche l’
asilo
in
via
...
150
dove
la
suora
Luigia
Dell’
Acqua
lavorò
tanto e
predisse
il
giorno
di sua
morte
e
volò
al
cielo
lasciandone
eredità
di
preziose
virtù
religiose
.
Si venne più
tardi
in
affitto
nella
casa
Lanzani
dove
ora
è l’
Istituto
di
San
Gaetano
e poi finalmente si
pensò
all’
acquisto
della
Casa
ecclesiastica
, che
dipendeva
dai
sacerdoti
vecchi
ed
impotenti
ivi
raccolti
. L’
acquisto
avvenne
così. Il molto
reverendo
padre
Beccaro
ne
trattò
primo
la
compera
per la quale si
domandavano
160 mila
lire
.
Padre
Beccaro
se ne
ritrasse
.
Incontratosi
per
caso
il
don
Guanella
con il
canonico
don
Ambrogio
Belgeri
151
,
membro
della
commissione
della
Casa
ecclesiastica
,
domandò
al
don
Guanella
se voleva
acquistare
il
locale
di quella
Casa
. « Sì
—
rispose
il
don
Guanella
—
ma io non voglio
dare
più che 100 mila
lire
».
« Le avete da
versare
? ».
- 796 -
«
Pensate
‹
che
›
è pur
terra
,
[198]
e di
terra
se ne
trova
... ». Fu
conchiuso
il
contratto
per
110
mila
lire
.
Don
Guanella
raccolse
dalle
diverse
fondazioni
con
stento
moneta
per circa 3 mila
lire
e si
appose
‹
ro
›
le
firme
di
contratto
.
Mesi
di poi, verso
Natale
152
, la
signora
maestra
Maria
Tognoni
vi
entrò
queta
queta
colle
sorelle
.
Il
prevosto
di
San
Gioacchino
don
Biraghi
domandò
alla
monachella
piccola
e
gibbosa
: « Siete
entrata
, ma l’avete
pagata
la
casa
? ». E la
monachella
semplice
e
fidente
rispose
: « Lo
sa
il
Signore
che siamo sue
figlie
ed egli
provvederà
».
Sorrise
il
buon
prevosto
, altro della
commissione
, e
conchiuse
: «
Continuate
,
continuate
».
Mesi
di poi due
coniugi
Rovida
vennero qui a
ricoverarsi
portando
discreta
somma
e furono
pagate
circa 30 mila
lire
.
Pia
signora
lasciò
altre 40 mila e così la
casa
in
tempo
non
lontano
si
terminò
di
pagarla
.
[199]
Intanto si
avvicinava
il
centenario
di
sant’
Ambrogio
il
Grande
153
. Si
pensò
:
sant’
Ambrogio
è il
grande
amico
dei
poveri
, non
vedrebbe
bene
che si
allungasse
questa
chiesa
da lui
fondata
?
154
. E non
vedrebbe
bene
e non anche
aiuterebbe
l’
estensione
di
locali
per i suoi
poveri
? Intanto
prime
ad
inaugurare
le
feste
centenarie
furono le
suore
, che
ingrandirono
di un
terzo
la
chiesa
e che
proseguirono
a
pregare
per l’
ingrandimento
della già
Casa
ecclesiastica
,
casa
che poi per
consiglio
dal
signor
cardinale
arcivescovo
Andrea
Carlo
Ferrari
fu
chiamata
Pia
Casa
dei
Poveri
.
Seguirono
le
feste
ambrosiane
. L’
eminentissimo
cardinale
fra le
chiese
da
visitarsi
dai
pellegrini
accennò
pure
a questa di
sant’
Ambrogio
ad
Nemus
, e così la
chiesa
divenne
meta
di
pellegrinaggio
sacro
. Il
convento
poi, che nel
decorso
anno
il
regio
Ministero
dichiarò
monumentale
unitamente
alla
chiesa
,
divenne
ospizio
in
favore
[200]
dei
pellegrini
i quali qui
- 797 -
trovavano
ospitalità
cordiale
. In questa
circostanza
del
cente
nario
si
studiò
per quanto si poté per
dare
alla
stampa
notizie
della
chiesa
e del
convento
, una
vita
illustrata
di
sant’
Ambrogio
e più altre
memorie
, perché i
pellegrini
ne avessero in
copia
memorie
delle
feste
centenarie
e molti in
genere
edificazione
. Tutto questo
servì
a
risvegliare
alta
venerazione
per
sant’
Ambrogio
e
viva
la
venerazione
per i
figli
di
sant’
Ambrogio
, perché i
religiosi
fondati
da lui, e
chiamati
poi
ambrosiani
, si
sa
che
bene
spesso
avevano qui il loro
fondatore
e
padre
, e non è
inverosimile
che qui
dimorasse
un
tempo
considerevole
per
scrivere
i
volumi
di
sapienza
che poi lo fecero
Padre
e
dottore
di
santa
Chiesa
. Queste
care
memorie
furono poi con molta
accuratezza
raccolte
,
studiate
,
ampliate
dal
servo
della
Carità
Giacinto
Turazza
in
volume
edito
nel
corrente
1914
coi
tipi
dell’
Istituto
di
San
Gaetano
155
,
[201]
che è di
fianco
alla
Pia
Casa
dei
Poveri
. Durante le
feste
si
rassodò
il
proposito
per
estendere
la
Pia
Casa
dei
Poveri
e vi si
diede
mano
in
modo
provvidenziale
.
Abbiamo
accennato
al
signor
capomastro
Antonio
Annoni
. E questi ben presto
comprese
ed
abbracciò
l’
idea
nostra e, come si
disse
,
parlò
con
franchezza
e
bontà
così: «
Confidate
in me e
lasciatemi
libero
per
camminare
innanzi, ed io farò
grande
il
convento
ospizio
di
sant’
Ambrogio
ad
Nemus
». Il
signor
ingegnere
Luigi
156
Casati
ne
tracciò
il
disegno
che il
signor
Annoni
eseguì
nello
spazio
di
anni
due, e così
estese
costruzioni
centinate
a tre
piani
per il
ricovero
di altre
duecento
orfanelle
e
vecchie
,
figlie
povere
del
popolo
. Vi
aggiunse
grande
lavanderia
De
Bernardi
,
locali
modello
di
chirurgia
, e
ridusse
pure
parecchi
locali
del
vecchio
convento
per
uso
del
ricovero
che si
estendeva
[202]
più più, ed
era
sempre al
completo
.
- 798 -
Si
trovava
la
necessità
di
pensare
al
ricovero
dei
figli
e dei
vecchi
poveri
del
popolo
che i
Servi
della
Carità
avevano
cominciato
a
ricoverare
nella
casa
maggiore
di
Como
. Si
era
preso
in
affitto
la
maggior
parte
dei
locali
di
casa
Lanzani
,
locali
estesissimi
in
uso
di
filanda
e poi delle
Aste
Dorate
157
.
Accadde
che il
locale
venisse in
vendita
per
fallimento
.
Comperarlo
sarebbe
stato
impresa
quasi
impossibile
per
mancanza
di
mezzi
. Ma il
signor
Annoni
provvide
alla
maggior
parte
delle
pratiche
costruendo
un
grosso
mutuo
sulla
Cassa
di
Risparmio
di
Milano
e così i
Servi
della
Carità
entrarono
in
possesso
dell’
intero
fabbricato
,
distinto
in due
vasti
quadrati
di
cortile
.
Vero
è che nel
piano
regolatore
della
città
si
segnava
la
distruzione
della
maggior
parte
dei
fabbricati
esistenti
, ma si
rifletteva
che la
[203]
Provvidenza
vi avrebbe
pensato
, e intanto
trecento
cuori
di
fanciulli
e di
vecchi
che avrebbero di
continuo
pregato
chiamerebbe
‹
ro
›
gli
occhi
pietosi
del
Padre
celeste
sopra i
ricoverati
e le
abitazioni
loro.
Si
attende
la
vendita
; da qualche
tempo
si fecero anche
pratiche
ma
in poco d’
ora
Iddio
lavora
. La
provvidenza
di
Dio
altissimo
non è
giusto
che sia
prevenuta
dall’
uomo
, ovvero dallo stesso di troppo
sollecitata
.
Il nostro
buon
benefattore
Antonio
Annoni
nel
rincasare
fu
colto
, come si
disse
, da
sincope
che in
brevi
giorni
lo
condusse
al
sepolcro
.
Don
Guanella
era
assente
, a
Roma
, non poté
trovarsi
presente
che ai
funerali
. La
Provvidenza
poi
dispose
che quanto meno poté per il
padre
, tanto più gli si
offrì
di fare per la
figlia
Carolina
, la quale
colpita
da
lunga
e
penosa
malattia
poté avere anche dal
Santo
Padre
il
privilegio
insigne
della
santa
Messa
in
camera
attigua
[204]
a quella dell’
inferma
anche più
volte
in ogni
settimana
, finché
morì
nel
bacio
del
Signore
il
dì
6
marzo
1914
158
.
- 799 -
In
aiuto
alla
Pia
Casa
dei
Poveri
sorse
il
Pio
Consorzio
di
signore
e di
signori
benevoli
all’
opera
, i quali si
offrono
di
versare
l’
annualità
di 5
lire
, e questi sono i
socii
effettivi
, di
versare
una qualsiasi
somma
altra, e questi
costituiscono
i
socii
benemeriti
, e tutti poi ed ognuno di essi
porgono
altresì l’
aiuto
morale
di
aiutare
e fare
aiutare
l’
opera
, tanto in
vita
che in
morte
, dai propri
conoscenti
e
benevoli
. L’
iniziatore
di questo
consorzio
fu il
degnissimo
canonico
Carlo
Brera
, il quale non venne meno mai alla
benevolenza
ed alla
cooperazione
costante
in
aiuto
della stessa
pia
opera
. Per questo e per altri
modi
la
divina
provvidenza
diresse
benefattori
, i
nomi
dei quali a
perenne
ricordo
di
preghiera
e di
suffragio
si
iscrivono
su
lapide
marmorea
[205]
nei
portici
monumentali
della
casa-ricovero
. I
socii
del
Pio
Consorzio
godono
i
vantaggi
spirituali
delle
preghiere
e del
merito
delle
opere
buone
che si
compiono
nelle
opere
tutte della
Casa
della
divina
Provvidenza
.
Veduta
la
buona
riuscita
del
Pio
Consorzio
in
Milano
, lo si
estese
anche a
Como
in
favore
anche di quelle
case
, e
raggiunse
in
breve
il
buon
numero
di circa
settecento
socii
per i quali, come a
Milano
, si fanno
conferenze
mensili
e talune
straordinarie
annuali
per
tenere
congiunto
e
animato
il
gruppo
degli
associati
. Il medesimo
Pio
Consorzio
si
iniziò
pure
a
Roma
, ma con poco
frutto
fin
qui.
Questi
Pii
Consorzi
ove possono avere
vita
florida
e
continuata
sarebbero
destinati
a
compiere
almeno in
parte
l’
ufficio
e il
vantaggio
dei
cooperatori
salesiani
, i quali con
metodo
semplice
furono da
Dio
benedetti
a
sviluppare
le
opere
loro e
congiungere
i due
mondi
dell’
Europa
e dell’
America
in
aiuto
[206]
alle
opere
di
don
Bosco
.
Un
fatto
importante
è qui da
rilevare
. La
generalità
dei
cittadini
ha
considerazione
alle
opere
che sono
costituite
in
ente
morale
e ne ha tanto meno per le
opere
che per
ragionevoli
motivi
e in
forza
della propria
costituzione
conservano
autonomia
propria.
Giova
qui
ricordare
che il
santo
padre
Leone
xiii
rac
comandava
in
ispecial
modo
alla
considerazione
ed all’
appoggio
pubblico
le
opere
autonome
, e ciò per
ragioni
facili
ad
intendersi
: perché tali
opere
sciolte
dai molti
legami
possono
- 800 -
camminare
più
libere
nello
spirito
di
sacrificio
, più
efficaci
nell’
energia
delle proprie
forze
. Ogni
persona
di
giudizio
imparziale
può su questo
pronunciare
sicuro
il proprio
giudizio
.
Sua
eminenza
il
signor
cardinale
Andrea
Carlo
Ferrari
visita
la
Pia
Casa
dei
Poveri
e l’
istituto
vicino di
San
Gaetano
e vi
sparge
la
soavità
[207]
di sua
parola
e
getta
sprazzi
di
luce
e
calore
di quell’
apostolico
fervore
che sempre lo
invade
.
Raro
è che le
suore
della
casa
stendano
la
mano
per l’
obolo
della
carità
, ma se qualche
volta
avviene
i
buoni
milanesi
corrispondono
con
animo
buono
e
generoso
.
p. 794
147
Probabilmente
l’
A.
si
riferisce
alla sua
permanenza
nel
corso
del
1881
;
cfr.
p.
>
742
.
148
L’
insediamento
avvenne
nel
giugno
1890
;
cfr.
[
L
uigi
G
uanella
],
Il
Catechismo
, ne
La
Providenza
,
Como
,
febbraio
1893
,
p.
20.
p. 795
149
Diversamente
ne
Le
strade
di
Milano
.
Storia
della
città
attraverso la
toponomastica
,
i
,
Milano
1969
,
p.
28: « [
via
] dei
Ravanna
dal
nome
di una
famiglia
che, poco
lontano
, aveva una
cascina
di sua
proprietà
»; è la
precedente
denominazione
della
attuale
via
Aleardo
Aleardi
.
150
Indicazione
omessa
nell’
originale
. Il
seguito
del
periodo
indica
che si
tratta
della già
menzionata
sede
di
via
Cappuccini
,
dove
morì
suor
Luigia
Dell’
Acqua
;
cfr.
M
addalena
A
lbini
C
rosta
,
Fiore
di
cielo
,
p.
209
,
p.
212
. L’
indicazione
si
trova
invece nello stesso
episodio
riferito
in
Appunti
sulla
storia
della
Casa
di
Provvidenza
(
1910-1911
),
pubblicato
nel
presente
volume
,
p.
+
603
.
151
Diversamente
in
L
uigi
G
uanella
,
Necrologio
.
Don
Paolo
Biraghi
, ne
La
Divina
Provvidenza
,
Como
,
ottobre
1900
,
p.
79,
dove
l’
episodio
che
segue
è
riferito
al
defunto
.
p. 796
152
Gli
eventi
ricordati
si
riferiscono
all’
anno
1894
;
cfr.
Notiziario
, ne
La
Providenza
,
Como
,
gennaio
1895
,
p.
218
.
153
Nel
1897
ricorreva
il
xv
centenario
della
morte
di
sant’
Ambrogio
.
154
Si
tratta
della
chiesa
di
sant’
Ambrogio
ad
Nemus
,
adiacente
alla
Pia
Casa
ecclesiastica
,
acquistata
dall’
A.
nel
1895
;
cfr.
E
doardo
T
orriani
,
Chiesa
di S.
Ambrogio
ad
Nemus
, ne
La
Providenza
,
Como
,
febbraio
1895
,
p.
234
.
p. 797
155
G
iacinto
T
urazza
,
Sant’
Ambrogio
ad
Nemus
in
Milano
.
Chiesa
e
Monastero
dall’
anno
357
al
1895
,
Milano
1914
.
Don
Giacinto
Turazza
(
1854-1936
) non
professò
mai tra i
Servi
della
Carità
ma fu
accolto
nella
congregazione
,
probabilmente
dal
1912
, prima come
sacerdote
addetto
e poi come
semplice
ospite
;
cfr.
L
eo
B
razzoli
,
I
Servi
della
Carità
.
Profili
biografici
(
1890-1980
)
,
Roma
1993
,
pp.
477-479
.
156
Originale
:
Antonio
;
cfr.
Notiziario
-
Milano
, ne
La
Divina
Provvidenza
,
Como
,
agosto
1899
,
p.
63.
p. 798
157
Riferimento
allo
stabilimento
della
Cooperativa
per la
Produzione
di
Aste
Dorate
, che
fabbricava
cornici
per
quadri
e
profilati
vari
in
legno
.
158
In
Necrologia
, ne
La
Divina
Provvidenza
,
Como
,
aprile
1914
,
p.
62: « La
notte
dal 6 al 7
marzo
, a
Milano
, nella sua
abitazione
si
spegneva
l’
esistenza
,
santificata
da un lungo
patire
, di
Carolina
Bosisio
nata
Annoni
». A
p.
766
l’
A.
ne aveva
ricordato
la
malattia
.
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