Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (II corso)
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IL PANE DELL'ANIMA SECONDO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica seconda di Avvento La fede non teme la luce

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Evangelio della domenica seconda

di Avvento

La fede non teme la luce

  1. [12]Dicono che la religione cristiana non brama apparire nella luce del mezzodì. Quale errore! La fede cristiana è figlia del cielo. Una figlia celeste può aver rossore di mostrarsi nel giorno di questa terra? Si nascondono le figlie della colpa per non mostrare le luridezze di loro iniquità, ma non mai le innocenti e le sante. Una regina terrestre si nasconde, la quale nel segreto della sua reggia ordisce la rovina de' suoi popoli; questa si nasconde perché a mostrarsi n'ha orrore e paura. Una regina celeste che è di continuo circondata dall'aureola della santità che l'abbellisce, questa niente brama con maggior affetto che di essere ammirata.

  Studiamo tutti la religione santissima! Figlia del cielo, ha una fronte serena che ispira felicità; regina dell'universo, viene con ricco diadema sopra un soglio d'oro purissimo. Chi l'incontra è beato. [13]Ascoltiamo nel Vangelo di questo giorno

- 407 -come Giovanni, il precursor del Messia, fu diligente in scoprire <le opere> del Salvatore sospirato. Scorgiamo se Gesù nascose cosa a' discepoli di quello.

  "In quel tempo avendo inteso Giovanni nella prigione le opere di Gesù Cristo, mandò due de' suoi discepoli a dirgli: Sei tu quegli che sei per venire, ovvero si ha da aspettare un altro? Gesù disse loro: Andate e riferite a Giovanni quello che avete udito e veduto: i ciechi veggono, i zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risorgono, si annunzia ai poveri il Vangelo, e beato chi non prenderà in me motivo di scandalo.

  Ma quando quelli furono partiti, cominciò Gesù a parlare di Giovanni alle turbe e dire: Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Pure chi siete andati a vedere? Un uomo vestito delicatamente? Ecco che coloro che vestono delicatamente stanno nei palagi dei re. Ma chi siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico io, anche più che profeta, imperocché questi è colui del quale sta scritto: Ecco che io spedisco innanzi a te il mio angelo, il quale preparerà [14]la tua strada davanti a te". (San Matteo c<apitolo> 11)10.

  Eccolo che già dunque lo scorgete se Gesù brama essere conosciuto nella sua persona adorabile e nelle opere sue. Lo desidera con tutto l'affetto. E noi se gli vogliamo far cosa grata, guardiamo a lui e studiamo la sua legge santissima. Quanto più in essa si considera, più si scoprono bellezze di pregio inestimabile. Già il Salmista in meditar la legge di Dio ne restava attonito. Uditelo ragionarne: "Le tue testimonianze sono ammirabili, o Signore, epperciò la mente mia tolse a perscrutarle"11. Facciamoci anche noi in questo esame carissimo e vedremo che davvero la fede non teme la luce.

  2. Rappresentiamoci dinanzi cosa che di frequente accade. Un padre si trova al campo e suda al lavoro, quando si sente svegliare da un annunzio caro: è arrivata lettera del figlio assente.- 408 - Il genitore la riceve con giubilo, ne osserva i caratteri esterni, ne scioglie l'inviluppo e legge e considera i discorsi del figlio. Intanto il cuore gli batte forte in petto, un caldo di giubilo gli sale alla fronte. Si palpa con la destra il viso e dice: "Son contento". [15]Indi si fa daccapo a rileggere ed a meditare e ne discorre con i parenti in famiglia, con i vicini di casa, e prolunga con giubilo sempre crescente i commenti sul manoscritto atteso.

  Immaginiamo ora che non un figlio ed un parente della nostra condizione ci abbia scritte sue nuove, ma che un vescovo ovvero che il pontefice medesimo abbiaci mandato un rescritto. Oh come si bacierebbe con affetto, come si leggerebbe con attenzione, come se ne perscruterebbe<ro> con riverenza i sensi più reconditi! I detti medesimi di un filosofo rinomato, ovvero le massime di un legista perito o di un poeta o storico celebrati si ponderano con esame accurato. L'umanità non è ancor stanca, dopo più migliaia d'anni, di studiare i principii di Platone, le massime di Seneca, ovvero le bellezze di lingua e di stile più eminenti12 di Dante Alighieri, di Francesco Petrarca.

  Miseri mortali, i quali ci facciamo minor studio per interpretare i sensi altissimi delle Scritture Sante! Ma che crediamo? Che Dio non ne abbia soddisfazione? Ma n'ha piacere vivo e onore ambito. O temiamo di non averne prò sufficiente? Ma ne avremo [16]vantaggio immenso, perché chi ci parla è Iddio padre nostro.

  3. Ammiriamo intanto la profondità dei discorsi del Signore. Voleva Iddio con un discorso solo parlare di Gerusalemme, città capitale della Palestina, e delle sorti che le avrebbero toccate dopo la schiavitù di Babilonia. Voleva nel medesimo tempo far intendere ciò che sarebbe avvenuto alla Chiesa di Gesù Cristo in terra, alla Chiesa trionfante in paradiso. Voleva ancora nello stesso tempo far intendere bellissime cose dell'anima fedele, che è come amica santa nella Chiesa del Signore. A tale scopo Iddio inspira a cantare la mente del suo

- 409 -fedel servo Davide. Questi incomincia: "Lauda, Jerusalem, Dominum..."13, e in un salmo di pochi versetti espone con senso meraviglioso l'avvenire di Gerusalemme materiale, l'avvenire di Gerusalemme morale, come abbiamo sopra avvertito.   A chi studia nei Libri santi avviene come a coloro che scavano entro la miniera di un monte. Alla superficie esterna trovano vene aurifere, mano a mano poi che s'addentrano trovano filoni d'oro purissimo. Onde gli scopritori divoti hanno scorto nella lettura delle Sacre Scritture un senso letterale [17]che è come la corteccia esterna di un albero prezioso. Vi hanno poi ritrovato un senso morale, che è come l'interno dell'albero in quei legni odorosi i quali si usano per ispandere profumo grato nei mobili di una casa reale. Tanti si trovano che discorrono con freddezza della religione santissima. Questi danno chiaro a conoscere di non averla intesa addentro. Si trovano altri che manifestano dispregio. Questi certamente non ne conoscono punto, perché conoscere una dottrina celeste e non amarla è cosa tanto mostruosa che rara su questa terra.

  4. Sicché dobbiamo accostarci con frequenza e con rispetto pari alla lettura dei Libri santi. I fratelli Maccabei, quando guardavansi trafelanti sotto alla fatica del combattimento, si consolavano con dire: "Abbiamo la consolazione delle Sante Scritture, e questo ci basta a nostro conforto"14.

  Nel combattimento in ogni di questa vita abbiamo ancor noi sì gran bisogno di consolazione. Cerchiamola con affetto da Dio, perché non altra che la parola del Signore può confortare i cuori nostri. I discepoli del divin Salvatore hanno meditato [18]nelle massime del Vangelo che poi descrissero, e furono convertiti in apostoli di Gesù Cristo. Con istudiare la santa legge del Signore e seguirla, infra la massa del popolo furono suscitati tanti vergini puri, tanti martiri illustri, tanti confessori invitti. E quegli ingegni sublimi di dottori sacri che veneriamo sotto al titolo di Padri santi, quei benedetti spandono- 410 - tanta luce di verità, tanto conforto di aiuto celeste che ben si meritano il nome venerato dei padri che conservano nei figli la vita della fede.

  Ed oggidì stesso, benché la religione santissima soffra danni non pochi, tuttavia si trovano anime elette le quali con fermezza custodiscono il sacro deposito dello Evangelo. Ne studiano le massime, ne osservano i precetti, ne ricevono con ossequio i consigli. Sono queste anime quasi stelle lucenti nel firmamento, quasi fari di luce nel mare della vita. Persone cosiffatte parlano con chiarezza di principii nei casi della vita. Discorrono con sicurezza parole di alto conforto al momento della sciagura. Sono talvolta persone di civile condizione. Sono più spesso cristianelli del volgo, eppure che espongono verità e così opportune[19] e così convincenti quali non varrebbe a trattare un filosofo umano.

  Sicché la religione santissima studiamola pur tutti. La fede gode in essere posta alla luce. La religione cristiana è stata portata da cielo in terra da Gesù, Figliuolo consostanziale al Padre. La fede santa sia sempre scorta ai nostri passi, conforto al povero nostro cuore.

Riflessi

  1. La fede non teme la luce.

  2. Gioia in leggere notizia cara.

  3. I discorsi del Signore sono profondi.

  4. Leggiamoli con rispetto.





p. 407
10 Mt 11, 2-10.



11 Sal 119(118), 129.



p. 408
12 Nell'originale: più menti.



p. 409
13 Sal 147(146-147), 12.



14 Cfr. 1 Mac 12, 9.



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