IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
IL PANE DELL'ANIMA TERZO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE Evangelio della domenica vigesima prima dopo Pentecoste Due terre |
Evangelio della domenica vigesima prima
Due terre
1. [326]In creare gli uomini Iddio inspira un soffio immortale nel cuore della creatura, e con questo le dona la vita e la potenza a ben fare. Gli dona Iddio al cuor dell'uomo la libertà per il bene e per il male. In questo poi è la differenza
- 793 -deplorevole, che mentre l'uno corrisponde come terra ferace, il cuore del secondo è come la terra sterile di un pruno. Misera quella terra che nemmen dà frutti dopo che dall'alto è piovuta la rugiada della divina grazia! Il santo Evangelo ci porge un esemplare di queste due terre. San Matteo racconta questo:
"Gesù disse a' suoi discepoli: Il regno de' cieli si rassomiglia ad un re il quale volle fare i conti con i suoi servi. E avendo principiato a rivedere le ragioni, gli fu presentato uno che gli andava debitore di diecimila talenti. E non avendo colui di che soddisfare, comandò il padrone che fosse venduto esso e la moglie e [327]figliuoli e quanto aveva, per saldare il debito. Ma il servo prostrato lo supplicava dicendo: Abbi meco pazienza e ti soddisferò intieramente. Mosso il padrone a pietà di quel servo, lo liberò condonandogli il debito. Ma partito di là, il servo trovò uno dei conservi che gli doveva cento denari, e presolo per la gola lo soffocava dicendo: Pagami quello che devi. E il conservo, ginocchione a' suoi piedi, lo supplicava dicendo: Abbi meco pazienza e ti soddisferò intieramente. Ma quegli non volle e andò a farlo mettere in prigione fino a tanto che lo avesse soddisfatto. Veduto ciò, gli altri conservi altamente si attristarono e andarono e riferirono al padrone tutto quello che era avvenuto. Allora il padrone lo chiamò a sé e gli disse: Servo iniquo, io ti ho condonato tutto quel debito perché ti sei a me raccomandato; non dovevi dunque anche tu aver pietà di un tuo conservo come io l'ebbi di te? E sdegnato il padrone lo diede in mano dei carnefici, perfino a tanto che avesse pagato tutto il debito. Nella stessa guisa farà a voi il mio Padre celeste, se di cuore non perdonerete ciascuno al proprio fratello"152.
[328]Gli affetti del nostro cuore son come la terra ferace di orto o come quella sterile di gerbo153. Qual sorte toccherà a queste due terre così differenti? Certamente avranno fortuna
- 794 -opposta. Dice san Paolo in scrivere agli Ebrei: "La terra che beve la pioggia la quale vien sopra di essa e che genera erba opportuna a quelli dai quali è coltivata, riceve benedizione da Dio; quella poi che mette fuori spine e triboli, quella è terra reproba e prossima ad essere maledetta, di cui la consumazione è nel fuoco"154. Ecco la sorte ben diversa che tocca a queste due terre. Scorgiamo parte a parte e inorridiamone.
2. Mi valgo di un esempio per farvi intendere la diversità di due terre egualmente coltivate. Ha dei cuori che corrispondono alla grazia, e questi son benedetti; ha dei cuori che non corrispondono punto, e questi si maledicono.
Vivevano contemporaneamente e frequentavano alla medesima scuola due giovanetti, Gregorio e Giuliano. Il primo figlio di onesti genitori, il secondo discendente prossimo di Costantino il Grande. Veniva a piovere sul capo ad ambedue la stessa rugiada,[329] la buona grazia di una scuola cristiana e saggia. Ed or Gregorio corrispose e fu sempre dabben giovane cristiano e poi sacerdote pio e vescovo intrepido. Nel medesimo tempo fu predicatore esimio, dottore e padre di Chiesa santa, che innumerevoli anime guadagnò con l'esempio e con gli scritti al regno di Gesù Cristo. Che terra ferace fu il cuore di Gregorio!
Ma non così l'animo di Giuliano. Questi corrispose malamente e divenne persecutore pessimo della cristiana religione. Cominciò <a> dire: "I cristiani devono credere ciecamente", e negò loro il beneficio della istruzione e li tolse da tutti i rami di impiego e di amministrazione; di poi soggiunse: "I cristiani devono amare di esser poveri", e rubò tutti i loro beni. Infine continuò <a> dire: "Devono vivere perseguitati", e tolse a ferirli a morte. Volle poi il sacrilego dare una smentita allo stesso Gesù Cristo. Disse dunque: "Gesù ha detto che il tempio di Gerusalemme non avrebbe potuto edificarsi altra volta, ma io lo eleverò dal suolo più sontuoso di prima e così Cristo resterà sbugiardato". Provossi dunque, ma fiamme misteriose uscivano ad incenerire i lavoratori. [330]Intanto Giuliano - 795 -imperatore fu costretto <ad> entrare in guerra con i persiani. Videsi poi perdente. Allora piantossi nel petto uno stilo. Il sangue vi uscì con impeto. Giuliano ne empì il cavo della destra e gettollo in alto bestemmiando: "Hai vinto, o Galileo". Subito dopo questo morì.
Fratelli miei, la terra del nostro cuore è dessa grata od è ingrata? Se non corrisponde ai beneficii di Dio sarà certamente terra di maledizione.
3. Ma per quanto buona <sia> una terra, essa non dà frutto se Dio non manda la pioggia dal cielo. Feracissima è la terra di Palestina, ma ai tempi di Elia per tre anni non ricevé il beneficio di una semplice rugiada. Non poté dunque crescere un filo d'erba. Sapete quando ne diede in copia? Fu quando Elia operò il prodigio che è narrato nei Libri santi, che per esso Acabbo riconobbe il Signor del cielo. Allora dal vertice del Carmelo si vide una nuvoletta a guisa di piede. Questa si ingrandì, coperse tutto il cielo intorno e lasciò poi cadere uno scroscio di acqua e continuò in pioggia ristoratrice a quella terra riarsa.
Ecco quello che fa la grazia del Signore [331]nel cuore di un'anima. Senza questa, l'anima nostra è come terra senz'acqua. Che abbiamo però a fare? Ci rimane di gridare a Dio con affetto di carità: "Senza voi, o Signore, il mio cuore è come terra senz'acqua!"155.
4. Però Dio da parte sua oh quante grazie ha già fatte a ciascun di noi! Ci ha mandato a torrenti le pioggie delle sue sante inspirazioni. Ma noi come ci siamo valuti? Un torrente di grazia ricevé Ignazio all'assedio di Pamplona quando fu ferito al piede. Ignazio se ne valse per farsi santo. Un torrente di grazia ricevette anche Lutero quando sulla via fu risparmiato dal fulmine che gli fece cadere bruciato il compagno di viaggio. Ma Lutero non si trattenne da divenire apostata e ministro satanico per la rovina di tante anime.
Oh come dobbiamo confonderci noi stessi! Se avessimo corrisposto alle divine grazie, già saremmo cresciuti assai in
- 796 -perfezione. Ma siamo tanto miseri perché siamo stati tanto ingrati.
5. Che frutto abbiamo dato fino adesso? Se di erba buona, consoliamoci, il paradiso sarà poi il nostro premio. Se di spine, [332]figurate nei peccati mortali benché minori, e di triboli, figurati nei peccati di maggiore iniquità, allora tremiamo. Quello che ci aspetta è la dannazione eterna. Dall'alto viene sì l'atto della premiazione che l'atto della condanna. La scelta dipende dall'opere buone nostre ovvero dalle cattive che poniamo.
Fra i dodici apostoli del Salvatore un traditore si rese meritevole di condanna. Fra i dodici seguaci primi di Francesco d'Assisi uno si trovò che tradì la religione e che perì miseramente. Gli altri furono salvi. Signore, Signore, fate che tutti noi almeno operiamo il bene costantemente per essere salvi.
6. Ah, una terra sterile si deve attendere terribile punizione! Iddio l'ha riprovata fino <d>a principio perché ne scorse la sterilità. La maledisse poi, perché non ha scopo che sia tollerato un suolo che non dà buon frutto. Terra di cardi e di spine si abbrucia.
In questo senso gli ebrei dopo che condannarono a morte il divin Salvatore furono riprovati, furono poi maledetti per l'alta iniquità che commisero. Infine furono consegnati alle fiamme nella distruzione [333]di Gerusalemme. Leggete ciò che ne riferisce lo storico Giuseppe Flavio e lasciate di fremere d'orrore, se potete.
<7.> "Ah, l'anima che a guisa di terra infuocata rigetta le grazie celesti, segno è che è reproba omai. Presto sarà maledetta e di poi condannata alle fiamme. Osservate per ultimo <le> terre bagnate dalle acque del fiume sacro, il Giordano. Quelle campagne irrigate così moltiplicano il loro frutto. Ma non è così delle terre che al di là del Giordano meritarono che piovessero loro addosso torrenti di fiamme. Quelle scomparvero e sembrarono discendere per confondersi colle fiamme che piovono sullo abisso d'inferno". Vi par dunque che sia assai meglio essere terra che corrisponda alle divine grazie? Siamo tutti dabbene e riconoscenti così! Ci aiuti il cielo per essere tali sino alla fine.
- 797 -
1. Due terre.
2. Diversità con cui la terra di due cuor cristiani corrispondono alla pioggia <de>i celesti favori.
3. La pioggia vien sempre da alto.
4. [334]Viene abbondante.
5. Fa poi produrre od erba di opere buone ovvero spine di peccati e triboli di iniquità.
6. Alla terra sterile si dà un triplice castigo.
7. Ai cuori buoni piovono fiumi di grazie, ai cuori ingrati torrenti di fiamme.