Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il pane dell'anima (III corso)
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IL PANE DELL'ANIMA TERZO CORSO DI MASSIME SCRITTURALI ESPOSTE NELLE SPIEGAZIONI EVANGELICHE

Evangelio della domenica vigesima seconda dopo Pentecoste Calino la maschera!

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Evangelio della domenica vigesima seconda

dopo Pentecoste

Calino la maschera!

  1. [335]Ditelo ai politicanti del giorno nostro: "Levate la maschera!". Ditelo ai fratelli nel paese che si protestano padri e sono patrigni, che si vantano fratelli e sono tiranni. Diteglielo: "Levate la maschera o ve la toglierà il Signore!", perché a lungo non può andare impunito un delitto di ipocrisia o di tradimento che perde tante anime.

  Guardatevene, o fratelli, ma non vi scandalezzino questi ipocriti. <ci> sono sempre stati degli infinti nella società degli uomini. Erano numerosi e maligni quando lo stesso divin Salvatore apparve per abbattere il regno del peccato. L'evangelista san Matteo in questo stesso ci ricorda quanto segue:

  "I farisei ritiratisi tennero consiglio per cogliere in discorso Gesù Cristo. E mandarono a lui i loro discepoli con degli erodiani, i quali dissero: Maestro, noi sappiamo che tu sei

- 798 -verace e che insegni156 [336]la via di Dio secondo la verità, senza badare a chic<c>hessia, perocché non guardi in faccia agli uomini. Spiegaci adunque il tuo parere: è egli lecito o no di pagare il tributo a Cesare? Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un danaro. E Gesù disse loro: Di chi è questa im<m>agine e questa iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Allora egli soggiunse: Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio quel che è di Dio"157.

  Oh come davvero il divin Salvatore tolse la maschera a quegli ipocriti. Non li poteva tollerare, il divin Salvatore, gli impostori. Chiamavali sepolcri imbiancati e seme di vipere, miserabili ai quali era certamente serbato il vaso dell'ira del Signore. Ed or devono sempre prosperare i tristi?... Scrive san Paolo a' suoi di Corinto: "Le azioni di ciascuno saranno manifeste, perocché lo dichiarerà il giorno del Signore, quando sarà rivelato per mezzo del fuoco; allora qual sia l'operato di ciascuno proverallo il fuoco"158.

  Fratelli miei, l'abbiamo il bisogno noi stessi di essere chiariti al cospetto nostro [337]e di Dio. Poniamo attenzione per iscorgere fino a qual misura si estenda la nostra fedeltà nel servizio del Signore. I tristi poi saranno certamente condannati, e questi compatiamoli bensì, ma non ci lasciamo vincere dal timore.

  2. Gli uomini iniqui hanno il loro giorno nel quale attendono per isfogare ogni loro capriccio di vendetta o di crudeltà. Nerone e Caligola, Diocleziano fino a Decio, hanno esercitato nel di furore alta vendetta sopra le persone dei cristiani innocenti. Iddio lasciolli per un momento. Ma il Signore, che è giusto e santo, ha egli stesso il suo tempo per mostrare le giustizie sue.

  I giorni del Signore sono specialmente tre. Il primo è del giudizio universale, e questo è chiamato giorno grande. Oh

- 799 -come tremeranno in quel tutti gli ipocriti, tutti gli iniqui maligni! Il secondo giorno sarà nel giudizio particolare che vien subito dopo morte. Che terrore in quello stesso a comparire per la prima volta al cospetto dello Altissimo! Il terzo giorno poi è in vita, ed appare al momento della tribolazione. La tribolazione è un fuoco nel quale come si prova [338]l'oro, così si deve provare la virtù del cristiano. Sicché la tribolazione è essa medesima come una prova del giudizio.

  Volete però sapere quali saremo noi al giudizio del Signore o particolare od universale? Saremo quello stesso di virtù o di debolezza che mostriamo in questi giorni di vita al momento della tribolazione. Fratelli miei, quando venga il giorno della tribolazione, oh come noi medesimi dobbiamo temere, perché se non reggiamo alla prova noi siamo spacciati omai.

  3. Oggigiorno ha degli adulteri e degli scostumati che sannobene infingersi, che al cospetto del pubblico compaiono come angeli di purezza. Ha degli avari e dei prepotenti che si alimentano con il sangue delle vedovelle, che impinguano con le sostanze del pupillo che amministrano. Ha dei vendicativi che esercitano terribili azioni di vendetta, eppure che appaiono uomini pacifici e benefici. Lasciateli, lasciateli. Verrà il giorno del Signore. Egli scoprirà tutte le iniquità della terra.

  Ad Adamo e ad Eva dopo il loro peccato Iddio porse, perché si ricoprissero, una pelle d'animale. Ma al giudizio del Signore non si concederà nemmeno un riparo peraltro [339]meschino. Gli ipocriti compariranno al cospetto di tutti in tutta quella deformità che è propria dei peccatori tristi. Vi pare che allora si dorranno di essere statitristamente consigliati? Ma non sarà più tempo.

  4. Intanto sapete che li attende, i frodatori, gli ipocriti, gli scellerati? Ripassate una pagina della Scrittura Santa. Quell'Epulone il quale stava banchettando in corona di amici e di dignitari, lui che come il principe invigilante era reputato degno di tutti gli onori, in un momento morì e in un momento precipitò allo inferno. Morì poi anche il meschinello di Lazaro povero, il quale guardava con occhio pietoso perché gli fossero dati in parte quei frammenti di cibo che cadevan dalla tavola.

- 800 -Ed or Lazaro povero fu dagli angeli portato in cielo nel seno di Abramo santo.

  Questa finalmente è la fortuna che tocca ai cristiani pazienti. Essi hanno il guiderdone del paradiso. I tristi poi hanno per eterna loro punizione il fuoco dello inferno. Sicché vi pare che sia mai da invidiare punto la prosperità degli scellerati?... Godono, ma come quei buoi che sono attaccati alla greppia159 [340]e che ingrassano, ma per esser condotti allo indomani al macello.

  5. Ed ora vogliamo noi stessi sapere quello che saremo un ? Badiamo a quello che siamo in questi giorni all'atto della tribolazione. Noi in fervor di orazione proponiamo al Signore di essergli fedeli, come professava l'apostolo Pietro, sino al Calvario in croce. Ma chi ci assicura se i nostri propositi sono efficaci o no? <a> chi tocca giudicare è la tribolazione che ne manda il Signore. In quel momento se noi saremo rassegnati, ciò sarà indizio certo di eterna predestinazione. Ma chi brontola e chi bestemmia e chi manifestamente si rivolge contro a Dio per accusare la sua Provvidenza, costoro certamente devono temere, perché già non reggono punto alla prova che Dio loro presenta.

  Oh quanto dobbiamo dunque temere di noi! E come di cuore dobbiamo abbracciarci a quelle prove di tentazione che Dio ci manda! Tanto importa ricevere con alta rassegnazione quelle prove, come importa l'essere aggiudicato al regno del paradiso.

  6. Eccolo dunque il giudizio del Signore! Si prova a mezzo del fuoco. Con il fuoco [341]alla fin del mondo si purga la terra. Quel fuoco illumina gli eletti sì che appariscano gloriosi, e non li tormenta punto ma li chiarifica. I reprobi poi li tormenta con ardore atrocissimo. Al giudizio particolare il fuoco del purgatorio prova gli eletti che ancor non sono mondi affatto per ascendere all'alto. In quel fuoco le anime giuste amano Dio e provano con il tormento molte consolazioni altresì. Per i reprobi poi il fuoco che li attende è quello di in

- 801 -ferno, che è fiamma rabbiosa e disperata. Nel giorno della tribolazione ha pure il suo fuoco, ed è quel tedio e quel tormento a mo' di fuoco che davvero fanno provare o le tristi tribolazioni di carne, di avarizia e di superbia, ovvero anche i tormenti fisici del corpo o le impressioni che nel cuore ci lasciano le ingiuste vessazioni dei maligni.

  San Paolo dice che nell'Asia tribolazioni cosiffatte ne aveva tante da non poter tollerare con le forze della natura160. Ma Dio vi aggiungeva sempre la grazia sua. Questa grazia faceva poi sì che talvolta all'atto del medesimo patire provasse consolazioni vivissime. [342]A questo modo i tristi hanno essi medesimi le loro tribolazioni, ma sono senza conforto da alto, senza sostegno nello individuo, sicché non hanno che l'ardore di un fuoco che tormenta vieppiù. Che dite, o fratelli?... Vi par che sieno a temere i giudizi del Signore?... Oh quanto, oh quanto! Temiamo i giudizi che condannano. Confidiamo nei giudizii che assolvono.

Riflessi

  1. Levate la maschera!

  2. Iddio si serba tre giorni a far giudizio.

  3. Nei giorni del giudizio del Signore si vedrà la virtù vera o il vizio nascosto degli uomini.

  4. L'inferno è per gli iniqui, il paradiso poi per i giusti del Signore.

  5. Noi saremo un quali siamo oggi al momento della tribolazione.

  6.  Eleggiamo ora quel giudizio che meglio ci piacerà un giorno.





p. 798
156 Nell'originale: voi siete verace, e che insegnate.



157 Mt 22, 15-21.



158 1 Cor 3, 13.



p. 800
159 Nell'originale: grebbia.



p. 801
160 Cfr. 2 Cor 1, 8.



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