Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
In tempo sacro...
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IN TEMPO SACRO FERVORINI PER OGNI GIORNO DELLA QUARESIMA

XVI. Ricordati che la morte non tarda <a> venire

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XVI.

Ricordati che la morte non tarda

<a> venire

Ricordati che la morte non tarda.

Eccl<esiastico> 1436

  1. [83]La morte è per i peccatori un monarca di spavento, è monarca che ha dominato in tutti i tempi e che dominerà sino alla fine. La temuta dominatrice dovunque passa stende vittime dinanzi a sé. Assicurano gli statistici che ad ogni battito di polso almeno una vita di persona nel mondo cade morta. Pensa or tu quante cadono in un'ora, quante in ventiquattro ore di ogni e quante nei trecentosessantacinque giorni di ciascuno degli anni seimila che sono trascorsi da Adamo fino al tempo tuo.

  Pure chi è che teme dinanzi alla possanza di questo monarca distruggitore? Credono i mortali che a bussare alle loro porte in particolare la [84]morte ancor tardi assai. Però i lussuriosi a divertirsi, gli avari ad accumulare, i superbi in opprimere si confortano con dire: "La morte è ancor lontana".

  2. Ma non ricordi più che la morte è dominatrice? Ella s'incammina armata di falce e di arco. Con la falce taglia la vita ai vecchi, i quali nemmeno possono sperare di ricorrere alla fuga. Con l'arco poi sorprende i giovani, i quali si immaginano di poter sfuggire. Non bada poi a tempo né a luogo, non ad età ed a condizione; la morte stende cadavere la persona d'un principe come quella di un suddito, tanto quella di un giovine che quella d'un vecchio.

  Nemmeno risparmia la persona di uomini santi che si crederebbero necessarii alla società; or pensalo tu se vorrà portar riguardo alla persona vile di un peccatore. Anzi è scritto che

- 854 -gli anni degli empi saranno dimezzati37. Baldassarre divertivasi in profanazioni [85]e intanto una mano misteriosa scriveva sulle pareti: "Per i delitti di questa notte quattordici anni di vita ti sono strappati, e tu morrai prima che spunti il novello ".

  La morte poi viene spesse volte allo improvviso, ma quando tu meno l'aspetti. Quanti che sono morti intanto che saltavano in divertimenti! Molti sono caduti nel meglio di una mensa squisita e molti altri si trovano che essendosi coricati la sera furono trovati morti al mattino. Né è a farne le meraviglie. L'uomo entro di sé porta il germe della morte e intorno intorno lo circondano mille pericoli di morte, sicché guai a te se almeno non ti vali dell'avviso del Savio, che qui ti porge: "Ricordati che la morte non tarda".

  3. La morte è già venuta a rapirti il padre, a toglierti la madre. Condusse seco più di uno fra i tuoi fratelli e da tanti anni è venuta già <a> stare in casa tua. Tu la vedi continuamente [86]passeggiare in casa d'altrui. Nelle vie o nei campi, alla chiesa ed alla piazza, la morte esercita il suo impero, sicché che tardi tu a riconoscerla? Cristiani savi conversano di continuo con la morte. Della morte vogliono il ricordo di un teschio presso alla tavola di studio, ne vogliono una memoria di immagine al letto. Poi recarsi presso ai moribondi e accompagnarli defunti e visitarli sepolti nella casa dell'ultima dimora, l'hanno in conto di cosa doverosa e al tutto giovevole. È per questo mezzo che si risolvono a spregiare le umane vanità e darsi a Dio con miglior affetto. Credi tu di poter imitare il loro esempio? Seguilo pure con buon proposito, perché la morte non tarda.

Riflessi

  1. La morte è dominatrice.

  2. Viene quando e come vuole.

  3. Che aspetti dunque tu per disporti a riceverla quanto busserà alla porta di casa tua?





p. 853
36 Sir 14, 12.



p. 854
37 Sal 55(54), 24.



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