Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cenni intorno alla vita di A. Succetti...
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CENNI INTORNO ALLA VITA DI ANNA SUCCETTI DELLA CONGREGAZIONE DI MARIA AUSILIATRICE

IV. In discorso con Dio

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IV.

In discorso con Dio

  [18]La Filotea viene tutta fervida al tempio santo. Giunge le mani e le incrocia al petto. Genuflette e sta quasi schiava che, legata6 mani e piedi, dica: "Son qui e son tutta del Signore Iddio mio". Con il volto guarda al santo altare, con i gemiti del cuore sospira dicendo: "Voglio amarvi, o Signore".

Le creature intorno tacciono. Gli angeli celesti sono scesi a raccogliere i singulti di quell'anima e stannosi riverenti. La Filotea ridestasi come da un dolce sopore e sclama: "Paradiso e Dio! E fino a quando, o Signore?".

  Anna Succetti è questa Filotea amante. Diceva sovente: "La mano all'opera e il cuore a Dio". Né contenta a ciò, determinava le sue ore per entrare in discorso intimo col Signore. Ripeteva [19]sovente: "Con la orazione vocale noi parliamo a Dio, con la orazione mentale Iddio parla a noi, sue povere creature. Or come un meschinello che, intendendo recarsi al sommo pontefice per essere benedetto, si dispone alla meglio, così l'anima nostra quando intende parlare a Dio per

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essere benedetta dallo Altissimo". Anna non trovavasi mai meglio che quando conversava con Dio, con la Vergine, con i santi. Più d'una volta accadde che nelle stagioni invernali protraesse l'orazione fin oltre la mezzanotte presso al focolare, che le cadesse da mano nel fuoco il rosario e lo raccogliesse un'ora dopo bruciacchiato dai tizzoni. Talvolta prolungava a tutta la notte il suo supplicare pietoso. Sovrat<t>utto nei tre ultimi giorni della Settimana santa, quand'ella dalle finestre dell'oratorio parrocchiale scorgeva la luce delle lampade che, ardendo intorno al santo Sepolcro, risplendevano dinanzi al [20]Santissimo Sacramento, Anna ponevasi ginocchione nella cameruccia sua presso la finestra che è di prospetto e supplicava per tutta la notte in pro di sé e della Chiesa militante.

Al mattino levavasi per tempissimo e s'affrettava per dar regola al bestiame in parti lontane e scabrose. Le compagne, che s'associavano nel cammino per eguali incombenze, udivano da Anna un saluto festoso e un breve discorso faceto e non più. Anna pregava, nel segreto del proprio cuore ovvero con le amiche, allo incontro di quei piccoli monumenti della pietà cristiana che bene spesso si trovano lunghesso un sentiero di monte od allo incrocicchio di due vie. Ma sovrat<t>utto ardeva il cuore di Anna a vista della chiesa e di Gesù nel Santissimo Sacramento. Stando nel secolo salutava da lungi con affetto la chiesa parrocchiale come la propria madre. Veniva <a> riverirla di presenza e, trovandola chiusa ad ora [21]tarda di sera o per tempissimo al mattino, Anna ponevasi ginocchione dinanzi alla porta del tempio santo e pregava con affetto intenso.

  E stando nella religione, Anna passava in chiesa tutto quel tempo che le era possibile. Spesso nelle ore di ricreazione e talvolta altresì all'ora di pranzo o di cena, ella smarrivasi dalle compagne e correva <a> nascondersi in un angolo dell'oratorio del convento. Interrogata rispondeva: "Anche troppo è che a questo corpaccio diasi <da> mangiare una o due volte nel giorno; alimentare l'anima con il cibo dell'orazione è cosa più convenevole". Intanto il viso suo facevasi raggiante di straordinaria divozione. Le compagne salutavanla con accento riverente. E venendo l'epoca in ogni anno degli spirituali Esercizii e trovandosi nella casa molte persone venute da fuori, queste

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volgevano l'occhio ammirato ad Anna, ne studiavano le mosse sue. Nella chiesa, senza che ella se n'avvedesse,[22] facevano a gara per esserle davvicino e salutavano la degna compagna di santa Margherita Alacoque, la sposa del Santissimo Sacramento. Anna, entrata nella chiesa, parevale omai di essere nell'anticamera del paradiso, e non s'avvedeva punto di ciò che accadeva intorno a lei. Nel tempo della santa Messa, invitata levavasi al Vangelo e stava finché le compagne accennavano doversi genuflettere. Ma sovrat<t>utto all'Agnus Dei della Messa, e venuto il momento solenne della santissima Comunione, Anna levavasi e non vedeva persona e dovevano altre dirigerla, perché ella guardava all'oggetto dell'amor suo e non altro. Scusavasene poi con dire che ell'era una smemorata, atta solo a servir di impaccio nella casa.

  La Filotea fedele che prega, quale spettacolo! E poi nel mondo sarà ancor chi pretenda essere inutile la persona cristiana che supplica, benché con pietà angelica?





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6 Originale: legate; cfr. ed. 1933, p. 84.



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