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UN SALUTO ALLA IMMACOLATA DI LOURDES IN OGNI GIORNO DEL MESE MARIANO Nono giorno Un raggio di luce celeste sensibile |
Un raggio di luce celeste sensibile
Non è dubbio, gran giubilo avvenne quando di sopra al capo di Gesù Cristo battezzato nel Giordano si aprirono i cieli, e più vivo contento si ebbero i discepoli quando, al vertice del Taborre, il Salvatore lasciò trasparire un raggio celeste della sua divinità che tutto avvolse e circondò il volto e la persona propria. Che paradiso di giubilo!
E di sopra e intorno e dentro alla grotta di Lourdes apparve pure un [60]raggio di celeste splendore, <una> sovrana matrona biancovestita con fascia azzurra e con velo pure azzurro, che giù le discende dal capo infino ai piedi, e con un rosario dai grani candidi come le gocciole di latte. Bernardina, ella sola, la vide sensibilmente, vide e giocondò. Le turme go
- 1073 -devano in ascoltare le narrazioni da quella lor piccola sorella; in scorgere poi i prodigi molteplici alla grotta ne tripudiavano di più viva gioia.
Il parroco di Lourdes alla sua volta sclamò: "Il tempo di parlare è giunto omai". Convocò adunque i sacerdoti suoi e tenne loro questo discorso: "Lodiamo anzitutto Iddio, che il Signore non ha abbreviata in pro dei suoi eletti la mano sua. Noi abbiamo istudiato fin qui la condotta e i discorsi di Bernardina e delle moltitudini. Abbiamo da lunga pezza meditato in cuor nostro. Ma or che il Signore fa intendere sua voce colla potenza del miracolo, dubitare menomamente più non è lecito, ovvero tacere la verità sarebbe colpa.
Si leveranno [61]su i materialisti ad oppugnare, ma noi pregheremo che Dio li illumini. Non è misericordia infinita del Signore questa luce ineffabile di apparizione e di miracoli che accadono tuttodì alla grotta... Gli avversari tempesteranno, ma se il Signore ci farà meritevoli di sopportare qualche disagio per l'onor della sua gloria, non gliene saremo tanto più grati? Intanto ad ogni buon'occasione esortiamo i cuori fervidi dei fedeli a supplicare che Dio illumini quei che siedono nelle tenebre. E non perdiamo poi tempo a descriverne per filo e per segno gli avvenimenti fin qui al nostro superiore diocesano, ché il vescovo, il quale è messo da Dio per dirigere le plebi del Signore, il vescovo dal cielo ha i lumi di Spirito Santo a ben distinguere in ogni grave affare". Monsignor Peyramale disse e pose mano all'opera, e i vicarii suoi con lui egualmente.
Or non è a dire dei liberali come strepitassero in persona propria e [62]nella piazza e con lo strumento del Lavedan, miserabile periodico che vede la luce in Lourdes una volta nella settimana. E non contentandosi alle parole vennero ai fatti, e si provarono perché il sindaco cingesse di barriere intorno alla grotta per impedire che veruno più s'accostasse a pregare.
Ma soggiungevano i pellegrini: "Or con che autorità questo sindaco fa ciò? Il pregare tranquillo è forse da veruna legge proibito... O noi facciamo ingiuria a chicchessia in recarci qua...? Evidentemente quest'è un arbitrio ed una tirannia. Noi
- 1074 -ci leviamo d'attorno questi impacci e penetriamo. Pregheremo per noi e per il mondo tutto e il Signore ne avrà pietà!...".
La grazia del Signore è come quel raggio di sole che indora il vertice spuntando dal monte, eppoi che giù discende aggrandendosi per illuminare e riscaldare tutta la terra. Un raggio di divina luce, apparendo di tempo in tempo sensibilmente a noi miserelli [63]quaggiù, illumina e feconda i cuori, finché dieno frutti feraci di fede, di speranza, di carità santa. Che gran prò per noi è un raggio di luce celeste!
Enrico de Behr è giovine ricco, robusto, colmo di carezze degli amici bensì, ma ei non è contento. Sentesi in cuore un abisso di vuoto. Russo di nazione, scismatico di religione, egli esce di tempo in tempo in queste esclamazioni: "Il pontefice di Roma, perché lo bestemmiamo noi russi?... Perché non amiamo meglio la Vergine immacolata... o perché non riveriamo ancor più di cuore Gesù Cristo e la sua Chiesa?...".
Stando in questi dubbii tormentosi, Enrico de Behr lasciò il proprio paese e venne in Francia ed a Lourdes, dove tante meraviglie aveva inteso dalla Vergine immacolata. Fu altresì testimonio della guarigione prodigiosa da male d'ernia crurale [64]avvenuta al servo del medico Tamèr di Parigi, onde più animosamento sclamò: "Quest'infelice, che non poté essere sollevato dall'arte umana, fu d'un tratto guarito dalla grazia divina; or che tardo io a credere?...". In dire si mise ginocchione e pregò: "Signore, che io veda cogli occhi della mente. Fatemi scorgere mercé la mediazione di Maria vergine immacolata". E di subito costui, che era moralmente cieco, vide con l'occhio della fede. Vide ed adorò.
Poscia incamminandosi venne a Roma ben ripetendo a se stesso: "Gli è contro Roma e contro al pontefice di Roma che in ispecie lo scismatico scaglia le sue ingiurie. Infelice, ei bestemmia quello che ignora! Ed or è in Roma ed al cospetto del pontefice sommo che io vo' specialmente credere ed amare".
- 1075 -orazione
Vergine immacolata, illuminateli voi quelli che siedono nelle ombre... Voi che effondendo grazia dalla vostra [65]persona veneranda avete detto: "Voglio che qui venga molta gente per ricevere in copia i favori miei". Che felicità sarebbe la nostra se mercé l'aiuto vostro, o Vergine, noi vedessimo dall'errore ritornare alla verità tanti erranti, pei quali tanti cuori cattolici offrono sacrificii eroici di preghiere e di sospiri! Aiutateci, Vergine immacolata!
Parlerò di cuore dell'Arciconfraternita dell'immacolato Cuor di Maria per la conversione de<i> peccatori, e pregherò con tre Ave.
Sacro Cuore di Maria, siate voi la salvezza mia.