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UN SALUTO ALLA IMMACOLATA DI LOURDES IN OGNI GIORNO DEL MESE MARIANO Decimoquarto giorno Il proprio dovere |
Il proprio dovere
Il dovere proprio è lavoro sacro. Chi sa di non essere capace a compiere un ufficio, non se lo assuma. I timidi non devono aspirare troppo <in> alto.
Monsignor Domenico Peyramale, il parroco di Lourdes, videsi un bel dì comparir dinanzi il sindaco Lacadè e il regio procuratore, i quali di netto gli esposero: "La Bernardina eccita tumulti... non è conveniente tollerarla oltre... è opportuno allontanarla di [93]subito, ché il prefetto della provincia non può non esserne molto contento".
Ai quali anche più repente rispose monsignor Peyramale: "Io come parroco di Lourdes sono il padre di tutti, e in ispecie dei poveri e degli innocenti. E perché Bernardina è innocente, io vi protesto che passerete su questo mio petto prima che all'innocente alle mie cure affidata voi torciate un capello. Questo è per il mio dovere, né temo in contrario le ire dei potenti e i decreti di ingiuste deliberazioni".
Soggiunsero gli altri: "Almeno sarà conveniente che alla grotta si appongano delle forti sbarre e che si impedisca l'irrompere di tante turme di popolo colà". E di nuovo rispose loro monsignor Peyramale: "È forse proibito da veruna legge il pregare? Nondimeno come il terreno della grotta è di proprietà del comune, egli da padrone può disporre come vuole, ma la storia e il giudizio dei savi ne pronunceranno in proposito".
[94]Il Lacadè col suo imperial procuratore chinarono lo sguardo, dissero salute a monsignor Peyramale e partironsi, sus<s>urrandosi a vicenda: "Contro agli uomini di carattere non la si vince giammai". Il personaggio che ben sa compiere l'ufficio proprio, egli è sempre personaggio forte e rispettabile.
- 1090 -esempio
Giulia De Pombriant, varcando sempre valli e monti di tribolazione, perdette dapprima l'occhio sinistro e poi anche il destro. Ell'era nell'età ancor prospera d'anni trenta. I rimedi dell'arte umana punto non le giovarono, ond'ella fece ricorso ai divini provvedimenti.
Intese che stava per incamminarsi un pellegrinaggio dei diocesani di Nîmes ed ella vi si associò con altra delle sorelle proprie e pregò un degno ecclesiastico che l'accompagnasse pure.
Pervenne così alla grotta di Lourdes e là incominciò la preghiera [95]sua ai piedi della Vergine immacolata. Insieme scese a toccare l'acqua della prodigiosa rocca e <ad> astergersene gli occhi, inframmezzando sempre gemiti e invocazioni cordialissime.
Quando la Vergine benedetta tosto le impetrò il poter vedere, un fremito di gioia invase gli astanti, e ritornata in patria i vicini le fecero feste assai.
I lontani poi, mal credendo al vantato miracolo, chiesero lettere scritte da mano di Giulia, finché vedendo credettero. Allora scesero giù le squame dagli occhi della loro mente e glorificando Iddio professarono innanzi a tutti di non voler più essere increduli ma fedeli.
Vergine Immacolata, su, che tardate ad aprire gli occhi della nostra mente? Noi come il cieco di Gerico veniamo sclamando: "Signore, che io veda!"8, e con tutto l'affetto aspiriamo a ben comprendere i misteri della [96]misericordia vostra. Abbiamo sì gran bisogno di dissipare le tenebre che ne avvolgono! Signore, che noi vediamo! Impetrateci, o Vergine, il poter noi vedere il paradiso e ascendervi!
- 1091 -ossequio
Ripeterò di tempo in tempo col cieco di Gerico: "Signore, che io veda!".
O Vergine, sede di sapienza, pregate per noi!