Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Sulla tomba dei morti...
Lettura del testo

SULLA TOMBA DEI MORTI FERVORINI PER LA NOVENA E PER L'OTTAVA DEI FEDELI DEFUNTI

OTTAVA DEI FEDELI DEFUNTI

II. Ai piedi della croce con Maria desolata

«»

[- 1323 -]

II.

Ai piedi

della croce con Maria desolata

  1. [91]La croce del divin Salvatore sul vertice del Calvario era oggetto di pietà agli angeli, di ammirazione agli uomini, di terrore ai demoni. Intorno alla croce, come intorno ad un catafalco di duolo altissimo, vennero le tenebre a coprire di

 - 1324 -pieno giorno, gli animali gemerono e la terra attonita tremò. Era la natura che piangeva la morte del Salvatore. Ai piedi della croce stava una donna. Aveva gli occhi sanguigni di pianto e dimorava come impietrita nel duolo. Il dolore di quella donna cooperò alla salvezza dell'uman genere. Quella donna è per esempio a tutti gli uomini della terra. È la madre del [92]Salvator crocefisso. Ella ci insegna come si abbia a pregare per ottenere ai piedi della croce del divin Salvatore. Consideriamo l'esempio di tal donna ed imitiamola.

  2. La croce sul Calvario fu oggetto di duolo e di pietà profonda. La croce sulla tomba dei cari defunti è come una immagine di pietà che grida compassione in pro delle anime dei cari nostri fratelli. La croce come un catafalco di dolore copre il santo altare dei defunti, come un raggio di cara speranza si eleva dalle fosse dei fratelli defunti. Quanta compassione in una croce eretta!

  Sulla tomba dei morti e dallo altare del santo Sacrificio si offre allo Altissimo la vittima che ha riconciliato la terra con il cielo. Gesù Cristo, che un giorno fu veduto pendente fra cielo e terra dalla croce, egli in ogni ora del è fra le mani sacerdotali vittima novella, si lascia offerire per i peccati di tutto il mondo. Compassione altissima! Or come si [93]ha a dimorare innanzi a quella croce e davanti a quello altare?

  3. Consideriamo per un istante un padre che muore. Egli agonizza per la salute de' suoi figli. Spira come un pietoso pellicano dopo aver dato il proprio sangue a conforto dei meschinelli suoi. Or che faranno i figliuoli intorno? Ponete attenzione. Ha di quelli che procacciano per la salute del padre, e questi fanno bene. Ha di quelli che non solo si aiutano da sé, ma che si raccomandano altresì ad altri, e questi fanno meglio. Ha poi di quelli che oltre ciò offrono la propria vita in olocausto, e questi fanno ottimamente.

  Facciamoci daccapo. Padre che agonizza e che muore è Gesù dall'altare del santo Sacrificio. Quanta pietà per un padre che muore! Noi raccogliamoci presso a quel letto di agonia. In assistere doliamoci e recitiamo per molte volte l'orazion del Pater noster. Recitiamo quell'altre preci o di rosario o di salmeggiamento [94]che si ricorda<no>. Questo modo di

 - 1325 -stare è servizio pio che piace al Signore. Cerchiamo poi un compagno, un libro divoto che ci aiuti per porgere a Gesù più accesi affetti. Questo esercizio è più pio.

  Ma per essere pietosi al pari di Maria benedetta, noi dobbiamo fissar lo sguardo a Gesù che muore, con gli occhi penetrare entro al cuore angoscioso del Redentore. Dobbiamo ponderare, per quanto si può da umana mente, quell'abisso di tristezza che fu nella mente santissima del divin Salvatore. Chi a guisa di Maria o di Giovanni agonizza ai piè della croce, questi è come un di quegli angeli di pietà che movendo dal cielo venivano a confortare Gesù in tante sue pene.

  4. Per questo è che nello stesso sito del santo altare tutto parla di croce e di patimento. L'altare è il Calvario del divin Salvatore. Il sacerdote che vi ascende è Gesù che sale al vertice [95]doloroso. I paramentali sacri del sacerdote celebrante sono il segno degli stracci di ludibrio, delle funi, delle catene, della croce del divin Salvatore.

  Voi fate bene, insegna il Salesio, a considerare Gesù che suda sangue a principio della Messa, a considerar Gesù trascinato pei tribunali quando il sacerdote si muove dall'uno all'altro lato dell'altare. All'offertorio Gesù è flagellato, al prefazio gli si grida morte, al Sanctus suona la tromba che annuncia la morte del Salvator del mondo. Alla elevazione del Corpo e del Sangue santissimo del Redentore è Gesù sospeso in croce fra cielo e terra. In seguito è Gesù che parla dalla croce, che agonizza e che muore. Alla Comunione sacerdotale e dei fedeli Gesù è posto nel sepolcro. Infine vengono ricordi di allegrezza somma. Su questa terra non è mai perenne il lutto, dal Venerdì santo alla Pasqua di risurrezione è un periodo di [96]tempo breve. Alle ultime orazioni della santa Messa Gesù risuscita glorioso e sale al cielo e dal trono del suo paradiso prega per me, supplica per ciascun di voi. Qual contento, o fratelli!

  Io non posso non lodare in ogni quelli dell'ordine civile o contadinesco i quali hanno cura di assistere in ogni al santo sacrificio della Messa. Non posso non commendare altamente quel popolo che diviso dal resto di mondo, sul vertice di un monte o nel fondo di una valle, reputansi fortunati

 - 1326 -quando hanno un sacerdote che li assiste, che quando ne sono privi vivono in ansia e pregano perché il cielo non tardi <a> mandar loro un ministro sacro.

  Lodo e commendo quel popolo che, ottenuto il sacerdote, è sollecito di essere in ogni , e specialmente alla prima ora del che è la più accetta a Dio, benedetto dal sacerdote dal santo altare. Ma mi copro di raccapriccio per quel popolo che potendo [97]non si vale del sacrificio che in prò di loro e di tutto il mondo offre il ministro sacro. Questi avranno a render conto severo per tanta ommissione. Un popolo che non è ansioso della santa Messa è un popolo che si incammina a gran passi alla sua rovina e di spirito e di corpo.

  Popolo mio, siate voi sempre il buon popolo della fede e del pio costume. Udite ed ammirate. La santa Messa è come la colonna che sorregge la terra perché non cada. La santa Messa è come il sole di questa terra. Chi ascolta quotidianamente la santa Messa e con divozione, è moralmente impossibile che abbia a commettere colpa grave. O se cada una volta per fragilità, subito otterrà di levarsene. Chi è divoto della santa Messa è sicuro omai della sua salvezza eterna. Questo è il sentire comune dei Padri e dei dottori sacri.

  Che dite pertanto?... Io mi permetto [98]di porgervi una conclusione che deve riempiervi di salutare spavento. Un sacerdote in cura d'anime invita e prega e grida e non si stanca dalla casa santa del Signore. Ed or quanto ai fedeli alla sua custodia commessi, egli, pastor d'anime, di buon animo risponde al tribunal di Dio per quei che l'accompagnano al trono di Gesù nel Santissimo Sacramento. Quanto agli altri, il sacerdote non può esserne soddisfatto. Non può esser garante della salute loro. Egli prega, egli sospira, ma non è senza molta desolazione per sé, non senza molto timore per i suoi.

  5. E voi che rispondete?... Fratelli miei, avete nella chiesa le memorie dei vostri cari defunti. Avete intorno alla chiesa le ossa dei vostri diletti. Oh come vi parlano con sensi di pietà! Come si allietano quando vedonvi varcare la soglia del tempio santo! Come si inteneriscono quando vi scorgono supplicare appiè del crocefisso Signore! Ha perfin chi espone [99]piamente che le anime purganti hanno sollievo altissimo all'atto

 - 1327 -che si supplica per loro. Certo la santa Messa, o ascoltata o celebrata pei defunti diletti, è <per> loro annunzio consolante di prossima liberazione.

  Io ritorno dunque donde sono partito. Che non fareste all'agonia di un vostro caro? Ma le anime purganti soffrono con pena atroce. Sono confitte sopra un letto di croce tormentosa. Noi dimoriamo appiè di quel letto di crocefissione e deploriamo a guisa di Maria desolata. I nostri gemiti saranno ricevuti dall'angelo di quelle anime dilette e portati al trono di Dio per ottener misericordia.

Riflessi

  1. Ai piedi della croce con Maria desolata.

  2. Sulla tomba dei morti un catafalco di duolo altissimo.

  3. Nel purgatorio gemiti ed agonia.

  4. Accorrete tutti allo altare di espiazione e di salute.

  5. Pregate colla pietà di un angelo.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma