Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Sulla tomba dei morti...
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SULLA TOMBA DEI MORTI FERVORINI PER LA NOVENA E PER L'OTTAVA DEI FEDELI DEFUNTI

OTTAVA DEI FEDELI DEFUNTI

III. Fino a quando, o Signore?

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[- 1327 -]

III.

Fino a quando, o Signore?

  1. [100]Nella terra di questa valle di lagrime noi non sentiamo altro più vivamente che il pericolo di sciagura ovvero il tormento di una malattia. Che se la malattia accresca in ispasimo, allora gridiamo come desolati: "Fino a quando, o Signore, fino a quando?". Intanto contiamo le ore, numeriamo i momenti perché cessi quel tormento di agonia.

  Meschinelle voi, anime del purgatorio! Che sciagura è la vostra! Che malattia spasmodica! Eppure continua <ad> affliggervi. Voi miserelle gridate: "Fino a quando, o Signore, fino a quando?". Ma intanto ignorate il giorno della vostra libera

 - 1328 -zione. Anime penanti! Noi non sappiamo l'epoca della vostra salute, ma può [101]esser ancora lontana. Scorgiamone, o fratelli, i motivi che ci inducono a credere ciò. Intanto raddoppieremo il fervore per porger più valido soccorso alle anime purganti.

  2. Meschinelle le anime del purgatorio! Quando erano in questo mondo, curavansi sì poco di darsi intieramente a Dio! Le anime di quei cristiani quaggiù commisero peccati gravi in alcune epoche della lor vita, e replicatamente il più delle volte. Non li hanno poi scontati abbastanza con effusione viva di lagrime.

  Dei peccati veniali poi non si davano cura. Mormorare ad ogni ricorrenza intorno ai fatti ed alle persone altrui. Nutrire in cuore capricci di risentimento, di gare, di invidiuzze. Presentarsi al prossimo che diede motivo di lagno con tratto aspro. Poi quello attacco così sensibile alle cose della terra, quella crudezza in rifiutare una beneficenza e quella cura sì poco vigile dei figli, dei dipendenti, e sovrat<t>utto quello amor di Dio così leggero [102]e quella brama del paradiso sì poco infuocata, ah, fratelli miei, questo costituisce un reato di colpa che si fa grave al cospetto di Dio. Aggiungete i peccati di ommissione che saranno pur molteplici e spaventosi. Un tempo prezioso gettato vanamente e poi mille e mille inspirazioni sante trascurate, mille e mille occasioni di bene negligentate; ahimè, io tremo per me medesimo. Atterritevi voi pure dal canto vostro. Temiamo tutti.

  3. Figuratevi ora che per ogni colpa veniale s'abbia a stare nel purgatorio anche solo un'ora. Ohimè quante ore, quanti giorni e forse quanti anni! Figuratevi che in un si commettano per lo meno dieci peccati veniali. Spavento! Quanti peccati in un mese o in un anno? Quanti peccati nel corso di una vita che dura i cinquanta ovvero i sessanta anni? Nelle rivelazioni divote si trova che le anime di persone pie ebbero a dimorare [103]a lungo nel purgatorio per certe infedeltà usate nella confessione, per vane curiosità di vedere o di sentire, per lo sfogo di un risentimento capriccioso.

  Il cuore mi trema nel petto in dirlo. Ha dei dottori santi i quali reputano che talune anime, che furono assai trascurate in

 - 1329 -far il bene e in evitare il male, avranno a dimorare nel purgatorio sapete quanto? Sino alla fin del mondo. Né questo è esagerazione più divota che vera. E santa Chiesa, che conosce e le fragilità dei figli suoi da una parte, e dall'altra la giustizia rigorosa del Signore, ella da pietosa madre riceve e custodisce per un tempo <o> in perpetuo i ricordi pietosi di preghiera e di suffragio.

  E poi dite, o fratelli, che un peccato mortale basta confessarlo comec<c>hessia! E poi dite che uno o molti peccati veniali sono un male dappoco!

  4. Verissimo che anche in questo mondo dei peccati se ne fa penitenza, [104]ma questa è sì scarsa! Sovrat<t>utto noi che viviamo in questo secolo inorridiamospesso al semplice annunzio di una penitenza rigorosa, di un digiuno prolungato. Al senso si vuol concedere tutto. Son ritornati così delicati gli uomini, che <nel> non accontentare il corpo nelle sue pretese credono rendersi colpevoli di un reato di crudeltà.

  Vero altresì che la Chiesa accorda molte indulgenze in pro nostro e dei fedeli defunti, ma queste si guadagnano poi?... Ha delle persone sapienti e pie che attestano essere difficilissimo guadagnare per intiero una sola indulgenza plenaria. Per acquistarla in totalità bisogna avere abborrimento per ogni sorta di peccato o mortale o veniale. E questo abborrimento come possono di leggeri averlo quelli che dei propri capricci ne fanno una soddisfazione piacevole all'animo27? Non si può in un momento odiare tutto ciò che da lungo tempo si amò e che omai è entrato a costituir [105]come il sangue del proprio cuore e come la carne del proprio corpo.

  Vero altresì che in pro delle anime del purgatorio si fanno preghiere, ma queste sono per lo più così brevi e sì poco fervide!... Alla morte di un diletto quando si fanno celebrare poche Messe, si reputa un beneficio grande. Quando si dice un rosario o che si dona una elemosina, par che l'anima del defunto abbia a salire subito all'alto.

  Ma sarà contento il Signore di sì poco? Io trovo che

 - 1330 -Adamo ed Eva per quel loro peccato benché enorme di disubbidienza ebbero a far penitenza per novecento anni, o sia finché vissero. Quattromila anni poi dimorarono nella carcere oscura del limbo. Così trovo che altri per colpe lor proprie ebbero a farne una penitenza condegna.

  Trovo che Chiesa santa nello ingiungere una penitenza sacramentale proporziona il castigo alla colpa, per [106]quanto si può ad un dorso infiacchito di peccatore meschino. Nei primi tempi di fervore, le penitenze si potraevano al periodo di tempo che corrispondeva quando ai dieci e quando ai venti o più anni. E notate che questa terra è luogo di misericordia e che quaggiù Dio si contenta di leggera soddisfazione. Però è altrimenti nel purgatorio. È scritto che colà si deve soddisfare fino all'ultimo quadrante28.

  5. Ah come io temo, o fratelli! Temiamo tutti e provvediamo per noi a non far peccati in avvenire, a farne penitenza dei passati. Provvediamo per le anime del purgatorio a fin di raccorciare loro un tormentoprolisso.

  Ha in questo proposito dei cristiani ferventi i quali dicono a Dio: "Aiutatemi per far tutto il bene possibile a me; il merito di questo bene applicatelo in suffragio alle anime del purgatorio, me poi trattate con misericordia e non guardate alla moltitudine [107]de' miei peccati. Si iniquitates observaveris, Domine, Domine, quis sustinebit?..."29. E intanto si obbligano con voto per essere in perpetuo vittime di preghiera in pro delle anime che soffrono nel purgatorio. Benedetto il fervor di quei cristiani generosi. Preghiamo Dio e poi imitiamone l'esempio. Non udite il gemito delle desolate che sospirano: "Fino a quando, o Signore, fino a quando"?

 - 1331 -

Riflessi

  1. Fino a quando, o Signore?

  2. Quanti peccati si commettono nella terra di questo mondo?

  3. Qual pena si deve per ogni colpa veniale?

  4. Le soddisfazioni che si porgono da questo mondo sono sì scarse!

  5. Meschinelli se noi non raddoppiamo il fervore nostro!





p. 1329
27 Nell'originale: amico.



p. 1330
28 Cfr. Mt 5, 26.



29 Sal 130(129), 3.



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