Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Da Adamo a Pio IX (I)...
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DA ADAMO A PIO IX QUADRO DELLE LOTTE E DEI TRIONFI DELLA CHIESA UNIVERSALE DISTRIBUITO IN CENTO CONFERENZE E DEDICATO AL CLERO E AL POPOLO

IX Misteri della vita

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IX

Misteri della vita

  <1.> [57] Chi vuole spiegare taluni misteri della vita umana si accompagni a Mosè nel suo deserto o <a> Giosuè nella sua terra promessa.

  Avevalo promesso il Signore che i figli di Abramo avrebbero occupato la terra in Canaan60 dove scorre latte e miele. Nondimeno passarono prima quattro secoli di tempo. Perché tanto ritardo?... Il Signore dispose61 così a fine che i suoi doni fossero meglio apprezzati.

- 48 -  Ed or che sono chiamati a questa terra di promissione, perché Dio non li fa pervenire sopra luogo in quattro giorni od almeno in quattro settimane, come avrebbero potuto di leggeri? Ma tuttavia Iddio vuole che impieghino quarant'anni in circoli faticosi, affinché imparino a lasciarsi governare c<i>ecamente dal Signore altissimo.

  2. Intanto nel deserto accade una serie di avvenimenti ora prosperi ed ora avversi. Udite. Sono trascorse poche settimane dal passaggio del Mar Rosso e le provvisioni mancano. Ed ecco che un bel mattino la terra intorno agli accampamenti appare ricoperta di una folta brina. "Che è? -- sclamano -- Manhu?"E trovano che quello è un cibo eccellente che in sé contiene ogni sapore. Mosè dice al popolo: "Ecco la provvidenza del Signore; voi ne userete con mangiare e raccorne quanto è mestieri per il , e nella vigilia del sabato ne adunate per due giorni. Sollecitate poi alla levata del sole, perché la manna dopo quell'ora disparirà". E mangiarono di questa manna per quaranta anni.

  [58] Il sole dardeggiava e Dio buono difendeva i loro capi con una nube. La sete si faceva spesso ardente. Allora il Signore diceva a Mosè: "Batti col bastone in quella rupe e ne uscirà acqua per tutto il popolo". O se si abbatteva in acque amare, diceva: "Buttavi entro quelle radici di legno, che le acque si faranno dolci". Di notte un chiarore illuminava gli accampamenti. Accadde che serpenti velenosi mordessero. Allora Dio disse a Mosè: "Eleva sopra un'asta un serpente di bronzo. Chi morsicato guarda a quella figura, subitamente sarà guarito".

  3. Accadde pure che il popolo degli amaleciti, con viltà pessima, assalissero di repente colle armi le tribù e le moltitudini che venivano dietro al popolo. Parlò allora il Signore a Mosè: "Tieni le mani stese e prega che io ti farò vittorioso". Or Mosè pregava e, stancandosi a tener elevate le braccia, gliele sorreggevano Giosuè e Caleb, finché gli amaleciti furono dispersi.

  Pervenne poi Mosè ai confini del popolo dei moabiti. Il re di quel popolo, Balac, mandò <a> supplicare certo Balaam avuto in conto di indovino e di profeta, dicendogli: "Se in - 49 -nome di Dio voi maledite al popolo d'Israele, io vi presenterò doni copiosi". Balaamo salì il monte cavalcando un'asina e questa si arrestò e tolse a deviare e Balaamo percuotevala, ma l'asina per tre volte parlò dicendo: "Perché mi percuoti?... Non scorgi già che un angelo mi impedisce <di> proseguire?...". Balaamo scorse egli stesso e adorò l'apparizione. Poté allora proseguire, ma pervenuto al vertice che guardava al popolo d'Israele, Balaamo a vece di maledizioni rivolgeva benedizioni copiose ed a Balac che il riprendeva soggiunse: "Iddio d'Israele vuole così". E profetò e disse, fra l'altre molte, queste predizioni: "Di Giacobbe nascerà una stella, e spunterà da Israele una verga e percuoterà i capi [59] di Moab e rovinerà tutti i figliuoli di Set... Verrà gente nelle navi dall'Italia, vincerà gli assiri e desolerà gli ebrei, ed ella ancora finalmente perirà". E Balaam si alzò e se ne ritornò a casa sua e anche Balac se ne andò per la strada dond'era venuto.

  Ma Balaamo insinuò a Balac di valersi delle figlie di Moabbe per introdurre la corruzione fra il popolo d'Israele. Questa iniquità essendosi in parte consumata, rinnovò il Signore la minaccia che del popolo uscito dallo Egitto nessuno avrebbe goduto la terra promessa allo infuori di Giosuè e di Caleb.

  Zelantissimo a punire lo scandalo del mal costume si mostrò certo Finees. In premio di ciò il Signore permise che Israele si rovesciasse pure sopra Moab62 e che lo esterminasse. Di qua dal Giordano gli ebrei abbatterono anche il re di Basan e quello degli amorrei, e così disposero per sé un territorio.

  Ma facciamoci addietro un passo. Meraviglie continue operava il Signore in pro del suo popolo: le genti circonvicine ne rimanevano attonite e in veder gli ebrei dicevano rispettose: "Eccolo Israele, il popolo diletto del Signore!" Ma pretese alla sua volta Iddio che il popolo si conservasse a lui devoto e riconoscente.

- 50 -  4. Già abbiamo trovato che tremila furono uccisi per quella prevaricazione pessima dei vitelli d'oro. Ma non bastò. Alcuni del popolo, gelosi che sol due fratelli Aronne e Mosè avessero il primo comando, movevano mormorazioni continue. Mosè presentossi e Dio fede sprofondare la terra sotto agli accampamenti di 250 di loro, e di Core, di Datan e di Abiron, capi dell'ammutinamento. Si svegliò un mormorio fra il popolo e allora venne una fiamma misteriosa che avvolgendo i tristi ne fece perire quattordici mila. Aronne alla sua volta [60] lagnossi di Mosè, e Maria, la sorella di lui, più vivamente, onde questa per sette fu coperta di una fetida lebbra.

  Si trovò che, nauseando la manna, appetivano le carni di Egitto, gli agli e le cipolle dolci e copiose di quella terra. Iddio mandò nembi di quaglie che, raccolte e salate e poi disseccate, bastarono per un mese, ma chi ne mangiò con ingordigia soverchia morì miseramente. Il luogo in cui furono seppelliti si chiamò Sepolcro della concupiscenza.

  Venuti a vista dalla terra promessa, guardaronla lieti e se ne compiacevano. Mosè mandò con altri un capo <per ognuna> delle dodici tribù per esplorare. Ritornandosene riportarono in saggio dalle valli di Betlem e di Sorece grappoli d'uva, come se ne trovò ancor oggidì di libbre 28, e fichi parimenti smisurati.

  Conchiusero poi: "La terra invero è ferace. Vi scorre il latte ed il miele, ma gli abitatori vi sono feroci e giganti, né si potranno allontanare".

  Quei del popolo scorraggiati ponevansi col volto a terra e si lagnavano di Mosè e del Signore, né valse molto che Giosuè e Caleb aiutassero per rianimarli. Lagnossene più vivamente il Signore e sclamò: "Dunque dimenticate che io sono l'Onnipotente?" E in castigo li fece ritornare addietro e vagare per molti anni, finché morirono tutti quelli che erano usciti dallo Egitto per il Mar Rosso.

  Aronne sentissi intimare da Dio: "E' tempo che tu vada a congiungerti con quei del tuo popolo; il sommo sacerdozio passi in Eleazaro tuo discendente". E alla sua volta Dio disse a Mosè: "E' tempo che tu vada <a> congiungerti con Aronne e - 51 -con quei del tuo popolo. Disponiti <a> salire sul monte Abarim"63. Mosè [61] adunò il popolo, gli parlò a lungo delle promesse e delle minaccie del Signore.

  Fu destinato a succedergli Giosuè e, stando in età di 130 anni, si fece accompagnare sul monte dai maggiorenti del popolo stesso. A certo punto li accomiatò. Mosè allora si ricongiunse con Aronne e con quei del suo popolo. Iddio non permise che fosse ritrovato il corpo del condottiero. Gli ebrei lo piansero per trenta .

  5. Si strinsero poi intorno a Giosuè dicendo: "Voi sarete quinc'innanzi il salvator nostro". Erano alla riva del Giordano. Giosuè toccò questo fiume, che discende dal Libano e che dopo 50 leghe di corso si versa nel Mar Morto. Era il tempo della messe ed era rigonfio assai. Or Giosuè con la verga toccò quelle acque. Allora avvenne questo prodigio: le acque si divisero, le onde superiori si accavallarono in monte altissimo e largo intorno, le onde inferiori poi passarono oltre e tutto il popolo degli ebrei valicò a piedi asciutti. Giosuè ne estrasse dal letto sette grosse pietre e le eresse in monumento.

  6. Le genti guardavano atterrite e quelle più vicine della città di Gerico si fortificavano entro le mura. Ma Giosuè venne e per sette passeggiava allo ingiro e poi dai sacerdoti fece suonar le trombe. Le mura con ciò solo si sfasciarono e gli ebrei vi entra<ro>no trionfanti. E mandò tremila a prender la città vicina e più piccola di Hai, ma furono battuti perché un di loro, Acan, contro il comando di Dio, tolse oggetti preziosi delle genti di Gerico. Giosuè riparò con castigo assai grave e venne in persona e, traendo con stratagemma quella gente fuori <dal>la loro città, facilmente ne prese possesso. Un terrore di paura invadeva i popoli di quella terra.

  [62] Cinque re si collegarono per abbattere Israele e con lui Gabaon, che era ricorsa a Giosuè per alleanza e per protezione. Ed or gli israeliti da una parte e i gabaoniti dall'altra strinsero i cinque re e li opprimevano. Per fugarli appieno occorreva - 52 -che la notte tardasse <a> venire. Allora parlò Giosuè e disse alla presenza dei figli di Giacobbe: "Sole, non ti muovere di sopra Gabaon; luna, non ti muovere di sopra la valle di Aialon"64. E il sole e la luna si fermarono e non fu mai né prima né dopo giorno sì lungo, obbedendo il Signore alla voce di un uomo e pugnando per Israele.

  Quella terra era stata da Dio promessa ad Abramo; le genti che l'occupavano erano venute come ladroni da più parti e ritenevano il nome di cananei, di amorrei, di etei, di ferezei, di gebusei65, di filistei e simili. Molti fra questi non omettevano di abbandonarsi alle iniquità pagane. Però il Signore avevalo detto al popol suo: "Tu devi sgomberare il suolo della terra di Canaan, perché quegli abitatori non ti facciano prevaricare".

  7. Furono dunque in parte cacciati. Vennero <ad> abitare le regioni d'Africa e sono in parte i pelasgi che in Cartagine erano dediti ad una idolatria feroce. Scrive sant'Agostino che ancora a' suoi tempi era la tradizione d'esser stati cacciati da un malandrino Gesù66. I pelasgi nella Grecia, nella Spagna, nella Italia, in ispecie nel Lazio e nell'Etruria, lasciarono monumenti fortissimi, torri ciclopiche, mura ferme come montagne. I pelasgi furono di straordinaria grandezza, ma furono proscritti e perseguitati dai greci come dai barbari, finché scomparvero non si sa come.

  8. Intanto Giosuè divise la terra conquistata alle dodici tribù d'Israello. La sola tribù di Giuda ebbe il territorio che formava il regno di dieci re, con 112 città. Di [63] dal Giordano fu dato alle tribù di Ruben, di Gad, di Manasse.

- 53 -  La Palestina fu davvero terra di benedizione. Il clima vi è salubre e costante, la terra feracissima. Ogni ebreo s'ebbe il suo podere che nessun gli poteva levare. Coltivavano ogni palmo di terra, perfino fra le roccie di monte; celebrati erano i vini di Ascalona, di Gaza, di Sarepta e dei colli di Engaddi presso Betlemme, e Strabone, Giustino e Plinio recano che in Giudea era una portentosa quantità di alberi fruttiferi di ottima specie. Le viti fruttavano due volte l'anno e talvolta fino a tre; aveano miele in abbondanza che scorreva dagli alberi e dalle rocce stesse. Vi si coltivava la canna da zucchero. Le stagioni correvano regolari, Israello era felice. Dopo che si estesero ai loro occhi i frutti della terra, cessò la manna dal cielo.

  Ecco avverata la promessa che il Salvatore fece ad Abramo, a Mosè, a Giosuè! Quest'ultimo si ritrasse sur un monte, edificò una città e, contento a questo solo, attese che Dio lo chiamasse a congiungersi con quelli del suo popolo. Giosuè alla volta sua fece raccomandazioni vive <a>gli israeliti suoi e intanto avendo 110 anni di vita morì. Gli ebrei lo piansero per trenta giorni. I fratelli erranti di oggidì fanno in ogni anno le commemorazioni meste della morte di Mosè e di Giosuè.

  9. Ma in mezzo al popolo è l'arca santa del Signore, il popolo è nel mezzo della terra promessa. Iddio li ha istruiti per lunga serie di anni con tanti prodigi, come si è narrato.

  Or lo sarà sempre fortunato il popolo ebreo? Sarallo infino a che egli dimori congiunto al suo Signore Iddio. Ma quando aderisca ai popoli dediti alla idolatria e che uno o molti del popolo prevarichino, allora Dio rinnoverà suoi castighi. [64] Se il popolo si converte67, richiamerà tosto le benedizioni. O mistero della vita! Il senso nostro è pur prono al male come quello degli ebrei. Spesso cadiamo, epperò Dio buono ci mostra la verga per sollevarci. Mistero dell'umana fragilità! Fino a quando, o uomo, tarderai ad aderir intieramente a Dio?

- 54 -Riflessi

1. Misteri della vita.

2. Prodigi nel deserto.

3. Guerre sostenute nel deserto.

4. Castighi; esploratori nella terra promessa. Muoiono Aronne e Mosè.

5. Giosuè sospende il corso del Giordano.

6. Guerre nella terra promessa.

7. I popoli scacciati da Palestina popolano la Spagna e l'Italia col nome di pelasgi.

8. Giosuè divide la terra promessa alle dodici tribù.

9. L'arca santa è nel mezzo.





p. 47
60 Originale: Canaam; cfr. nota 46.



61 Originale: dispone.



p. 49
62 Originale: Giobbe; cfr. Rohrbacher I, p. 421.



p. 51
63 Originale: Asim; cfr. Rohrbacher I, p. 423.



p. 52
64 Originale Aialan cfr ROHRBACHER I p 458.



65 Originale: jebusei; cfr. ROHRBACHER I p. 456.



66 Più chiaramente in ROHRBACHER i, p. 464: «Al sesto secolo dell’era cristiana, scrive Procopio che nella città di Tingi, in Mauritania, .ancor si vedevano due colonne dalle cui iscrizioni vedevasi come i primi abitatori della contrada si eran ivi rifuggiti per sottrarsi alla spada di Giosuè, leggendovisi chiaramente: Noi fuggiti al malandrino Gesù, figlio di Nave, che è appunto in greco il nome di Giosuè. Al tempo di sant’Agostino questi medesimi punici o fenici d’Africa, interrogati della loro origine, rispondevano a dirittura ch’essi eran cananei».



p. 53
67 Originale: popolo che si converte.



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